Bruno Tognolini
IL TAMBURO NASCOSTO ORA SI VEDE
Racconto biografico e argomentazione sulle remote scaturigini dei versi





Chi conosce già la tiritera del Tamburo Nascosto nei versi, che da vent'anni racconto negli incontri con le scuole, e la gran parte che ha in quel racconto la mia quadriennale avventura come tamburino di una banda teatrale e musicale di strada, può scendere direttamente a pie' di questa pagina per trovare otto stralci di vecchi video, finalmente convertiti da antichi VHS, in cui questa banda si vede e (malamente) si sente (o in alternativa andarli a vedere nel mio canale Youtube).
Chi invece vuol leggere l'intera storia che da quel tamburo conduce ai versi, eccola qua.


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Il tamburo nascosto

Coloro a cui è accaduto di assistere a qualche mio incontro coi bambini lettori, nelle scuole e altrove, possono aver sentito un racconto autobiografico che porgo ormai da vent'anni, per giungere, partendo da lontano, a parlare delle filastrocche.
Partendo da lontano, ma con rapido cammino: dall'infanzia, dalla stirpe folta e fiera di maestri elementari; dall'unico zio dottore, esaltato da tutti; dalla mia strategia puerile di proclamare di voler diventar medico, da grande, per essere altrettanto onorato; dal successo ripetuto di tale strategia, e dalla conseguente e fatale iscrizione alla facoltà di medicina, una volta finito il liceo classico... Passando per la crisi, il cambio del vento, la fuga dalla medicina, dalla famiglia e dalla Sardegna dopo quattro anni; e poi per il DAMS di Bologna, e dopo quello il teatro di gruppo: il mio gruppo teatrale presuntuoso e commovente, la sua spavalda miseria economica e immaturità artistica... Fino all'incontro casuale con la Banda Osiris, che allora suonava per strada; all'idea di fare anche noi la banda, realizzare una forma di teatro di strada che raccogliesse in sé (e possibilmente rendesse vendibile) l'eredità della "guerriglia teatrale e musicale urbana" praticata dalla cosiddetta "ala creativa" del movimento del '77, di cui avevo fatto fieramente parte...
E ciò accadde: per quattro anni ho corso le strade con un tamburo legato alla vita e una tasca piena di botti, su e giù per l'Italia e non solo (anche Parigi, Barcellona, Lille), in fila in sei con la mia Banda Roselle (stupido nome, lo so: derivato dal "Centro Teatrale Roselle", il centro teatrale che fondai 1979 in Via Roselle, a Bologna).

Da lì, finalmente, il racconto curva e si dirige all'oggi, al mio mestiere di poeta rimatore.
Mia madre le foto della Banda non le ha mai volute vedere. Mi aveva visto col camice bianco dello studente in medicina, e vedermi vestito di giallo, con una bombetta nera e un tamburo legato addosso era troppo per lei: la visione spietata a colori di un figlio perduto. Ma io stesso - racconto ai bambini – a un certo punto mi rimproveravo, con la voce di mia madre, usando il suo burattino. Avevo 33, 34, 35 anni, credevo e dicevo di voler fare lo scrittore di teatro, il drammaturgo: cosa diavolo ci facevo a sbattere per anni un tamburo su e giù per lo Stivale?

La parabola accelera e confluisce decisa nell'oggi.
"Ora non faccio più il tamburino ma lo scrittore", dico a questo punto da vent'anni ai bambini. "Però vi chiedo: secondo voi, quel tamburo l'ho buttato via?"
E da vent'anni loro mi rispondono: "Noooo! Lo tieni per ricordo!"
"È vero"
, dico,"lo tengo per ricordo. Sull'armadio, nel mio studio, con le bacchette infisse verso l'alto come due corna. Ma ne ho fatto anche un'altra cosa, magica, misteriosa... Ora vi dico una filastrocca, che forse vi aiuta a capire che magia è".
E lì parte la prima strofa del "RIMELANDIA RAP" (da RIMELANDIA, Mondadori - unico mio titolo fuori catalogo). Alla fine domando di nuovo ai bambini: "Cosa ne ho fatto di quel tamburo? Gli adulti, e quel me stesso che era adulto e mi sgridava, parevano dirmi insieme: metti via quel tamburo, Bruno, e fai un lavoro serio. L'ho messo via, da venticinque anni, e ora faccio il lavoro serio dello scrittore. Ma non l'ho messo via del tutto: che cosa ne ho fatto?"
Non basta, indugiano, sorridono, hanno quasi capito ma non sono sicuri, non sanno come dirlo.
Ci vuole la seconda strofa di Rimelandia Rap.

Tu come ti chiami? Io mi chiamo Sissi,
e ti aspettavo qui perché speravo che venissi.
Ti piace il ritmo?
A me parecchio!
Per fare rima ce ne vuole d'orecchio!
Ci sono filastrocche di poeti italiani,
che battono le rime come tu batti le mani.
Ci son quartine che non sembrano poesia,
ma quattro zampe scatenate che corrono via!
Le puoi sentire,
le puoi vedere,
le puoi suonare,
le puoi giocare!
Tu non ci crederesti quante cose ci puoi fare con i versi,
sì, quanti giochi diversi,
e posti dove correre,
dove sedersi,
trovare i sogni che si erano persi...

(etc.)
E lì uno o due bambini, incerti, cercando le parole, infine osano: "Lo usi... per fare le rime".
Esatto. La magia che ho fatto è proprio questa: mi dicevano tutti - e io stesso ormai mi dicevo - di metterlo via; bene, ho fatto finta di metterlo via, e l'ho nascosto.
L'ho nascosto nello spazio bianco che c'è fra un verso e l'altro.
Avete presente quella strisciolina bianca, sui libri, fra le righe delle poesie? Quella è una strada, la stradina su cui il tamburino continua a camminare e suonare invisibile, alla faccia di tutti i grandi, compresa la mia.

Questa storia, che cerca e per sua fortuna trova un filo fra reami della propria vita che paiono lontani e incongrui, io non so se sia vera o no. Però è bella. E da tanti anni è anche utile ai bambini, li aiuta a sentire e capire il tamburo dei versi.
Altri fili e filiazioni, vene di flusso e portata assai più cospicua, discendono di certo da Virgilio, Dante e Ariosto, per poi confluire in Pascoli, Pavese, Ripellino, e tutti gli altri Santi Rimatori; altri da Wilson Pickett, James Brown, Tina Turner, e tutti gli altri Blues Brothers, per poi confluire in Frankie H-NRG e Black Eyed Peas.
Ma anche da quel tamburo, certamente.

Ecco, quel tamburo di cui tanto in questi anni ho raccontato, e su cui sono stato creduto sulla parola, ora si può finalmente vedere e sentire.
Dopo anni che me lo ripromettevo infine l'ho fatto: ho convertito vecchie cassone VHS in formati digitali, ho trasferito, tagliato, caricato su Youtube: ed ecco una rassegnetta di video scelti della Banda Roselle.
L'audio, devo avvertire, è molto scadente, registrato dai microfonini miseri delle telecamerone degli anni '80: consiglio di sentirlo con un minimo di casse amplificate. E due brani che ho estratto da un VHS delle "Prove in sede" sono usciti malamente fuori sincrono, e non so (non ho voglia né tempo di imparare) come rimediare. Ma si vede e si sente quanto basta per capire che sì: il Tamburo nascosto delle filastrocche viene da lì.



Banda Roselle. Treviso 1984. MARCETTA

Banda Roselle. Vigodarzere 1984. FRA LA GENTE

Banda Roselle. Vigodarzere 1984. SERENATE

Banda Roselle. Vigodarzere 1984. SCENETTE

Banda Roselle. Fiera di Bologna 1986. KAOS

Banda Roselle. Camerini 1984. DEBOSCIA

Banda Roselle - Prove in sede 1985. BEATLES
(fuori sincrono)

Banda Roselle. Prove in sede 1985. FRANK ZAPPA
(fuori sincrono)



Ecco, come diceva Guccini in una vecchia canzone, "Ho fatto anche questo!"


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Questa pagina è stata creata il 13 dicembre 2011 e aggiornata l'ultima volta il 18 dicembre 2011


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