Lucio Betto, Il Fisarmonicista, olio su tela |
"Se la gente sa, e la gente lo sa
che sai suonare, suonare ti tocca, per tutta la vita e ti piace lasciarti ascoltare" * (Fabrizio De Andrè, "Il suonatore Jones") |
LA FISARMONICA
La fisarmonica è uno strumento a tastiera, ha i suoi tasti bianchi e neri come il pianoforte.
Ma la fisarmonica, più del pianoforte, è uno strumento sociale, conviviale. Se un gruppo di persone si trova a star bene insieme, con tempo bastante e buona allegria, e sa che uno di loro suona la fisarmonica, può accadere che gli dica: vai a prenderla, suona, balliamo. Difficilmente potrebbe dirgli: vai a prendere il pianoforte.
Le filastrocche son fisarmoniche, non pianoforti.
E non sono per questo più o meno musica, più o meno arte. Ci son pianisti di piano bar e c'è Astor Piazzolla.
In quasi trent'anni e finora ho scritto più di mille e trecento componimenti in rima, nella stragrande maggioranza per bambini. E passo passo mi sono accorto che i bambini del "Poeta Per Bambini" sorridendo in punta di piedi si allontanavano, pur rimanendo ben presenti, come loro sanno fare: e pareva restare, anno per anno sempre più chiara, la locuzione tronca "Poeta Per". Tronca ma forse, chissà: come un tronco potato, perché dia frutti più Utili e Belli alla sua gente.
In greco "per" si dice "epì" (per, sopra). Così se la gente greca sapeva che uno di loro sapeva suonare e cantare, cioè era poeta, e se voleva celebrare un matrimonio, una vittoria guerresca o sportiva o un funerale, chiedeva al poeta-cantautore di scrivere e cantare una poesia per-nozze, in greco epi-talamio, per-vittoria, in greco epi-nicio, per-sepoltura, in greco epi-tafio. Io in Grecia sarei stato forse chiamato scrittore di epipèdi: poesia epi-paides, per bambini.
Per bambini? Nel libro di filastrocche d'occasione RIME RIMEDIO una didascalia sotto il titolo recita: "Cinquanta filastrocche chieste dai grandi | per i bambini che hanno accanto, o dentro". Si potrebbe forse benissimo parafrasare in: Filastrocche per i bambini e per i grandi che hanno accanto, o dentro".
INDICE
RIME D'OCCASIONE
1. SPUDORATO EPINICIO
Scritta per "Mattina", inserto de "L'Unità", in occasione delle elezioni del 21 aprile 1997
Hai visto Gigante che non hai ragione?
Tu parli come una televisione,
io te lo dico con parole mie:
non ti è servito dire bugie.
Volume altissimo, gambine corte:
non ti è servito gridarle più forte.
Io te lo dico con un sussurro,
foglia caduta da un Albero Azzurro:
ma quella foglia può andare lontano
più del ruggito di un aereoplano.
Io te lo dico con una rima
che lascia tutto com'era prima:
ma dopo la prima c'è la seconda,
rima su rima, onda su onda,
una canzone che balla e si muove,
parte da qui e va chissà dove.
Va chi sa dove ma parte da qui,
da una vocina che dice così:
Non serve a niente abbracciare un bambino
ben pettinato in un grande giardino,
se poi sugli altri dieci milioni
cacciano giù le tue televisioni
chili di chili di chili di cacca,
roba che puzza, roba che attacca.
Che io la guardo però non la voglio.
Non parla con me ma col mio portafoglio.
Non vuole dire, non vuole narrare:
vuole convincermi a uscire e comprare.
Ma io so fare tremila altre cose!
Cose bellissime e cose noiose,
giorni con sole, notti con luna:
spendere soldi è soltanto una!
E non è neanche la più importante.
Perché delle altre non vedi nessuna?
Perché mi offendi, Ricco Gigante?
Ma stamattina non sono più offeso,
c'è una rivincita che mi son preso.
Caro Gigante Per Niente Gentile,
devi sapere che il ventuno aprile
mamma e papà si son preparati,
e sono usciti ben pettinati,
e sono entrati nella mia scuola,
e senza dire una sola parola
in una strana cabina speciale,
clic!
Hanno cambiato canale.
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2. LA TERRA STRETTA
Scritta per il progetto "MOSTRI", Corte Ospitale di Rubiera (RE), 1998
Pubblicata nel libro RIME RAMINGHE, Salani 2013.
(Vi prego di citare il libro, nel caso la vogliate usare: l'editore lo esige, e lo merita)
C'era una volta uno stretto confine
Che separava due terre vicine
Una chiamata Paese del Noi
L'altra chiamata Paese del Voi
Per mille secoli queste due terre
Fecero gare, fecero guerre
Per chi correva più lento o veloce
Per chi contava le storie più belle
Per chi cantava con più bella voce
E per chi aveva più chiara la pelle.
Ma in mezzo a loro c'eran creature
Che erano chiare ma erano scure
Erano buone ma molto cattive
Sempre ammazzate e sempre più vive
Non erano qua, non erano là
Come se stessero sempre a metà
Non erano Nostri, non erano Vostri
E li chiamarono Mostri.
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3. PER LA FIERA DEL LIBRO DI BOLOGNA
Scritta per "Popotus", inserto de "L'Avvenire", in occasione della Fiera Internazionale del Libro per Ragazzi di Bologna del 1998
Fiera di libri, libri di fiera
Io ci son stato e son stato contento
Io ci son stato e ho visto com'era
Era una fiera bufera di vento
Cento milioni di libri diversi
Scritti di seguito oppure coi versi
Solo figure e senza parole
Solo scritture e senza colore
In italiano cinese spagnolo
Tutte le razze paesi costumi
Dieci racconti in un libro solo
Solo un racconto in dieci volumi
Ne avevo letto già più di seicento
Quando ho sentito quel vento...
Vento segreto dei libri migliori
Che piano piano sospira fuori
Vento che dorme nascosto tra i fogli
E che si sveglia quando li sfogli
E fa frullare frullare i maghi
Frrrrrr... frrrrrr... maghi di carta!
E fa volare volare i draghi
Frrrrrr... frrrrrr... draghi di carta!
E fa ballare ballare gli eroi
Che sono forti, più forti di noi
E fa crepare crepare i cattivi
Non si capisce da dove arrivi
Questa folata di vento burlone
Frrrrrr... frrrrrr... vento che spoglia!
Che fa scoppiare una gran confusione
Frrrrrr... frrrrrr... vento che sfoglia!
Frulla le pagine una per una
Le gira tutte, non lascia nessuna
Frusciano i fogli di tutti i giornali
Frullano i libri che sembrano ali
E sette sciami di personaggi
Come le rondini di sette maggi
Volano volano via dalla Fiera
Filano filano via nella sera
Volano in cielo e non tornano più
Lasciano tutti
- Guarda, Lucia! -
naso all'insù.
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4. PER LA SCUOLA ANNA FRANK
Scritta per l'inaugurazione della Scuola Comunale dell'Infanzia "ANNA FRANK" di Reggio Emilia, giugno 1999
Pubblicata nel libro RIME RAMINGHE, Salani 2013.
(Vi prego di citare il libro, nel caso la vogliate usare: l'editore lo esige, e lo merita)
Brava Anna, che hai conservato la speranza
in bellissimi vasetti di conserva.
L'hai conservata bene, perché serva,
ne hai conservata tanta, ed abbastanza
che ne è arrivata tanta fino a noi.
E noi ce la spalmiamo nei panini
in questa scuola fatta di bambini,
che di nient'altro in fondo hanno bisogno.
E allora sta' a sentire questo sogno.
Giocavamo tutti insieme e tu ridevi,
e io contavo e tu ti nascondevi.
Ti sei nascosta dentro quell'armadio.
Sono arrivato a mille, e nella radio
dicono che la guerra ormai è lontana.
E allora io ti trovo, e tu fai tana.
Questo sogno così non si può fare.
Ma un altro sì, e noi sappiamo come.
Possiamo fare tana in una scuola,
e a quella scuola metterle il tuo nome.
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5. PER UNA TV QUADRA TONDA
Scritta per il progetto "IL GIOCO DI MIRANDO" dell'Assessorato alle politiche della città delle bambine e dei bambini del Comune di Roma, 2000.
Pubblicata nel libro RIME RAMINGHE, Salani 2013.
(Vi prego di citare il libro, nel caso la vogliate usare: l'editore lo esige, e lo merita)
Mio nonno ciccione si chiama Felice:
è vero anche se la TV non lo dice.
In piazza da ieri è arrivata la giostra:
è vero anche se la TV non la mostra.
A me piace Chicco ma a lui piace Carla:
è vero anche se la TV non ne parla.
A quello che dico mio padre ci crede:
è vero anche se in TV non lo vede.
Le cose del mondo son molte di più
di quelle che entrano nella TV.
E se lo disegni, è presto spiegato:
il mondo è rotondo, il video è quadrato.
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6. PER UN GIORNALE DEI BAMBINI - NUMERO ZERO
Scritta per il progetto "UNIONE DEI PICCOLI" del quotidiano "L'UNIONE SARDA", Cagliari, 2000 (mai andato in porto).
Abbiamo fatto questo giornale
Che se non lo facevamo era uguale
Non ha gli articoli, non ha le foto
Non è di oggi ma neanche di mai
Fuori c'è scritto, ma dentro è vuoto
Prova ad aprirlo e te ne accorgerai
Non ha notizie di cose successe
Nemmeno il calcio coi risultati
Ha tante pagine, sempre le stesse
Con tutti i pezzi, però disegnati
Zero da leggere, zero colori
Zero di dentro e zero di fuori
C'è solo il numero che dice il vero:
numero zero.
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7. PER UN GIORNALE DEI BAMBINI - NUMERO UNO
Scritta per il progetto "UNIONE DEI PICCOLI" del quotidiano "L'UNIONE SARDA", Cagliari, 2000 (mai andato in porto).
Un giornale per bambini
io lo so come si fa:
se ne prende uno per grandi,
se ne butta la metà...
E quel mezzo che rimane
per metà è carta di pane
gocciolato di scritture,
per metà è acqua di mare
dove nuotano figure.
Si fa bene, si fa bello,
come un libro, come un gioiello,
con il trucco degli autori,
dei poeti e illustratori,
dei Rodari e dei Piumini,
applicato ad ogni foglio:
CON LA SCUSA DEI BAMBINI,
FAR LE COSE MEGLIO.
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8. PER GLI INCENDI DELLA SARDEGNA
Scritta per il progetto "UNIONE DEI PICCOLI" del quotidiano "L'UNIONE SARDA", Cagliari, 2000 (mai andato in porto).
Pubblicata nel libro RIME RAMINGHE, Salani 2013.
(Vi prego di citare il libro, nel caso la vogliate usare: l'editore lo esige, e lo merita)
Macchia di mirti, corbezzoli, cisti
Scura dimora di mondi mai visti
Madre di piccola vita stupenda
FUOCO LA PRENDA
Bosco di sughere, castagni, lecci
Padre di foglie, fatto d'intrecci
Nero di ombre, fitto di luci
FUOCO LO BRUCI
Terra di rocce ruggine e argento
Madre d'incendi figli del vento
Non serve a niente che canti e che piangi
FUOCO LA MANGI
Mano segreta che spargi quel fuoco
Bruci il tuo mondo per così poco
D'ora in avanti prima che accenda
GIUSTIZIA TI PRENDA
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9. BABBO ORCO MULTITRADE
Scritta per un allestimento sulla figura di "Babborcu" realizzato dalla libreria Tuttestorie di Cagliari alla Fiera Internazionale del Libro per Ragazzi di Bologna del 2001.
Pubblicata nel libro RIME RAMINGHE, Salani 2013.
(Vi prego di citare il libro, nel caso la vogliate usare: l'editore lo esige, e lo merita)
Babbo Orco, Brutto muso
Che mi tieni qui rinchiuso
A cucire le scarpette
Gli zainetti, le magliette
Che ti mangi a spezzatino
I miei giorni di bambino
Che ti fanno grasso e ricco
Senti quello che ti dico
C'è una fiaba molto antica
Che anche oggi è verità
Perché dalla mia fatica
Tanta cacca ti verrà
Cacca fatta di scarpette
Cacca fatta di magliette
Tanta cacca fatta a mano
Dalla mano piccolina
Di un bambino colombiano
Di una bimba della Cina
Perché non ci fermeremo
Perché non ti fermerai
Finché un giorno, Orco scemo
Dalla cacca scoppierai
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10. PER LA FINE DELLE ELEMENTARI
Scritta per la rappresentazione teatrale "IL QUINTO LUPO", realizzata con la classe quinta elementare di mia figlia per la fine dell'anno scolastico 2000-2001.
E cinque anni sono passati
Come una corsa di lupi incantati
Anni che ci hanno portato fin qui
Seconda B, terza B, quarta B...
Che ci han portati così lontani
Aula per aula, nella Don Milani
Dalle foreste di Mamma Natura
Fino alla riga della scrittura
O in traversata sull'altipiano
Fino ai giardini dell'italiano
O in carovana che cerca la via
Fino ai palazzi della geometria
C'erano alberi alle finestre
C'erano Angele come maestre
C'erano anche caverne e dirupi
E le maestre parlavano ai lupi
Lupi di ansie, ritardi, chiusure
Siedono qui ad imparare con noi
Che non si cresce senza paure
E come piangono i piccoli eroi
Viene l'estate, si muore dal caldo
Oggi ci parla maestra Mercaldo
Viene Natale, è l'inverno che inizia
Oggi ci parla maestra Gulizia...
Hanno parlato, parlato, parlato
Avranno quasi finito la voce
Il tempo è passato, passato, passato
Un lupo giovane corre veloce
Le elementari ora sono finite
Restano solo pochi tramonti
Ma anche stavolta ci siete riuscite
Noi siamo pronti
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11. PER LA BIBLIOTECARIA NINA
Scritta per la bibliotecaria più piccola della biblioteca più piccola che io abbia mai visto: quella di Irgoli, Nuoro. Gennaio 2002.
Pubblicata nel libro RIME RAMINGHE, Salani 2013.
(Vi prego di citare il libro, nel caso la vogliate usare: l'editore lo esige, e lo merita)
In una piccola bibliotechina
Bibliotecaria è la piccola Nina
Che tiene lindo di dentro e di fuori
E con i libri fa mazzi di fiori
Nina racconta, Nina consiglia
Per ogni ospite e per ogni gusto
Tiene da parte qualche meraviglia
Sfila dal mazzo il libro più giusto
Quando è finita la lunga giornata
Spegne la luce, chiude la porta
Fa un bel sospiro, è affaticata
E torna a casa per la via più corta
Prima di entrare scuote i capelli
E cade giù come pioggia sui monti
E vola via come stormo d'uccelli
La polverina di cento racconti
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Scritta per il libro "CARI BAMBINE E BAMBINI...", supplemento a "L'Unità" del 20 novembre 2002, Nuova Iniziativa Editoriale, Milano, 2002.
12. DIRITTO ALLA SALUTE
Etcì! - Salute!
Le malattie son brutte
È meglio stare bene
La febbre è nelle vene
Arriva la puntura
Ma io non ho paura
Perché ci sono i miei
Senza come farei
E poi viene il dottore
Con il suo strano odore
E poi c'è l'ospedale
E poi viene Natale
E quando starnutisco
Le cose conosciute
Mi dicono "Salute!"
E allora io guarisco
13. DIRITTO ALLA FAMIGLIA
Pubblicata nel libro RIME RAMINGHE, Salani 2013.
(Vi prego di citare il libro, nel caso la vogliate usare: l'editore lo esige, e lo merita)
Se foste uccelli, amerei le vostre ali
Se foste cervi coi musi giocherei
Dite che gli uomini non sono tutti uguali
È proprio vero, perché voi siete i miei
E non m'importa se siete dieci o tre
Se siete ricchi o furbi o neri o strani
Quello che conta è che siete qui per me
E che svegliandomi, vi trovo anche domani
14. DIRITTO ALL'EDUCAZIONE
Pubblicata nel libro RIME RAMINGHE, Salani 2013.
(Vi prego di citare il libro, nel caso la vogliate usare: l'editore lo esige, e lo merita)
Se mi insegni, io lo imparo
Se mi parli, mi è più chiaro
Se lo fai, mi entra in testa
Se con me tu impari, resta
15. DIRITTO AL GIOCO
Pubblicata nel libro RIME RAMINGHE, Salani 2013.
(Vi prego di citare il libro, nel caso la vogliate usare: l'editore lo esige, e lo merita)
Fammi giocare solo per gioco
Senza nient'altro, solo per poco
Senza capire, senza imparare
Senza bisogno di socializzare
Solo un bambino con altri bambini
Senza gli adulti sempre vicini
Senza progetto, senza giudizio
Con una fine ma senza l'inizio
Con una coda ma senza la testa
Solo per finta, solo per festa
Solo per fiamma che brucia per fuoco
Fammi giocare per gioco
16. DIRITTO A ESSERE CITTADINI D'EUROPA
C'era una volta un Nuovissimo Regno
Rima di ferro, rima di legno
Che si chiamava Governo d'Europa
Rima di straccio, rima di scopa
Tutti i regnanti si sono riuniti
Rima di chiodi, rima di viti
Per stabilire la Costituzione
Rima di stati, rima di zone
Mille bambini sono arrivati
Rima di fiori, rima di prati
Perché volevano dire la loro
Rima di canto, rima di coro
Visto che siete appena all'inizio
Rima di ozio, rima di vizio
Non fate sempre quel solito sbaglio
Rima di puzza, rima di aglio
Fate un bel regno che valga per tutti
Rima di fiori, rima di frutti
Anche per noi, non teneteci fuori
Rima di frutti, rima di fiori
E sarà un regno più degno perché
Rima con tutti fa rima con me
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17. PER LA LIBRERIA "TUTTESTORIE"
Scritta per una festa della libreria "Tuttestorie" di Cagliari, il 5 giugno 2003.
Cè una tana colore arancione
Con un cuore di dolce melone
E semini di libri e di glorie
Sarà vero o sarà TUTTESTORIE?
C'è una specie di domu de jana
Dove tessono a fili di lana
Fiabe e sogni, visioni e memorie
Sarà vero o sarà TUTTESTORIE?
E ci sono tre Fate Madrine
Che a dispetto di molte mazzine
Vanno avanti a filare vittorie
Ed è vero, perché è TUTTESTORIE
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18. PER UNA SCUOLA CHE ASSOMIGLI AL MONDO
Scritta per Alberto Melis e la sua scuola "Iqbal Masih" di Quartu Sant'Elena (CA), febbraio 2004.
Nel mondo ci sono le terre ed i cieli
Non sono divisi in scaffali
Nel mondo ci sono le fiabe e le arti
Non sono divise in reparti
Nel mondo c'è un nido, che è la tua classe
Uscendo non trovi le casse
Nel mondo ci sono maestri un po' maghi
Ci sono, non solo se paghi
Nel mondo il sapere che vuoi si conquista
Nel supermercato si acquista
E allora rispondi con una parola
Com'è che la vuoi la tua scuola?
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19. FILASTROCCA MANGIABAMBINI
Scritta per l'allestimento "PER MANGIARTI MEGLIO" curato dalla libreria Tuttestorie di Cagliari alla Fiera Internazionela del Libro per l'Infanzia di Bologna, 2004.
Cuocete piano piano, coscettine di pollo
Bambine di vaniglia, bambini caramello
Le mamme fanno i figli con l'acqua e la farina
Forse viene una pizza, ma forse una bambina
Il mondo è un pentolone, chi cresce si trasforma
Crescete piano piano, e cambiate la forma
Budini con gli occhiali, hamburgher coi capelli
Le bambine patate, i bambini piselli
Ma fuori cosa c'è? L'Orco con la forchetta?
È il Mercato coi denti là fuori che vi aspetta?
Cuocete piano piano, ma se trovate quello
Correte forte forte, coscettine di pollo
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20. PER NON PAGARE I LIBRI IN BIBLIOTECA
Scritta per l'iniziativa "NO AL PRESTITO A PAGAMENTO IN BIBLIOTECA", Bologna, Sala Borsa, 23 aprile 2004.
Se vuoi un bel romanzo di sogni e di draghi
Lo cerchi, lo trovi e lo paghi
Se vai in biblioteca c'è libero accesso
Ma il libro lo paghi lo stesso
C'è un foglio che spiega che cos'è il diritto
Quel libro qualcuno l'ha scritto
È giusto così, faccio una passeggiata
Che bella serata, c'è un'aria incantata
Ammiro una chiesa, una bella facciata
E quella chi l'ha disegnata?
Raccolgo un papavero: e se è brevettato?
Qualcuno dev'esser pagato?
Ammiro un paesaggio, mi piace, mi appaga
Mi volto: dov'è che si paga?
Ma non c'è nessuno che stacca il biglietto
Così torno a casa, mi butto sul letto
Mi viene da piangere, dico: lo accetto
Son qui, pago io, pago tutto
Il mondo è in affitto, li pagherò io
I diritti d'autore di Dio
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21. FILASTROCCA PER MAMMA CRISTINA
Scritta per Cristina Gerardo, "ottimizzatrice" della Melevisione, in occasione della nascita del suo primo figlio, 2004
Cosa vuol dire ottimizzatrice?
Che fa firmare l'attore e l'attrice?
Che fa i bucati senza lavatrice?
Che fa i bambini senza levatrice?
No, vuole dire tutta altra cosa
Che è infaticabile, forte, operosa
Che è insostituibile, esperta, paziente
Che senza lei non si combina niente
In lingua magica, più cristallina
Si dice meglio: Fata Madrina!
Ora anche Luca, dalla sua culla
Senza parole lo grida e lo dice
Che senza lei non si combina nulla
E allora forza, ottimizzatrice!
E allora grazie, Fata Madrina!
E allora un bacio, Mamma Cristina!
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22. MARCETTA DEI LIBRI STUPIDI
Brano espunto dal testo teatrale "CHISCIOTTE FENICOTTERO", scritto per la compagnia Cada Die Teatro, Cagliari, giugno 2004.
I libri sono stupidi
I libri sono brutti
I libri sono inutili
Li bruceremo tutti
Fanno venire i brufoli
Fanno venire idee
Danno prurito e scrupoli
Dialettica e diarree
Fanno diventar brutti
Fanno diventar matti
I doveri distrutti
I pensieri distratti
La mente nelle favole
Le pezze nelle giacche
La testa fra le nuvole
E i piedi nelle cacche
Perché noi siamo i militi che giocano col fuoco
Per noi bruciare i libri è un divertente grande gioco
I libri sono tristi, sono grigi, sono brutti
Noi siamo forti e sani, spensierati giovanotti
Noi li bruciamo tutti, non se ne salva uno
Al calore di Fahrenheit... (insieme) QUATTRO - CINQUE - UNO!
I libri son vietati
I libri son proibiti
E saranno bruciati
Saranno inceneriti
Son solo spazzatura
Fanno andare all'inferno
Sono contro natura
Sono contro il governo
Chi tiene libri addosso
Finisce nella bara
E la bara nel fosso
E vediamo se impara
Chi brontola e protesta
Diventa un fuorilegge
Gli tagliamo la testa
Vediamo come legge
Perché noi siamo i militi che giocano col fuoco... (Etc.)
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23. MARCETTA DEI LIBRI TRAMPOLI
Brano espunto dal testo teatrale "CHISCIOTTE FENICOTTERO", scritto per la compagnia Cada Die Teatro, Cagliari, giugno 2004.
I libri sono trampoli
Da mettere nei piedi
Il mondo è senza limiti
E da lassù lo vedi
I libri sono trampoli
Per vivere più a fondo
La testa nelle nuvole
E i piedi sopra il mondo
I libri sono trampoli
Le storie sono tante
Chi legge salta i limiti
Con passi da gigante
I libri sono trampoli
Chi legge cresce alto
Per stuzzicare gli angeli
Gli basta solo un salto
I libri sono trampoli
Grandezza degli umani
E chi li brucia è un piccolo
Che vuole tutti nani
I libri sono trampoli
Se voi gli fate guerra
Bruciate i vostri piedi
E cadete culo a terra!
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24. MARCETTA DI CHISCIOTTE FENICOTTERO
Brano espunto dal testo teatrale "CHISCIOTTE FENICOTTERO", scritto per la compagnia Cada Die Teatro, Cagliari, giugno 2004.
Tutto vero! Tutto vero!
Tutto ciò che leggi, esiste!
È un romanzo il mondo intero!
Quelle cose io le ho viste
Leggi un libro ed alza gli occhi
Leggi un libro e guarda intorno
Quelle cose tu le tocchi
Tu le vedi in pieno giorno
Mostri, maghi, miti, eroi
Sono lì davanti a noi
E se tu volgi lo sguardo
Sei codardo E sei bugiardo!
Leggi e cresci, cresci e leggi
Non fermarti, se ci riesci
Più tu cresci e più tu leggi
Più tu leggi e più tu cresci
All'inizio sembra un gioco
Ogni libro fai un salto
Poi ti accorgi poco a poco
Che ogni volta sei più alto
Ogni riga cresci un pelo
Ogni anno cresci un metro
Sempre più vicino al cielo
E non puoi tornare indietro
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25. L'ISOLA DELLE STORIE
Scritta per l'omonimo festival della Letteratura di Gavoi, Nuoro, luglio 2004.
Pubblicata nel libro RIME RAMINGHE, Salani 2013.
(Vi prego di citare il libro, nel caso la vogliate usare: l'editore lo esige, e lo merita)
C'è un'isola che dorme
Sandalo in mezzo al mare
Che confonde le forme
Contro genti corsare
C'è un'isola che sogna
Cantata dalle onde
Puoi chiamarla Sardegna
Ma quasi mai risponde
Stontonata dai venti
Intronata d'azzurro
Se stai zitto lo senti
Che respira un sussurro
Come un fruscìo di canti
Di storie senza fine
Di rime e di racconti
Senza muri a confine
Come un coro profondo
Che tesse le memorie
Le storie son del mondo
L'Isola è delle storie
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26. FILASTROCCA DI PINOCCHIO CORRIDORE
Dalla scaletta per una puntata di Melevisione mai scritta, 2005.
Pubblicata nel libro MANIFESTI, Panini 2011.
(Vi prego di citare il libro, nel caso la vogliate usare)
Cresci senza fermarti
Corri e cambierai forma
Torna, ma poi riparti
Parti, ma poi ritorna
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27. FILASTROCCA DEL VERBO ESSERCI. Presente indicativo
Scritta per la rivista di letteratura per ragazzi "Fuorilegge", febbraio 2006.
Pubblicata nel libro RIME RAMINGHE, Salani 2013.
(Vi prego di citare il libro, nel caso la vogliate usare: l'editore lo esige, e lo merita)
Eccomi, Eccoti, Eccolo
Eccoci, Eccovi, Eccoli
Strano e gratuito come ogni dono
Eccomi qui: io ci sono
Solo da solo io non ci sarei
Eccoti qui: tu ci sei
Si apre lo spazio che c'è fra me e te
Eccolo, eccola: c'è
Altri che vengono, se io li chiamo
Eccoci: ora ci siamo
Nodi diversi di una sola rete
Eccovi tutti, ci siete
Ma l'orizzonte è sempre più in fondo
Eccoli, eccole: il mondo
28. FILASTROCCA DEL VERBO ESSERCI. Futuro remoto
Scritta per la rivista di letteratura per ragazzi "Fuorilegge", febbraio 2006.
Pubblicata nel libro RIME RAMINGHE, Salani 2013.
(Vi prego di citare il libro, nel caso la vogliate usare: l'editore lo esige, e lo merita)
Eccomi
Eccoti
Eccolo
Eccoci
Eccovi
Eccoli
Il verbo esserci conta sei voci
Fiume degli uomini con le sue foci
Ma c'è un segreto che molto promette:
Tutte le cose più vere son sette...
All'indice
29. FILASTROCCA DEL MOSTRO NELLO SPECCHIO
Scritta per la rivista di letteratura per ragazzi "Fuorilegge", febbraio 2006.
Pubblicata nel libro RIME RAMINGHE, Salani 2013.
(Vi prego di citare il libro, nel caso la vogliate usare: l'editore lo esige, e lo merita)
Ora di uscire, una mattina di febbraio
Ultimo sguardo nello specchio in corridoio
Le squame nere sotto panni di bucato
Le zanne bianche ripiegate sul palato
Gli occhi scarlatti ben nascosti dagli occhiali
Avvoltolate nello zaino le due ali
Le cicatrici ricoperte da due sciarpe
Le zampe unghiute di cinghiale nelle scarpe
Sono a posto, irraggiungibile agli sguardi
"Ciao mamma, vado a scuola. A più tardi!"
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30. FILASTROCCA DEI FOSSI
Scritta per la rivista di letteratura per ragazzi "Fuorilegge", marzo 2006.
Pubblicata nel libro RIME RAMINGHE, Salani 2013.
(Vi prego di citare il libro, nel caso la vogliate usare: l'editore lo esige, e lo merita)
Se fossi alto, se fossi alta
Se fossi d'aria come il gatto quando salta
Se sapessi questa pena quando passa
Se fossi magro, se fossi meno grassa
Se non avessi questi orribili capelli
Se fossi il vento che rimescola gli uccelli
Se fossi nei tuoi orecchi col suo fischio
Se fossi femmina, se fossi maschio
Se fossi un poco meno bestia di così
Se sapessi come mai mi trovo qui
Se fossi io, se fossi Dio
Se fossi te cosa faresti al posto mio
Se fossi, se fossi, che cosa vuoi che fossi...
Se fossi un fuoristrada con due specchietti rossi
Tirerei dritto sopra tutti questi fossi
Ma sono un passero
Povero me
E allora volo dritto dritto in braccio a te
All'indice
31. MANTRA DEL CAVALIERE
Scritta per la rivista di letteratura per ragazzi "Fuorilegge", agosto 2006.
Pubblicata nel libro RIME RAMINGHE, Salani 2013.
(Vi prego di citare il libro, nel caso la vogliate usare: l'editore lo esige, e lo merita)
E cavalca Cavaliere
Le tue fiabe sono vere
Le tue piaghe sono finte
Le tue guerre sono vinte
Le tue stelle sono terse
Le tue strade sono perse
Ma anche...
32. FILASTROCCA DEI MOSTRI: LA CHIMERA
Scritta per la rivista di letteratura per ragazzi "Fuorilegge", ottobre 2006.
Pubblicata nel libro RIME RAMINGHE, Salani 2013.
(Vi prego di citare il libro, nel caso la vogliate usare: l'editore lo esige, e lo merita)
Io sono impossibile! Io sono impensabile!
Canta la Chimera il suo pianto inconsolabile
Chimera non è vera, Chimera non esiste
Ma io sono Chimera, sono qui, e sono triste
Testa di leone, coda di serpente
Capra nella schiena che non c'entra proprio niente
Io sono impossibile, appaio, sparisco
Però non lo capisco: chi è più rintronato
Il Mostro che è impensabile o tu che l'hai pensato?
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33. FILASTROCCA DEI MOSTRI: LA SFINGE 35. FILASTROCCA DELLE MILLE DOMANDE
36. FILASTROCCA DEL BAMBINO FUTURO
37. FILASTROCCA DELLA MERAVIGLIA
38. FILASTROCCA DI SALUTO AI LADRI
39. FILASTROCCA DEI QUATTRO MAGHI DEL MONDO
40. FILASTROCCA DELLA BELLA "LIBRETÀ" 41. FILASTROCCA DEI FIGLI DEL MONDO
42. FILASTROCCA DEI BAMBINI IN SALITA
43. FILASTROCCA CONTRO TUTTE LE PAURE
44. FILASTROCCA PER LUISA 45. FILASTROTTOLA 46. VIGNETTA DEL MINISTRO BIOMETRA 47. FILASTROCCA MANINE MANETTE 48. FILASTROCCA PER LA RAI 49. BALLATA DEL TERZO GIARDINO 50. FILASTROCCA SENZA FINE 51. FILASTROCCA PER ESTER GRANDESSO 52. TIRITERA ELETTORALE SARDA
53. FILASTROCCA PER ALTRONDO 54. FILASTROCCA DELLA TERRA CHE BALLA
55. FILASTROCCA DEI LIBRAI SCATENATI
56. PIGNABRINDISI PER LA MELEVISIONE
57. POESIA PER GIANNI RODARI
58. FILASTROCCA DEL BUIO AL SOLE
59. COLONNINO DEL LUPO VESTITO DA NONNA
60. FILASTROCCA DI CASA E DI SCUOLA
61. POESIA PER IL COMPLEANNO DELLA SORELLA
62. POESIA PER I POETI MORTI
63. QUARTINA DELL'ARGENTIERA
64. FILASTROCCA DEL GIALLO
65. FILASTROCCA DELLA VOCE DELLE MAMME
66. RIMETTA SLOGAN DELLA FARFALLA IN PEDIATRIA
67. FILASTROCCA DEI NATI PER LEGGERE
68. RIMETTA UMILE E UTILE PER I LIBRAI PER BAMBINI
69. FILASTROCCA PER UN PROFESSORE
70. FILASTROCCA SLOGAN SUL GIOCO
71. GRIDO DELLA TORRE COSTIERA
72. LUNAMONDA CAMBIAGIOCO
73. ANNINNÌA DELL'ASTENSIONE
74. GIROTONDO MANGIAMONDO
75. FILASTROCCA BABBALLOTTA
76. SLOGAN ELETTORALE
77. FILASTROCCA DI ADDIO ALLA SCUOLA
78. MARCETTA DEGLI GNOMI AL VOTO
79. FILASTROCCA DELLE STELLE
80. PRIMO PROCLAMA DELLA BOCCACCIA DELLA VERITÀ
81. SECONDO PROCLAMA DELLA BOCCACCIA DELLA VERITÀ
82. FILASTROCCA DEI CRÀSTULI
83. FILASTROCCA DEGLI GLI UCCELLINI DEI SEGRETI
84. FILASTROCCA DEL FINALE
85. FILASTROCCA DELLA SALA BORSA
86. FILASTROCCA PER DUE BRAVE CONTASTORIE
87. FILASTROCCA PER LA SEMINA DEI SOGNI
88. FILASTROCCA PER GLI OTTANT'ANNI DI TULLIO DE MAURO
89. FILASTROCCA DELL'INFINITA MAESTRIA
90. FILASTROCCA DEI TAGLIATORI DI SOGNI
91. FILASTROCCA DELLE BUONE RAGIONI
92. FILASTROCCA DELLE GUARIGIONI
93. FILASTROCCA DELLA TERRA SCEMA
94. DEDICA PER UN LIBRETTO ALLA TERRA CHE TREMA
95. NENIA DELLE PARTENZE
96. FILASTROCCA DELLE MANI IN TERRA
97. FILASTROCCA PER LEGGERE PIÙ FORTE
98. FILASTROCCA DELLE COSE DELLE CASE
99. FILASTROCCA EXTRATERRESTRE
100. FILASTROCCA CAPITANA DEI BAMBINI
101. FILASTROCCA DELLA GIOIA NASCOSTA
102. FILASTROCCA DELL'ORNITORINCO
103. FILASTROCCA DEL VENTO DEI DIARI
104. FILASTROCCA DI CIÒ CHE NON SEI
105. FILASTROCCA DELLA MAESTRA GHIRIBIZZA
106. FILASTROCCA DEI LIBRI DI PRATO
107. FILASTROCCA PER MARISA DEL RIO
108. FILASTROCCA DEI GENITORI SEPARATI
109. FILASTROCCA PER TIZIANA NANNI
110. MACININO DELLE FILASTROCCHE
111. BALLATA DEI CINQUE DONI
112. FILASTROCCA CICLACARTA
113. FILASTROCCA CICLAVETRO
114. FILASTROCCA CICLACIBO
115. FILASTROCCA CICLAPLASTICA
116. FILASTROCCA CICLAFERRO
117. EPITAFFIO PER UNA LETTRICE DI STORIE
118. FILASTROCCA PER LA VALLATA DEI LIBRI BAMBINI
119. FILASTROCCA DELLE PERIFERIE
120. FILASTROCCA DEI RITORNI
121. FILASTROCCA DELL'AMOROSA MAESTRIA
122. PROLOGO PER I "CANTI DI TUTTESTORIE"
123. EPILOGO PER I "CANTI DI TUTTESTORIE"
124. NINNA DELLE DUE GEMELLE
125. SALUTO AL SANTO PERSONAGGIO
126. INVETTIVA IN DIFESA DEI TEATRANTI
127. FILASTROCCA DEL PICCOLO BENE
128. STORIELLA CANZONETTA
129. FILASTROCCA DELLA NONNA IN ALTALENA
130. FILASTROCCA CIAO MONDO
131. POESIA DI POESIA
132. FILASTROCCA MAGLIONCINO DELLA VITA
133. FILASTROCCA DEL GUARDIANO DI STORIE
All'indice
135. PROLOGO DEI DODICI SOFÀ
136. EPILOGO DEI DODICI SOFÀ
137. FILASTROCCA DELLA CRESCITA PROFONDA
138. FILASTROCCA DELL'ERRORE SBAGLIATO
139. FILASTROCCA PER I BAMBINI FERITI DAL MONDO
140. RIMA RIMEDIO
141. RIMA DEGLI ATTI GENTILI
142. RIMA DEI BAMBINI CHE NON MANGIANO
143. RIMA DEI SENTIMENTI NERI
144. RIMA DEL BAMBINO TRASPARENTE
145. RIMA DELLE COSE ROTTE
146. RIMA DEI SOGNI NEL CASSETTO
147. RIMA DELLE PAROLE NON DETTE
148. RIMA DELLA VOCE SPARITA
149. RIMA DI CIÒ CHE NON SI PUÒ DISFARE
150. RIMA DELLA NOSTALGIA
151. RIMA ZERO-SEI
152. RIMA DEL DIRITTO A NON FARCELA
153. RIMA DEI BAMBINI FANTASTICI VOLANTI
154. PREGHIERINA DI PICCOLA LUCE
155. RIMA DI BENVENUTO E DI SPERANZA
156. RIMA DEL FASTIDIO
157. FILASTROCCA DELLE BEATITUDINI
158. RIMA DEL PIANGERSI ADDOSSO
159. RIMA DELLE BAMBINE CALCIATRICI
160. PRIMA FILASTROCCA DEI MAGARI
161. SECONDA FILASTROCCA DEI MAGARI
162. TERZA FILASTROCCA DEI MAGARI
163. QUARTA FILASTROCCA DEI MAGARI
164. QUINTA FILASTROCCA DEI MAGARI
165. SESTA FILASTROCCA DEI MAGARI
166. SETTIMA FILASTROCCA DEI MAGARI
167. OTTAVA FILASTROCCA DEI MAGARI
168. NONA FILASTROCCA DEI MAGARI
169. DECIMA FILASTROCCA DEI MAGARI
170. UNDICESIMA FILASTROCCA DEI MAGARI
171. DODICESIMA FILASTROCCA DEI MAGARI
172. TREDICESIMA FILASTROCCA DEI MAGARI
173. QUATTORDICESIMA FILASTROCCA DEI MAGARI
174. QUINDICESIMA FILASTROCCA DEI MAGARI
175. SEDICESIMA FILASTROCCA DEI MAGARI
176. DICIASSETTESIMA FILASTROCCA DEI MAGARI
177. DICIOTTESIMA FILASTROCCA DEI MAGARI
178. DICIANNOVESIMA FILASTROCCA DEI MAGARI
179. VENTESIMA FILASTROCCA DEI MAGARI
180. ULTIMA FILASTROCCA DEI MAGARI
181. PREGHIERINA DI PICCOLA LUCE
182. FILASTROCCA ZEROSEI
183. FILASTRINA DELLE DOMANDE
184. FILASTROCCA PER UN COMPAGNO DI SCUOLA PERDUTO
185. FILASTROCCA DELL'EDUCAZIONE STRADALE
186. FILASTROCCA DEI PONTI SUL DOLORE
187. HAKA PER PESTARE I PIEDI IN TERRA
188. FILASTROCCA DELLA TERRA IN CAMMINO
189. FILASTROCCA DEGLI ANNI SENZA
190. FILASTROCCA DEL BEN LITIGARE
191. FILASTROCCA DI PROTEZIONE DA PERICOLO PICCOLO
192. FILASTROCCA PER I LIBRAI AL TEMPO DEL VIRUS
193. FILASTROCCA PER I COMPLEANNI AL TEMPO DEL VIRUS
194. FILASTROCCA DELLE MANI DEGLI ESSERI UMANI
195 (53 bis). LITANIA DEI MUTAMENTI
196. VALZER DELLA RONDINE PRIGIONIERA
197. EPITAFFIO PER UNA SPOSA
198. BALLATA DELLA SPIAGGIA RECINTATA
199. FILASTROCCA DECALOGO DEI MASCHI
200. FILASTROCCA GIOCARIO DEI GENERI
201. TIRITERA DEL CORPO SPARPAGLIATO
202. FILASTROCCA DEI GRANDI LITIGIOSI
203. FILASTROCCA PER LA LIBRERIA BINARIA
204. FILASTROCCA FISARMONICA
205. FILASTROCCA PER IL PARCO DEL POLLINO
206. FILASTROCCA PER LA BAMBINA CASOMAI
207. LA POESIA LA PIÙ BELLA DEL MONDO
208. FILASTROCCA PER L'EUROPA
209. FILASTROCCA DEI MONDINI FUTURI
210. FILASTROCCA PER MARCO CAVALLO
211. PULCINELLA DEL CORPO POETA
212. LETTERA IN RIMA DI UNO SCRITTORE AGLI ILLUSTRATORI
213. SECONDO EPITALAMIO
214. RIMA RICHIAMO
215. RIMETTA DELLE FAMIGLIE
LA POESIA PIÙ DIFFICILE
L'illustrazione di Andrea Alemanno
LE POESIE CHE NON RIUSCIRÒ A SCRIVERE
IL SUONATORE JONES
Questa pagina è stata creata il3 settembre 1999, e aggiornata l'ultima volta il 28 settembre 2023
ARRIVEDERCI
Scritta per la rivista di letteratura per ragazzi "Fuorilegge", ottobre 2006.
Scrive la Sfinge con magici inchiostri
L'indovinello segreto dei Mostri:
"Poveri incubi della natura
Mostri terribili, fanno paura
La mente si perde, il cuore si spacca
Ma prova a cambiare la effe con acca"
Se non indovini, io vivo e tu gridi
Se tu indovini, ridi e mi uccidi
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Scritta per le nozze dell'amica Manuela Fiori, giugno 2006.
Pubblicata nel libro RIME RAMINGHE, Salani 2013.
(Vi prego di citare il libro, nel caso la vogliate usare: l'editore lo esige, e lo merita)
Io vi dichiaro moglie e marito
Io vi dichiaro mattino fiorito
Giorno con notte, ramo con foglie
Io vi dichiaro marito con moglie
Mano per mano, dono per dote
Con mani libere, non mani vuote
Perché l'amore si semini intorno
E il focolare sia fiamma di faro
Perché bisogna sposarsi ogni giorno
Sposi nel tempo io vi dichiaro
Patto di vite, nodo di rete
Io vi dichiaro ciò che già siete
Sposi compagni nella luce chiara
Questa poesia vi dichiara
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Scritta per l'evento finale del Festival Tuttestorie, Cagliari, ottobre 2006.
Spariti i palloncini, è già arrivata l'ora
E "quante son le fragole che crescono nel mare"
Qui sta finendo il festival e io non lo so ancora.
Ma io so che quest'isola domani è un po' più grande
Perché ci sono piccoli che fanno le domande
Perché c'è una vocina piccolina che si ostina
Che continua a domandare:
Quante fragole, vongole, spigole, tegole, nuvole, crescono in mare?
E perché la domanda sia compresa e condivisa
Questa è la traduzione in lingua sarda paradisa...
(al sonoro a questo punto si sentivano vocalizzi di neonato)
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Scritta per la giornata nazionale dei diritti dell'infanzia e dell'adolescenza, promossa dalla Commissione parlamentare per l'infanzia. Roma, 20 novembre 2006, Sala Zuccari di Palazzo Giustiniani.
Pubblicata nel libro RIME RAMINGHE, Salani 2013.
(Vi prego di citare il libro, nel caso la vogliate usare: l'editore lo esige, e lo merita)
Sono un bambino, sono il tuo dono
Prima non c'ero e adesso ci sono
Sono il domani, dalle tue mani
Devi difendermi con le tue mani
Sono il futuro, sono arrivato
E sono qui perché tu mi hai chiamato
Come sarà l'orizzonte che tracci
Dipende da come mi abbracci
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Come prefazione del libro "I Meravigliati. Tre racconti di Antonio Catalano", dicembre 2006.
Pubblicata nel libro RIME RAMINGHE, Salani 2013.
(Vi prego di citare il libro, nel caso la vogliate usare: l'editore lo esige, e lo merita)
La meraviglia è un dono rotondo
Che va e ritorna fra gli occhi ed il mondo
Gli occhi la spargono su fiori e prati
E poi li guardano meravigliati
Gli occhi la spalmano sopra le cose
E poi le trovano meravigliose
La meraviglia sta in quello che guardi?
Oppure sta nei tuoi sguardi?
Sta nelle cose che vedi e che tocchi?
O nelle mani e negli occhi?
La meraviglia è vicino e lontano
è a metà strada fra il fiore e la mano
è nella prosa, è nella rima
è nella rosa che viene prima
è nel silenzio che viene dopo
Nelle parole che non hanno scopo
Nella dolcezza dopo aver pianto
Nel fiato preso prima di un canto
Nel passo indietro prima del salto
Nell'uomo basso che guarda in alto
Nell'uomo alto che guarda altrove
Negli orizzonti del non si sa dove
Nel crac aprendo un guscio di noce
Nel buio vivido dopo la luce
è la vigilia di tutte le cose
è la vendemmia di tutte le rose
è questo mondo quando ci assomiglia
La meraviglia
Il Magopovero ne ha in abbondanza
La dona tutta e non resta mai senza
Perché conosce un antico mistero
Semplice e vero
Quando i bambini sono noiosi
Sono annoiati
Quando gli artisti son meravigliosi
Son meravigliati
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Scritta per il furto di cose e attrezzature subito dalla casa editrice Orecchio Acerbo, aprile 2007.
Ladro che hai preso le mie poche cose
Piccole e povere, per me preziose
Nella mia casa tu sei venuto
E allora io ti saluto
A me servivano e ora le ho perse
A te non servono e le hai rubate
Le nostre mani son molto diverse
Le hai mai guardate?
Tu usi le mani per togliere cose
Prendere al mondo ricchezza
Io uso le mie per aggiungere rose
Mettere al mondo bellezza
Io son contento delle mie mani
Quello che trovano lanciano al vento
Quello che perdono torna domani
Tu delle tue sei contento?
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Scritta per il Catalogo della Valigia Illustrata realizzata dalla Biblioteca Comunale di Casalecchio, settembre 2007.
Viaggio bel viaggio, io giramondo
Giro la Terra nel giro rotondo
Parto da qui, verso una meta
Strade che girano tutto il pianeta
Parto da qui verso un punto d'arrivo
Cammino e guardo, cammino e scrivo
Scrivo le cose sul diario di viaggio
Giro la pagina e cambia il paesaggio
Nuove pianure, nuove colline
Terre lontane ora siete vicine
Terre straniere, mondo diverso
Gira la testa perché mi son perso
Giro la testa, giro lo sguardo
Prendo la carta geografica e guardo
Ecco la strada, c'è un puntolino
Ora si muove, son io che cammino
Io che mi perdo, io che mi trovo
Giro al carta e mi oriento di nuovo
Giro la curva e c'è un'altra strada
Vado per quella, dovunque vada
Strada maestra che cosa mi insegni
Strada scolara con cento compagni
Viaggiano insieme i compagni di via
Su questa strada che ci porta via
Valli con fiumi, mari con monti
Piccoli alberghi e grandi orizzonti
Fari di macchine, cieli di stelle
Giro le carte, giro le spalle
Volto le curve di bianche stradine
Fino a un cartello con su scritto FINE
Fine del viaggio, inizio del giorno
Scendo dal letto e mi guardo intorno
Forse era sogno, forse era vero
Forse ho viaggiato per il mondo intero
Forse ho girato per tutto il mio letto
Avevo un libro e forse l'ho letto
Ma quattro amici ora sono con me
Son Quattro Maghi, son Quattro Re
Che resteranno per sempre al mio fianco
Per consolarmi quando son stanco
Per consolarmi quando son triste
Coi loro nomi di cose mai viste
Coi loro nomi di mari e colline
Con le iniziali ma senza la fine
Con le partenze ma senza gli arrivi
Che si allontanano mentre li scrivi
Che si avvicinano dovunque guardi
Nomi che incantano i piedi e gli sguardi
Nomi che parlano di cose nuove
Nomi che partono e il mondo si muove
Nomi che portano in Ogni Dove:
NORD, SUD, EST, OVEST...
NORD, SUD, EST, OVEST...
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Scritta per l'evento finale del Festival Tuttestorie, Cagliari, ottobre 2007.
I libri sono mappe, sono carte di mare
I libri sono navi di carta per andare
Le feste sono andate, il festival finisce
E nave dopo nave si diventa, si cresce
Diventa più difficile, però sempre più forte
I libri sono lunghi, le feste sono corte
Un uomo non è un'isola, ma la Sardegna sì
E allora questo festival vi saluta così
Vento di maestrale, vento di Levante
Porta a questa gente un'arietta trasparente
Vento di coscienza, di disobbedienza
Porta a questi bimbi sette chili di pazienza
Crescere è difficile, gliene servirà
Portagli un bel sole, ma non basterà
Portagli fortuna, chissà se durerà
Portagli un bel libro che gli porta Libretà
E questo è il mio saluto, che finisce qui
Ora viene un altro che vi dice così...
(al sonoro a questo punto si sentivano vocalizzi di neonato)
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Scritta per il libro-bibliografia sulla famiglia "Dipende da come mi abbracci", Libreria Tuttestorie e Assessorato alle Politiche Giovanili del Comune di Cagliari, novembre 2007.
Pubblicata nel libro RIME RAMINGHE, Salani 2013.
(Vi prego di citare il libro, nel caso la vogliate usare: l'editore lo esige, e lo merita)
Tu figlio di chi sei? Son figlio di due stelle
Nel cielo ce n'è tante ma le mie son le più belle
Tu figlio di chi sei? Del sole e della luna
Non splendono mai insieme: cala l'altro e sorge una
Tu figlio di chi sei? Son figlio del villaggio
Dieci madri, venti padri, cento cuori di coraggio
Tu figlio di chi sei? Di un grande albero solo
Ma così alto e forte che da lui io spicco il volo
Tu figlio di chi sei? Di un amore, di un viale
Di un bue e di un asinello, di un dio, di un ospedale
Il nostro nome è uomini, siamo figli e figliastri
Di altri figli degli uomini, della terra e degli astri
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Scritta per il libro-bibliografia sulla famiglia "Dipende da come mi abbracci", Libreria Tuttestorie e Assessorato alle Politiche Giovanili del Comune di Cagliari, novembre 2007.
Pubblicata nel libro RIME RAMINGHE, Salani 2013.
(Vi prego di citare il libro, nel caso la vogliate usare: l'editore lo esige, e lo merita)
Ci son bambini burattini stanchi
Che vivono una faticosa vita
Per strada, nelle camere, fra i banchi
Sono sempre in salita
Ogni frase da dire è una montagna
Da scalare fra picchi e scogli sparsi
Ogni passo con pena si guadagna
Per loro camminare è arrampicarsi
Fatica per vedere, fatica per sentire
Pesa un quintale un foglio preso in mano
Durissimo studiare, difficile capire
Il mondo è ripido, scosceso e strano
Ma la salita fa gambe muscolose
Loro non se ne sono mai accorti
Ma i burattini dalle vite faticose
Nascosti dentro hanno bambini forti
E tutti noi che siamo un po' il contrario
E il burattino è dentro, ben nascosto
Con loro abbiamo un modo straordinario
Per fargli prender aria, anche per poco
Facciamo qualche gioco
Che ci scambi di posto
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Scritta per il libro-bibliografia sulla famiglia "Dipende da come mi abbracci", Libreria Tuttestorie e Assessorato alle Politiche Giovanili del Comune di Cagliari, novembre 2007.
Pubblicata nel libro RIME RAMINGHE, Salani 2013.
(Vi prego di citare il libro, nel caso la vogliate usare: l'editore lo esige, e lo merita)
Drago vago, serpe di mago
Figlio e nipote di pesce di lago
Dura, scura, nera paura
Brutto fantasma di brutta figura
Cose che strisciano e strillano e stridono
Cose che gracchiano e graffiano e gridano
Cose che tagliano e toccano e tirano
Cose che pungono e piangono e ridono
Cose malvagie, cose selvagge
Tornate indietro nelle vostre spiagge
Cose malate, cose maligne
Tornate indietro nelle vostre vigne
Non me ne importa che paure siete
Di buio, di mostro, di morte, di male
Non me ne importa che nomi avete
Compagni, castighi, sgridate, ospedale
Questo scongiuro che ora sentite
Suona le rime che vi vincerà
Non me ne importa da dove venite
Tornate là!
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Scritta per l'amica e collega Luisa Mattia.
O Luisa con la spada calma
Con la voce che spiega e che spalma
Con lo sguardo che sogna e sopporta
Con la mente che pesa e che porta
Porta il peso di cose pesanti
Che da anni si trova davanti
E lei capra ostinata le spinge
Non si vede se ride o se piange
Lei le spinge con spinta serena
Con i piedi di pane e di pena
Con le scarpe dei suoi sacrifici
Sulla via di ospedali ed uffici
Dove gira annoiata ed assorta
Dove spinge ancora una porta
Dove dice ancora una volta
Con stanchezza e con cortesia
È permesso? Son Luisa Mattia
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Scritta per una Mostra di Trottole nel Castello dei ragazzi di Carpi, febbraio 2008.
Pubblicata nel libro RIME RAMINGHE, Salani 2013.
(Vi prego di citare il libro, nel caso la vogliate usare: l'editore lo esige, e lo merita)
Gira la Trottola
Pianeta piccolo
Intorno al sole giocattolo
La Terra bambola
Balla nell'orbita
Con la sua luna girandola
Bambini astrologhi
Sopra le nuvole
Hanno lo spago che arrotola
Ridono e girano
Nascono e tirano
La Terra cigola e vortica
E via che rotola
La nostra vita
Fila la favola
Con le sue dita
Finché la carica
Non è finita
La Filastrottola
Del girotondo
Rotola fino alla fine del mondo
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Scritta per un appello sottoscritto dagli scrittori per bambini contro il disegno di legge del Ministero degli Interni che prevedeva il censimento dei bambini nei campi rom con impronte digitali, luglio 2008.
Ecco il ministro biòmetra
Che per salvarci la vita
Rileva i dati biometrici ai piccoli
E gli misura le dita
Viene nel campo di zingari
Quello vicino alla scuola
Cerca bambini per fare timbrini
Con gli indici, ma è una parola!
Ci trova mille scolari
Giunti da tutto il paese
Con dita tinte di colori vari
E con le mani già tese
Noi siamo tutti interetnici, cantano
Noi siamo tutti fratelli
Facciamo timbri di tutti i colori
Non solo coi polpastrelli
Calano giù le braghine
E con unanime gesto
Mostrano mille culetti dipinti
"Prendi l'impronta di questo!"
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Scritta per un appello sottoscritto dagli scrittori per bambini contro il disegno di legge del Ministero degli Interni che prevedeva il censimento dei bambini nei campi rom con impronte digitali, luglio 2008.
Il Ministro dell'Ordine
Ed i piccoli zingari
Con le impronte degli indici
Giocano a pari o dispari
Prima del gioco dicono
Ciascuno cosa mette
– Io metto le manine
– Io metto le manette
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Scritta per una richiesta dell'Ufficio Relazioni Esterne della RAI, agosto 2008. INUTILIZZATA
Conta uno, Rai Uno
Perché tu sei solo tu
Ti conosco da bambino
Conta due, Rai Due
Perché intorno a te c'è il mondo
Vi conosco tutti e due
Conta tre, Rai Tre
Perché insieme a questo mondo
Ci son gli altri intorno a te
Rai quattro, cinque, sei
Noi ci siamo e tu ci sei
Rai cinque, sei, sette
I satelliti e la rete
Rai sette, otto, nove
Storie nostre e strade nuove
Conta i giorni, conta gli anni
Conta i film ed i programmi
Conta i mesi e le stagioni
Le notizie ed i cartoni
Se li conti lo saprai
Se li conti capirai
Se ci conti troverai
Casa Rai
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Scritta per il libro-bibliografia-antologia "IL GIARDINO SEGRETO", edito da Equilibri, agosto 2008.
Allora ascoltatemi, ho una storia da dire
Che parla di Giardini Segreti dietro i muri
Mettetevi qui, state tutti a sentire
Racconti veri di Rifugi Oscuri
Giardini che fioriscono, Giardini che appassiscono
Marciscono, spariscono, e altri rifioriscono
Giardini Nascosti dietro i muri del tuo mondo
Che li trovi e ci abiti e diventano il tuo mondo
Con un Giardino in fondo, nascosto dietro i muri
E non si sa la storia quanto duri
La storia coi suoi giri, la storia che ho da dire
E allora ecco, statela a sentire
Passavano in fila i miei giorni prudenti
In quel mondo tranquillo, tirati con i denti
In quel mondo rotondo monotono e lieto
Io cercavo – dillo! – un Giardino Segreto
Perché mi dicevo: fratello, guarda bene
Non è possibile che sia tutto qui
Non distrarti, guarda tutto, ti conviene
Non è possibile che il mondo sia così
Guarda bene nella strada, guarda intorno
Guarda infondo ad ogni angolo del giorno
Guarda dentro ad ogni attimo che viene
Guarda bene – mi dicevo – guarda bene!
Ed è così che è andata, alla fine, veramente
Non dico balle stupide – credetemi, gente!
A forza di guardare dappertutto – testa dura
Alla fine l'ho vista – la spaccatura
Davvero, il ragazzo guarda e guarda la trovò
Alla fine – the break in the wall!
Il mio Giardino Magico è un cielo rovesciato
Dove va per contare chi non ha mai contato
Si contano le stelle, son poche e sono molte
Perché quelle più belle si contano due volte
Ci son due equilibristi, angeli danzatori
Con l'anima son dentro ma coi corpi sono fuori
Ogni salto una stella, ogni stella due baci
Lui dice "tu sei bella", lei dice "tu mi piaci"
Danzano nella notte, intorno è tutto nero
Stelle cadenti a frotte che cadono davvero
Cadono nella rete, la rete è il loro pianto
Sfrecciano le comete e sparisce tutto quanto
Rimangono da soli, due soli senza fiato
In quel Giardino Magico di cielo rovesciato
Ahi! Maledetto Giardino Segreto!
E chi l'avrebbe detto! – Traditore!
Colava come lacrime il dannato splendore
Sono passati i giorni, sono passati i mesi
I fili degli acrobati son sempre meno tesi
Sono giorni grigi le notti senza fine
Le stelle rovesciate sono led e lampadine
E dilla tutta: non te ne sei accorto
Il bel Giardino Magico è diventato un orto
Tornano – in fila – i tuoi giorni prudenti
Nel loro modo solito, tirati con i denti
Nel tuo mondo tranquillo, monotono e lieto
L'acrobata reumatico, fanatico, lunatico
Si rimetteva in cerca – dillo!
... di un Giardino Segreto
E via che mi dicevo: fratello, guarda bene
Non può essere di nuovo tutto qui
Non disperarti, guarda ancora, ti conviene
Non è possibile che sia sempre così
Guarda ancora, nella strada, guarda intorno
Guarda infondo ad ogni angolo del giorno
Fruga bene nelle tasche di ogni ora
Guarda ancora – mi dicevo – guarda ancora!
Ed è così che è andata, di nuovo, veramente
A forza di guardare dappertutto – testa dura
L'ho vista nuovamente – la spaccatura
Davvero, credetemi, quel tizio la trovò
Di nuovo – another break in the wall!
Il mio Giardino Magico è un mare rovesciato
Dove va per nuotare chi non ha mai volato
Si contano le onde, son poche e sono molte
E quelle più profonde si contano due volte
Ci son due marinai, angeli nuotatori
Le ali sono dentro ma le pinne sono fuori
Lei angelo delfino, lui angelo balena
Lei sole che tramonta, lui bianca luna piena
Un coro di annegati con le bocche di mare
Gli canta una canzone che è impossibile cantare
Abissi della notte, intorno è tutto nero
Stelle marine a frotte scintillano davvero
Brillano solo gli occhi, di fosforo e di pianto
Si sciolgono i ginocchi e sparisce tutto quanto
Rimangono da soli, due pesci senza fiato
In quel Giardino Magico di mare rovesciato
Ahi canzoniere! Dannato bugiardo!
Poeta giardiniere, mentitore bastardo!
Anche quel Giardino di mare rovesciato
Nel giro di un'estate s'era bell'e prosciugato
Restavano mattini di sonno e di rabbia
Bacini, messaggini e conchigliette nella sabbia
Giardini Segretissimi, fatati, incantati
Gira la carta – sono supermercati
I cieli capovolti, gli oceani di coscienza
Prova a capovolgerli – c'è la scadenza
E ora cosa faccio? Dove vado da qui?
Allora veramente forse il mondo è così?
Mi giro e guardo
Giro intorno lo sguardo
Che cosa cerco ancora nel paesaggio bugiardo?
Ed eccola – già subito – profonda e scura
Nel fondo della stanza ancora un'altra spaccatura
Mi fa paura, amico, so cosa c'è là dentro
E sai cosa ti dico? – Io non ci entro
Non me ne vado, resto
Perché ho capito questo
Ci dev'essere un altro Giardino
Lo so e lo sento
In un tempo lontano e vicino
Laggiù in fondo al vento
Nel buio del cuore del mondo
In cima a un sentiero
Un Giardino Segreto davvero
Spaccatura futura e lucente
Che stavolta non spacca più niente
Ma accompagna e protegge e guarisce
Perché non finisce
E oramai non mi porta più via
Perché è casa mia
Troverò questo vero Giardino Segreto e Profondo
E avrà dentro un Passaggio Segreto
Che porta nel mondo
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Scritta per Carmela, che ha perduto il suo bambino. Dicembre 2008.
Pubblicata nel libro RIME RAMINGHE, Salani 2013.
(Vi prego di citare il libro, nel caso la vogliate usare: l'editore lo esige, e lo merita)
C'è un bambino che è fatto di scomparsa
Grido di scimmia e gemito di orsa
Nomi del mondo che non vogliono più dire
Chiami e non smette mai di scomparire
Allora siediti con i tuoi nomi accanto
Insieme voi comincerete un canto
E se quel canto a te non dà conforto
C'è un bambino che è fatto di sconforto
Pensiero di palude e d'acqua bassa
I giorni passano ma lui non passa
Allora siedi sulla riva dello stagno
E prendi lo sconforto per compagno
E se tu da quell'acqua non ritorni
C'è una bambina con te fatta di giorni
Come la vita lei cade e si rialza
Tu non la senti perché cammina scalza
A bocca chiusa ti fa le sue domande
Rispondi, prima che diventi grande
E se ancora chi sia non indovini
C'è un bambino che è fatto di bambini
La sua testa è una prima elementare
Le sue spalle due ragazzine chiare
Il suo petto un cortile con le voci
Le sue gambe i due maschi più veloci
I suoi occhi due neonati senza fretta
Il suo cuore è il tuo mondo, che ti aspetta
Vai con loro, coi bambini e le bambine
Loro lo sanno che il tuo pianto non ha fine
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Scritta per Ester Grandesso, direttrice del Centro Servizi Bibliotecari della Provincia di Cagliari, che dopo aver tessuto in trent'anni di lavoro uno dei circuiti bibliotecari più vivaci d'Italia, lascia il suo telaio e va in pensione. Dicembre 2008.
1.
Ester Grandesso tesse la rete
La biblioteca delle biblioteche
Semina, stimola, fa seminari
Bibliotecaria di bibliotecari
Tesse in silenzio, Ester Grandesso
Non è visibile, non sa far chiasso
Parla pochissimo, solo se deve
Il suo tappeto vien su forte e lieve
Pura passione, dura pazienza
– Mirto, porchetto, dice il mercato
Della politica può fare senza
– Mirto, porchetto, panecarasàto
Spargere i semi, riempire i vuoti
– Mirto, porchetto, formaggio, sebàda
Le biblioteche non portano voti
– Mirto, porchetto, nessuno ci bada
Portano premi dall'Oltremare
Ester Grandesso li va a ritirare
Il continente fa onori profondi
E la sua isola le taglia i fondi
Tesse la tela Ester Grandesso
– Mirto, porchetto, girò, culurgionis
E senza i fondi la tesse lo stesso
– Mirto, porchetto, non sente ragioni
Tesse il tappeto della cultura
Fili di libri di tutto il mondo
Che vanno dentro la terra più dura
Con una rete che arriva più in fondo
Perché altrimenti davanti allo sguardo
Se si promuove solo ciò che è sardo
Qui fra di noi sarà il sardo perfetto
Di là dal mare
– Mirto e porchetto
2.
Ester Grandesso adesso ha finito
Non tesse più
Resta a guardare se ciò che ha tessuto
Rimane su
Saranno brave le sue biblioteche
A mantenere tessuta la rete?
Sarà il tappeto che tesse se stesso
Se non c'è Ester Grandesso?
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Una tiritera (in sardo "duruduru") scritta in occasione delle elezioni regionali in Sardegna, febbraio 2009.
Noi siamo piccoli, noi siamo sardi
Piccoli uomini che fanno lunghi sguardi
Passano i secoli, con piccoli passi
Noi siamo piccoli però non siamo bassi
Non siamo bassi perché in cuore siamo scalzi
Non ci mettiamo né tacchi né rialzi
Noi stiamo zitti
Guardiamo il mare
Secoli fitti che si vedono arrivare
Arrivano dal mare
I soliti Baroni
Arrivano dal mare i Presidenti ed i Padroni
I sardi sono piccoli
I grandi sono fessi
I nomi son diversi ma i Baroni son gli stessi
Arriva da lontano per dirci chi votare
È un Barone
Non si riesce a moderare
I sardi sono arcaici
Con sopracciglia folte
Per farcelo capire lui ritorna nove volte
Cannoni di sorrisi
Granate di parole
Se siamo piccoli, però, perché ci vuole?
Se siamo piccoli, però, di che ha paura?
Ha paura
Del mulo pelle scura
Ha paura
Dell'asino nascosto
Del cuore di quest'isola che sta in un altro posto
Di qualche spaccatura
Che sta nascendo altrove
Di qualche mulo che si sveglia e che si muove
Di qualche cosa che lo faccia moderare
Gli sappia fare guerra
Lo metta a piede in terra
Qualcosa che è lontana, che a Roma non si sente
Però quest'isola
È un altro continente…
Noi siamo piccoli
Col pepe nelle vene
Noi siamo piccoli però guardiamo bene
Si va a votare
Da chi farci comandare
Però c'è un modo strano di rispondere ai comandi
Noi siamo piccoli
Ma abbiamo gli occhi grandi
Guardate bene, sardi
Io guardo e miro
Guardate bene, sardi
Io guardo e spero
Se si può fare
Un presidente nero
Si può fare anche un presidente vero
All'indice
Scritta per una tana di piccoli lettori fondata dalle Cercasentieri di Libri Carla e Gisella in una libreria consenziente di Roma, marzo 2009. INUTILIZZATA
Ma dovunque tu vada
Non hai mai visto il mondo
Finché non sbagli strada
E finisci in Altrondo
È un circo delle sere
Quando racconta Carla
E comete e pantere
Saltano dentro il cuore mentre parla
È un teatro dei monti
Quando legge Gisella
E su tutte le fronti
Pulsa piano il diamante di una stella
Altrondo ti circonda
Come una patria antica
È la tana profonda
Che parla in una vecchia lingua amica
Libro della foresta
Non ripartire, resta
Libro, fiaba, leggenda
Pianta qui la tua tenda
Libro di vento e fiori
Stai dentro e guarda fuori
Libro di fiumi e fonti
Perché siamo paesani dei racconti
Libro di nostalgia
Quando poi viene l'ora di andar via
Ma anche se te ne vai
I giorni conterai
Finché non tornerai
Perché ora tu lo sai…
Che dovunque tu vada
Non hai mai visto il mondo
Finché non sbagli strada
E finisci in Altrondo
All'indice
Scritta in occasione del terremoto in Abbruzzo, maggio 2009.
Pubblicata nel libro RIME RAMINGHE, Salani 2013.
(Vi prego di citare il libro, nel caso la vogliate usare: l'editore lo esige, e lo merita)
Oggi non piove
La terra non si muove
Vola farfalla
La terra oggi non balla
Ieri pioveva
La terra si muoveva
Sabbia di mare
Casa mia non sa ballare
Resta ferma e cade giù
Casa mia non ce l'ho più
Ma oggi non piove
Facciamo case nuove
Case farfalla
Gentili le vorrei
Che se la terra balla
Loro ballano con lei
All'indice
Scritta per un'iniziativa estiva dei librai indipendenti di Cagliari contro gli sconti delle librerie di catena, luglio 2009.
Pubblicata nel libro RIME RAMINGHE, Salani 2013.
(Vi prego di citare il libro, nel caso la vogliate usare: l'editore lo esige, e lo merita)
Un chilo di libri. Quant'è?
Da noi non si vendono a chilo
E allora come li vendete?
I libri si vendono a filo
A filo di seta dei libri amati
A filo di spada dei libri ardenti
Perché qui da noi, dai Librai Scatenati
Ci sono lettori, non solo clienti
Un metro di libri. Quant'è?
Se ne prendo sei, pago tre?
Dipende da quanti ne vuoi
Dipende da quali nel cuore son tuoi
E come si sa? E come si vede?
È semplice, si entra e si chiede
I Librai Incatenati ti fanno lo sconto
I Librai Scatenati ti fanno il racconto
All'indice
Scritta per la cena di fine anno di Melevisione, luglio 2009. INUTILIZZATA.
Un pignabrindisi per pignatutti
Attori belli e Registi brutti
Attori brutti e Registi belli
Ai sette Nani Autori fratelli
Ai Pignatecnici e al Pignatrucco
Al Pignavalter e al Pignaparrucco
Ai Costruttori di gnomo Zecchino
Ai Musicanti col loro organino
Agli Occhigrandi Cameranani
Che fanno belli fiabeschi ed umani
Ai Macchinisti creatori di fumi
Alle Sartine dei pignacostumi
Alle Fatine della redazione
Alle Madrine della produzione
Al Capitano Cristina sul ponte
Pignammiraglia che doma le onde
A Nostra Strega Suprezia Mussi
Che fa streganze di ascolti e di flussi
Bevete tutti, bevete bene
Tiramisuper, Fruzziante e Blumele
Mangiate pigne, bevete tanto
Per festeggiare l'incontro e l'incanto
Per festeggiare il Melefuturo
Per onorare il Melepassato
Con pignapane di grano maturo
E pignaciucche di buon Pignolato
All'indice
Scritta per il progetto di Antonio Catalano "La Giostra delle Meraviglie – Omaggio a Gianni Rodari", gennaio 2010.
Pubblicata nel libro RIME RAMINGHE, Salani 2013.
(Vi prego di citare il libro, nel caso la vogliate usare: l'editore lo esige, e lo merita)
Mia figlia si svegliava con le tue rime in musica
A tua figlia dicevi fiabe ad alta voce
Anch'io a mia figlia leggevo ad alta voce
Ho studiato con tua figlia all'università
Il mio mestiere è diventato il tuo
C'è un fiume di padri e di figli, di rime e di fogli
C'è un giro di grandi stagioni, di madri e di mogli
C'è il rosso coraggio delle primavere
Le figlie son vere, le fiabe son finte
Ma tu non temere, le guerre che hai perso son vinte
C'è il rosso di foglie che cadono, qui nell'autunno
Nel tempo del sonno e del danno
Le foglie son vere, le figlie son molte
Le rime che lasci cadere
Son state raccolte
E ormai dureranno le estati della filastrocca
La gente ora sa che sapevi suonare
Suonare ci tocca
Ti abbiamo seguito, abbiamo accordato la rima
Le fiabe son vere, c'è un nuovo mestiere
Che non c'era prima
I poeti per bambini intagliano teatrini del mondo
I poeti per bambini costruiscono giocattoli dell'anima
I poeti per bambini son Piccoli Zii per i figli di tutti
Contro i Grandi Fratelli ignoranti, meschini e corrotti
Tutti noi stamburanti di rima
Tutti noi musicanti di Brema
Noi poeti un po' gatti, un po' galli, un po' cani e somari
Camminiamo sulle strade aperte
Da Gianni Rodari
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Scritta per il Festival Tuttestorie 2010, aprile 2010.
Le storie sono sogni senza sonno
Che spargono all'intorno
Con stelle di parole
Angolini di notte in mezzo al giorno
Pezzi di buio al sole
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Scritta per "L'Unità", numero del 26 aprile 2010.
Lupo pagliaccio, non hai ragione
Parli con bocca di televisione
Io te lo dico con parole mie
Non basta più che ci dici bugie
Naso lunghissimo, gambine corte
Non basta più che le dici più forte
Son canzonette logore e vecchie
Non ci si infilano più nelle orecchie
Invece che "della Liberazione"
Tu dici "festa della Libertà"
Sono puzzette di televisione
Sono trucchetti di pubblicità
Neanche i bambini che fanno la nanna
Credono al Lupo vestito da Nonna
Perché lo sanno che al loro risveglio
Finisce sempre "per mangiarti meglio"
Nasino finto, parole ladre
Ecco il padrone dipinto da padre
Apri sipario, chiudi sipario
Col fazzoletto da partigiano
Apri sipario, chiudi sipario
Con il braccetto in saluto romano
Apri sipario, chiudi sipario
Verde padano federalista
Apri sipario, chiudi sipario
Palazzo romano supercentralista
Prima padrone ricco e potente
Poi padre saggio costituente
Siamo bambini, è vero: cucù!
Ma lo sappiamo che sei sempre tu
Con bocca grande di televisione
Con naso lungo e lingua che inganna
Apri sipario, chiudi sipario
Lupo vestito da Nonna!
All'indice
Scritta per la rivista "Scuola dell'infanzia", Giunti, maggio 2010 (numero di settembre).
Pubblicata nel libro RIME RAMINGHE, Salani 2013.
(Vi prego di citare il libro, nel caso la vogliate usare: l'editore lo esige, e lo merita)
A casa io gioco
A scuola io faccio
A casa è il mio fuoco
A scuola è il mio abbraccio
A casa c'è Mamma
A scuola Maestra
A casa TV
A scuola finestra
A casa io sono
A scuola divento
A casa c'è sole
A scuola c'è vento
A casa io chiedo
A scuola rispondo
A casa c'è il nido
A scuola c'è il mondo
All'indice
Scritta per i sessant'anni di mia sorella Maria Donata, 12 maggio 2010.
Trenta, sessanta
La vita si alza e canta
Entrando nell'argento
Sorella, tuo fratello rende onore
A questo lieve amore
Leggero, ma che non disperde il vento
Che non flette, non langue
Perché ha radici nello stesso sangue
È immune alle vittorie e alle sconfitte
Se io scrivo con l'inchiostro di quel sangue
Le poesie che io ho scritto tu le hai scritte
Le tue mani e le mie mani son sorelle
Lontane hanno cresciuto cose buie e cose belle
Mentre gli anni hanno girato matte giostre
Di fredde piogge e di tramonti d'oro
Le rime sono nostre
Le date sono loro
Le rughe sono vie da camminare
Abbiamo avuto l'onore di invecchiare
Abbiamo meritato questa età
Le sue mute domeniche, il suo mite splendore
Adesso rimbocchiamoci le maniche
E rendiamole onore
All'indice
Scritta per la morte di Edoardo Sanguineti, e per l'Unità, maggio 2010.
Politica, attualità, pubblicità
Dibattiti, atrocità, pubblicità
Sondaggi, brutalità, pubblicità
Ho ricusato i pater ave gloria
Per ritrovarmi rintontito il cuore
Di un'altra giaculatoria
Di gran lunga peggiore
Dove sei andato Giovanni Raboni?
Dove siete, Turoldo, Sanguineti?
Parlateci, padri poeti
Ditelo ancora, bianco su nero
Che non è vero
Non è vero che tutto è uguale a tutto
Non è vero che tutto è prodotto
Che tutto è mercato
Confutatelo questo rosario oscuro
Questa cupa noiosa litania
Con l'ostinato irriducibile scongiuro
Della chiara poesia
All'indice
Scritta per la T-shirt del Piccolo Festival di Mezza Estate "SULLA TERRA LEGGERI", Argentiera (SS), luglio 2010.
Pubblicata nel libro RIME RAMINGHE, Salani 2013.
(Vi prego di citare il libro, nel caso la vogliate usare: l'editore lo esige, e lo merita)
Minatori che scavano nel vento
Troveranno risposte, prima o poi
Ora che l'Argentiera non dà argento
Ora che la miniera siamo noi
All'indice
Scritta per la rivista per i più piccoli LA GIOSTRA, luglio 2010.
Da un suggerimento dei bambini di una scuola primaria di Samassi e della loro maestra Teresa.
Pubblicata nel libro CANTA IL GIALLO ALLA MATTINA, a cura di Gabriele Clima, illustrazioni di Simona Mulazzani, La Coccinella 2012.
Canta il Giallo alla mattina
E fa l'uovo la Giallina
Fa un ovone giallo e tondo
Che dal cielo scalda il mondo
Picchia in testa l'Ovo Sole
Fa sbagliare le parole
Forse è il gallo che cantava
La gallina che covava
Ma a noi piace più così
Coccodè e chicchirichi
Perché nella gialla estate
A occhi chiusi lo sentite
Che nei cieli più celesti
Tutti i nomi sono giusti
E i colori son millanta
Ma soltanto il Gallo Giallo Sole canta
All'indice
Scritta per l'ambulatorio di Ostetricia dell'Ospedale di Carpi, settembre 2010.
Ecco la locandina dell'iniziativa, con l'illustrazione di Antonella Abbatiello che con la poesia è stata riprodotta a tutta parete nell'ambulatorio.
Ed ecco la lettera di ringraziamento del Dottor Paolo Accorsi, Direttore dell'Unità Operativa di Ostetricia e Ginecologia dell'Ospedale di Carpi.
La poesia è pubblicata nel libro RIME RAMINGHE, Salani 2013.
(Vi prego di citare il libro, nel caso la vogliate usare: l'editore lo esige, e lo merita)
Io dico per te luna, io dico per te sole
Io chiamo per te il mondo con le mie poche parole
Con la voce più chiara, nella notte più cupa
La mia voce di mamma, di femmina, di lupa
Voce che bene dice, voce che solo ama
E tu sei già venuto ma lei ancora ti chiama
E quando sarai partito, nelle mie sere sole
Io dirò per te luna, io dirò per te sole
All'indice
Scritta per il progetto "Una farfalla si è posata in pediatria" dell'Ospedale Brotzu e del Liceo Artistico di Cagliari, ottobre 2010.
Mano farfalla
Sole che balla
Cuore sicuro
Mare sul muro
All'indice
Scritta per il sito e per la pagina ufficiale su Facebook del progetto NATI PER LEGGERE, ottobre 2010.
Pubblicata nel libro RIME RAMINGHE, Salani 2013.
(Vi prego di citare il libro, nel caso la vogliate usare: l'editore lo esige, e lo merita)
Leggimi subito, leggimi forte
Dimmi ogni nome che apre le porte
Chiama ogni cosa, così il mondo viene
Leggimi tutto, leggimi bene
Dimmi la rosa, dammi la rima
Leggimi in prosa, leggimi prima
All'indice
Scritta per La Libreria Tuttestorie di Cagliari, e molti altri librai per bambini, novembre 2010.
Pubblicata nel libro RIME RAMINGHE, Salani 2013.
(Vi prego di citare il libro, nel caso la vogliate usare: l'editore lo esige, e lo merita)
P O V E R O L I B R O !
C h e s f o r t u n a t o !
Se TU sfogliandolo qui l'hai sciupato
Poi nessun altro lo comprerà più
Sarà tagliato e poi macinato!
Allora salvalo: compralo TU
All'indice
Scritta per due professori universitari che andavano in pensione, Lecce, gennaio 2011.
Una variante dedicata ai docenti delle scuole medie è pubblicata nel libro RIME RAMINGHE, Salani 2013.
(Vi prego di citare il libro, nel caso la vogliate usare: l'editore lo esige, e lo merita)
Gli anni con gli anni marciano, rondini e tartarughe
Luce di belle estati, pomeriggi d'inverno
I figli e i libri crescono, con le righe e le rughe
Nei passi di ricerca, didattica e governo
E nei visi dei giovani, di ragazzi e ragazze
Che vengono per chiedere e che alla fine danno
La scuola delle scuole, la vita nelle piazze
La pazienza che occorre per cominciare un anno
Gli anni sono passati, questo devono fare
È, loro magistero, compito di sviluppo
E alla fine arriva un pranzo in riva al mare
Dove ti rende onore la tua gente, il tuo gruppo
La pensione comincia, la fatica è finita
Ma non si va in pensione dal senso di una vita
Non si dismette un compito portato con onore
Non si va in pensione da un nome:
Professore
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Scritta per l'Associazione Lunamoonda, animatrici del gioco di Cagliari, febbraio 2011.
A volte il mondo io non lo comprendo
Però se giochiamo lo prendo
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Scritta per il quotidiano l'Unità, 29 marzo 2011.
Pubblicata nel libro RIME RAMINGHE, Salani 2013.
(Vi prego di citare il libro, nel caso la vogliate usare: l'editore lo esige, e lo merita)
Arrivano dal mare!
I mori saracini!
Ci prendono le donne e ci spaventano i bambini!
Arrivano dal mare!
I saracini mori!
Ci prendono le case e ci contendono i lavori!
Arrivano, arrivano!
Avete visto quanti?
Voi non ci credevate e ora sono qui davanti!
Oh mamma mia, il moro!
Aiuto, arriva il moro!
Le nostre belle strade che diventano le loro!
Il saracino atroce!
Che arriva da lontano!
Per toglierci la Croce e per metterci il Corano!
Arrivano! Sorridono!
Hanno rotto le sbarre!
Sotto le felpe nostre hanno le loro scimitarre!
Arrivano e sorridono!
Ghigni fino agli orecchi!
Perché son tutti giovani mentre noi siamo vecchi!
Oh mamma mia, il moro!
Aiuto, arriva il moro!
Adesso lo capite? Il problema sono loro!
Son tanti, contenti!
E puzzolenti e brutti!
(Regista, allarga – Falli vedere tutti)
All'indice
Scritta per la campagna elettorale di Massimo Zedda come sindaco di Cagliari, 4 aprile 2011.
Lunamonda del cammino
Tu mi salti perché io mi chino
Ma il cammino non va avanti
Tu non ti chini perché io ti salti
Lunamonda fiori e frutti
Il gioco va avanti se giocano tutti
Lunamonda due buoi
Ora ti chini perché tocca a noi
Lunamonda tre re
Vogliamo un sindaco schilellè!
All'indice
Scritta per la campagna elettorale di Massimo Zedda come sindaco di Cagliari, 4 aprile 2011.
Ninna nanna a cantare
Accallona questo mare
La domenica confonde
Tutti lì a contare onde
Sette, otto, mille, cento
Il mio voto lo do al vento
Tanto è sempre tutto uguale
O è levante o è maestrale
Elezioni, culungioni
Vince cambara o maccioni
Vince o perde è su matessi
Perché son sempre gli stessi
Dunque dormi, canta e sogna
Capitale di Sardegna
Forza Cagliari e anninìa
Dormi e sogna e così sia
Tanto in fondo alla canzone
C'è il futuro che prepara il gavettone
All'indice
Scritta per la rivista "Miele amaro" n. 4, CUEC, Cagliari, maggio 2011.
Pubblicata nel libro RIME RAMINGHE, Salani 2013.
(Vi prego di citare il libro, nel caso la vogliate usare: l'editore lo esige, e lo merita)
Io mangio la radice, il germoglio tagliato
E qualcosa in fondo a me diventa prato
Mangio carne del bue, mangio l'agnello arrosto
E la mia gamba ha uno zoccolo nascosto
Mangio il miele fiorito, inondato sul pane
E non sono più solo, sono sciame
E bevo latte bianco, bianchi formaggi e panne
Ed ecco, le mie mani son due mamme
Io mangio il pesce rapido, l'ostrica, il calamaro
E nel mio sangue si scioglie mare amaro
E mangio i fichi floridi, le susine spaccate
E i miei capelli diventano l'estate
Io sono un uomo
Mangio tutto ciò che c'è
E poi quando finisce il girotondo
La terra mangia me
E io divento il mondo
All'indice
Scritta per i ballottaggi delle elezioni amministrative di Cagliari il 29 e 30 maggio 2011.
Pubblicata nel libro RIME RAMINGHE, Salani 2013.
(Vi prego di citare il libro, nel caso la vogliate usare: l'editore lo esige, e lo merita)
Filastrocca babballotta
Per chi pappa e per chi lotta
Perché dai muretti rotti
Sono usciti i babballotti
Dai murrungi dei delusi
Dove stavano rinchiusi
Sono usciti nelle strade
Perché questa volta accade
Perché si avvicina il giorno
Babballotti tutto intorno
Perché basta con il lutto
Babballotti dappertutto
Freschi come fiori a maggio
Pronti? Via!
BABBALLOTTAGGIO!
All'indice
Scritta per i ballottaggi delle elezioni amministrative di Cagliari il 29 e 30 maggio 2011.
Che cosa fai domenica?
Non stare lì a vedere
La tua città ti merita
FALLO ACCADERE!
All'indice
Variante della FILASTROCCA PER UN PROFESSORE (universitario), adattata per un pranzo d'addio alla scuola di un gruppo di insegnanti di scuola media, maggio 2011.
Pubblicata nel libro RIME RAMINGHE, Salani 2013.
(Vi prego di citare il libro, nel caso la vogliate usare: l'editore lo esige, e lo merita)
Gli anni con gli anni marciano, rondini e tartarughe
Luce di belle estati, pomeriggi di tedio
I figli e i fogli crescono, con le righe e le rughe
Nei passi di progetti, di lezioni e di studio
Nei visi di bambini, poi ragazzi e ragazze
Che vengono per chiedere, e che alla fine danno
La scuola nelle scuole, la spesa nelle piazze
La pazienza che occorre per cominciare un anno
Gli anni sono passati, questo devono fare
Onde di tanti giovani in una vita sola
E alla fine arriva l'ora di salutare
Di restituire il compito di una vita di scuola
La pensione comincia, la fatica è finita
Ma non si va in pensione dal senso di una vita
Non si dismette un compito portato con onore
Non si va in pensione da un nome:
Professore
All'indice
Scritta per i referendum del 12 e 13 giugno 2011.
Pubblicata nel libro RIME RAMINGHE, Salani 2013.
(Vi prego di citare il libro, nel caso la vogliate usare: l'editore lo esige, e lo merita)
Io sono uno
Ma sono tanti
Sono qualcuno che ti troverai davanti
Quando arriverà il momento
Tutti in fila
Io sono uno, qualcuno e centomila
E io ci conto
Perché io conto
Se c'è da farsi contare, sono pronto
Qui dove abito
Come mi chiamo
Son solo un numero, però numero primo
Perché ora è il tempo
Arrivano gli gnomi
Saremo tutti in fila ma saremo tutti primi
Gli gnomi del risveglio
Nel tuo giardino vuoto
Io vado e voglio
Io vado e voto
All'indice
Scritta per un intervento-spettacolo sul cielo di Andrea Valente, agosto 2011.
Pubblicata nel libro RIME RAMINGHE, Salani 2013.
(Vi prego di citare il libro, nel caso la vogliate usare: l'editore lo esige, e lo merita)
Dietro le stelle sai cosa c'è?
Altre stelle
E dietro quelle
Ancora nuove stelle
E dietro ancora quelle
Ancora stelle
E dopo, ancora su, ancora avanti
Ci sono regni strani
Dove sono pianeti le tue mani
Lune i tuoi denti
Capelli spettinati ogni atmosfera
Il cielo buio è la tua carne nera
E le infinite stelle
Son tutti i nei della tua vera pelle
All'indice
Scritta per gli eventi spettacolari del Festival Tuttestorie, Cagliari, ottobre 2011.
Io sono la Boccaccia
Che dice i tuoi segreti
Che te li legge in faccia
Anche se li tieni stretti
I tuoi segreti fragili
I tuoi segreti brutti
Tu credi siano tuoi e invece no
Sono di tutti!
Segreti come semi
Che cadono dai rami
Così lo sanno tutti cosa fai e come ti chiami
Segreti, segreti!
Vecchissimi amuleti
Che stanno sulle bocche dei maligni e dei poeti
E tu ne sei avaro
Anche se è tutto vero
Ma io li libero e li lascio andare in giro
In giro, intorno
A fecondare il giorno
A colorare il cielo con un pizzico d'inferno
Per questo sono qui
Con questa filastrocca
Il mondo parla
E io sono la sua Bocca
Boccaccia mia stai zitta!
Boccaccia maladitta!
Boccaccia di poeti, di profeti, di indiscreti
Svela segreti! Dài!
Svela segreti!
All'indice
Scritta per gli eventi spettacolari del Festival Tuttestorie, Cagliari, ottobre 2011.
Io sono la Boccaccia
Che dice i tuoi segreti
Che te li legge in faccia
Anche se li tieni stretti
I segreti si dicono
I segreti si sanno
Ma appena tu li dici altri segreti nasceranno
Perché si riproducono
Non finiscono mai
Se tu scopri un segreto, il segreto è che lo sai
Perché sempre rispuntano
Sono un bosco perfetto
Se tu dici un segreto, il segreto è che l'hai detto
Segreti che frondeggiano
Che fanno bosco
Mentre il tuo vero segreto sta nascosto
Che ti distraggono
E non capisci più
Che l'unico segreto qui… SEI TU!
All'indice
Scritta per gli eventi spettacolari del Festival Tuttestorie, Cagliari, ottobre 2011.
Noi siamo i Cràstuli, siamo i Passanti!
Noi siamo quelli che ti passano davanti!
Siamo ragazzi, siamo donne, siamo vecchi!
Quelli che passano e allungano gli orecchi!
Per sentire cosa dici, per capire cosa fai
Noi siamo quelli che SI FANNO I FATTI TUOI!
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Scritta per gli eventi spettacolari del Festival Tuttestorie, Cagliari, ottobre 2011.
Gli Uccellini dei Segreti
Volano zitti, curiosi e discreti
Vedono tutto, sentono tutto
Ciò che nascondi di bello e di brutto
Quelle cosine che solo tu sai
Che non diresti né ora né mai
Perle di gioia, pietre di danno
Loro le sanno!
All'indice
Scritta per gli eventi spettacolari del Festival Tuttestorie, Cagliari, ottobre 2011.
E ora volate, Uccellini dei Segreti
Dai libri di scrittori e di poeti
Volate su dalle figure, dai racconti
Uccellini dei Segreti Scintillanti
Portate in cielo i libri e le figure
I versi e le avventure
I sogni le memorie
Perché è finito il Festival...
... di Tuttestorie!
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Scritta per i dieci anni della Biblioteca Sala Borsa Ragazzi di Bologna, ottobre 2011.
(Eccola nel sito di Sala Borsa e nel segnalibro del compleanno)
Pubblicata nel libro RIME RAMINGHE, Salani 2013.
(Vi prego di citare il libro, nel caso la vogliate usare: l'editore lo esige, e lo merita)
La Sala Borsa è una Nonna Ragazza
Sta in una piazza che sta in una piazza
Cuore nel cuore di Mamma Bologna
La Sala Borsa è un motore che sogna
Sogna bambini che diventeranno
Tutte le cose che sono e che sanno
Ma adesso leggono, non disturbate
Perché leggendo le storie fatate
Stanno scrivendo le cose future
In una Sala di libri e figure
In una Borsa di storie sibille
Che come loro ha dieci anni più mille
E allora batti, cuore di piazza
Sogna per noi, Sala Borsa Ragazza
Pompa segreta dei nostri futuri
Dieci più mille AUGURI!
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Scritta per due amiche esperte di libri per ragazzi, dai buffi cognomi, novembre 2011.
Pubblicata nel libro RIME RAMINGHE, Salani 2013.
(Vi prego di citare il libro, nel caso la vogliate usare: l'editore lo esige, e lo merita)
Giusi Gallina e Teresa Porcella
Le contastorie della fattoria
In una notte di luna padella
Dissero in coro questa poesia
Pio pio, bei pulcinetti!
Tutti vicini, sedetevi stretti!
La merla vola, la rana salta
E noi leggiamo per voi a voce alta!
Ma i pulcinetti avevano fame
La paperetta era andata a Saronno
Il porcellino faceva il salame
Le tartarughe avevano sonno
Il vitellino voleva la vacca
Il coniglietto aveva paura
Il cagnolino era a fare la cacca
La somarella era ubriaca dura
Venne soltanto un'oca giuliva
E dopo un minuto dormiva
Uffa! Basta! Noi andiamo via!
Dice Porcella e ripete Gallina
Noi ci cerchiamo un'altra fattoria!
E via per strada, cammina cammina
Finché trovarono buona fortuna
Così la smetto di dire scemenze
Giusi Gallina a Montebelluna
Teresa Porcella a Firenze
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Scritta per una maestra di Genova che ha deciso di aggiungere ai Diritti dei Bambini il Diritto al Sogno, marzo 2012.
Pubblicata nel libro RIME RAMINGHE, Salani 2013.
(Vi prego di citare il libro, nel caso la vogliate usare: l'editore lo esige, e lo merita)
Seminate e innaffiate i vostri sogni
Contadini piantatori di miraggi
Spalate nuvole
Lasciate segni
Frecce di favole per tutti i vostri viaggi
I sogni più sinceri e più sbruffoni
Si fanno oracoli
Se bene detti
Se le visuali diventano visioni
Le profezie diventano progetti
Se non si avverano
È solo un sogno scemo
Ma se si avverano
Allora brinderemo
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Scritta per il compleanno del linguista, celebrato al Convegno Nazionale GISCEL, Gruppo di Intervento e Studio nel Campo dell'Educazione Linguistica, a Reggio Emilia il 12 aprile 2012.
Pubblicata nel libro RIME RAMINGHE, Salani 2013.
(Vi prego di citare il libro, nel caso la vogliate usare: l'editore lo esige, e lo merita)
Gnomo Grammatico, pastore di parole
Che hai vegliato sulle loro transumanze
Nelle steppe delle strade e delle scuole
Negli intrichi di radici e desinenze
Nel corrompersi, nel crescere stupendo
Ora ascolta: qualcosa sta cambiando
La lingua madre ormai è lingua moglie
I suoi nomi sono pani sulle mense
Un italiano delle pietre e delle foglie
Le sue parole si fanno poche e immense
Sanno come si chiamano le cose
Perché vengano, che s'erano smarrite
Perché vadano e ritornino preziose
E allora grazie per averle custodite
Contale ancora, fino all'ultima che arriva
Le bocche muoiono
La lingua è viva
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Scritta per una classe che ha perso la maestra, maggio 2012.
Pubblicata nel libro RIME RAMINGHE, Salani 2013.
(Vi prego di citare il libro, nel caso la vogliate usare: l'editore lo esige, e lo merita)
Le maestre non muoiono
I bambini lo sanno
Ogni tanto spariscono
Però non se ne vanno
Guardano dalle O
Ridono nelle U
Vivono in tutto ciò
Che ora sai fare tu
Le maestre non muoiono
Finché c'è da imparare
Il cielo è un grande circolo
La scuola è un grande mare
Gli alberi sono pronti
Per quadrimestri eterni
Gli angeli dei tramonti
Preparano i quaderni
All'indice
Scritta per la manifestazione "Difendiamo i nostri granai", in difesa di biblioteche pubbliche, musei e siti archeologici della Sardegna, giugno 2012.
Pubblicata nel libro RIME RAMINGHE, Salani 2013.
(Vi prego di citare il libro, nel caso la vogliate usare: l'editore lo esige, e lo merita)
E voi tagliate
Togliete biblioteche
Per fare più patate
Potate tutti i fiori
Per far posto alle banche
Le torri dei guadagni
In queste terre stanche
State tirando giù i fari dei sogni
Ma è una pazzia
La vostra economia
Per essere salvata
Dev'essere un'economia sognata
E gli unici
Magici
Medici
Che dagli errori tragici
Ci tireranno fuori
Sono futuri economisti sognatori
Ma niente
Voi tagliate
Togliete a muso duro
I sogni sotto i piedi
E i piedi del futuro
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Scritta per un bambino che aveva la mamma molto malata, e me l'ha chiesta. È una poesia oscura, forse oracolare, quasi di certo sbagliata. Ma più sbagliato sarebbe stato non scriverla. Giugno 2012.
Pubblicata nel libro RIME RAMINGHE, Salani 2013.
(Vi prego di citare il libro, nel caso la vogliate usare: l'editore lo esige, e lo merita)
(Qui un racconto della faticosa scrittura di questa poesia)
Alberi, acqua, api, giochi
Amore, arrivederci
Bandiere, biciclette, fuochi
Balene, treni merci
Compagni, casa, lontananza
Coraggio, cioccolato
Domani, draghi, pizza, danza
Dire, dare, gelato
Eclissi, erba, elfi, pioggia
Elefanti, emozione
Fragole, fidanzate, spiaggia
Fiume, fiabe, pallone
Gente, sorgente, giallo, grotte
Girandole, ghepardi
Hotel, giocattoli, Harry Potter
Hobby, halloween, sguardi
Insieme, inutile, infinito
Idiota, verità
Limoni, lingue, latte, mito
Luglio, lana, città
Mandorle, muri, fiori, mamma
Mari, magari, mai
Nuvole, nomi, notti, fiamma
Nel mondo, troverai
Perdite, paste, posti, pace
Pazienza, ribellioni
Quando, quiete, querce, brace
Quante buone ragioni
Rane, risate, sogni, regni
Rompicapi, risposte
Soldi, silenzio, ragni, segni
Solitudine, soste
Torri, torroni, tuffi, volo
Tutto, termine, blu
Uomini, uova, uno, solo
Unico, amore, tu
In viaggio, adesso, in volo, in vita
Nel vento, lo vedrai
Zampilla, la tua via, guarita
Zitto poeta, bambino vai!
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Scritta per il bambino della poesia precedente, che aveva la mamma molto malata. Una seconda poesia, scritta nel dubbio che la prima da sola non gli basti, non gli serva, o semplicemente non gli parli. Giugno 2012.
Pubblicata nel libro RIME RAMINGHE, Salani 2013.
(Vi prego di citare il libro, nel caso la vogliate usare: l'editore lo esige, e lo merita)
(Qui un racconto della faticosa scrittura di questa poesia)
La mamma è ammalata, il bambino lo vede
Conosce un poeta e gli chiede
"Poeta, rispondimi in una poesia
Guarisce questa malattia?"
Poeta ci prova, si gira e si volta
Poeta non trova la rima stavolta
E guarda lontano, e cerca vicino
Cosa scrivo per questo bambino?
Chiede al giorno: risponde non so
Chiede al mondo: risponde non so
Chiede al cuore: risponde non so
Non lo so, non lo so, non lo so!
Passò una vecchina, guardò impietosita
Il suo nome era Mamma la Vita
Guardò quel Poeta, guardò quel bambino
Sorrise e sedette vicino
I due domandarono: "Sai la risposta?"
Lei disse: "Metà, perché l'altra è nascosta
La mamma non so, non è compito mio
Il bambino lo guarirò io"
Poeta comprese, sorrise, annuì
Poi prese la penna, e scrisse così
Alberi, acqua, api, giochi
Amore, arrivederci...
Illustrazione realizzata e donata da ANDREA ALEMANNO a questa poesia e al suo destinatario.
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Scritta per il libro di molti autori promosso dall'UNICEF e regalato ai bambini del terremoto emiliano, giugno 2012.
Terra scema
Terra che trema
Terra balena
Ci porta sulla schiena
Ha fatto due starnuti
E noi siamo caduti
Però io mi rialzo
Faccio un balzo
Poi ne faccio un altro
Guarda come salto
Tonto d'un mondo
Salto più di te
Giro giro tondo
Tu sei come me
Peggio d'un bambino
Sta' fermo un pochettino
Siediti, calmati
Sulle spalle portami
Tienimi più stretto
Guarda, c'è un libretto
Terra che trema
L'hanno scritto per te
Quindi non far la scema
Ferma e leggilo con me
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Scritta per il libro di molti autori promosso dall'UNICEF e regalato ai bambini del terremoto emiliano, giugno 2012.
D'accordo, case e scuole
Non si aggiustano a parole
Ma il cuore della gente
È fatto di mattoni
Un po' diversi
E fortunatamente
Si aggiusta con le storie
E con i versi
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Scritta per uno spettacolo di danza-teatro ideato da Donatella Martina Cabras per il Festival dell'Argentiera 2012, luglio 2012.
Il Principe cambiò e divenne rospo
Il rospo fece un tuffo nello stagno
La sua terra cambiò e divenne sogno
Il sogno è faticoso da abitare
E lo stagno cambiò e divenne mare
Il mare cominciò con la sua nenia
Portami via, portami via, Tirrenia
La nave lo portò in terre lontane
E il suo sogno cambiò e divenne pane
Pane di cartamusica e poesia
Fortuna, non portarglielo mai via
La via non si decide con la mente
La sua terra cambiò, fu continente
Il continente è un'isola più grande
Le risposte divennero domande
Le domande fanno buona poesia
La miseria diventò filosofia
Ma a noi non fa nessuna meraviglia
Il rospo si girò e fece una figlia
Fece una piccola continentale
Nella vita mai abbia nessun male
Cresca galàna come principessa
In sedia d'oro la portino a messa
Sposi un sennori riccu 'e Samatzai
Che tenga terre e che tenga dinài
Le terre non si tengono, si fanno
La giornata cambiò e divenne anno
La speranza non càpita, s'inventa
E quell'anno cambiò e divenne trenta
Figlia continentale che cresceva
Un bel giorno cambiò e divenne nuova
Divenne rospa, ch'era principessa
E la sorte cambiò, e fu la stessa
La rospa fece un tuffo nello stagno
La sua terra cambiò e divenne sogno
Il sogno è una stronzissima vigilia
La rospetta partì, addio Italia
Ciao Tanzania, Lituania, Lusitania
Il destino cambiò e divenne nenia
La fiaba non finisce, questo è l'indice
Perché il rospo cambiò e divenne principe
Il sole tramontò in un altro posto
Il principe cambiò e divenne rospo
All'indice
Scritta per i cinquant'anni di Andrea Serra, amico, maestro elementare presso l'oncologia pediatrica di Cagliari, e vicedirettore dell'Ufficio Poetico del Festival Tuttestorie, maggio 2013.
Pubblicata nel libro RIME RAMINGHE, Salani 2013.
(Vi prego di citare il libro, nel caso la vogliate usare: l'editore lo esige, e lo merita)
Zingaro duca, spacciatore di speranza
Che non è mai abbastanza
LUNAMONDA!1
Perché la porta via subito l'onda
Bisogna darla con la faccia seria
Mentre ridono zitti solo gli occhi
Solo un po' d'aria
Nelle vite che tu tocchi
Non è cosa di santi né di eroi
Non è niente di speciale
DUE BUOI!
Normale, tu fai solo ciò puoi
Fai il tuo lavoro
Tiri il tuo carro
Però ci vuole cuore di gaurro2
E sguardo azzurro di cielo, lento e forte
Per giocare a tzacca e poni con la morte 3
Ed abituarsi a prenderle
TRE RE!
Ce ne fossero molti come te
E forse ce ne sono, chi lo sa
Almeno dieci per ogni città
QUATTRO SPAZZINI CON LE MANI IN TERRA!
Tre sono re caduti piccolini
Il quarto è un grande che ha scelto la sua guerra
Il suo lavoro, i suoi doni ed i suoi danni
Andrea Serra
Maestro, cinquant'anni
NOTE:
1 "Lunamonda" è il gioco noto mente col nome di "Salta cavallina": un bambino si china con le mani sulle ginocchia, gli altri lo scavalcano battendo con le mani sulla sua schiena. A Cagliari ogni salto era accompagnato da una figura, gesto o postura che si eseguiva nell'atterrare, e da una formula verbale che la presentava: "Due buoi", "Tre re", Quattro spazzini con le mani in terra", "Cinque e una granata"; "Sei mosse", etc.
2 "Gaurro", nel gergo dialettale cagliaritano "rozzo, insolente, volgare".
3 "Tzacca e poni" (picchia e metti): nel gergo dialettale cagliaritano, il gioco "Lo schiaffo del soldato".
All'indice
Scritta per i dieci anni del centro di lettura "Leggimi forte" di Pomigliano, maggio 2013.
Pubblicata nel libro RIME RAMINGHE, Salani 2013.
(Vi prego di citare il libro, nel caso la vogliate usare: l'editore lo esige, e lo merita)
Forte
Forte come il sole
Come le parole
Forte come l'odio nella terra dell'amore
Come una priezza 1
Faccia di ragazza
Come una pistola che ti spara nella piazza
Come una mattina
Come una bambina
Come un uomo buono che combatte la rovina
Come la Montagna 2
Come la vergogna
Come la tua gente che non legge però sogna
Ma se tutto è forte
Tu leggi più forte
Forte come i libri che ti cambiano la sorte
Forte come un dono
Forte più del danno
Tu leggi più forte che vedrai
Sentiranno
1 "Priezza", in napoletano "guizzo di gioia".
2 "Montagna", con l'iniziale maiuscola, il Vesuvio.
All'indice
Scritta per l'evento di arte relazionale "DING PARAPAT!", creato da Elisa Fontana e Takla Improvising Group per l'ottava edizione del Festival Tuttestorie di Cagliari, giugno 2013
Da casa nasce cosa
Da cosa nasce storia
Con voce silenziosa
Con parole fatte d'aria
Una storia conchiglia
Che si mette all'orecchio
E senti che bisbiglia
Come un vento molto vecchio
Le storie delle case
Le cantano le cose
Se tu sai ascoltare
Quelle voci misteriose
E allora tutti quanti
Ding! Parapàt!
Cittadini, abitanti
Ding! Parapàt!
Portateci le cose
Ding! Parapàt!
Che stanno nelle case
Ding! Parapàt!
Quelle voci segrete
Le metteremo in coro
E allora sentirete
Come canteranno loro!
All'indice
Scritta nel gennaio 2014 per la rivista "G Baby", Periodici San Paolo, e mai presentata perché "fuori fascia d'età". Nel 2019 inserita nel libro "Rime Rimedio" (Salani).
Se usate questa filastrocca, per favore, oltre all'autore citate il titolo del libro e l'editore.
Io sono un vero extraterrestre!
Vengo da molto molto lontano
Provate a chiedere alle mie maestre
Non sono umano!
Dalla galassia di non si sa dove
Sulle onde gelide dei raggi gamma
Sono arrivato con l'astronave
Pancia di Mamma
Ora ci sono, prima non c'ero
E allora dico: vi siete mai chiesti
Prima di essere qui dove ero
Sciocchi terrestri?
Ero nel prima, ero nel poi
Ero in uno smisurato settembre
Ero in un mondo senza di voi
Ero nel sempre
Tu guardi solo ad altezza di adulti
Tu non ci pensi, tu non ci credi
Gli extraterresti invece son molti
E tu non li vedi!
Guarda più in basso, siamo vicini
Non ti diciamo né dove né quando
Grande, preparati, siamo i bambini
Stiamo arrivando!
All'indice
Scritta per i quarant'anni della Biblioteca dei Ragazzi della Biblioteca Provinciale "La Magna Capitana" di Foggia, marzo 2014
La Biblioteca Capitana dei Bambini
È una tana di domande e di destini
È una fontana di leggende e di passioni
È una collana che lega le stagioni
Lei attende, ormai da quarant'anni
Aspetta i suoi bambini negli autunni
E passano gli inverni, loro vengono
Passano primavere, loro leggono
Passano grandi estati, loro crescono
Poi non passano più, loro spariscono
Vanno nel mondo, fanno figli, fanno figlie
Fanno lavori, sbagli e meraviglie
Un giorno dicono ai figli: esiste un posto
Che è un palazzo, però assomiglia a un bosco
È una collana che lega le stagioni
È una fontana di leggende e di passioni
È una tana di domande e di destini
Li portano alla loro Capitana dei Bambini
Lei li guarda, sorride, dice: bravo!
È il tuo bambino? Venite, vi aspettavo
All'indice
Scritta per Francesca, la ragazza di Petrol, che con lui ha cantato per me, marzo 2014
Per ogni figlio, perché compia i suoi anni
Perché nei doni e nei danni lui lo sappia
Perché nel riso che gli scoppia lui lo sa
Che sotto i giorni c'è una gioia che perdona
Che nelle cose c'è una buffa forza buona
Che in fondo al viaggio che lui ha cominciato
C'è un dio che ride, e ride come un matto
All'indice
Scritta per l'inaugurazione dello studio Ornitorinco Atelier di Fabrizio Silei, maggio 2014
Uno due tre
Il papa non è re
Il becco non è bocca
Il topo non è oca
Gli schemi non son scemi
Le uova non son figli
E tu come ti chiami?
A cosa t'assomigli?
Io sono papa e re
Io sono oca e topo
Io sono quella e
Che unisce prima e dopo
Io faccio figli e uova
Son fossile vivente
Sono la buona nuova
Non assomiglio a niente
Sono fuori modello
Son sempre quello a fianco
Sono il Muso d'Uccello
L'ORNITORINCO!
All'indice
Scritta per i 30 anni dell'Archivio Diaristico Nazionale di Pieve Santo Stefano, settembre 2014
I diari sono atlanti
Sono rose nei venti
Son brezze silenziose
Di cose cose cose
Bianche, lavate
In vento trasformate
Un vento fatto d'anime
Disciolte nello scrivere
Oramai senza traccia
Di colori, di essenze
Che carezza la faccia
Con le pure esistenze
Un vento trasparente
Di ore, di sere
Passate inutilmente
Meravigliosamente
In pagine leggere
Scritte, trafitte
Spianate in righe dritte
Di calendari vivi
Giovanna, cosa scrivi?
Ho scritto per lavare
Ho scritto per schiarire
Per fare, disfare
Il passato a venire
Per dire le mattine
Per capire perché
Tu mondo senza fine
Ricordati di me
Voi scrittori del vento
O cugini, o fratelli
O perdute da tanto
Adorate sorelle
Quei diari sono un dono
Un perdono di eroi
Perché io so chi sono
Perchéio sono noi
Scritta per la mamma di un bambino con sindrome di Down, settembre 2014
Tu non sei abile
Però sei nobile
Tu non sei abile
Però sei buono
E tutti gli abili
Che sono simili
Neanche lo sanno
Cosa non sono
Tu non sei abile
Tu non sei simile
Però sei unico
E sai perché
Pperché anche gli abili
Pperché anche i simili
Pperché anche i fulmini
Non sono te
Tu sei mio figlio
Con doppio nodo
Mai con nessuno
Ti scambierei
Perché ti voglio
Allo stesso modo
Per ciò che sei
E ciò che non sei
Scritta per un'intervista a VITA SCOLASTICA ONLINE, sito di Giunti Scuola, ottobre 2014
Ogni albero ha un frutto
E il frutto ha dentro un seme
E il seme ha dentro l'albero
Che poi diventerà
Io che sono un bambino
Porto anch'io, come un seme
Nascosto dentro, il grande
Che un giorno arriverà
Ma allora la maestra
Che grande è diventata
Dentro avrà la bambina
Che da piccola era
La ragazzina pazza
Nella donna posata
Maestrina ghiribizza
Che insegue una chimera
La mia maestra è donna
Ma è anche un po' fatina
Quando serve capisce
Quando serve indovina
La mia maestra è grande
Ma ha dentro una scolara
Con la grande lei insegna
Con la piccola impara
Scritta per "Un Prato di libri", Festa della lettura per bambini e ragazzi, Prato, novembre 2014
Fiori di prato, fiori di serra
Petali in cielo e radici per terra
Fiori di libri, libri di fiori
Fiaba rinchiusa che scoppia di fuori
Fuori di scuola, fuori di festa
Piedi per terra ma nuvole in testa
La città intera è un giardino sognato
Un Prato di Libri di prato
Scritta in memoria di una bibliotecaria e lettrice di fiabe, che molto ha fatto per la letteratura per l'infanzia a Cagliari e in Sardegna. Dicembre 2014
RITENUTA INADATTA DAL COMMITTENTE E NON UTILIZZATA
Ora zitta, riposa, Marisa
Oramai che i bambini ti hanno presa
E con tutte le fiabe che hai letto
Là nel buio hanno fatto un cestinetto
Di destini intrecciati fra loro
Un telaietto d'oro
Che tu hai trovato pronto
Per riposare nel tuo stesso racconto
Scritta per Mattia, che attraversa la tempesta, dicembre 2014
Accade veramente
Si sono separati
Tu non puoi farci niente
Se gli adulti sono matti
Più matto di un cavallo
Più cieca di una talpa
Non è per niente bello
Ma non hai per niente colpa
Se insieme non li vedi
Come la notte e il giorno
Saranno come i piedi
Che si fanno andare a turno
Se i muri son crollati
Lì parte un altro pezzo
Se sono separati
Tu ci puoi passare in mezzo
In mezzo c'è una strada
Che porta verso il mondo
E che dovunque vada
Non sta lì a girare in tondo
E mentre gli anni girano
Ti accorgerai che è vero
I grandi si dividono
Ma tu rimani intero
Intero fra i ricatti
Fra le ragioni e i torti
I grandi sono matti
Ma i bambini sono forti
Cavalca queste onde
Cresci con uno scatto
Che poi forse da grande
Anche tu sarai un po' matto
Scritta per l'addio al lavoro della responsabile di Biblioteca Salaborsa, valorosa bibliotecaria, febbraio 2015. Poi inserita, col titolo "Rima per la bibliotecaria in pensione", nel libro "Rime Rimedio", Salani 2019.
Se usate questa filastrocca, per favore, oltre all'autore citate il titolo del libro e l'editore.
Un libro trova un posto
Proprio su quel ripiano
E un bimbo un giorno se ne andrà lontano
Un altro libro giusto
Colorato e vicino
E una bambina aspetterà un bambino
Quattro scaffali nuovi
Nella seconda sala
E un temporale scoppierà in Bengala
Ultimi nuovi arrivi
Con qualche libro vecchio
E una farfalla batte le ali a Casalecchio
Giorni matti di corsa
Anni messi di costa
Tiziana lascia la sua Salaborsa
Stringe le spalle, sbuffa
Dice che è il suo lavoro
È buffa con quella corona d'oro
Regina funzionaria
Che combina destini
Fata bibliotecaria dei bambini
Scritta per il progetto "Nati per Leggere. Libri d'artista" della Biblioteca di Grignasco, aprile 2015
Poi inserita nel volume "Rime Rimedio", Salani 2019.
Se usate questa filastrocca, per favore, oltre all'autore citate il titolo del libro e l'editore.
Nella cascata di tutti i regali
Trova il poeta quattro vocali
Le lega insieme con due consonanti
Una nel mezzo e una davanti
Formano la paroletta poesia
Sola soletta che aspetta che sia
Poeta chiama parole sorelle
Tutte già pronte, tutte già belle
Hanno viaggiato, hanno riso, hanno corso
Ora si fermano e formano un verso
Poeta chiama altri tredici versi
Suonano simili e sono diversi
Insieme formano questa poesia
Il vento soffia, lei vola via
Poesia parola che vola da sola
Via dalla penna, via dalla gola
Va dai bambini e nel gioco diventa
Un battimani, una ninna, una conta
Va dal pittore e diventa figura
Dallo scultore diventa scultura
Dal musicista diventa canzone
Va dall'attore e diventa emozione
Dallo scrittore ritorna parola
Dal copywriter diventa uno slogan
Va nella chiesa e diventa preghiera
Va nello stadio e si perde nei cori
Non si ricorda più quello che era
Cambia da dentro, cambia da fuori
Di bocca in bocca vola e si sbriciola
Di mano in mano vola e si sgretola
Esplode in mille perline vocali
Nella cascata di tutti i regali
La fiaba è vecchia, la rima è nuova
Passa il poeta e trova...
Nella cascata di tutti i regali
Trova il poeta quattro vocali...
Per la pubblicazione "Ambinoi" n. 1, edita da Mantova Ambiente, giugno 2015. Poi inserita nel libro "Rime Rimedio", Salani 2019.
Se usate questa filastrocca, per favore, oltre all'autore citate il titolo del libro e l'editore.
Nel tempo giusto delle fiabe vere
Ogni giorno un Bambino Cavaliere
Incontra il proprio Drago sulla via
E oggi è un Verme di atroce porcheria
Di sporco, carta, vetro e putridume
Di plastica e metallo, di pattume
Gigantesco, malvagio, velenoso
Che fissa quel bambino valoroso
E gli grida con fiato puzzolente
Tu piccolo incosciente! Tu mi sfidi?
Vieni avanti e sorridi? Ebbene sia!
Si dia inizio alla pugna, ma sian fatti
Anzi la pugna, della pugna i patti!
Se tu mi vinci
Io accetto che cominci
Del mio corpo la gran trasformazione
Dal mondezzaio alla benedizione
E che abbia inizio
Il dono delle mie parti al tuo servizio
Che la mia plastica
Sia la tua carne multipla e fantastica
Il mio metallo
Diventi le tue ossa di cristallo
Che la mia carta
Sia la tua lingua che lontano porta
E che il mio vetro
Sia l'occhio tuo che vede ciò che è dietro
E la mia carne
Sia tutto ciò che il tempo saprà farne
Ma se tu perdi
Tu non vedrai mai più i tuoi boschi verdi
Perché sarà il mio fiato di drago
Fatto di fumo e feci e rogna e rogo
A trasformare te e la tua natura
In fantasmi di morta spazzatura
Ecco, umano bambino, questi i patti
Li accetti tu? Combatti?
Per la pubblicazione "Ambinoi" n. 1, edita da Mantova Ambiente, giugno 2015. Poi inserita nel libro "Rime Rimedio", Salani 2019.
Se usate questa filastrocca, per favore, oltre all'autore citate il titolo del libro e l'editore.
Carta a quadretti dei quaderni della scuola
Cicla la carta e c'è una pagina che vola
Vola nel vento un grande foglio di giornale
Cicla la carta e c'è una carta di Natale
Scarta il regalo ma non buttarla via
Cicla la carta e c'è un libro di poesia
Nella poesia c'è la memoria e c'è il coraggio
Cicla la carta e c'è un cartone da imballaggio
Su quel cartone c'è una mappa del tesoro
Cicla il cartone e rimettilo al lavoro
In quel lavoro c'è scritto il tuo segreto
Cicla la carta e c'è un lunghissimo alfabeto
Cartamoneta, cartastraccia, cartapesta
Quello che cicla sarà quello che resta
Quello che dice il tuo tesoro più sicuro
Gira la carta e c'è scritto il tuo futuro
Per la pubblicazione "Ambinoi" n. 1, edita da Mantova Ambiente, giugno 2015. Poi inserita nel libro "Rime Rimedio", Salani 2019.
Se usate questa filastrocca, per favore, oltre all'autore citate il titolo del libro e l'editore.
Pensare che ero sabbia
M'hai trasformato in vetro
Per far vedere al mondo
Il mondo che c'è dietro
La luce sorprendente
La vita che c'è fuori
Vetrina trasparente
Vetrata di colori
Finestra
Bottiglia
Gli occhiali
La biglia
Tutta la meraviglia
Che si vede attraverso
Io ero sabbia e guarda come son diverso
E mi fa rabbia che tu mi butti via
È la tua ennesima malefica follia
Perché io sono il vetro
Sono liquido duro
Io vedo ciò che è dietro
Io vedo il tuo futuro
Se tu continui a fare
E rifare inutilmente
Lo sai che cosa vedo dietro te?
Niente
Per la pubblicazione "Ambinoi" n. 1, edita da Mantova Ambiente, giugno 2015. Poi inserita nel libro "Rime Rimedio", Salani 2019.
Se usate questa filastrocca, per favore, oltre all'autore citate il titolo del libro e l'editore.
Mangio l'arancia, butto la buccia
Dentro il Sacchetto per la Campagna
Dove coi raggi il sole la schiaccia
Dove con l'acqua la pioggia la bagna
Sopra ci cadono bucce di frutta
Gusci di uova, ossicini e caffè
Quello che nelle cucine si butta
Lische di pesci e bustine di tè
Vengono a pranzo vermi ed insetti
Vengono al pascolo microbi e funghi
Mangiano e tritano avidi e ghiotti
Passano i giorni, umidi e lunghi
Passano i mesi su quella montagna
Fatta di scarti, rifiuti e robaccia
Pioggia del cielo la gonfia e la bagna
Caldo del sole l'asciuga e la schiaccia
Fa l'incantesimo Fata Natura
Cambia il colore, l'odore passa
Quella che era per noi spazzatura
Diventa terra umida e grassa
Terra pulita dove cresce bene
Fragola nespola cachi ed arancia
Frutta e verdura, fichi e banane
Tutto buon cibo nella mia pancia
Non proprio tutto: butto la buccia
Dentro il Sacchetto per la Campagna
Dove coi raggi il sole la schiaccia
Dove con l'acqua la pioggia la bagna
L'uomo è la bocca, la terra è la pancia
E la poesia ricomincia...
Per la pubblicazione "Ambinoi" n. 1, edita da Mantova Ambiente, giugno 2015. Poi inserita nel libro "Rime Rimedio", Salani 2019.
Se usate questa filastrocca, per favore, oltre all'autore citate il titolo del libro e l'editore.
Plic ploc plastica
Gocciola dal cielo
Nuvola fantastica
Di polistirolo
Piovono bottiglie
Crescono bottoni
Muoiono conchiglie
Nascono flaconi
Niente più bambine
Basta coi bambini
Solo bamboline
Solo soldatini
Niente più lattughe
Solo vassoietti
Solo tartarughe
Che divorano sacchetti
Ma che brutto sogno
Meglio che mi sveglio
Meglio che decido
Dove vado e cosa voglio
Io voglio giocare
Io voglio giocattoli
Ma non voglio un mare
Di bottiglie e di barattoli
Io voglio giocare
Con le mie cose care
Magari anche di plastica
Però da riciclare
Da riciclare in plastica
Ma subito perché
Dopo sarà la plastica
A riciclare me
Per la pubblicazione "Ambinoi" n. 1, edita da Mantova Ambiente, giugno 2015. Poi inserita nel libro "Rime Rimedio", Salani 2019.
Se usate questa filastrocca, per favore, oltre all'autore citate il titolo del libro e l'editore.
Filo di ferro, filo di rame!
Passa il carretto del ferrovecchio
Passa un omino con dita di lame
Che grida forte con voce di secchio
Latta e lattine, ferro e ferraglia!
Donne e bambini, venite fuori!
Il mio asinello che ride e che raglia
Mangia metallo e fa cacca di fiori
Fiori di ferro, fiori di rame!
Dateci forbici e vecchi barattoli!
Volete salvo il vostro reame?
Dateci pentole e vecchi giocattoli!
Li trasformiamo in fiori futuri
In erba verde e terra pulita
Nel ferrovecchio che tirate fuori
C'è il ferro nuovo della vostra vita
Giovani stupidi, uomini lenti
Date ragione all'omino che passa
Prima che tutta la terra diventi
Campi di ruggine rossa
Scritto in memoria di Vera Sighinolfi, in occasione del Festival "Libraria", Albinea, agosto 2015
Riadattato da una precedente versione scritta in memoria di Marisa Del Rio, bibliotecaria e lettrice di storie a sua volta: versione ritenuta inadatta dal committente e non utilizzata
Ora zitta, riposati, Vera
Sorridi nella Lunga Nanna Nera
Perché con tutte le fiabe che gli hai letto
I tuoi bambini hanno fatto un cestinetto
Di destini intrecciati fra loro
Un telaietto d'oro
Che tu hai trovato pronto
Per riposare nel tuo stesso racconto
Per il nascente Festival "La Vallata dei Libri Bambini", Valle Seriana, Bergamo, gennaio 2016
Se i libri son bambini
Un giorno cresceranno
Mentre i libri dei grandi son già grandi e non lo fanno
Se i libri son farfalle
Voi dategli una valle
E vi faranno crescere le ali sulle spalle
Se i libri fanno arte
Preparate le torte
Perché le cose buone fanno leggere più forte
Se i libri fanno festival
Segnate il calendario
Perché sarà una festa un po' per gioco ma sul Serio
Segnatevi la data
Lo dice Tognolini
Se il Serio è una Vallata allora i Libri son Bambini
Scritta nel corpo di un racconto per il libro collettaneo “Antologia di periferia”, promosso dal Centro Leggimi Forte di Pomigliano d'Arco, gennaio 2016. Poi inserita nel libro "Rime Rimedio", Salani 2019.
Se usate questa filastrocca, per favore, oltre all'autore citate il titolo del libro e l'editore.
C'è sempre un posto al Centro
Della Periferia
C'è sempre un posto nella
Periferia del Centro
Tutti i mosconi dicono
Io voglio andare via
Tutte le mosche ronzano
Non voglio starci dentro
E tutti i grilli partono
E le farfalle vanno
Solo le api restano
Perché loro lo sanno
Periferia e Centro
Si scambiano di posto
Si mescolano dentro
Un luogo più nascosto
Paese delle favole
Devi trovargli un nome
Cadere dalle nuvole
Devi scoprire come
È andare
Tornare
Attraversare il mare
È fare
Salvare
Portare all'Alveare
Curandolo
Crescendolo
Cambiandolo così
Un posto in mezzo al mondo
Che puoi chiamare Qui
Per consolare i bimbi stranieri di prima primaria di un'amica maestra di Brescia, che hanno paura quando i grandi vanno via. Marzo 2016
Ve ne siete andati in volo
Dentro il mondo che vi abbraccia
E io son rimasto solo
Come il naso nella faccia
Passeranno lente lente
Lumachine le giornate
Finché il naso sente sente
Che alla fine ritornate
E staremo tutti bene
Ci saranno giorni e giochi
Resteremo sempre insieme
Come gli occhi
Per una maestra che me l'ha chiesta, e per tutte le altre che non ho sentito chiedere ma ho visto essere e fare, aprile 2016. Poi inserita nel libro "Rime Rimedio", Salani 2019.
Se usate questa filastrocca, per favore, oltre all'autore citate il titolo del libro e l'editore.
Canzone dei mattini
Poesia dei miei alunni
Canta come correvano
I piedini degli anni
Come frutti sugli alberi
Come pane nei forni
Facevamo la classe
Con le mani dei giorni
Quei giorni come rondini
Quegli anni come buoi
Vi vedevo cambiare
E diventare voi
Nelle mattine gelide
Nei pomeriggi d'oro
L'amore sbriciolava
La pietra del lavoro
Le briciole doravano
Ogni nostra parola
I bambini sbocciavano
Nel cuore della scuola
Cantavano un segreto
Che alla fine ho compreso
Che più di ciò che ho dato
È ciò che mi hanno reso
L'onore pedagogico
E il sole alla finestra
Crescere i miei bambini
Essere una maestra
Prologo in versi per lo spettacolo CANTI DI TUTTESTORIE, tratto dalle edizioni 2013, 2014 e 2015 del Festival Tuttestorie di Letteratura per l'Infanzia, a opera della compagnia Teatro Dallarmadio di Cagliari. Agosto 2016
Gentile pubblico, cortese a vario
Nani e giganti, bambine e bambini
Vi salutiamo, aprendo il sipario
Con lo scrittore Bruno Tognolini
Abbiamo fatto, per non darci arie
Di baccalanzia e balenzia e baldanzia
Più di tre Festival di Tuttestorie
Libri e racconti e figure d'infanzia
E poiché stretta è la foglia e la via
E dura l'arte a poeti e istrioni
Nulla del porco si butta mai via
E figurarsi battute e canzoni
E allora eccovi uno Zibaldone
Di quei tre festival di quei tre anni
Che raccontavano le cose umane
Ai piccolini, agli adulti ed ai nonni
CASA!
Coi Lumacoidi Lumacò e Lumacheta
Raccontavamo delle CASE del pianeta
Come gli uomini le abitano
Dalle stalle alle stelle
Come cambiano e come sono sempre quelle
SORPRESA!
Con gli Angeli Pescatori Urra e Uffa
Lei che le piace tutto, lui che tutto lo stufa
Raccontavamo la SORPRESA della vita
Per chi non c'è mai stata
E per chi non è mai finita
EXTRA!
Con Dimitri e con Petrushka, artisti delle piazze
Raccontavamo cose straordinarie e pazze
Tutto l'EXTRA che va oltre
Tutto ciò che è sempre più
Perché tu sei qualche cosa più di tu
E così alfine andiamo a cominciare
Perché rimangano buone memorie
Buone parole da ridire e ricantare
Per voi i... CANTI DI TUTTESTORIE!
Epilogo in versi per lo spettacolo CANTI DI TUTTESTORIE, di cui sopra. Settembre 2016
Gentile pubblico, pregiato e vario
Signori adulti e messeri bambini
Qui vi saluta il Teatro Dallarmadio
Col suo poeta Bruno Tognolini
Se i nostri Canti non vi son piaciuti
Siate gentili, non fate fischi
Se i nostri Canti vi sono piaciuti
Siate magnifici, comprate i dischi
Noi Lumacoidi, angeli, eroi
Fra qualche giorno saremo lontani
Ma i nostri Canti staranno con voi
Fino a domani e domani e domani
Gentile pubblico! Io qui finisco!
Amore all'arte! Comprate un disco!
Per due gemelle, e per la loro madre che quasi ha perso la vita nel darla a loro. Settembre 2016
MAI SPEDITA perché non ritenuta dal suo autore all'altezza del compito
Tu madre luna
Chiamavi una
Noi siamo due
Noi siamo tue
Uno è il tuo viso
Siamo due mani
Uno il tuo naso
Siamo due braccia
Tu madre luna
Quando ci tocchi
Siamo due occhi
Nella tua faccia
Siamo sorelle
Belle nel vento
Siamo due stelle
Siamo duecento
O madre Luna
È così tardi
Noi siamo belle
Quando ci guardi
Apriti favola
Luna guarisci
Sciogliti nuvola
Madre capisci
Che è una fortuna
Guarda quaggiù
Non sei più una
Nemmeno tu
Tu madre luna
Chiamavi una
Noi siamo due
Noi siamo tue
Per l'evento finale del Festival Tuttestorie di Letteratura per Ragazzi. Cagliari, ottobre 2016
Voga Santo Personaggio
Vai nel mare, parti in viaggio
Porta indietro il mio coraggio
Di accettare
Ciò che viene da oltremare
E non è Mostro
E mandare in oltremare
Ciò che è Nostro
Ciò che viene dal domani
E che temiamo
Dal domani viene quello che noi stessi…
CI MANDIAMO!
In occasione dell'annientamento brutale della Città del Teatro di Cascina, Pisa, a opera della giunta neoeletta, novembre 2016. Poi inserita nel libro "Rime Rimedio", Salani 2019.
Se usate questa filastrocca, per favore, oltre all'autore citate il titolo del libro e l'editore.
Non hanno poeti! Non hanno poeti! Non hanno poeti!
Nel vento dell'odio son corsi fin qui e non sanno che dire
Sono il nuovo padrone, hanno loro il bastone e ne sono profeti
Hanno rotto le favole di una città che non sanno capire
Il sipario civile dei maghi e dei re ora è pieno di squarci
Han picchiato gli attori, hanno preso il teatro, e non sanno che farci
Ma il teatro del mondo è una trappola antica, ha una forza lontana
E i padroni predoni che invadono il palco si trovano in scena
Lo spettacolo vero diventano loro, meschini, sguarniti
E non hanno poeti! Non hanno poeti! Non hanno poeti!
Per i cinquant'anni di Valentina Sanjust, e le altre maestre seminatrici come lei. Novembre 2016
Valentina, tu compi questi anni che sono anche nostri
Chissà quanti domani diranno che non li dimostri
Tu dimostrali, invece, ché il mondo è un alunno un po' scemo
E ora va blaterando di nuovo di Bene Supremo
E bisogna aiutarlo a capire, ci vuole pazienza
Serviranno maestre mature di grande esperienza
Per gettare scintille dorate nell'ombra che viene
Inflessibili seminatrici di Piccolo Bene
Per una "storia in 600 battute" richiesta dall'inserto "La lettura" del Corriere della sera, e scartata da me stesso in favore di un'altra. Marzo 2017
C'era una volta una storiella canzonetta
Che faceva fare tutto in fretta in fretta
La suonavano in macchina i tassisti
La mettevano in salone i parrucchieri
Faceva fare in fretta tanti acquisti
Faceva fare a tutti sogni veri
La stampavano sui fogli dei giornali
La scrivevano i messaggi cellulari
Proprio una bella storiella canzonetta
Che faceva proprio correre la vita
Liscia liscia, dritta dritta, stretta stretta
Che non finisce mai, però è finita
E il signor Giorgio, arrivato sulla porta
È allibito: "Non ci credo! Troppo corta!"
Colpa di quella storiella canzonetta
Che faceva fare tutto in fretta in fretta
Per la manifestazione "Alzheimer Fest" e l'inserto "La Lettura" del Corriere della Sera, agosto 2017. Poi inserita nel libro "Rime Rimedio", Salani 2019.
Se usate questa filastrocca, per favore, oltre all'autore citate il titolo del libro e l'editore.
Cara nonna in altalena, mi hanno detto
Che tu voli fra il presente ed il passato
Io lo so cos'è il presente, siamo noi
Non m'importa se sei prima o se sei poi
Se ti svegli di mattina
E mi vedi sorellina
Poi sei mamma a mezzogiorno
Con i tuoi bambini intorno
Poi sei nonna nella sera
E io nipotina vera
E di notte cosa sei
Quando è chiusa quella porta
Se sei prima o se sei poi non m'importa
Tu non sai cos'è il presente, ma io sì
Il presente siamo noi e siamo qui
Una mano vecchia tiene una manina
È tua figlia, è tua nipote
"Ma chi è questa bambina?"
Nonna persa in una fiaba di orologi e di altalene
Non mi importa quando sei
Ma che stai bene
Per una raccolta di poesie tratte da vari miei libri, associata all'edizione 2018 del Sussidiario dei Linguaggi, Fabbri Editori. Ottobre 2017
Ciao Mondo! Come stai? Sono io
Sono arrivato, e tu sei il posto mio
Mi guardo intorno, seduto in mezzo al giorno
C'è luce su ogni cosa. Sono a casa
Ciao Cielo! Son qui sotto! Tu mi vedi?
Non sono alto, ma sto in punta di piedi
Per salutarti da lontano, con la mano
E farti feste, per come sei celeste
Ciao Tempo! Ti cercavo e tu sei qui
Incoronato di primavere e giovedì
Comincia il gioco che si chiama vita mia
C'è un bel vento. Allora andiamo? Pronti, via!
Per una raccolta di poesie tratte da vari miei libri, associata all'edizione 2018 del Sussidiario dei Linguaggi, Fabbri Editori. Ottobre 2017
È un bastone invisibile
Per toccare le stelle
È un cagnone invincibile
Che ti salva la pelle
«Ma che cosa vuol dire?»
«Niente, stiamo a sentire»
È la combinazione
Del tuo scrigno più vero
È la manutenzione
Delle nuvole in cielo
«Non ci capisco nulla»
«Nemmeno io, ma è bella»
È una vecchia poltrona
Imbottita di sogno
È un'immensa balena
Nascosta nel tuo bagno
«Di cosa sta parlando?»
«Di una cosa del mondo»
È una giostra dipinta
Con papere e pantere
È una tua mamma finta
Che fa carezze vere
«Sono parole strane»
«Sono parole umane»
È il bambino stupendo
Che sarai tu da vecchio
È l'altro mezzo mondo
Che vedi nello specchio
«Ma c'è un posto così?»
«Sì, io vengo da lì»
È un richiamo profondo
È un fischio degli eroi
Per convincere il mondo
A far rima con noi
«Basta, mi son stufato
Andiamo via, va bene?
Vieni con me anche tu?
E poi giochiamo insieme?
Glielo chiedi tu al mondo
Se fa rima con me?
E quando mi confondo
Mi terrai lì con te?
Stringeremo legami?
Sarai amica mia?
Come vuoi che ti chiami?»
«Poesia»
Filastrocca indice e mappa per una raccolta di poesie tratte da vari miei libri, associata all'edizione 2018 del Sussidiario dei Linguaggi, Fabbri Editori. Ottobre 2017
Filo di mondo che c'è tutt'intorno
Cosa gli dico? Digli buongiorno
Filo di fiume che fruscia di sogni
Dove mi porta? Nei sette regni
Fili animali fratelli diversi
Come gli parlo? Fa' i loro versi
Filo di uccelli perduti nel cielo
E se c'è nebbia? Bucano il velo
Filo di vento che scuote le cose
Filo di terra che scrolla le case
Filo di ghianda che è la quercia nuova
Nel labirinto il filo si trova
Nel cambiamento il filo si perde
Filo del nonno che è vivo nel verde
Filo del Drago che sfido per gioco
Filo per crescere, fermati un poco
Filo del capo, che non sono io
Filo di un padre più bello del mio
Rabbia del filo che non ha ragione
Filo spezzato, compagno di banco
Rabbia del filo che fa indignazione
Filo maestra che vola al mio fianco
Filo di casa che va fino a scuola
Filo pesante di chi va in salita
Filo confine, una lettera sola
Filo di un gesto che cambia la vita
Figli del mondo son fili di tutti
Fili di quelli diversi da noi
Figli di fiori e figlie di frutti
Fili di prima e fili di poi
Fata che fila con fili di rocca
Rima che gira nella filastrocca
Tessili tu questi fili dispersi
Ferri di maglia con fili di versi
Tienili insieme in un solo disegno
Tessimi un sogno, cucimi un segno
E adesso guarda: la rima è finita
È un maglioncino che si chiama Vita
Per Pino Grossi, già a lungo guardino dello zoo e ora bibliotecario, narratore e attore nella Biblioteca Centrale Ragazzi di Roma. Novembre 2017.
Auguri a Pino che l'arte non spreca
E dallo zoo se ne va in biblioteca
E ora guardiano di storie ed attore
Dà da mangiare alle bestie del cuore
134. PROLOGO DELLA NOIA SUL SOFÀ
Prima versione scartata della filastrocca prologo per la traduzione in versi del libro “The Twelve Days of Christmas”, William Morris wallpapers and fabrics with illustrations of Liz Catchpole, gennaio 2018.
Sul sofà di zia Sofia
- Le quattro e cinque, le quattro e dieci
Il pomeriggio scivola via
- Le quattro e un quarto, le quattro e venti
I grandi parlano e bevono il tè
- Le quattro e ventuno, le quattro e ventotto
Non c'è nessuno che gioca con te
- E noia di sopra e noia di sotto
Noia dipinta sul grande divano
Tutto coperto di un velluto strano
Pieno di cose, di foglie e di fiori
Pieno di forme ma senza colori
Tutte in rilevo, dice il bambino
Le guarda bene, vicino vicino
Tocca col dito, pensa e s'incanta
- Le quattro e trenta, le quattro e quaranta
Ci sono uccelli nascosti fra i rami
Forse rispondono se tu li chiami
Forse si staccano ed escono fuori
Forse li vedi con altri colori
Che cosa immagini che ci sia
Su quel sofà della zia Sofia
Dodici uccelli che volano via
Strofa di stoffa
Stufa poesia!
Filastrocca prologo per la traduzione in versi del libro “The Twelve Days of Christmas”, William Morris wallpapers and fabrics with illustrations of Liz Catchpole, gennaio 2018.
Sul divano damascato
Passa il tempo innamorato
Il tuo amore arriverà
Mille doni ti porterà
La vita è accesa, il cuore è in gioia
Ma nell'attesa si muore di noia
Noia dipinta sul vecchio damasco
Tutto disegni di fronde di bosco
Fitto di uccelli, di foglie e di fiori
Folto di forme senza colori
Guardale e sognale, una per una
Cerca il sofà che ti porta fortuna
Chiedi ai disegni di tutti i sofà
Quando il tuo amore arriverà
E quali doni ti porterà
E chi sarà?
Filastrocca epilogo per la traduzione in versi del libro "The Twelve Days of Christmas", William Morris wallpapers and fabrics with illustrations of Liz Catchpole, gennaio 2018.
Il mio amore alla fine poi è arrivato
Mi ha baciato e ce ne siamo andati insieme
Sul divano per ricordo ti ho lasciato
Queste dodici stupende rime sceme
Per lo spettacolo teatrale "Oltremare", di Sergio Beercock, liberamente tratto dal mio libro "Doppio blu", marzo 2018. Poi inserita nel libro "Rime Rimedio", Salani 2019.
Se usate questa filastrocca, per favore, oltre all'autore citate il titolo del libro e l'editore.
Quando diventerò piccolo
Io voglio fare il bambino
Cuore minuscolo e mondo grandissimo
Che mi cammina vicino
Quando diventerò piccolo
Voglio dormire nell'uovo
E poi bucare col naso le nuvole
E poi giocare di nuovo
Voglio tramonti lunghissimi
Di compleanni lontani
Con cinquemila gelati che aspettano
Zitti nei bravi domani
Piangere, ridere, correre
Crescere con un sussurro
Quando da grande diventerò piccolo
Dentro l'azzurro
Per l'esclusione del Festival Tuttestorie dal bando dei finanziamenti del comune di Cagliari a seguito di un errore di distrazione nella nominazione di un file, aprile 2018. Poi inserita nel libro "Rime Rimedio", Salani 2019.
Se usate questa filastrocca, per favore, oltre all'autore citate il titolo del libro e l'editore.
Signora maestra, mi sono sbagliato
Ho scritto gelone e volevo un gelato
Volevo una lima e ho scritto limone
Volevo una calza e ho scritto calzone
Signora maestra, mi sono confuso
E tu mi hai bocciato, punito, escluso
È vero, maestra, ci sono le leggi
Però se io sbaglio, allora correggi
Però se io sbaglio, non lasciarmi fuori
Perché così raddoppiamo gli errori
E il mondo è tutto un pasticcio perché
La mia maestra sbaglia più di me
Ero distratto, ma tu non mi credi
Tu sei maestra, però non mi vedi
Tu sei la legge, ma non hai ragione
Forse son matto e ho scritto mattone
Forse son canna e ho scritto cannone
Ma sono preda, non sono predone
Per due bambini che hanno visto accadere cose brutte, e per tutti gli altri che il mondo ha ferito in altri modi, aprile 2018. Poi inserita nel libro "Rime Rimedio", Salani 2019.
Se usate questa filastrocca, per favore, oltre all'autore citate il titolo del libro e l'editore.
Bambino ferito per sbaglio da ciò che succede
Nel cuore fiorito c'è un taglio, però non si vede
Si è rotto un pezzetto di cielo da quella mattina
Bambino ferito si sveglia, si veste e cammina
Ma ascolta: la vita che passa è una mamma natura
Se vede quel taglio lo spalma di giorni e lo cura
Ci sono vacanze, gelati, ci sono altalene
Ci sono persone che vogliono che tu stai bene
Poi vengono belle stagioni, ti portano al mare
Tu vacci, fai finta di niente, tu lasciale fare
Le piante, le spiagge, le mani, le nonne, le arti
Le cose del mondo ci stanno provando a curarti
Scritta, senza alcuna richiesta, per il libro "Rime Rimedio", Salani 2019.
Se usate questa filastrocca, per favore, oltre all'autore citate il titolo del libro e l'editore.
Ehi dillo, rima dillo, rima rana scema!
Rima tu, frulla giù, dillo con la rima!
Filastrocca, filastrega, rima che rimedia!
Filastrana, nenia nana, sali sulla sedia!
Da lassù dille giù, sante rime buone!
Vecchia vera tiritera della guarigione!
Bomba dillo, ritmo bello, bum bum verso!
Batte cuore, passo duole, io mi sono perso!
Ma tu batti, bel tamburo, buio cuore scuro!
Piede e passo, batti basso, viene giù il futuro!
Batti canti, piede avanti, cielo disperato!
Lui fa tum, lui fa bum, io son già passato!
Dunque dillo, rima dillo, non vuol dire nulla!
Ma quel nulla, bella bolla, vedi come culla!
Balla cuore, piede vuole, vado avanti solo!
Ma se cado tu ridillo
Tu ricantami, riprendimi, riportami nel volo...
"Una poesia che rimedi al diffondersi delle parole e dei gesti ostili". Una delle 500 richieste di filastrocche arrivate sui social media per il libro "Rime Rimedio", Salani 2019.
Se usate questa filastrocca, per favore, oltre all'autore citate il titolo del libro e l'editore.
Siate gentili, tornate umani
Parlate piano, ridete molto
Accarezzate con le stesse mani
L'anima e il volto
Siate le rondini, volate alto
E se da terra vi lanciano il sasso
Siate gentili, giù con un salto
Volate basso
Siate il guerriero che veste corazza
Fatta di pura carezza di drago
E che sa infliggere con gentilezza
Anche il castigo
Siate la pianta che non colpisce
Ma cerca il sole per crescere forte
E se le tolgono il sole fiorisce
Dall'altra parte
Volgete l'anima a chi vi chiama
E rispondetegli con il suo nome
Siate gentili con chi non vi ama
Scoprite come
Crescete floridi come balene
Spargete il miele che avete raccolto
Siate gentili, vivete bene
Vivete molto
"Per una bimba birichina che non vuol mangiare tutto ciò che la sua mamma disperata le prepara e che finisce immancabilmente nella scodella del suo cagnolino". Una delle 500 richieste di filastrocche arrivate sui social media per il libro "Rime Rimedio", Salani 2019.
Se usate questa filastrocca, per favore, oltre all'autore citate il titolo del libro e l'editore.
"Mangia, che cresci"
"Non mi piacciono i pesci"
"Di questa puoi mangiarne"
"Non mi piace la carne"
"Ma è poco, non ti basta"
"Non mi piace la pasta"
"Dài, su, mangiala tutta"
"Non mi piace la frutta"
Non voglio pastasciutta
Piadina, ricotta
Non voglio minestrina plastilina troppo cotta
Stecche con bistecche
Polpo con polpette
Merlo con merluzzo ritagliato a fette strette
Forma con formaggio
Forza con coraggio
Coni con conigli con cartoni da imballaggio
Occhi di finocchi
Spine di spinaci
Sale di salame e di saluti con i baci
Verde di verdura
Latte di lattuga
Acciuga di beluga e tartaruga senza guscio
(Che se n'è andata e non ha neanche chiuso l'uscio)
Tranci d'aranci, mandarini e mandaranci
Chicchi di cocco, cocomero e albicocco
Elmi e pompelmi
Lampi e lamponi
Sette schiaccianoci e due spaccalimoni
"D'accordo, arrangiati! Son stufa! Io esco!"
"Dài, su, mangio domani
E dopodomani cresco"
"Una filastrocca sui sentimenti neri, quelli che ognuno vorrebbe non provare". Una delle 500 richieste di filastrocche arrivate sui social media per il libro "Rime Rimedio", Salani 2019.
Se usate questa filastrocca, per favore, oltre all'autore citate il titolo del libro e l'editore.
Ecco i sentimenti neri
Nuvoloni
Che mi schiacciano i pensieri
Mascalzoni
Vanno avanti piano piano
Elefanti all'orizzonte
Io li guardo con la mano
Sulla fronte
Sono un branco grande e grosso
Sono folla
Io li aspetto, non ci posso
Fare nulla
Tanto so che nei pensieri
Vive uno scemetto rosso
Che nei sentimenti neri
Balla e balla
Ma com'è che arriveranno?
Con il vento
E com'è che se ne vanno?
Con il vento
Lo scemetto rosso balla
Lui non ne capisce nulla
Dentro i sentimenti neri
Piccolino
Come in mezzo ai dromedari
Moscerino
Balla, piccolo contento
Vola, strepita, fiorisci
Non fermarti, vento
Cuore mio, guarisci
"Una rima per chi da bambino si è sempre sentito 'trasparente', insignificante, come se fosse indifferente la sua presenza o esistenza per i genitori o per gli amici". Una delle 500 richieste di filastrocche arrivate sui social media per il libro "Rime Rimedio", Salani 2019.
Se usate questa filastrocca, per favore, oltre all'autore citate il titolo del libro e l'editore.
Sono un bambino cielo, trasparente
Papà mi guarda ma non vede niente
Mamma mi guarda poco, poi sospira
La maestra mi guarda, poi si gira
Non spacco tavoli, non vinco premi
Non do spettacoli, non do problemi
Sono un bambino d'aria marmellata
Fatto di molta gente mescolata
Ma da qui, dalla mia bolla di cielo
Se voi non mi vedete, io vi vedo
Vi vedo pallidi, patetici, distratti
Vivete senza cielo, siete matti
"Per il voler e il saper aggiustare le cose quando si rompono". Una delle 500 richieste di filastrocche arrivate sui social media per il libro "Rime Rimedio", Salani 2019.
Se usate questa filastrocca, per favore, oltre all'autore citate il titolo del libro e l'editore.
Lo gnomo angelo Marcellino
Nelle ore buie della tua notte
Viene nell'anima col martellino
Per aggiustare le tue cose rotte
Ciò che è schiodato batte e ribatte
Ciò che è smollato stringe e restringe
Cose mal dette, cose mal fatte
Cose sbiadite ritinge e dipinge
Toglie la ruggine alle cose belle
Sega e smeriglia, lima e riavvita
Lava la luna, striglia le stelle
Stringe le viti della tua la vita
E se non basta il suo martellino
Quando le cose rotte son tante
Lo gnomo angelo Marcellino
Porta uno gnomo poeta aiutante
"Rime per il sogno che parla in prima persona e chiede di uscire dal cassetto". Una delle 500 richieste di filastrocche arrivate sui social media per il libro "Rime Rimedio", Salani 2019.
Se usate questa filastrocca, per favore, oltre all'autore citate il titolo del libro e l'editore.
Siamo i tuoi sogni nel cassetto, facci uscire!
Siamo rinchiusi da un annetto, qui c'è puzza!
Le calze vanno e vengono
Noi stiamo qui a marcire
Vogliamo uscire nella gioia pazza
Tu dici sempre che là fuori c'è pericolo
E che qui dentro invece ci proteggerai
Che i sogni sono fragili
Che nel sole si bruciano
Ma stando qui non lo sapremo mai!
Lasciane nel cassetto cinque o sei
Quelli più fragili, difficili, prudenti
E gli altri tutti liberi
E gli altri tutti noi
Fuori nel sole altissimi volanti
Se il sole poi ci brucia le ali d'oro
E cade giù una cenere di legno
La metti nel cassetto
La chiudi in un tesoro
Vedrai che nasce qualche nuovo sogno
"Per i lutti improvvisi, per le persone a cui non si è fatto in tempo a dire addio. Per le parole non dette". Una delle 500 richieste di filastrocche arrivate sui social media per il libro "Rime Rimedio", Salani 2019.
Se usate questa filastrocca, per favore, oltre all'autore citate il titolo del libro e l'editore.
Quello che non ti ho mai detto
Non serve dirtelo adesso
Anche se forse non te l'ho mai detto
Tu l'hai sentito lo stesso
Forse l'ho detto, ma piano
In un dialetto dei ragni
Delle lumache nascoste nel grano
Solo coi verbi dei sogni
Forse l'ho detto da solo
In un parcheggio deserto
A una renault, a una nuvola, a un palo
Che non se n'è mai accorto
Quello che non ti ho mai detto
Provo a ridirlo stavolta
Sarà di nuovo silenzio perfetto
Ma tu capisci: ascolta...
"Per quando manca il fiato e la voce non arriva". Una delle 500 richieste di filastrocche arrivate sui social media per il libro "Rime Rimedio", Salani 2019.
Se usate questa filastrocca, per favore, oltre all'autore citate il titolo del libro e l'editore.
Stupida voce, perché non parla?
Eppure so quello che voglio dire
Apro la bocca, provo a chiamarla
Stupida voce non vuole venire
Il fiato c'è, ma non suona vocali
La lingua c'è ma non fa consonanti
Contro le labbra si spezza le ali
Sbatte la faccia nei denti davanti
Ma come fanno là fuori quegli altri?
Pensano e dicono tutto d'un fiato
Sono più bravi, più forti, più scaltri?
O sono io che son nato sbagliato?
Eppure sappilo, voce gelosa
Mentre le frasi stanno chiuse dentro
Posso pensare e sognare ogni cosa
Perché non volano via con il vento
E le parole impossibili e zitte
Pietre pesanti di un buio lavoro
Quando alla fine son dette o son scritte
Diventano rondini d'oro
Dalla richiesta di una maestra i cui alunni di prima primaria, di loro testa, nel cortile della scuola avevano raccolto le foglie cadute da un albero e le riappendevano al tronco infilandole nelle fessure della corteccia. Poi pubblicata su "Rime Rimedio", Salani 2019.
Se usate questa filastrocca, per favore, oltre all'autore citate il titolo del libro e l'editore.
Le foglie di quell'albero
Sono tutte cadute
E guarda, adesso piangono
Per terra, dispiaciute
è colpa dell'autunno
Le riattacchiamo, nonno?
Mettiamo a posto ogni foglietta gialla?
Torniamo con la scala e con la colla?
No, Nina, non si fa
Perché se lo facciamo
Quando marzo verrà, il prossimo anno
Le foglioline nuove troveranno
Tutti i posti occupati
E non potranno uscire
E noi lì preoccupati
Ci troveremo a dire
Guardando nella sera
Quest'anno non arriva Primavera
Mentre se le lasciamo dove sono
Per terra addormentate
Le foglie sono un dono
Vengono trasformate
E diventano rosse, poi marrone
E diventano buone
E la terra le mangia, ed è più grassa
E nutre l'albero, che fa le foglioline
Così la vita passa
Senza fine
Ciò che fa la stagione
Tu non lo puoi disfare
Però ha ragione lei: lasciala fare
"Una rima per riuscire ad accettare la nostalgia. Ne farei buon uso". Una delle 500 richieste di filastrocche arrivate sui social media per il libro "Rime Rimedio", Salani 2019.
Se usate questa filastrocca, per favore, oltre all'autore citate il titolo del libro e l'editore.
Ieri ero piccolo, oggi son grande
Cos'era peggio, cos'era meglio
Non so rispondere a queste domande
Che cosa spero e cosa sbaglio
Ieri sospiro, oggi respiro
Ieri radici, oggi son rami
Davanti il mondo, mi volto e mi giro
Dietro i ricordi, che fanno richiami
La nostalgia è un miraggio che attira
Sembrano floridi i giorni più brutti
Ma coi sospiri non si respira
E le radici non portano frutti
Resta con me nostalgia, ma nel fondo
Terra segreta dei giorni presenti
Lega coi fili di ieri il mio mondo
I miei oggi, bandiere nei venti
Per il Nido di infanzia di Vico d'Elsa (FI) e il suo bel lavoro amoroso, di concerto con le famiglie, sulla "continuità 0-6", ottobre 2018. Poi pubblicata su "Rime Rimedio", Salani 2019.
Se usate questa filastrocca, per favore, oltre all'autore citate il titolo del libro e l'editore.
Arriva un giorno nuovo, il sole sorge
Un bimbo cresce, ma non se ne accorge
Arriva un nuovo mese, un nuovo anno
Lui non lo sa perché cresce nel sonno
Si alza, prende le scarpe, se le mette
Ed ecco, fanno male, sono strette
Poi passa un altro anno, un merlo vola
Ed ecco, ora è stretta anche la scuola
Aiuto aiuto, devo cambiare scuola
Dice il bambino piangendo nell'aiuola
Dice la scuola, piangendo nel giardino
Aiuto aiuto, devo cambiar bambino
Poi non piangono più, fanno merenda
Ridono, si consolano a vicenda
«Io son cresciuto, ma sono sempre io»
«Lo so, rimango sempre scuola anch'io»
E allora cosa cambia? Niente? Tutto?
Sarà più bello, chissà, sarà più brutto?
Il tempo vola, nel frutto cresce il seme
Bambino e scuola cresceranno insieme
"Sul diritto di non farcela in qualche occasione, sul diritto a sbagliare e a fallire". Una delle 500 richieste di filastrocche arrivate sui social media per il libro "Rime Rimedio", Salani 2019.
Se usate questa filastrocca, per favore, oltre all'autore citate il titolo del libro e l'editore.
Non ce l'ho fatta, neanche stavolta
Di nuovo buca, di nuovo sconfitto
La mente sgrida, il cuore ascolta
Il braccio debole dondola zitto
Perdere è triste, fallire è brutto
Però pensavo: il motivo qual è?
Non sono io sempre causa di tutto
Ci sono cose più grandi di me
Non ce l'ho fatta, però pensavo
Forse non è così debole il braccio
Perché a non farcela in fondo son bravo
Perché a non farcela io ce la faccio
"Rima per quei bambini che partono per mondi fantastici come palloncini e richiamarli a terra è da impazzire". Una delle 500 richieste di filastrocche arrivate sui social media per il libro "Rime Rimedio", Salani 2019.
Se usate questa filastrocca, per favore, oltre all'autore citate il titolo del libro e l'editore.
Arrivano i bambini fantastici volanti!
Gli uccellini fanatici! I pazzi saltellanti!
Scappate! Fuggite! In salvo tutti quanti
Le uscite di emergenza son due dietro e due davanti!
Quando li chiami arrivano
Correndo così forte
Che per frenare devono
Acchiapparsi alle porte
A tavola sparpagliano
Il cibo nei paraggi
Così con loro mangiano
Ciabatte e scarafaggi
A scuola si dimenano
Come cagnetti pazzi
Si alzano e scorrazzano
Seguendo ghiribizzi
A casa sghiribizzano
Di più, sempre di più
Finché alla fine corrono
Sui muri a testa in giù
Perché sono i bambini fantastici volanti
Gli uccellini fanatici, i pazzi saltellanti
Quando li fermeremo sarà calma d'inverno
E ci riposeremo in un bel silenzio eterno
Quando li domeremo - oh, finalmente!
Staremo nella calma di un bel niente
Scritta per la settima edizione del reading-concerto di beneficenza "Cara Santa Lucia... - Serata di luce e di doni tra musica e poesia", realizzato a Bergamo il 16 dicembre 2018. Poi pubblicata su "Rime Rimedio", Salani 2019.
Se usate questa filastrocca, per favore, oltre all'autore citate il titolo del libro e l'editore.
Piccola luce, briciola brace
Tu scintillina di piccola pace
Resta con me, candelina nel vento
Viene qualcosa che mette spavento
Scende la tenebra, torna la notte
Piccola luce, rimani con noi
Le cose buone sembrano rotte
Siamo confusi col prima e col poi
Portaci in salvo dall'altra parte
Sono confuse le mappe e le carte
Cose passate ritornano vive
Chiamano buone le cose cattive
Fanno nemico chi è solo straniero
Tienici umani in questa nottata
Fanno setaccio del bianco dal nero
Dacci le mani finché è passata
Piccola luce, pane di pace
Tienimi accesa una piccola brace
Così domani, quando torna il giorno
Soffierò sopra, farà scintille
Saremo umani guardandoci intorno
E le scintille farfalle faville
Daranno fuoco a un nuovo falò
E ciò che credo, e ciò che so
Ciò che ho salvato, ciò che ho atteso
Sarà di nuovo un gran sole acceso
Allora sai che cosa farò?
Io dirò grazie, piccola luce
Ora ho capito, ora lo so
Tirerò fuori una piccola brace
La chiuderò in uno scrigno braciere
Verranno altre notti nere
"Per dare il benvenuto ai bambini che devono nascere e dire loro che possono cambiare il Mondo. Una filastrocca di benvenuto e speranza". Una delle 500 richieste di filastrocche arrivate sui social media per il libro "Rime Rimedio", Salani 2019.
Se usate questa filastrocca, per favore, oltre all'autore citate il titolo del libro e l'editore.
Benvenuto tu che arrivi
Da una mamma o da un deserto
E ora sei con noi e vivi
A cielo aperto
Troverai una gente ostile
Che ti odia e non ti vuole
Troverai gente civile
A parole
Troverai brave persone
Per le quali sei importante
Troverai le cose buone
Poche o tante
Ma fra tutto ciò che trovi
C'è anche tutto ciò che fai
I tuoi giorni sono nuovi
Cambierai
Cambierai le cose buone
Cambierai le cose amare
E sarà buona ragione
Per cambiare
è tuo compito e destino
Perché vieni da lontano
Sei migrante, sei bambino
Sei l'umano
Quindi fai quello che puoi
Sei il futuro e ti saluto
Cambia tu, cambia noi
Benvenuto
"Per levarsi di torno un fastidio". Una delle 500 richieste di filastrocche arrivate sui social media per il libro "Rime Rimedio", Salani 2019.
Se usate questa filastrocca, per favore, oltre all'autore citate il titolo del libro e l'editore.
Che fastidio quel moscone intorno!
Che disturbo quella luce in faccia!
Che noiosa la scuola ogni giorno!
Che tormento quel tizio che abbraccia!
E chi rompe, chi assilla, chi scoccia
Tutto il mondo qui a dare fastidio
E se cerco qualcosa che scaccia
Che fastidio le Rime Rimedio!
Scritta per il libro "Rime Rimedio", Salani 2019.
Se usate questa filastrocca, per favore, oltre all'autore citate il titolo del libro e l'editore.
Beate le case
Beate le cose
Beate le vecchie rugose
Che dormono al sole
Beate le api
Beate le rupi
Beate le code dei lupi
Che danzano al sole
Beati i paesaggi
Beati i miraggi
Beate le mete dei viaggi
Che attendono al sole
Beate parole
Beato il silenzio
Beate le cose create
Che danno l'annunzio
Le voci nel mondo
Che lanciano il bando
Che dice che tutte le cose
Ci stanno provando!
E allora beate le mani
Beata la testa
Beata la vita per ogni domani
Che resta
Da una richiesta sui social. "Per smettere di piangersi addosso, per smettere di guardare a tutto ciò che non va". Scritta per il libro RIME RIMEDIO (Salani) e SCARTATA.
Adesso basta piangersi addosso
Maledicendo ciò che non va
Se devi piangere a più non posso
Tu fai una cosa: piangi più in là
Piangi su qualche terreno bruciato
Così lo innaffi ed ecco un bel fiore
Piangi su qualche orsacchiotto infangato
Così lo lavi e riprende colore
Piangi su un pozzo nel secco deserto
Così una donna magrissima beve
Piangi una nuvola nel cielo aperto
Viene giù pioggia e viene giù neve
Sono liquori preziosi alla vita
Lacrime pallide e sangue rosso
Spreco di sangue dalla ferita
Spreco di lacrime piangersi addosso
Da una richiesta sui social. “Per le bambine che vogliono giocare a calcio o pilotare un aereo o fare le vigilesse del fuoco...”. Scritta per il libro RIME RIMEDIO (Salani) e SCARTATA.
"Da grande voglio far la calciatrice"
"Ma tu sei una bambina!"
"E ne sono felice! E poi che te ne importa?"
"Sei pure piccolina, non vai bene neanche in porta"
"Tu non ti preoccupare, e pensa a Maradona"
"Non era mica femmina!"
"Però era un po' bassotto
I grandi sgomitavano, lui ci passava sotto"
"Ma il calcio non perdona!
È una cosa da maschi!
È fatto di potenza, di colpi, di rischi
Di urla, di fischi, di insulti e di sudore!"
"Ascoltami, bambino
E stappati le orecchie
Sei ancora piccolino e le tue idee sono già vecchie
Il calcio è anche furbizia, è grazia, è cuore
Ho detto calciatrice, non ho detto calciatore"
Scritta per il XIII Festival Tuttestorie della Letteratura per Ragazzi, ottobre 2018. Ora in corso di pubblicazione nell'albo "Magari!", Panini (Natale 2019 o marzo 2020).
Magari io desiderassi ogni giorno
I bei desideri che brillano intorno
A tutti i miei simili e tutti miei cari
E con loro dicessi...
... MAGARI!
Scritta per il XIII Festival Tuttestorie della Letteratura per Ragazzi, ottobre 2018. Ora in corso di pubblicazione nell'albo "Magari!", Panini (Natale 2019 o marzo 2020).
Magari venisse con un aeroplano
Un nostro ricchissimo zio americano
Con sette bauli di soldi denari
E ce li donasse...
... MAGARI!
Scritta per il XIII Festival Tuttestorie della Letteratura per Ragazzi, ottobre 2018. Ora in corso di pubblicazione nell'albo "Magari!", Panini (Natale 2019 o marzo 2020).
Magari spiegasse la nostra maestra
Non sulla lavagna ma dalla finestra
Il cielo che attende noialtri scolari
E noi lo impariamo...
... MAGARI!
Scritta per il XIII Festival Tuttestorie della Letteratura per Ragazzi, ottobre 2018. Ora in corso di pubblicazione nell'albo "Magari!", Panini (Natale 2019 o marzo 2020).
Magari domani va meglio di oggi
Domani ti aiuto, domani ti appoggi
Se ora non riesci domani lo impari
Vedrai che ti alzi...
... MAGARI!
Scritta per il XIII Festival Tuttestorie della Letteratura per Ragazzi, ottobre 2018. Ora in corso di pubblicazione nell'albo "Magari!", Panini (Natale 2019 o marzo 2020).
Magari ci fosse nel mio condominio
Un grande giardino di fiori carminio
Con alberi alti e volatili rari
E senza parcheggi...
... MAGARI!
Scritta per il XIII Festival Tuttestorie della Letteratura per Ragazzi, ottobre 2018. Ora in corso di pubblicazione nell'albo "Magari!", Panini (Natale 2019 o marzo 2020).
Magari scoppiasse nella Palestina
Fra quei pazzi adulti una pace bambina
Che bagna le bombe, che spegne gli spari
E grida in due lingue...
... MAGARI!
Scritta per il XIII Festival Tuttestorie della Letteratura per Ragazzi, ottobre 2018. Ora in corso di pubblicazione nell'albo "Magari!", Panini (Natale 2019 o marzo 2020).
Magari gli eroi dei libri e dei film
Non fossero finti, venissero qui
E con cavalieri, regine e corsari
Ci andassimo a pranzo...
... MAGARI!
Scritta per il XIII Festival Tuttestorie della Letteratura per Ragazzi, ottobre 2018. Ora in corso di pubblicazione nell'albo "Magari!", Panini (Natale 2019 o marzo 2020).
Magari potessi lavarti la testa
Dai brutti pensieri di nera tempesta
E i tuoi giorni scuri tornassero chiari
E tu sorridessi...
... MAGARI!
Scritta per il XIII Festival Tuttestorie della Letteratura per Ragazzi, ottobre 2018. Ora in corso di pubblicazione nell'albo "Magari!", Panini (Natale 2019 o marzo 2020).
Magari nel prossimo mio compleanno
Quei certi parenti, coi soldi che hanno
Almeno stavolta non fossero avari
Capito zietto?
... MAGARI!
Scritta per il XIII Festival Tuttestorie della Letteratura per Ragazzi, ottobre 2018. Ora in corso di pubblicazione nell'albo "Magari!", Panini (Natale 2019 o marzo 2020).
Magari con tutti i compagni che ho a fianco
Figli di stranieri nello stesso banco
Crescendo restassimo simili e pari
Come siamo adesso...
... MAGARI!
Scritta per il XIII Festival Tuttestorie della Letteratura per Ragazzi, ottobre 2018. Ora in corso di pubblicazione nell'albo "Magari!", Panini (Natale 2019 o marzo 2020).
Magari pensate il domani da oggi
Così ci lasciate guariti i paesaggi
Le case coi nidi, le coste coi fari
I giorni puliti...
... MAGARI!
Scritta per il XIII Festival Tuttestorie della Letteratura per Ragazzi, ottobre 2018. Ora in corso di pubblicazione nell'albo "Magari!", Panini (Natale 2019 o marzo 2020).
Magari mi spieghi perché mi hai lasciato
Magari mi vedi col cuore spezzato
E te lo riporto, e tu lo ripari
E torniamo insieme...
... MAGARI!
Scritta per il XIII Festival Tuttestorie della Letteratura per Ragazzi, ottobre 2018. Ora in corso di pubblicazione nell'albo "Magari!", Panini (Natale 2019 o marzo 2020).
Magari finisce il governo d'Europa
A forza di prenderlo a colpi di scopa
E poi siamo noi gli extracomunitari
Così lo capiamo...
... MAGARI!
Scritta per il XIII Festival Tuttestorie della Letteratura per Ragazzi, ottobre 2018. Ora in corso di pubblicazione nell'albo "Magari!", Panini (Natale 2019 o marzo 2020).
Magari domani verrà zio Silvano
E in rosticceria prenderà un lavamano
Di fritto di gamberi e di calamari
E ce li mangiamo...
... MAGARI!
Scritta per il XIII Festival Tuttestorie della Letteratura per Ragazzi, ottobre 2018. Ora in corso di pubblicazione nell'albo "Magari!", Panini (Natale 2019 o marzo 2020).
Magari su Google trovassi un tesoro
Per il mio papà che non trova lavoro
E se ne sta a casa coi pensieri amari
E con me non gioca...
... MAGARI!
Scritta per il XIII Festival Tuttestorie della Letteratura per Ragazzi, ottobre 2018. Ora in corso di pubblicazione nell'albo "Magari!", Panini (Natale 2019 o marzo 2020).
Magari domani alla scuola di danza
Invece che in quella bruttissima stanza
Facciamo un bel saggio fra luci e sipari
E io son la più brava...
... MAGARI!
Scritta per il XIII Festival Tuttestorie della Letteratura per Ragazzi, ottobre 2018. Ora in corso di pubblicazione nell'albo "Magari!", Panini (Natale 2019 o marzo 2020).
Magari alla scuola di calcio domani
Il coach mi fa entrare nei supplementari
E batto un rigore, e tu non lo pari
E io sono il più bravo...
... MAGARI!
Scritta per il XIII Festival Tuttestorie della Letteratura per Ragazzi, ottobre 2018. Ora in corso di pubblicazione nell'albo "Magari!", Panini (Natale 2019 o marzo 2020).
Magari coloro che chiudono i porti
Perché i nostri occhi non vedano i morti
Scendessero nei camposanti dei mari
E tornassero umani...
... MAGARI!
Scritta per il XIII Festival Tuttestorie della Letteratura per Ragazzi, ottobre 2018. Ora in corso di pubblicazione nell'albo "Magari!", Panini (Natale 2019 o marzo 2020).
Magari le cose cambiassero bene
In giorni mai visti e in nuove altalene
Ma i cuori nascosti battessero uguali
L'amore del mondo...
... MAGARI!
Scritta per il XIII Festival Tuttestorie della Letteratura per Ragazzi, ottobre 2018. Ora in corso di pubblicazione nell'albo "Magari!", Panini (Natale 2019 o marzo 2020).
Magari scendesse un Magari Costante
Sedesse lucente sulla nostra fronte
Per essere pronti nei mattini chiari
A dire alla vita...
... MAGARI!
Scritta per il XIII Festival Tuttestorie della Letteratura per Ragazzi.
Magari facessero i festival festa
Ma festa di cuori, non solo di testa
Granai di bellezze, non solo di premi
Facce di carezze, non foto da scemi
Gazebi di libri, di voci e colori
Casine di viaggi per tutti gli autori
E laboratori che son focolari
E abbracci di incontri di vecchi compari
E questi bivacchi non fossero rari
Ma tanti dispersi diversi ripari
Dove custodire le braci solari
Che tengono accesi lampioncini chiari
Per qualunque buio che ormai si prepari
Non è un bel programma?
Magari?
Per la festa di beneficenza "Cara Santa Lucia", organizzata a Bergamo da associazioni cattoliche ogni 10 dicembre, ottobre 2018.
Piccola luce, briciola brace
Tu scintillina di piccola pace
Resta con me, candelina nel vento
Viene qualcosa che mette spavento
Scende la tenebra, torna la notte
Piccola luce, rimani con noi
Le cose buone sembrano rotte
Siamo confusi col prima e col poi
Portaci in salvo dall'altra parte
Sono confuse le mappe e le carte
Cose passate ritornano vive
Chiamano buone le cose cattive
Fanno nemico chi è solo straniero
Tienici umani in questa nottata
Fanno setaccio del bianco dal nero
Dacci le mani finché è passata
Piccola luce, pane di pace
Tienimi accesa una piccola brace
Così domani, quando torna il giorno
Soffierò sopra, farà scintille
Saremo umani guardandoci intorno
E le scintille farfalle faville
Daranno fuoco a un grande falò
E ciò che credo, e ciò so
Ciò che ho salvato, ciò che ho atteso
Sarà di nuovo un gran sole acceso
Allora sai che cosa farò?
Io dirò “Grazie, piccola luce”
Ora ho capito, ora lo so
Tirerò fuori una piccola brace
La chiuderò in uno scrigno braciere
Verranno altre notti nere
Per la festa di beneficenza "Cara Santa Lucia", celebrata a Bergamo ogni 10 dicembre, ottobre 2018.
Arriva un giorno nuovo, il sole sorge
Un bimbo cresce, ma non se ne accorge
Arriva un nuovo mese, un nuovo anno
Lui non lo sa perché cresce nel sonno
Si alza, prende le scarpe, se le mette
Ed ecco, fanno male, sono strette
Poi passa un altro anno, un merlo vola
Ed ecco, ora è stretta anche la scuola
Aiuto aiuto, devo cambiare scuola
Dice il bambino piangendo nell'aiuola
Dice la scuola, piangendo nel giardino
Aiuto aiuto, devo cambiar bambino
Poi non piangono più, fanno merenda
Ridono, si consolano a vicenda
Io son cresciuto, ma sono sempre io
Lo so, rimango sempre scuola anch'io
E allora cosa cambia? Niente! Tutto!
Sarà più bello, chissà, sarà più brutto?
Il tempo vola, nel frutto cresce il seme
Bambino e scuola cresceranno insieme
Per ricordare e ripensare due belle giornate nella Fraternità di Romena (AR), novembre 2018.
Il cammino non lo sai
L'orizzonte tu lo vedi
La risposta è dove vai
Le domande sono i piedi
Per aiutare una maestra a parlare ai suoi bambini della scomparse del loro compagno William, morto di leucemia, gennaio 2019.
Come spiegare una cosa inspiegabile?
Cosa puoi dire con una poesia?
Ma la poesia vede l'invisibile
Dove sparisce, dovunque sia
Dove è sparito quel vostro amico?
Io sono questa poesia e ve lo dico
Il vostro amico è andato nel sempre
E invece noi siamo qui nell'adesso
Nel mese lento del dodicembre
Nel sole spento che sorge lo stesso
È dentro il legno del vostro banco
È nella terra del vostro giardino
È nel compagno che avete lì a fianco
È in ogni mamma che aspetta un bambino
È dentro il vento che porta notizie
È nel sapore di una banana
Nel nero nero delle liquirizie
Nell'acqua chiara di una fontana
E quando passa un pensiero distratto
Quando vi sembra di sentire un canto
Quando parlate col cane o col gatto
Quando ridete dopo aver pianto
Quando sentite un brivido strano
Quando toccate qualche meraviglia
Quando la vita vi prende la mano
Voi sorridete, e dite "Ciao William"
Lui è nel mondo che non finisce
È nelle cose che fate e che siete
È in tutto quello che non si capisce
E ora piangete
Per il progetto "Io sono LIFE 2.0 - Insieme per tutte le vittime della strada" di Associazione Segnal'etica Onlus.
La città è una foresta
I SUV sono il leone
Devi usare la testa
Devi fare attenzione
La strada è una savana
Le auto sono iene
Se vuoi tornare a tana
Devi guardare bene
La piazza è una radura
I bus sono elefanti
Col rosso avrai paura
Col verde vai avanti
Nella foresta fitta
I camion son gorilla
Nello stagno ti aspetta
La moto coccodrilla
Ma se la città è giungla
Tu sei un vero Masai
Se vuoi che non ti punga
Il segreto lo sai
Ascolta lo stregone
Aguzza l'attenzione
Tieni concentrazione
Visione e previsione
In conclusione è questa
La prima scuola umana
Educazione alla Foresta Urbana
A una giovane amica, per un grave danno che ha colpito il suo amore, maggio 2019.
Il male macina il tuo amore accanto
Vostre le lacrime, ma suo è il pianto
Il danno è frusta sulla vostra pena
Vostre le grida ma tua sia la schiena
Il fiume è piena dal fragile monte
Tu non sei flutto ma fragile ponte
Offri la fronte al suo grido nudo
Di baci docile scudo
Scritto per l'evento coreografico collettivo "Terra Tamburo batti!", 14° Festival Tuttestorie di Letteratura per Ragazzi, giugno 2019.
Terra Tamburo
Terra Tamburo
Terra Tamburo
Batti!
Batti sul muro
Porta futuro
Ciò di cui siamo
Fatti!
Mettere mani
Fare domani
Contro gli umani
Matti!
Terra Tamburo
Terra Tamburo
Terra Tamburo
Batti!
*
Terra Tamburo
Terra Tamburo
Terra Tamburo
Basta!
Mondo non vede
Gente non crede
Il nostro piede
Pesta!
Terra ferita
Passa le dita
Tocca la vita
Guasta!
Terra Tamburo
Terra Tamburo
Terra Tamburo
Basta!
*
Terra Tamburo
Terra Tamburo
Terra Tamburo
Sveglia!
Chi era presente
Chi era la gente
Chi era innocente
Sbaglia!
Piede che pesta
Cresce foresta
Nel cuore resta
Foglia!
Terra Tamburo
Terra Tamburo
Terra Tamburo
Sveglia!
Scritto per l'evento finale "Terra di Tutti", 14° Festival Tuttestorie di Letteratura per Ragazzi, agosto 2019.
Tonda la terra, piatta la forma
L'uomo cammina e la terra sta ferma
Gira la notte, viene mattina
L'uomo sta fermo e la terra cammina
Terra cammina, terra farina
Terra lontana che viene vicina
Terra di tutti, di tutti i dove
L'uomo sta fermo e la terra si muove
Penultimo passo della poesia collettiva "Di amore non sono vecchio", scritta da quindici poeti e poetesse per la terza edizione dell'Alzheimer Fest, agosto 2019.
Rima bambina, mia rimbambina
Sere d'autunno ma senza mattina
Giorni che passano come le ere
Sempre d'amore ma senza volere
Fiorisce il prima, sparisce il poi
Senza più tu, ma sempre più noi
Sempre più qui, senza più dove
Tutto sta fermo ma il cuore si muove
Senza più senso, senza più senza
E senza
Scritta per il trentennale del Centro Psicopedagogico per l'educazione e la gestione dei conflitti, dicembre 2019.
Io, io, io, io!
Litigando sono io!
Dentro il cuore ho un pigolìo
Che fa io, io, io!
Chi è più io, tu o io?
Sono io, fino in fondo!
Sempre io, tutto mio
Tutto il mondo!
Tu, tu, tu, tu!
Litigando ci sei tu!
Tutto il resto non c'è più!
Perché tu sei troppo tu!
E se non ti butto giù
Qui davanti mi nascondi
Con quel tu, tu, tu
Tutti i mondi!
Però poi, poi, poi
Quando litighiamo tutto
Siamo noi, noi, noi
E non è poi tanto brutto
Quando la tempesta passa
Quando torna l'acqua bassa
Nel tuo cuore, guarda giù
C'è una briciola di io
E nel mio, mio, mio
C'è una briciola di tu
Chiesta da Simonetta Fiori, per sentire parole di speranza nello smarrimento dell'epidemia da coronavirus, marzo 2020.
Con le mani, con le ali
Con le tane, gli ospedali
Con le braccia, coi maglioni
Con i baci, coi tamponi
Nel pericolo
Che è piccolo. Piccolo
Con le belle mascherine
Con le brutte medicine
Con le case piccoline
Con i libri e le amuchine
Tu sei grande
Io son piccolo. Piccolo
Con le fiabe, con le cene
Con le fiale nelle vene
Con le cose fatte bene
Con le lunghe quarantene
Qui nel nido
Così piccolo. Piccolo
Con le zampe, con le zie
Con le scienze e le bugie
Con le storie e le magie
Dalle streghe Epidemìe
Io mi fido
Ma tu dimmelo. Dimmelo
Con la tua forza di grande
Contro un male che si spande
Con l'amore e con le leggi
Mi proteggi
Chiesta da Rocco Pinto, libraio di Torino, nei mesi del coronavirus, marzo 2020.
Le epidemie accadono
I libri le raccontano
I lettori che leggono
Sanno cosa accadrà
Le epidemie poi passano
I libri che le narrano
Rimangono e maturano
E si vendono qua
E da qua i libri partono
I sapienti li imparano
I governanti parlano
E la gente li ascolta
Nei libri sono accolti
Questi tempi sconvolti
Dunque venite in molti
Magari uno alla volta
Chiesta da una mamma per i compleanni strani senza amici e senza nonni in tempi di quarantena, marzo 2020.
Le brutte cose accadono
Accadono anche adesso
Le feste non lo sanno
E arrivano lo stesso
Così il tuo compleanno
Stavolta sarà strano
I tuoi amici non vengono
Fanno ciao da lontano
E gli auguri al telefono
Ti sembreranno pochi
Le candeline deboli
Terranno accesi i fuochi
E correrà via il tempo
E porterà via il danno
E con le nuove rondini
Tornerà il compleanno
I bambini lo sperano
E gli adulti lo sanno
Le brutte cose passano
Le belle torneranno
I poeti lo giurano
Ritornerà la festa
Le brutte cose passano
Ciò che tu ami resta
Chiesta da Francesca Amat per la sua iniziativa social "La mia mano salva il mondo", in occasione dell'epidemia di coronavirus, marzo 2020.
Sono le mani
Degli Esseri Umani
Che li fanno
Essere umani
Perché con le mani
Maneggiano
Manomettono
E manovrano
E mantengono
E rifanno a mano il mondo
Fatto a stelle dall'universo
E lo rifanno sempre più diverso
In peggio?
In meglio?
Risposte qui nei pugni
Quale scegli?
Se viene fuori il peggio
Dovremo aver coraggio
Se viene fuori il meglio
Domani al tuo risveglio
Dovrai rimboccarti le mani
E rifare il mondo in modo
Da essere umani
E se a forza di Essere Umano
Diventerai matto
Tu chiedi una mano alla scimmia
Che mani ne ha quattro
Scritta come testo di scena per gli eventi spettacolari del Festival Tuttestorie della letteratura per ragazzi, ottobre 2009.
(in questa sequenza cronologica dovrebbe essere inserita in posizione 53 bis o 54)
Il principe cambiò e divenne rospo
Il rospo fece un tuffo nello stagno
La serata cambiò e divenne sogno
Il sogno dette fuoco a sei domande
E un bambino cambiò e divenne grande
Il grande fece bene il suo lavoro
E la pietra cambiò e divenne oro
L'oro brillò nel dito della sposa
Ed il cielo cambiò e divenne rosa
La luce rosa risvegliò Tonino
La sua uva cambiò e divenne vino
Il vino per il vecchio è troppo forte
La sua vita cambiò e divenne morte
La morte lasciò il letto di un malato
E il malato guarì e fu soldato
Il soldato partì e lanciò la bomba
E un villaggio cambiò e divenne tomba
La tomba si riempì di cento erbe
Ed una valle cambiò e divenne verde
Col verde giunsero genti lontane
E la fame cambiò e divenne pane
Il pane lasciò cadere le sue briciole
E il povero cambiò e divenne principe
Il sole se ne andò in un altro posto
Il principe cambiò e divenne rospo...
(Qui una versione della Litania recitata da mia madre per l'occasione di quel Festival Tuttestorie)
Scritto sulla musica di Antonello Murgia per la Reclusione del coronavirus, poi adottato dal Festival Tuttestorie della letteratura per ragazzi, 2020, aprile 2020.
Nella soffitta
Di un'osteria
Entra una rondine nera
Della sconfitta
Fa una poesia
E vive lì prigioniera
Passano i giorni
Passano gli anni
Lei si affeziona a quei muri
Senza ritorni
Senza più affanni
Forse non volerà più
Le pareti sono per lei
Bianche cascate di nuvole
Il soffitto sopra di lei
Notti stellate di favole
Ma lei lo sa...
Viene il futuro
Cambia stagione
La sua soffitta è in rovina
Cade giù il muro
Della prigione
Scoppia un'immensa mattina
Rotto quel velo
Rondine trema
Forse non sa più volare
L'orlo del cielo
Sfolgora e chiama
E lei precipita in su
Cade cade, senza sapere
Buca montagne di nuvole
Sale sale, senza cadere
Dentro muraglie di favole
Ma lei lo sa...
Se come l'aria
Fu la sua tana
Mura di carezze buone
Ora quell'aria
Strana e lontana
È la sua nuova prigione
Chiusa nel cielo
Tana infinita
Fra quelle nuvole mura
Rondine in volo
Trova la rotta
Ora non si perderà
Per Angela, sposa di Antonio, l'antiquario mio dirimpettaio, aprile 2020.
Angela, mamma, sposa
Ora riposa nel nostro dolore con amore
Perché passerà questo pianto
E tu come i fiori del campo
Rifiorirai per sempre in fondo a noi
Col tuo sposo, il bambino e le bambine
In quella primavera che non ha fine
Per la battaglia della scrittrice Emanuela Salvi contro la cancellazione delle spiagge libere dal litorale di Gaeta, luglio 2020.
Un giorno in una spiaggia
Chiusero il litorale
Con la rete spinata
Qui dentro non si viaggia!
Recitava un segnale
Balneazione vietata!
Si entra a pagamento
Eccetto il mare e il vento
Il mare e il vento lessero
Si misero a pensare
Si guardarono in faccia
Non è giusto, si dissero
Noi vogliamo pagare
Gli piaccia o non gli piaccia
E il nostro pagamento
Sarà di mare e vento
E dopo un solo istante
Corsero i cavalloni
Scoppiò la mareggiata
Con forza devastante
La truppa di ombrelloni
Fu rotta e smantellata
Rimase solo in piedi
Quello che ancora vedi
Il vento ha aggrovigliato
Quella rete spinata
In forma di bambino
Che al cartello spezzato
Con l'aria soddisfatta
Solleva il suo ditino
Però, rima rimedio
Quel ditino era il medio
Al quel lido distrutto
Mare e vento scultori
Fanno un discorso duro
Puoi recintare tutto
Ma non chiuderai fuori
Il vento del futuro
Se tu allunghi le mani
Stai attento al domani
Se il vento corre libero
Vortica e sfoga e smette
Se il vento trova ostacolo
Lì si impunta ed abbatte
Le barriere che appoggi
Sono ostacoli vani
Non l'hai capito oggi?
Vedrai domani!
Scritta, su richiesta della curatrice Vichi De Marchi, per l'ATLANTE DELL'INFANZIA A RISCHIO 2020 di Save the Children Italia, agosto 2020.
Tu sei un maschio
Sei l'uomo, sei Adamo
Accetta le sue leggi e rispetta il suo richiamo
Non credere alle donne, non cedere a nessuna
Non piangere, non perdere
Non parlare alla luna
Non guardare col cuore le vite dei vicini
Non amare un colore, non stare coi bambini
Non ridere alle nascite, non piangere alle morti
Disprezza i maschi deboli, rispetta i maschi forti
Non sprecare il tuo tempo con chi non ne sia degno
Non distrarti, non fidarti del sogno
Non toccare mai un maschio con carezze
Non lasciarti trascinare in tenerezze
Tu sei maschio, come il cielo, come il mare
E sei a rischio, non farti fuorviare
Da questi tempi nuovi
Che fanno il mondo a mischio
Tu non farti mischiare
Sei un maschio
Scritta, su richiesta della curatrice Vichi De Marchi, per l'ATLANTE DELL'INFANZIA A RISCHIO 2020 di Save the Children Italia, agosto 2020.
C'era un paese di grandi originali
In cui femmine e maschi
Per non correre rischi
Dovevano per forza essere uguali
Le bambine nel cortile col pallone
E i maschi in aula con le bamboline
Cento ore di gioco, come fosse una lezione
Con il voto da uno a cento alla fine
I bambini con le bamboline in mano
Si affacciavano tristi alla finestra
Le bambine facevano ciao da lontano
Alle barbie, di nascosto alla maestra
Ma un bel giorno arrivò, da un bel posto lì intorno
Il Presidente Giovannino Perdigiorno
E disse: «Questa cosa qui finisce!
Ognuno deve scegliere quello che preferisce!»
E così fu: le bambine soddisfatte
Afferrarono le barbie: ma non tutte
E come un volo di rondini i maschietti
Si buttarono al calcio: ma non tutti
«Ecco fatto!» disse allora Perdigiorno
«Perché volete imprigionare tutto?
Ognuno deve scegliere il suo gioco nel mondo
E se gli piace è bello, se non gli piace è brutto»
Scritta per il XV Festival Tuttestorie della Letteratura per Ragazzi, ottobre 2020.
O testa mappamonda, cosa ci fai lassù?
Testarda luna tonda nel profondo cielo blu
Non darti dante arie
Le idee più luminarie
Di tutti i cinque sensi
Non sono necessarie, sai perché?
Qualunque cosa pensi
Tu sei mia e tu sei me
O bocca bella sciocca, dove ti sei cacciata?
Dove sei andata a fare filastrocca spensierata
A dare aria ai denti
Le frasi inconcludenti
Le favole felici
Non sono sufficienti, sai perché?
Qualunque cosa dici
Tu sei mia e tu sei me
O petto parapetto, dove ti sei piantato?
Caduto giù dal letto nel paesetto più spaesato
Stai lì tutto impettito
Col mio cuore intristito
Che ti batte nel centro
Ma tu non hai capito, sai perché?
Con tutto ciò che hai dentro
Tu sei mio e tu sei me
O pancia pomarancia, dove sei rotolata?
Un razzo che ti lancia in una Francia immaginata
E ora stai digiuna
Sola sotto la luna
E gorgogliando piangi
Ma non avrai fortuna, sai perché?
Perché per ciò che mangi
Tu sei mia e tu sei me
O braccia brancicanti, che cosa brancicate?
Che senza mani e corpo non prendete e non mollate
Come due rami futili
Come due folli rettili
Invano vi sbracciate
Siete due cose inutili, perché
Perché quando abbracciate
Siete mie e siete me
O mani manovelle, che cosa manovrate?
Che perse fra le stelle non tenete e non toccate
Con gli indici indicate
Coi medi meditate
Ma nulla vi rimane
Di tutto ciò che fate, sai perché
Voi siete mani umane
Siete mie e se siete me
O gambe zampe matte, tronchetti di foresta
Ma dove ve ne andate senza piedi e senza testa?
Non potete sgambare
Non potete saltare
In questa storia stramba
Non c'è niente da fare, sai perché?
Anche se siete in gamba
Siete mie e se siete me
O piedi piedipiatti, dove li fate i passi?
Che diventate matti solo soli in mezzo ai sassi
La fine forse è questa
La terra che si pesta
La strada che ci resta
La vita che fa festa, sai perché?
Io dai piedi alla testa
Sono mio e sono me
Io dai piedi alla testa
Sono mio e sono me
Per una bambina che mi ha chiesto una filastrocca "per non far più litigare suo padre e suo zio", gennaio 2021.
Per me tu sei il grande, tu mi raccomandi
Di essere buona e paziente ma poi
A volte tu litighi con gli altri grandi
E io sono lì fra di voi
Per me tu sei il grande, tu vedi dall'alto
E quando tu litighi non guardi in basso
E io sono lì fra di voi che vi ascolto
E il cuore diventa di sasso
Per me tu sei il grande, vuoi avere ragione
E a volte mi usi come un argomento
Colpisci, però io non sono un bastone
Tu non vedi il male che sento
Ma dopo quel male mi faccio domande
Capisco un po' il mondo più in fondo perché
Per me tu sei grande, ma forse non tanto
Sei piccolo un po' come me
Per la valorosa libreria torinese, già Torre di Abele, per i suoi cinque anni di vita, gennaio 2021.
Aria, scenaria, mattina luminaria
Che splende in mezzo ai libri nella sua gloria bonaria
La libreria Binaria con il sole nei granai
Nel maggio della merce che non marcisce mai
Coraggio delle scelte per il bene di tutti
Ci sono libri belli ma ci sono libri brutti
Ci son libri che soffiano una brezza mattutina
Altri libri che soffiano prezzi di copertina
Ci son libri che dicono qualcosa di te stesso
Altri libri non dicono ma parlano lo stesso
Ci son mattini splendidi di gioia dei lettori
Ci sono pomeriggi grigi dentro e grigi fuori
Poi vengono maestre, le mamme, i nonni
Le onde dei bambini son cresciute cinque anni
Auguri libreria, sei ancora piccolina
Lascia le porte aperte a questo sole di mattina
Cammina con il miele della vita straordinaria
Nipotina di Abele - la Libreria Binaria
Per il sito, un libro e uno spettacolo dell'Associazione Fisarmonicistica Italiana, maggio 2021.
La fisarmonica
È un canto colorato di domenica
È il vento quando suona la sua armonica
Nascosto dentro
Nel grande mantice
Soffia un suono caldissimo ma semplice
Di figurine fatte con il pollice
Nell'aria d'oro
E tutti danzano
Gli uomini che ridono e si alzano
I piedi che volteggiano e rimbalzano
Nell'innocenza
Delle sue note
Le favolose gonne fanno ruote
Zampillano le dita innamorate
Sulla tastiera
E lei risplende
Si apre ed è una fiamma che si accende
Si chiude ed è una favola che attende
E il tempo gira
Nel vento che la prende
Nel braccio che la tira
È l'unico strumento che respira
Per un manifesto di protezione e difesa del parco del Pollino realizzato dall'editore Coccole Books, dicembre 2021.
Gli uomini discutono nell'aula consigliare
Di tutti questi alberi cosa dobbiamo fare?
Gli alberi sussurrano sotto le lune chiare
Di tutti questi uomini cosa dobbiamo fare?
E gli uomini decidono, proclamano una legge
Gli alberi proteggono, se l'uomo li protegge
E il mare di fogliame sarà un solo giardino
Grande come un reame è il parco del Pollino
Dove gli alberi parlano le lingue dei millenni
Sotto il sole frondeggiano mute rime solenni
Perché c'erano prima, e ci saranno poi
E ridono di notte, sorridono di noi
Gli uomini discutono
Nell'aula consigliare
Di tutti questi alberi
Cosa dobbiamo fare?
Gli alberi sussurrano
Sotto le lune chiare
Di tutti questi uomini
Cosa dobbiamo fare?
E gli uomini decidono
Proclamano una legge
Gli alberi proteggono
Se l'uomo li protegge
E il mare di fogliame
Sarà un solo giardino
Grande come un reame
È il parco del Pollino
Dove gli alberi parlano
Le lingue dei millenni
Sotto il sole frondeggiano
Mute rime solenni
Perché c'erano prima
E ci saranno poi
E ridono di notte
Sorridono di noi
Per la mamma di una bambina mai stata, che mi chiede una ninnananna per cullarla lo stesso, dicembre 2021.
La mia bambina ha nome Casomai
Il babbo è Caso ma la mamma è Mai
Lei è venuta ma non è arrivata
E ora sta qui dove non è mai stata
Io le ho cucito un alito di lana
Se Casomai dovesse andar lontana
Ho cucinato un'aria semolina
Se Casomai venisse qui in cucina
La vita è giorno ma la notte è scura
Ma Casomai è il sonno che la cura
La mano è calda ma non trova nulla
Ma Casomai è il sogno che la culla
Lei è la mia bambina trasparente
La mamma non la vede ma la sente
Perché passando le ha lasciato il dono
Di cose che non sono però sono
E allora vai ma sempre stai vicina
E dormi Casomai in una piantina
E giochi Casomai nella mattina
Con Budda Bimbo e con Gesù Bambina
Per il festival "Un Ponte di storie", Ponte di Valtellina, agosto 2022 (e per ogni altra occasione che mi chiede di indicare "la mia poesia preferita").
La poesia la più bella del mondo
La Vincente, la Numero Uno
Finché il mondo rimane rotante rotondo
Quella lì non la scrive nessuno
Perché quando qualcuno la scrive
Nonno mondo fa un giro di rima
E ne tornano vecchie, ne arrivano nuove
E così siamo al punto di prima
Non l'han scritta le penne supreme
Figurarsi se la scrivo io
Le poesie sono qui, sono mie tutte insieme
Sono un unico gran Mormorio
Sono quella che è appena passata
Son la prossima ancora per via
La poesia la più bella, la prima del mondo
È una sola Gigante Poesia
Per la giornalista Ilaria Potenza, che me l'ha chiesta, settembre 2022.
Ogni persona è unica
Ma ha un'aria di famiglia
Il pianeta ci ospita
L'Europa ci assomiglia
Nei vini sulle tavole
Nei ritorni dai viaggi
Nei visi e nelle favole
Nei libri e nei formaggi
Nelle guerre assassine
Che abbiamo consumato
Nelle lingue cugine
Che abbiamo mescolato
Nelle paci impensabili
Che poi abbiamo pensato
Nei futuri indicibili
Che abbiamo progettato
Nelle ali degli angeli
Dipinti nelle chiese
Nei diritti degli uomini
Trasformati in paese
Di italiani che votano
Col cielo azzurro sopra
Cittadini del mondo
Paesani dell'Europa
Per il decennale della morte di Gianfranco Zavalloni, ottobre 2022.
Se noi che siamo grandi
Abbiamo i nostri mondi
Allora anche i bambini
Hanno i loro mondini
E se i bambini crescono
E diventano grandi
Anche i mondini crescono
E diventano mondi
E che mondi saranno
Lo sanno solo loro
Son loro che li fanno
Sono il loro lavoro
Che ci possiamo fare
Il tempo non si insegna
Si può solo sognare
Dài, Gianfranco, disegna
Chiesta dall'associazione "Inclusione Graffio e Parola", che portava i bambini in visita con Marco Cavallo al manicomio di Volterra, dicembre 2022.
C'era un bambino matto
Si chiamava Giuliano
Passa un Grande Cavallo Blu
E lo porta lontano
C'era una donna pazza
Si chiamava Cristina
Passa un Grande Cavallo Blu
Lei ride e s'incammina
C'era un ragazzo matto
Che si chiamava Pietro
Passa un grande Cavallo Blu
E lui gli corre dietro
La pazzia era molestia
Fantastica e bizzarra
Finché arrivò una Grande Bestia
Con la sua calma azzurra
Sono Marco Cavallo
E voi siete colori
Diceva zitto il Grande Blu
Andate tutti fuori
Ciò che vedrete intorno
È la vostra città
Ciò che è accaduto un giorno
Altri giorni accadrà
Le parole cavalle
Cantavano segrete
Se siete andati fuori un giorno
Un altro giorno andrete
Cavalcava il Cavallo
Mischiando il dono e il danno
E sempre lui cavalcherà
E mai lo prenderanno
C'era un signore sporco
Sdraiato in un'aiuola
Coraggio, disse il Grande Blu
Verrà un Asino Viola
Scritta dopo lo spettacolo di Valerio Apice, Pulcinella in Marsciano, Perugia, gennaio 2023.
Se la poesia è sparire per spuntare di fianco
Quando il pensiero ride e il nero sfuma in bianco
Quando imparare è perdere, e giocare è davvero
E piangere nel candido e ridere nel nero
Pulcinella è anatroccolo, gli stracci sono piume
E il naso nero gocciola nel bianco del costume
E le spalle ragionano, e le maniche sanno
E le gambe discutono, e le natiche fanno
Se i gesti si interrompono continua la canzone
Se i pensieri si rompono, è il corpo che ha ragione
Pulcinella è poetico di distici diversi
I gesti sono sillabe e gli atti sono versi
Poemi del protendersi, ricredersi, ritrarsi
E volgersi, distogliersi, rivolgersi, distrarsi
Con le mani che porgono, poi tolgono, poi fanno
E le braccia che pregano, poi negano, poi danno
E tutto dura un attimo, un gesto caccia l'altro
Insolente poi umile, implorante poi scaltro
Vento bianco che passa, servo tonto e profeta
La sua bocca è vaiassa, il suo corpo è poeta
La sua poesia è pernacchia, Pulcinella non c'è
Rimane un'eco bianca, che gracchia
Perepè
Fratelli di sogno, chiesta da nessuno, aprile 2023.
Illustratore, fammi un disegno
Fammi un chiarore di sogno e di legno
Su una pianura che sfuma lontano
Scrivono gli occhi se legge la mano
C'era una casa, c'era un bambino
Non era scritto perché era in giardino
C'era un terrore di nuvole scure
Tingi colore, fingi figure
C'era una papera nella fontana
Non era scritta perché era lontana
Rondini in cielo, uomini in piedi
Vedi se leggi e leggi se vedi
Alberi, angeli, asini, gatti
Erano scritti ma ora son fatti
Oro nel mare, corvi nel sole
Fiori che spuntano nelle parole
Illustratore, fammi il disegno
Sogna il mio sogno sotto il tuo segno
E quando i sogni sfumano via
Resta una scia di colore e di inchiostro
E quando sfuma anche questa poesia
Ora c'è un libro, ed è il nostro
Chiesto da diverse coppie dello stesso sesso, che lo volevano per sposarsi, aprile 2023.
Ecco quindi il Secondo Epitalamio, quasi identico al Primo.
Io vi dichiaro mattino fiorito
Giorno con notte, ramo con foglie
Io vi dichiaro moglie con moglie
Mano per mano, dono per dote
Con mani libere, non mani vuote
Perché l'amore si semini intorno
E il focolare sia fiamma di faro
Perché bisogna sposarsi ogni giorno
Sposi (spose) nel tempo io vi dichiaro
Patto di vite, nodo di rete
Io vi dichiaro ciò che già siete
Sposi compagni (compagne) nella luce chiara
Questa poesia vi dichiara
Per il mio nipotino Almo che a giorni nascerà, settembre 2023 (è nato tre giorni dopo).
Scendi!
Ci sono cieli gloriosi e stupendi
Ci sono cose gioiose da fare
Rondini, secoli, alberi, mare
Mille antenati, due genitori
Dicono dài, vieni giù, vieni fuori
Tutti i tuoi giorni futuri in colonna
Sono bambini scappati alla nonna
Guardano su nelle nuvole chiare
Ridono e gridano scendi a giocare!
Giù nonna Terra, su babbo Cielo
Sotto una mela che pende dal melo
Sopra una stella che aspetta a cadere
Gelidi giorni, tiepide sere
Sette universi ti stanno aspettando
Qui tutti quanti si chiedono quando
Qui sta suonando la tua campanella
La vita è molta, la casa è bella
I monti pronti, i giorni tanti
Tu sei vicino, che cosa attendi?
Avanti bambino
Scendi!
A chiusura dell'evento finale del Festival Tuttestorie 2023, settembre 2023.
Le famiglie son braccia
Per un piccolo me
E se il mondo mi abbraccia
Chi c'è c'è
Quella scritta per un bambino che ha la mamma molto malata, e me l'ha chiesta.
Nel giugno del 2012, in uno dei miei incontri, fronteggiavo tre terze elementari, bambini svegli e generosi d'attenzione. Fra le cento altre cose, ho parlato delle Rime d'Occasione, di quanto stiano crescendo nel mio lavoro, delle persone che me le chiedono e di come sono orgoglioso di scriverle, perché a loro servono.
Ne ho detta una delle ultime, una poesia triste, chiesta da una maestra per una sua collega che da poco era morta, e lei non sapeva come dirlo ai bambini (la Filastrocca dell'infinita maestria). Ho recitato a memoria questa poesia, che avevo scritto tempo prima con facile fervore, in poco tempo, sicuro di ciò che scrivevo.
Tutto bene, una o due maestre stillano una lacrima, è ciò che deve accadere.
Poi un bambino alza la mano e mi chiede, serio e sommesso ma non incerto: "Me ne fai una per la mia mamma, che è malata?"
Intuisco qualcosa dagli sguardi delle maestre, dico va bene, ne parliamo dopo.
Alla fine dell'incontro le maestre mi dicono che la mamma di quel bambino, a sua volta una giovane maestra, ha la leucemia e non si sa quanto vivrà. Si dicono stupite che lui abbia trovato il coraggio di esporsi con quella richiesta davanti ai suoi compagni e a quelli di altre due classi. Tutti concludiamo che quella poesia deve essere scritta.
Più tardi una maestra mi dirà che lui, alla fine dell'incontro, si è presentato portando un suo quaderno, che voleva lasciare perché io scrivessi lì, a tambur battente, la poesia.
Tornato a casa, ho capito subito che invece il tamburo avrebbe fatto una gran fatica a battere, stavolta. Era un compito difficile, il più difficile che mi sia mai stato assegnato.
Mi sono ostinato. Ma non sapevo cosa scrivere, che dire. Le mie solite strategie di avvicinamento, logiche e misteriche, cognitive e divinatorie, si bloccavano tutte davanti agli stessi muri: cosa dire di sensato e onesto a un bambino che teme, e a buona ragione, di perdere la mamma?
Che non morirà? Una poesia di speranza? E se muore?
Che morirà e la ritroverà... dove? In cielo? Nel suo cuore? Ma davvero può servire una cosa così?
E se non muore?
Scoprivo che non era possibile scrivere una poesia "giusta", o non per me. Ma mi dicevo che era meglio scrivere una poesia sbagliata, piuttosto che deludere l'attesa di un bambino che supera chissà che ostacoli e me la chiede.
E allora bene, avrei scritto una poesia sbagliata.
Ma niente, neanche questa strategia di resa scioglieva lo stallo. Non ho mai incontrato un tale muro di silenzio, di indicibilità. Un cimento che al tempo stesso mi frustrava e mi spronava, mi rivelava nuovi limiti e confini del mio lavoro di poeta, e al di là di quelli nuovi regni, forse giusti e santi, di ammutolimento.
Ma ancora mi sono ostinato, ho continuato a provarci, con intervalli dovuti ad altri impegni, ma più ancora forse a manovre di elusione, e col continuo pensiero incombente di un compito da svolgere. Ho continuato a provarci, per molti giorni.
Troppi: il bambino aspettava.
Alla fine, soccorso dalla "tecnica", seguendo una trama di suono (quella della poesia "The ballad of Beautiful words", di John T. McCutcheon, una dei miei "mantra giaculatorie"), limandola e perfezionandola per più d'una settimana, ne ho scritta una. Intitolandola (e mai come stavolta il titolo è parte intima della poesia) FILASTROCCA DELLE BUONE RAGIONI.
Ma rileggendola mi pareva reticente, elusiva, forse ermetica, nel migliore dei casi oracolare. Diceva tante cose, tutte le cose, quindi forse nessuna cosa, niente. Forse niente. Ma era la cosa più onesta e vera che potessi scrivere. E però era... appunto "sbagliata". Immaginavo il viso di quel bambino, perplesso, interrogativo nel leggerla: cosa vuol dire? O forse: cosa non vuol dire?
Ho sentito il bisogno di scriverne un'altra, che introducesse, incorniciasse, desse il quadro di senso per meglio comprendere, forse, la prima (che diventava ora seconda nella sequenza di lettura). E anche questo è un segno di sofferenza del processo: come un tronco che per malattia emetta galle, escrescenze. Ho intitolato questa specie di meta-filastrocca, questa poesia che spiega una poesia, FILASTROCCA DELLE GUARIGIONI.
Quindi due poesie: che neanche insieme come buoi aggiogati facevano per bene, ai miei occhi, il loro lavoro.
All'una di notte del 22 giugno 2012, appena finito il lavorio di lima fine su questi due testi, ho scritto una mail a Manuela Trinci, un'amica psicoterapeuta infantile che stimo. Le ho raccontato tutta la storia, con parole simili a queste. Le ho inviato le due poesie, chiedendole: cosa devo fare? Spedisco?
L'indomani alle otto mi ha risposto: spedisci subito.
Ho spedito alle maestre di quel bambino le due poesie.
L'indomani mi hanno risposto così:
Benché io stesso avessi fino all'ultimo, e abbia ancora, il dubbio se tenere separate queste due poesie o intenderle come un unico componimento indivisibile (sono aggiogate da un distico di "ponte"), ho risposto con convinzione che nessuno sa meglio delle sue maestre, e della sua mamma con cui sono in contatto (sempre che abbia tempo e mente per pensarci), cosa è meglio per quel bambino, cosa può accogliere e quando. Se hanno deciso per ora di dargli solo quella filastrocca, per quanto a me da sola paia oscura e incompleta, sanno quello che fanno.
In una lettera successiva le maestre mi hanno scritto che il bambino ha accolto con molta emozione la "Filastrocca delle buone ragioni", sedendosi in un angolo per leggersela con calma da solo (e che faccia avrà fatto? perplessa? delusa?). Non mi hanno riferito i suoi commenti, perché son passate a dirmi della madre, che peggiorava, del padre che mi ringraziava ma non aveva testa per dire di più.
Un anno dopo, nel luglio del 2014, il padre di Nicolò mi scrisse. Ringraziava della poesia, "anche a nome di Niky". Diceva: "ogni volta che la leggo ripenso al fatto che mi sentivo anch'io in quel periodo come 'il poeta' che non sapeva cosa rispondere alle domande". E aggiungeva: "volevo farle sapere che sia Niky che la sorella Eugenia, di 15 anni, sembra stiano bene".
Gli ho risposto con una lunga lettera che non è più necessario qui riportare o riassumere. Dirò solo che lo ringraziavo molto a mia volta delle notizie su Nicolò e Eugenia.
Sul finire del giugno 2012, pochi giorni prima di spedire le due poesie, condussi un seminario all'interno del corso di illustrazione artistica ARS IN FABULA, all'Accademia di Belle Arti di Macerata. Raccontai il caso di quel bambino e lessi le due poesie. Paola Parazzoli, amica editor Rizzoli che assisteva al corso, intervenne e propose agli illustratori che ascoltavano di realizzare un'illustrazione per queste poesie. Dopo una settimana fui informato che ANDREA ALEMANNO s'era offerto di farlo.
A fine luglio mi è arrivata questa immagine. Fra le due Andrea aveva scelto la FILASTROCCA DELLE GUARIGIONI. Eccola in calce alla poesia, unica figura delle mie Rime d'Occasione.
Personalmente la trovo bellissima. È la perfetta "illustrazione" di quella poesia. Guardate il mantello di Nonna la Vita: continua fuori dai bordi della figura. Rispecchia cioè con visionaria esattezza il sequitur che chiude la poesia, riaprendola alla successiva (o precedente, come detto): "Alberi, acqua, api, giochi / Amore, arrivederci...".
La parte che non vediamo di quel mantello è l'illustrazione di quell'altra poesia, la FILASTROCCA DELLE BUONE RAGIONI. Un'altra figura invisibile, che Andrea non ha disegnato, o non in forme visibili a noi, ma che possiamo immaginare accanto a questa.
Che anche da sola del resto basta e avanza: basta al compito di illustrare questa poesia e lo eccede illustrandole potenzialmente tutte. Le tre figure che vediamo in scena sono la triade primaria della poesia: il Lettore, in questo caso un bambino ma può avere ogni età, che attende; Nonna la Vita, l'antica e unica Fonte del discorso, che sussurra e tace e detta; e il Poeta, che l'ascolta e scrive.
Il Poeta è in ombra, perché mentre nella finzione del mondo è stella e pavone, nella verità della poesia è solo oscuro tramite, officiante, maestro passacarte. Colui che riesce in qualche modo a sbirciare quel mantello che continua infinito oltre il bordo del quadro, dell'occhio, dell'oggi.
L'illustrazione è stata spedita alle maestre di quel bambino, perché gliela donino, se la situazione - ho scritto loro - lo consente.
Mi hanno risposto che per ora non lo consente: la sua mamma è morta.
La figura di Nonna la Vita è sua, gli spetta. Quella vecchia non ha problemi: aspetterà.
Finora tre poesie mi son state chieste, e non ho scritto: per le nozze d'argento di Mariapina, per il primo compleanno di Marta, per il battesimo di Emma, la cui venuta al mondo è stata ardua, e probabilmente arduo sarà il resto del suo cammino.
Io stesso, che ho lanciato il proclama, e il cuore avanti, crescendo il numero delle richieste non riuscirò a tener fede a quel proclama.
Riproduco qui sotto, allora, la lettera che ho scritto alla mamma di Emma, per tentare di spiegarle perché non avrei scritto la poesia "solo sua" che mi chiedeva. Non vale per tutte le altre occasioni, lo so: ma qualcosa forse aiuterà a capire.
Ti scrivo, Bruno, perché ti chiedo sfacciatamente un dono. Dopo questa lunga odissea vorrei regalare alla mia bambina per il suo battesimo una poesia che fosse solo sua, di nessun altro. E vorrei che fossi tu a scriverla, perché le tue parole mi hanno aperto la mente mentre imparavo ad essere una maestra, ed hanno placato il mio cuore mentre muovevo i primi passi come madre.
"Solo sua"...
Mi chiedi una poesia per la tua bambina.
Non una delle 1193 che ho messo in colonna in un file intitolato TUTTE LE RIME, che raccoglie il lavoro di più di vent'anni: proprio una che sia "solo sua".
Aiuto, Francesca, io sono un po' spaventato, come farò?
Già con le lettere, le decine di mail e messaggi su FB che ricevo, sto facendo una bella fatica nell'ostinarmi a rispondere a tutti. E ad alcuni, come vedi, con lettere prolisse e faticose come questa.
Conoscerai la battuta di Troisi-lettore, che si scoraggiava di non poter leggere tutti i libri: "Non li raggiungo mai, hai capito? Pecche io sono uno a leggere, loro sono milioni a scrivere!"
Anche voi siete tanti, e ognuno di voi è unico, e mi chiede un rapporto che per lui è unico, un filo solo e teso fra lui e me. Ma se mi arrivano cento, mille lettere, io dovrei avere mille rapporti unici? È una contraddizione in termini, un assurdo logico, no? Unici per chi mi scrive, che parla solo a me, ma per me, che parlo a cento? Cento fili, cento steli? Come farò a nutrirli tutti?
E se poi mi si chiede una poesia unica, "solo sua"?
Tu mi hai sentito forse citare (o ne hai letto) una canzone di De Andrè, che ho messo alla base del mio lavoro di poeta, e che dice: "se la gente sa, e la gente lo sa che sai suonare, suonare ti tocca per tutta la vita, e ti piace lasciarti ascoltare...".
Bene, ce n'è un'altra, sempre da "Non al denaro, né all'amore, né al cielo", intitolata "IL MEDICO". La conosci? Se vuoi leggere il testo, eccolo qui.
Temo a questo punto che purtroppo dovrò smettere di dire in giro nei miei incontri che scrivo poesia per chi me le chiede, o meglio per chiunque me le chieda, altrimenti o scontento e deludo tanti, o finisco come il Medico di quella canzone.
Ma tornando alla poesia per la tua bambina.
Quanto tempo, ma soprattutto quanto senso ci vuole per scrivere una poesia VERA E FORTE, come quella che, con la tua lettera splendente e febbrile, mi chiedi?
No, a fronte di quella lettera non posso rispondere - come ad altre persone che mi hanno chiesto "poesie uniche", o altri testi, o corrispondenze - che è una questione di tempo. Addirittura di economia. Anche se quelle questioni - direbbe il Medico di De Andrè - son pure presenti e pressanti. Come te, che fai un bel mestiere ma non potresti farlo gratis, o non troppo a lungo, io non posso scrivere per chiunque mi chieda, o come farò a pagare a mia figlia l'università scintillante che spera e merita?
No: qui, come dicevo, più che di tempo è un problema di senso.
E di sangue: sangue di senso.
La poesia che mi chiedi non è di quelle d'ordinaria amministrazione, ammesso che in poesia esista; non è di quelle che scrivo, per fare un esempio, per GBaby, che pure sono onesti manufatti del mestiere, fra cui scappano a volte vere perline.
Qui devo versare un po' di sangue. Ancora un po'. Forse un bel po'. O non nascerà niente di buono, di vivo.
E c'è un timore, un'incertezza che mi sta piovendo addosso negli ultimi mesi. Non ho paura di dissanguarmi, ma piuttosto, in questo momento, di... Bene, sembra sgradevole, brutale, ciò che dirò, ma intendimi, non lo è: ho paura di imbrattare il tavolo.
Ho appena scritto due o tre poesie di sangue: guarda qui.
Ora, come i donatori dell'AVIS, devo lasciar passare un po' di tempo. Bere acqua, scrivere filastrocche lievi, belle spremute d'arancia, limonate dopo tutto quel sangue, o il posto, il posto della mia poesia, si farà forse un po' appiccicoso.
Io non voglio diventare un poeta appiccicoso, che scrive solo col sangue, suo e d'altri, suo per gli altri.
Devo diluire, forse aspettare un po'...
Perdonami, Francesca, mi sono dilungato, e forse ho usato termini forti: che riguardano il mio lavoro, attenzione, non certo te e la tua richiesta. Mi son dilungato per dirti quello che è in fin dei contri un semplice "no".
Ma ho voluto spiegartelo.
E dalla tua lettera intuisco che, pur delusa, forse lo capirai.
C'è una (magra) consolazione, che se vuoi ti porgo. Una poesia di tutti, non solo tua.
Qualche volta chi mi chiede una filastrocca unica, che non posso scrivere, è fortunato, perché avendone scritte tante (appunto 1193), spesso quella che gli serve "ce l'ho". Qualche altra volta "mi manca". Come le figurine.
E stavolta forse "ce l'ho".
E' contenuta nel libro RIMA RIMANI (Salani-NordSud).
Eccola.
Il primo dono è qualcosa di nuovo
Per un bambino che prima non c'era
Era già tuo ch'eri ancora nell'uovo
La prima alba, la prima sera
È un doppio dono, che gira in tondo
E chi lo da non può toglierlo più
Perché per te questo dono è il mondo
E per il mondo il dono sei tu
Spero che ti serva, Francesca, anche se non è "solo sua".
Ma... il fatto che appartenga, sia appartenuta, sia stata dedicata, cantata e cullata ad altri bambini nati, da altre mamme che, pure in situazioni diverse, non hanno scintillato meno di te; tutto questo, il fatto che sia di molti, davvero la fa meno bella, meno potente? Davvero?
Un abbraccio a tutti e tre.
E buona estate.
Che sintesi perfette riesce a fare la poesia: "suonare ti tocca", "ti piace lasciarti ascoltare". Ti tocca e ti piace. È la versione più potente che si possa dare del destino del musicista "popolare".
Il suo gruppo, la sua famiglia, il suo paese, la sua cricca d'amici: la sua comunità (la sua "community", si direbbe oggi?) sa che lui sa suonare. E quando è il momento, quando occorre, gli chiede di farlo. Ha accettato e accolto, a volte a costi di noie e sopportazioni, di avere in seno un estroso, un artista, un musicista: ha il diritto di chiedergli di suonare. E lui ha il diritto ("ti piace") e il dovere ("ti tocca") di farlo. Lo fa "per loro". Suona per loro.
Suona Per.