Bruno Tognolini, Luca Mercalli, Svjetlan Junakovic
CIELI
Segni, parole, scienza ed altro per un gioco ad arte
Ideato e curato da Maria Flora Giubilei e Simonetta Maione
Racconto di Bruno Tognolini
Illustrazioni di Svjetlan Junakovic
Esperto di Cieli Luca Mercalli
DVD. Voce narrante di Bruno Tognolini
a cura di Enrico Pierini
Edizione ARTEBAMBINI, Bazzano (BO) 2009, collana IL CANTIERE DELLE ARTI
Il libro può essere acquistato online presso
Alla Home Page di Bruno Tognolini
STORIA DEL LIBRO
LA PRIMA PARTE DEL RACCONTO
La recensione di Walter Fochesato in ANDERSEN n. 262 - agosto/settembre 2009 (JPG 570 KB)
Storia del libro
IL SOGNO DI UN'OPERA
- Nel luglio del 2008 ho ricevuto una lettera da Maria Flora Giubilei, direttrice del polo museale di Nervi, e Simonetta Maione, responsabile dei Servizi Educativi del Settore Musei del Comune di Genova. Mi invitavano a partecipare alla collana "SOGNO DI UN'OPERA", di cui sono promotrici e curatrici.
- Una collana che, nelle loro parole, "si propone di avvicinare i bambini all'opera d'arte attraverso la suggestione di un racconto illustrato ispirato a un dipinto o a una scultura dei nostri musei" (cioè la Galleria d'Arte Moderna di Genova, il Museo delle Raccolte Frugone, il Museo Giannettino Luxoro e la Raccolta Wolfsoniana). Le curatrici, insomma, chiedono a un autore e a un illustratore di "sognare" intorno a una delle loro opere. Mi è parsa subito una bella impresa.
- Generosamente, mi sono stati spediti i risultati di questi sogni: una decina di pregevoli librini, pubblicati dall'editore Maschietto di Firenze, che ospitavano racconti e illustrazioni di Mario Lodi, Roberto Piumini, Francesco Tullio Altan, Sergio Staino, Neri Marcorè, Giorgio Scaramuzzino, Chiara Rapaccini, Emanuela Bussolati, Lucia Suderi, e via su questo piano.
IL GENIO DI FRANKLIN
- A me si chiedeva di "sognare intorno" a una scultura in gesso di Giulio Monteverde, intitolata "Il genio di Franklin", della seconda metà dell'Ottocento, esposta in Galleria d'Arte Moderna. Mi è stata inviata una ricca sequenza di immagini di quest'opera. Eccone due.
- Così la descrivevano le curatrici: "Una scultura molto intrigante, di più di due metri, il cui protagonista è appunto il 'genietto' di Franklin, un ragazzino alato seduto su un comignolo e abbracciato a un parafulmine, una mano protesa verso il filo di terra, oggi non più conservato nella scultura. Una scultura, quindi, capace di evocare - in una sintesi iconografica perfetta - tutti i cieli dell'universo…"
- Perché appunto di questo si trattava: non era in progetto stavolta un altro "sogno di un'opera", o non solo quello. Le curatrici volevano andare oltre la collana, darle respiro "realizzando album tematici (…) in cui, accanto allo scrittore e all'illustratore, compaia anche una voce esperta in grado di proporre ai bambini quegli aspetti più specialistici, estranei sia ad una lettura formale dei contenuti delle opere, sia alla suggestione del sogno che chiediamo di immaginare ai singoli scrittori" (sempre dalle e-mail di Simonetta Maione e Maria Flora Giubilei).
I CIELI
- E a questo punto parlavano di cieli. "Vorremmo dedicare un album ai cieli dipinti che compaiono nei numerosi quadri esposti nei Musei di Nervi: cieli di vari periodi storici, legati a differenti momenti della giornata, a situazioni stagionali, talvolta espressione di stati d'animo dei personaggi che 'abitano' i quadri. Cieli resi dagli artisti attraverso tecniche e cromie assortite…"
- Introduzione e percorso storico artistico sarebbero state a cura di Maria Flora Giubilei e Simonetta Maione. Il racconto sul Genio di Franklin era il mio, le illustrazioni di Svjetlan Junakovic, e la "voce esperta in grado di proporre ai bambini quegli aspetti più specialistici" sarebbe stata quella di Luca Mercalli, Presidente della Società Meteorologica Italiana. Una voce, secondo le curatrici, "capace di rispondere alle domande che tutti oggi si pongono osservando il cielo e vivendo i cambiamenti del clima". Un metereologo che racconta come cambiano i cieli dei quadri. L'idea mi piaceva sempre di più. Mi son messo al lavoro.
IL PASTORELLO DI NUVOLE
- È seguita una nutrita corrispondenza via mail, in cui Maria Flora Giubilei dispiegava la sua pazienza e sapienza d'arte illustrandomi ogni risvolto storico e artistico dell'opera intorno a cui dovevo sognare. Con le parole dei critici mi parlava di questo "genietto scanzonato e impertinente", di questo "fanciullo, simbolo delle Scienze, che esprimeva un supremo sforzo di potenza schiacciando la folgore, costretta nella verga metallica che la conduceva sottoterra dove era resa innocua"; mi faceva notare il suo corpo "come agitato da un impulso elettrico nelle contrazioni di volto e membra"; mi parlava di "fanciullezza e tema del genio, frammisti a sensualità e magnetismo, all'esaltazione del tipo umano dello scienziato e all'euforia della ricerca scientifica"...
- La direttrice del Museo di Nervi non sa quanto questi suoi spunti mi siano stati preziosi per "sognare" la puerile e geniale spavalderia del mio Pastorello di Nuvole, curioso scopritore di nessi. Avevo tutto ciò che mi serviva, mi sono messo all'opera. Gli ultimi accordi erano del 31 luglio, il 5 agosto 2008 ho spedito il racconto: è piaciuto, e si è passati all'edizione.
- L'edizione è stata affidata, per mia e nostra fortuna, alle sapienti cure di Mauro Speraggi e Paola Ciarcià, di ARTEBAMBINI, che ne hanno tratto un volume bellissimo già solo da tenere in mano.
LE ILLUSTRAZIONI
- Non conoscevo Svjetlan Junakovic, e ho conosciuto le sue illustrazioni prima di lui. Benché distanti dale forme che nel mio magro sapere artistico frequento, le ho apprezzate.
- Ricordo che mi ero sommessamente raccomandato con Maria Flora Giubilei perché le illustrazioni non soffrissero di quel vezzo di ironico, irridente understatement, di quell'ammiccamento comico che ridimensiona sempre tutto, di cui molta illustrazione per l'infanzia è affetta, e che non si concilia con ogni tipo di narrazione. "Il tono del mio racconto – scrivevo a Maria Flora – guarda piuttosto all'incanto, è più vicino al 'fantasy' che al quotidiano-buffo-famigliare-urbano. E del resto mi era stato chiesto un Sogno"... La direttrice del Museo di Nervi si è detta d'accordo con me, e mi ha assicurato che con Svjetlan non correvamo alcun rischio di bamboleggiamenti buffi.
- Quando mi ha spedito le illustrazioni le ho dato piena ragione. Certe scene dei pastori di nuvole che sfrecciano minuscoli fra zampe di enormi bestioni celesti le avrei forse immaginate più spaziose e grandiose. Ma il nonno Shuyanti è più spazioso e grandioso di come lo immaginavo io…
- Del resto, le distanze da colmare fra autore e illustratore erano reciproche. Mi son molto divertito, alla prima presentazione del volume, a Genova il 21 marzo (la seconda sarà alla Fiera internazionale del libro per ragazzi di Bologna, il 23 dello stesso mese), sentendo Svjetlan Junakovic raccontare le sue difficoltà nell'accostarsi al racconto. Svjetlan padroneggia bene l'italiano, ma non riusciva a capire che cosa fossero i Nubisauri. Raccontava che si è dannato a cercare sul web, per farsi un'idea della bestia che aveva in mente l'autore, prima che la sua collaboratrice italiana gli chiarisse il mistero: i Nubisauri sono bestioni fantastici.
IL LIBRO
- Alla fine di marzo del 2008 è stato quindi presentato il libro, che come dice la premessa delle due curatrici è diviso in quattro parti:
1) Il percorso storico artistico, curato come detto da Maria Flora Giubilei e Simonetta Maione, in cui si passano in rassegna i cieli pittorici di una quindicina di opere conservate nei Musei di Nervi.
2) Il mio racconto.
3) L'intervento di Luca Mercalli, che risponde da metereologo esperto alla domanda curiosa e suggestiva "Che tempo fa nei quadri?", e nel rispondere passa in rassegna i cambiamenti climatici degli ultimi due secoli.
4) Il quaderno dell'Acchiappanuvole, un laboratorio-cantiere in cui si mescolano nel gioco capacità di osservazione, abilità e fantasia, senza tralasciare gli aspetti scientifici curati ancora da Luca Mercalli.
- Ma c'è anche una quinta sorpresa, che mi ha causato più ansie e perplessità del racconto: il DVD.
IL DVD
- Del quale qui faccio pubblica ammenda. Dai molti anni passati nella vita teatro, dalle innumerevoli ore trascorse ad ascoltare incantato in cuffia Carmelo Bene e Arnoldo Foà e tanti altri, nasce forse il mio profondo rispetto per l'arte dell'attore, del dicitore, del ministro e maestro che dà carne alla carta, voce al testo. Mi son sempre tenuto alla larga dalle occasioni in cui gli scrittori leggono brani dei loro libri con le loro voci, a loro care ma agli orecchi del pubblico ora gagliarde e ora poverelle, ora sorprendenti e ora imbarazzanti. A ciascuno la sua maestria: io di mio, per ragioni che racconto fin troppo a lungo altrove, dico solo le filastrocche. Bene: stavolta non ho potuto tenermi alla larga.
- A metà gennaio Maria Flora e Simonetta, accompagnate da Enrico Pierini coi suoi macchinari, sono venute in auto da Genova fino a Biella, dove mi attendeva un incontro coi lettori nella Biblioteca Comunale, per farmi registrare il racconto. Alle mie obiezioni che non ero adatto, che non era il mio mestiere, che non balbetto solo dicendo le mie filastrocche, hanno ribattuto che ciò che cercavano era proprio l'autenticità di una voce non professionale, non impostata, della voce vera e propria dell'autore; e che Mario Lodi aveva fatto per loro, con la sua voce di Grande Vecchio, una lettura di sicuro più roca e stenta della mia, ma proprio per questo illustre e perfetta.
- Enrico Pierini ha assicurato che avrebbe provveduto lui a tagliare qualche esitazione, qualche buco, o al contrario le "P" di troppo che prevedevo all'inizio della parola "pastore". E insomma così pulita ed emendata, vestita di effetti sonori per renderla remota e arcana, accompagnata dalle illustrazioni del libro e da discreti interventi grafici dello stesso Pierini, ecco allegata al libro, in DVD, la mia voce che racconta "Il Genio di Franklin".
IL SUCCESSO
- Un'ultima divertita considerazione. Il libro pare aver goduto in breve tempo di una visibilità mediatica a cui non sono francamente avvezzo. Non parlo del bell'articolo di Walter Fochesato su Andersen, che qui metto a disposizione (JPG 570 KB), e di cui son stato più felice che sorpreso: Andersen è una rivista di libri per bambini, siamo a casa. Parlo dell'intervista che mi è stata chiesta dal mitico programma radiofonico Fahrenheit, e dell'articolo apparso – mi dicono, non l'ho visto – addirittura su Repubblica.
- Ero stupito, ma poi ci ho pensato e ho capito. I miei meriti, forse anche quelli dell'ente museale di Genova, perfino quelli di Svjetlan parevano poco commisurati a una simile attenzione. Io guardo molto poco la televisione, ma mi hanno detto che Luca Mercalli molto spesso "va da Fabio Fazio". Ah ecco! – mi son detto.
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La prima parte del racconto
"Trappole! L’avevo detto io!"
Shawaye raggiava letizia da tutti i pori. Era sceso per posarsi su quel comignolo in cui poco prima, durante il temporale, aveva visto imbucarsi e sparire un Serpente Scintilla di media grandezza. Ci si era posato sopra frullando le ali, s’era seduto a cavalcioni di una lancia di ferro che si levava dal fumaiolo verso il cielo, e ora esultava trionfante come se quel Serpente l’avesse catturato lui con le sue mani. Con una di quelle mani strinse forte una fune d’acciaio, che partiva dalla lancia e scendeva lungo il muro, e con l’altra fece un gesto irridente e imperioso alla bestia sparita là dentro.
"Adesso stai lì!"
Trappole: era quella la soluzione.
Un umano ci era arrivato, finalmente: doveva volare subito a dirlo a suo nonno.
Shawaye era un Pastore di Nuvole, alle sue prime armi ma bravo. Il nonno Shuyanti gli aveva insegnato bene: portava in giro nei cieli del mondo con pari destrezza le greggi leggere di Nuvole Pecorelle, le mandrie di bizzosi e pesanti Cirri Bisonti e i branchi lenti e rischiosi dei Nembi Mammuth. Il vecchio Shuyanti non si fidava ancora a lasciarlo da solo con i Nubisauri Sovrani, veri giganti del cielo tremendi e indomabili. Malgrado l’aiuto fidato di aquile e falchi, cani pastore dei pascoli del cielo, coi Nubisauri c’era poco da scherzare: solo il polso e la voce potente di un Pastore esperto poteva impedire a quei bestioni di gettare nella sciagura interi reami terrestri.
Per decine e decine di volte, planando al largo di terribili tempeste, Shawaye aveva osservato il suo amato nonno alle prese coi Nubisauri infuriati. Il vecchio Shuyanti volava veloce e fluido fra zampe e cosce e colli giganti fatti di cupo vapore, cantando con voce d’argento così squillante e imperiosa da mettere i brividi perfino a lui, cui quella voce aveva cantato le ninnananne. Le aquile e i falchi facevano del loro meglio, roteando intorno ai bestioni che davano segno di volersi scagliare uno sull’altro, stridendo per spaventarli e distoglierli dalla loro ottusa carica. Ma spesso non c’era niente da fare: i madornali esseri del cielo si scontravano, corna contro corna, fianchi contro fauci, zampe contro zanne, e da quegli abbracci furiosi scrosciavano giù sulla terra i Serpenti Scintilla.
Non che ci fosse alcun rischio per i Pastori, esseri fatti di vento che spinge le nubi, che assumono forme diverse a seconda della storia che li narra. Il rischio era tutto per gli uomini: i Serpenti Scintilla, che loro chiamavano Fulmini, si scagliavano sulla terra con foga e potenza immani, bruciando e schiantando case, alberi e cose, e spesso, troppo spesso corpi e vite.
Shawaye fu il primo fra i Pastori di Nuvole che si impietosì.
"Non possiamo farci niente?" – chiedeva al nonno.
"Non spetta a noi, spetta a loro" – replicava serio Shuyanti.
"Ma perché spetta a loro, nonno?"
"Perché loro patiscono il danno, e loro se ne devono difendere. E poi perché loro son gli Uomini, le creature che cambiano il mondo, mentre noi siamo i Pastori di Nuvole, che conducono le nuvole nel cielo. Ad ognuno il suo compito"
"Va bene, però… poverini!"
... il resto nel libro di carta.
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Questa pagina è stata creata il 29 agosto 2009, e aggiornata l'ultima volta il ...
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