Poesie scritte per qualcosa o qualcuno, che poi girano il mondo per tutti
Adriano Salani Editore, settembre 2013
Qui il PDF della copertina distesa, con le bandelle e la quarta (3 MB)
Qui la fascetta col commento di Tullio De Mauro
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Presentazioni
In questo libro sono raccolte cinquanta delle cento poesie che ho scritto per qualcuno che me le chiedeva, o per qualcosa che accadeva, nell'arco di quindici anni.
Alcune, per alcuni, non saranno nuove. Perché son Rime Raminghe davvero: per anni son state in giro per il mondo a fare il loro lavoro.
La pagina del mio sito in cui man mano le pubblicavo porta scritto in calce: "Questa pagina è stata creata l'11 settembre 1999...". Da allora su quel sito son state lette, stimate talvolta belle o utili per qualche occasione, e quindi talvolta copiate, incollate, stampate e usate. E chi avesse la pazienza di scorrere il mio Libro degli ospiti, troverebbe diverse lettere che testimoniano di qualche buon uso.
Ora da quel sito queste cinquanta poesie salteranno giù, le toglierò da quella pagina, per correttezza nei confronti dell'editore. Continueranno ad andare Raminghe nel mondo, ma su un altro carro: non più una pagina web, un passaparola, un passacarta, un passamano, ma un libro.
Per il titolo, voglio qui ringraziare mia moglie Elisa. Cercavo e cercavo un titolo, di due parole con iniziale R, così che legasse con l'Ala del Suono questo libro a un'ideale trilogia: RIMA RIMANI, RIME DI RABBIA, RIME... Ma niente: veniva a galla solo un tristarello "RIME REGALATE", o un peggiore ancora "RIME IN REGALO". RIME RAMINGHE l'ha scovato Elisa, in Salani hanno detto "è perfetto", ed ecco che un libro trova il suo nome.
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Prefazione del libro
Queste cinquanta poesie sono una scelta dalle mie "Rime d'occasione", quelle che ho scritto per qualcuno che me le chiedeva, o per qualcosa che accadeva, nell'arco di quindici anni. Per l'inaugurazione di una scuola, per le nozze di un'amica, per l'insediamento di una Commissione Bicamerale per l'Infanzia, per la morte di una maestra, per un referendum popolare, per l'ottantesimo compleanno di Tullio De Mauro, per una campagna dei librai indipendenti, per... per...
Poesie scritte per qualcuno o qualcosa di preciso, che hanno poi dimostrato, negli anni, di poter essere utili e belle per qualcun altro e qualcos'altro. E così sono andate in giro Raminghe nel mondo, per rifiorire e lavorare ancora, e servire per tutti.
Fabrizio De Andrè, riscrivendo Edgard Lee Masters, cantava: "Se la gente sa, e lo gente lo sa, che sai suonare, suonare ti tocca per tutta la vita, e ti piace lasciarti ascoltare".
Che bravi questi poeti: "ti tocca... ti piace". In quattro parole dicono cos'e la poesia: un piacere e un dovere, un sentire e un mestiere, un volo solitario e un patto con la propria gente. Ti abbiamo concesso di fare il poeta, ora ci serve un canto: siediti e scrivi.
Ed è un mestiere antico. In greco "per" si dice "epì". La gente greca tremila anni fa chiedeva al suo poeta, quando serviva, di comporre un canto per nozze, "epi-talamio", per vittoria, "epi-nicio", per sepoltura, "epi-taffio". Per... per... Io forse nell'antica Grecia sarei stato uno scrittore di "epipèdi": poesia epi-paides, per bambini.
In vent'anni e finora infatti – li ho messi in colonna per gioco in un unico file – ho scritto più di mille e duecento componimenti in rima, quasi tutti per bambini. Ma poco a poco mi sono accorto che i bambini, sorridendo e in punta di piedi, si allontanavano dalla dicitura, pur rimanendo ben presenti, come misteriosamente sanno fare. Si allontanavano e pareva restare, anno per anno più chiara, la locuzione tronca "poeta per". Tronca, ma chissà: come un tronco innestato, perché dia frutti più utili e belli alla sua gente.
Sfocati i destinatari, restava la destinazione, "per". Quando pian piano sbiadirà anche quella, un giorno forse resterà un destino. Chi lo sa, magari quello del poeta.
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Nota per l'uso pubblico di queste poesie
Il libro porta nel frontespizio, ad esergo, un verso molto noto di Neruda: "La poesia non è di chi la scrive, ma di chi ne ha bisogno".
Finora queste poesie son state inedite, offerte sul davanzale di questo sito, libere e gratuite per tutti. Ora sono edite in un libro, ma non per questo dovranno appartenere meno di prima a "chi ne ha bisogno". Il solo uso commerciale è è stato ceduto all'editore, non quello poetico, manuale, umano. Ognuno potrà ancora copiarle e usarle per nozze, lutti, feste, elezioni, nascite, eventi, o solo per donarle a un amico. Occorrerà solo osservare due accortezze: citare, per quanto piccolo e intimo sia il foglietto su cui le si copia, chi le ha scritte e chi le ha pubblicate (mi raccomando!); rivolgersi all'editore nel caso di un uso pubblico (pubblicazioni in riviste, esecuzioni musicali, etc.), e chiedere l'adeguato permesso, che non verrà negato.
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E quanto all'eredità di Gianni Rodari...
Da qualche anno mi accade d'essere indicato come "l'erede di Gianni Rodari".
Nella fascetta applicata a questo libro Tullio De Mauro, generosamente, ribadisce il concetto.
Io sono ovviamente onorato, lusingato e intimorito da questa eredità. E tuttavia anche un po' perplesso. Lasciando ad altri le riflessioni storico-letterarie che non mi competono (forse presto un'amica docente di Letteraturaa per l'Infanzia se ne occuperà), io posso argomentare la cosa in tono sorridente, favoloso, rodariano, con tre riflessioni.
La prima è allegra e scampanellante.
"Erede... L'Erede di Gianni Rodari...". Bene, non suoni irriverente: la locuzione fin dalle prime volte che la sentivo, oltre appunto all'onore e al timore, mi richiamava l'immagine di un furgoncino vecchio ma decoroso, ben ripittato ma un po' cigolante, forse di falegnami o di fornai, con una scritta calligrafa sulle fiancate: "RODARI GIOVANNI ED EREDI".
Se è questo che si intende a me può andar bene. E forse anche a lui.
La seconda riflessione è genuinamente buffa, e perfettamente magica.
Io abito, oltre che a Lecce, a Rastignano, un borgo sui primi colli bolognesi, in Via Giuseppe Lelli, che non so chi sia. Quando devo dare indicazioni a chi viene a trovarmi dico: uscendo da Rastignano, tenendosi sulla Nazionale, la Futa, Via Lelli è la prima traversa a sinistra dopo il Cavallino Bianco; anzi no, mi correggo poi, ormai la seconda, perché nel 2010 hanno aperto una nuova strada, la traversa che precede la mia. E come si chiama questa strada? Via Gianni Rodari.
Me la sono scampata per una traversa. Vedere qui per credere.
Chissà cosa avrebbe pensato chi, appena un po' addentro nella letteratura per l'infanzia, chiedendomi l'indirizzo si fosse sentito rispondere: "Tognolini, via Rodari". Avrebbe fatto una risatina tirata, come per una battuta un po' scema? Per fortuna la Realtà è più seria. E anche chiara, nel suo linguaggio oracolare: Tognolini e Rodari? Vicini, ma due vie diverse. Parallele, che non sboccano l'una nell'altra. Come si diceva in geometria? Classi di grandezze separate contigue...
La terza riflessione, più fondata ma altrettanto lieve, la lascio a una poesia di questo libro, dove io stesso dico alla fine cosa ne penso.
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Sei Rime Raminghe
RIMA DEL DIRITTO AL GIOCO
Scritta per il libro "Cari bambine e bambini...", supplemento al quotidiano "L'Unità" del 20 novembre 2002
Fammi giocare solo per gioco
Senza nient'altro, solo per poco
Senza capire, senza imparare
Senza bisogno di socializzare
Solo un bambino con altri bambini
Senza gli adulti sempre vicini
Senza progetto, senza giudizio
Con una fine ma senza l'inizio
Con una coda ma senza la testa
Solo per finta, solo per festa
Solo per fiamma che brucia per fuoco
Fammi giocare per gioco
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EPITALAMIO
Scritta per le nozze dell'amica Manuela Fiori, giugno 2006
Io vi dichiaro moglie e marito
Io vi dichiaro mattino fiorito
Giorno con notte, ramo con foglie
Io vi dichiaro marito con moglie
Mano per mano, dono per dote
Con mani libere, non mani vuote
Perché l'amore si semini intorno
E il focolare sia fiamma di faro
Perché bisogna sposarsi ogni giorno
Sposi nel tempo io vi dichiaro
Patto di vite, nodo di rete
Io vi dichiaro ciò che già siete
Sposi compagni nella luce chiara
Questa poesia vi dichiara
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RIMA DEL BAMBINO FUTURO
Scritta per la giornata dei Diritti dei Bambini, su richiesta della Commissione Bicamerale per l’Infanzia, Roma, 20 novembre 2006
Sono un bambino, sono il tuo dono
Prima non c'ero e adesso ci sono
Sono il domani, dalle tue mani
Devi difendermi con le tue mani
Sono il futuro, sono arrivato
E sono qui perché tu mi hai chiamato
Come sarà l'orizzonte che tracci
Dipende da come mi abbracci
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RIMA PER GIANNI RODARI
Scritta per il progetto di Antonio Catalano "La Giostra delle Meraviglie. Omaggio a Gianni Rodari", gennaio 2010
Mia figlia si svegliava con le tue rime in musica
A tua figlia dicevi fiabe ad alta voce
Anch'io a mia figlia leggevo ad alta voce
Ho studiato con tua figlia all'università
Il mio mestiere è diventato il tuo
C'è un fiume di padri e di figli, di rime e di fogli
C'è un giro di grandi stagioni, di madri e di mogli
C'è il rosso coraggio delle primavere
Le figlie son vere, le fiabe son finte
Ma tu non temere, le guerre che hai perso son vinte
C'è il rosso di foglie che cadono, qui nell'autunno
Nel tempo del sonno e del danno
Le foglie son vere, le figlie son molte
Le rime che lasci cadere
Son state raccolte
E ormai dureranno le estati della filastrocca
La gente ora sa che sapevi suonare
Suonare ci tocca
Ti abbiamo seguito, abbiamo accordato la rima
Le fiabe son vere, c'è un nuovo mestiere
Che non c'era prima
I poeti per bambini intagliano teatrini del mondo
I poeti per bambini costruiscono giocattoli dell'anima
I poeti per bambini son Piccoli Zii per i figli di tutti
Contro i Grandi Fratelli ignoranti, meschini e corrotti
Tutti noi stamburanti di rima
Tutti noi musicanti di Brema
Noi poeti un po' gatti, un po' galli, un po' cani e somari
Camminiamo sulle strade aperte
Da Gianni Rodari
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RIMA DELLA VOCE DELLE MAMME
Scritta per una parete dell'ambulatorio di ostetricia dell'ospedale di Carpi, e illustrata da Antonella Abbatiello, settembre 2010
Io dico per te luna, io dico per te sole
Io chiamo per te il mondo con le mie poche parole
Con la voce più chiara, nella notte più cupa
La mia voce di mamma, di femmina, di lupa
Voce che bene dice, voce che solo ama
E tu sei già venuto ma lei ancora ti chiama
E quando sarai partito, nelle mie sere sole
Io dirò per te luna, io dirò per te sole
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RIMA DEI NATI PER LEGGERE
Scritta per il sito e per la pagina ufficiale su Facebook del progetto NATI PER LEGGERE, ottobre 2010
Leggimi subito, leggimi forte
Dimmi ogni nome che apre le porte
Chiama ogni cosa, così il mondo viene
Leggimi tutto, leggimi bene
Dimmi la rosa, dammi la rima
Leggimi in prosa, leggimi prima
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