Bruno Tognolini
RIME D'OCCASIONE
Filastrocche di diverso peso e pregio
Composte su richiesta di qualcuno




Lucio Betto, Il Fisarmonicista, olio su tela
"Se la gente sa, e la gente lo sa
che sai suonare,
suonare ti tocca,
per tutta la vita
e ti piace lasciarti ascoltare"


* (Fabrizio De Andrè, "Il suonatore Jones")






  • Presentazione. LA FISARMONICA

  • INDICE delle Rime d'Occasione

  • La poesia più difficile

  • E quelle che non potrò scrivere


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    LA FISARMONICA


    La fisarmonica è uno strumento a tastiera, ha i suoi tasti bianchi e neri come il pianoforte.
    Ma la fisarmonica, più del pianoforte, è uno strumento sociale, conviviale. Se un gruppo di persone si trova a star bene insieme, con tempo bastante e buona allegria, e sa che uno di loro suona la fisarmonica, può accadere che gli dica: vai a prenderla, suona, balliamo. Difficilmente potrebbe dirgli: vai a prendere il pianoforte.
    Le filastrocche son fisarmoniche, non pianoforti.
    E non sono per questo più o meno musica, più o meno arte. Ci son pianisti di piano bar e c'è Astor Piazzolla.
    In quasi trent'anni e finora ho scritto più di mille e trecento componimenti in rima, nella stragrande maggioranza per bambini. E passo passo mi sono accorto che i bambini del "Poeta Per Bambini" sorridendo in punta di piedi si allontanavano, pur rimanendo ben presenti, come loro sanno fare: e pareva restare, anno per anno sempre più chiara, la locuzione tronca "Poeta Per". Tronca ma forse, chissà: come un tronco potato, perché dia frutti più Utili e Belli alla sua gente.
    In greco "per" si dice "epì" (per, sopra). Così se la gente greca sapeva che uno di loro sapeva suonare e cantare, cioè era poeta, e se voleva celebrare un matrimonio, una vittoria guerresca o sportiva o un funerale, chiedeva al poeta-cantautore di scrivere e cantare una poesia per-nozze, in greco epi-talamio, per-vittoria, in greco epi-nicio, per-sepoltura, in greco epi-tafio. Io in Grecia sarei stato forse chiamato scrittore di epipèdi: poesia epi-paides, per bambini.
    Per bambini? Nel libro di filastrocche d'occasione RIME RIMEDIO una didascalia sotto il titolo recita: "Cinquanta filastrocche chieste dai grandi | per i bambini che hanno accanto, o dentro". Si potrebbe forse benissimo parafrasare in: Filastrocche per i bambini e per i grandi che hanno accanto, o dentro".





    INDICE

    1. SPUDORATO EPINICIO
    2. LA TERRA STRETTA
    3. PER LA FIERA DEL LIBRO DI BOLOGNA
    4. PER LA SCUOLA ANNA FRANK
    5. PER UNA TV QUADRA TONDA
    6. PER UN GIORNALE DEI BAMBINI - NUMERO ZERO
    7. PER UN GIORNALE DEI BAMBINI - NUMERO UNO
    8. PER GLI INCENDI DELLA SARDEGNA
    9. BABBO ORCO MULTITRADE
    10. PER LA FINE DELLE ELEMENTARI
    11. PER LA BIBLIOTECARIA NINA
    12. DIRITTO ALLA SALUTE
    13. DIRITTO ALLA FAMIGLIA
    14. DIRITTO ALL'EDUCAZIONE
    15. DIRITTO AL GIOCO
    16. DIRITTO A ESSERE CITTADINI D'EUROPA
    17. PER LA LIBRERIA "TUTTESTORIE"
    18. PER UNA SCUOLA CHE ASSOMIGLI AL MONDO
    19. FILASTROCCA MANGIABAMBINI
    20. PER NON PAGARE I LIBRI IN BIBLIOTECA
    21. PER MAMMA CRISTINA
    22. MARCETTA DEI LIBRI STUPIDI
    23. MARCETTA DEI LIBRI TRAMPOLI
    24. MARCETTA DI CHISCIOTTE FENICOTTERO
    25. PER L'ISOLA DELLE STORIE
    26. FILASTROCCA DI PINOCCHIO CORRIDORE
    27. FILASTROCCA DEL VERBO ESSERCI. Presente
    28. FILASTROCCA DEL VERBO ESSERCI. Futuro
    29. FILASTROCCA DEL MOSTRO NELLO SPECCHIO
    30. FILASTROCCA DEI FOSSI
    31. MANTRA DEL CAVALIERE
    32. FILASTROCCA DEI MOSTRI: LA CHIMERA
    33. FILASTROCCA DEI MOSTRI: LA SFINGE
    34. PRIMO EPITALAMIO
    35. FILASTROCCA DELLE MILLE DOMANDE
    36. FILASTROCCA DEL BAMBINO FUTURO
    37. PER I MERAVIGLIATI DI ANTONIO CATALANO
    38. FILASTROCCA DI SALUTO AI LADRI
    39. FILASTROCCA DEI QUATTRO MAGHI DEL MONDO
    40. FILASTROCCA DELLA BELLA "LIBRETÀ"
    41. FILASTROCCA DEI FIGLI DEL MONDO
    42. FILASTROCCA DEI BAMBINI IN SALITA
    43. FILASTROCCA CONTRO TUTTE LE PAURE
    44. FILASTROCCA PER LUISA
    45. FILASTROTTOLA
    46. VIGNETTA DEL MINISTRO BIOMETRA
    47. PER LE IMPRONTE DIGITALI DEI BAMBINI ROM
    48. PER LA RAI
    49. BALLATA DEL TERZO GIARDINO
    50. FILASTROCCA SENZA FINE
    51. FILASTROCCA PER ESTER GRANDESSO
    52. TIRITERA ELETTORALE SARDA
    53. FILASTROCCA PER ALTRONDO
    54. FILASTROCCA DELLA TERRA CHE BALLA
    55. FILASTROCCA DEI LIBRAI SCATENATI
    56. PIGNABRINDISI DELLA MELEVISIONE
    57. FILASTROCCA PER GIANNI RODARI
    58. FILASTROCCA DEL BUIO AL SOLE
    59. COLONNINO DEL LUPO VESTITO DA NONNA
    60. FILASTROCCA DI CASA E DI SCUOLA
    61. POESIA PER IL COMPLEANNO DELLA SORELLA
    62. POESIA PER I POETI MORTI
    63. QUARTINA DELL'ARGENTIERA
    64. FILASTROCCA DEL GIALLO
    65. FILASTROCCA DELLA VOCE DELLE MAMME
    66. RIMETTA SLOGAN DELLA FARFALLA IN PEDIATRIA
    67. FILASTROCCA DEI NATI PER LEGGERE
    68. RIMETTA UMILE E UTILE PER I LIBRAI PER BAMBINI
    69. FILASTROCCA PER UN PROFESSORE
    70. FILASTROCCA SLOGAN SUL GIOCO
    71. GRIDO DELLA TORRE COSTIERA
    72. LUNAMONDA CAMBIAGIOCO
    73. ANNINNÌA DELL'ASTENSIONE
    74. GIROTONDO MANGIAMONDO
    75. FILASTROCCA BABBALLOTTA
    76. SLOGAN ELETTORALE
    77. FILASTROCCA DI ADDIO ALLA SCUOLA
    78. MARCETTA DEGLI GNOMI AL VOTO
    79. FILASTROCCA DELLE STELLE
    80. PRIMO PROCLAMA DELLA BOCCACCIA DELLA VERITÀ
    81. SECONDO PROCLAMA DELLA BOCCACCIA DELLA VERITÀ
    82. FILASTROCCA DEI CRÀSTULI
    83. FILASTROCCA DEGLI GLI UCCELLINI DEI SEGRETI
    84. FILASTROCCA DEL FINALE
    85. FILASTROCCA PER LA SALA BORSA
    86. FILASTROCCA PER DUE BRAVE CONTASTORIE
    87. FILASTROCCA PER LA SEMINA DEI SOGNI
    88. FILASTROCCA PER GLI OTTANT'ANNI DI TULLIO DE MAURO
    89. FILASTROCCA DELL'INFINITA MAESTRIA
    90. FILASTROCCA DEI TAGLIATORI DI SOGNI
    91. FILASTROCCA DELLE BUONE RAGIONI
    92. FILASTROCCA DELLE GUARIGIONI
    93. FILASTROCCA DELLA TERRA SCEMA
    94. DEDICA PER UN LIBRETTO ALLA TERRA CHE TREMA
    95. NENIA DELLE PARTENZE
    96. FILASTROCCA DELLE MANI IN TERRA
    97. FILASTROCCA PER LEGGERE PIÙ FORTE
    98. FILASTROCCA DELLE COSE DELLE CASE
    99. FILASTROCCA EXTRATERRESTRE (Rime Rimedio, Salani)
    100. FILASTROCCA CAPITANA DEI BAMBINI (Rime Rimedio, Salani)
    101. FILASTROCCA DELLA GIOIA NASCOSTA (Rime Rimedio, Salani)
    102. FILASTROCCA DELL'ORNITORINCO (Rime Rimedio, Salani)
    103. FILASTROCCA DEL VENTO DEI DIARI (Rime Rimedio, Salani)
    104. FILASTROCCA DI CIÒ CHE NON SEI (Rime Rimedio, Salani)
    105. FILASTROCCA DELLA MAESTRA GHIRIBIZZA
    106. FILASTROCCA DEI LIBRI DI PRATO
    107. FILASTROCCA PER MARISA DEL RIO
    108. FILASTROCCA DEI GENITORI SEPARATI (Rime Rimedio, Salani)
    109. FILASTROCCA PER TIZIANA NANNI (Rime Rimedio, Salani)
    110. MACININO DELLE FILASTROCCHE (Rime Rimedio, Salani)
    111. BALLATA DEI CINQUE DONI (Rime Rimedio, Salani)
    112. FILASTROCCA CICLACARTA (Rime Rimedio, Salani)
    113. FILASTROCCA CICLAVETRO (Rime Rimedio, Salani)
    114. FILASTROCCA CICLACIBO (Rime Rimedio, Salani)
    115. FILASTROCCA CICLAPLASTICA (Rime Rimedio, Salani)
    116. FILASTROCCA CICLAFERRO (Rime Rimedio, Salani)
    117. EPITAFFIO PER UNA LETTRICE DI STORIE (Rime Rimedio, Salani)
    118. FILASTROCCA PER LA VALLATA DEI LIBRI BAMBINI
    119. FILASTROCCA DELLE PERIFERIE (Rime Rimedio, Salani)
    120. FILASTROCCA DEI RITORNI (Rime Rimedio, Salani)
    121. FILASTROCCA DELL'AMOROSA MAESTRIA (Rime Rimedio, Salani)
    122. PROLOGO PER I CANTI DI TUTTESTORIE
    123. EPILOGO PER I CANTI DI TUTTESTORIE
    124. NINNA DELLE DUE GEMELLE (Rime Rimedio, Salani)
    125. SALUTO AL SANTO PERSONAGGIO
    126. INVETTIVA IN DIFESA DEI TEATRANTI (Rime Rimedio, Salani)
    127. FILASTROCCA DEL PICCOLO BENE (Rime Rimedio, Salani)
    128. STORIELLA CANZONETTA
    129. FILASTROCCA DELLA NONNA IN ALTALENA
    130. FILASTROCCA CIAO MONDO
    131. POESIA DI POESIA
    132. FILASTROCCA MAGLIONCINO DELLA VITA
    133. FILASTROCCA DEL GUARDIANO DI STORIE
    134. PROLOGO DELLA NOIA SUL SOFÀ
    135. PROLOGO DEI DODICI SOFÀ
    136. EPILOGO DEI DODICI SOFÀ
    137. FILASTROCCA DELLA CRESCITA PROFONDA (Rime Rimedio, Salani)
    138. FILASTROCCA DELL'ERRORE SBAGLIATO (Rime Rimedio, Salani)
    139. FILASTROCCA PER I BAMBINI FERITI DAL MONDO (Rime Rimedio, Salani)
    140. RIMA RIMEDIO (Rime Rimedio, Salani)
    141. RIMA DEGLI ATTI GENTILI (Rime Rimedio, Salani)
    142. RIMA DEI BAMBINI CHE NON MANGIANO (Rime Rimedio, Salani)
    143. RIMA DEI SENTIMENTI NERI (Rime Rimedio, Salani)
    144. RIMA DEL BAMBINO TRASPARENTE (Rime Rimedio, Salani)
    145. RIMA DELLE COSE ROTTE (Rime Rimedio, Salani)
    146. RIMA DEI SOGNI NEL CASSETTO (Rime Rimedio, Salani)
    147. RIMA DELLE PAROLE NON DETTE (Rime Rimedio, Salani)
    148. RIMA DELLA VOCE SPARITA (Rime Rimedio, Salani)
    149. RIMA DI CIÒ CHE NON SI PUÒ DISFARE (Rime Rimedio, Salani)
    150. RIMA DELLA NOSTALGIA (Rime Rimedio, Salani)
    151. RIMA ZERO-SEI (Rime Rimedio, Salani)
    152. RIMA DEL DIRITTO A NON FARCELA (Rime Rimedio, Salani)
    153. RIMA DEI BAMBINI FANTASTICI VOLANTI (Rime Rimedio, Salani)
    154. PREGHIERINA DI PICCOLA LUCE (Rime Rimedio, Salani)
    155. RIMA DI BENVENUTO E DI SPERANZA (Rime Rimedio, Salani)
    156. RIMA DEL FASTIDIO (Rime Rimedio, Salani)
    157. FILASTROCCA DELLE BEATITUDINI (Rime Rimedio, Salani)
    158. RIMA DEL PIANGERSI ADDOSSO
    159. RIMA DELLE BAMBINE CALCIATRICI
    160. PRIMA FILASTROCCA DEI MAGARI
    161. SECONDA FILASTROCCA DEI MAGARI
    162. TERZA FILASTROCCA DEI MAGARI
    163. QUARTA FILASTROCCA DEI MAGARI
    164. QUINTA FILASTROCCA DEI MAGARI
    165. SESTA FILASTROCCA DEI MAGARI
    166. SETTIMA FILASTROCCA DEI MAGARI
    167. OTTAVA FILASTROCCA DEI MAGARI
    168. NONA FILASTROCCA DEI MAGARI
    169. DECIMA FILASTROCCA DEI MAGARI
    170. UNDICESIMA FILASTROCCA DEI MAGARI
    171. DODICESIMA FILASTROCCA DEI MAGARI
    172. TREDICESIMA FILASTROCCA DEI MAGARI
    173. QUATTORDICESIMA FILASTROCCA DEI MAGARI
    174. QUINDICESIMA FILASTROCCA DEI MAGARI
    175. SEDICESIMA FILASTROCCA DEI MAGARI
    176. DICIASSETTESIMA FILASTROCCA DEI MAGARI
    177. DICIOTTESIMA FILASTROCCA DEI MAGARI
    178. DICIANNOVESIMA FILASTROCCA DEI MAGARI
    179. VENTESIMA FILASTROCCA DEI MAGARI
    180. ULTIMA FILASTROCCA DEI MAGARI
    181. PREGHIERINA DI PICCOLA LUCE
    182. RIMA ZERO-SEI
    183. FILASTRINA DELLE DOMANDE
    184. FILASTROCCA PER UN COMPAGNO DI SCUOLA PERDUTO
    185. FILASTROCCA DELL'EDUCAZIONE STRADALE
    186. FILASTROCCA DEI PONTI SUL DOLORE
    187. HAKA PER PESTARE I PIEDI IN TERRA
    188. FILASTROCCA DELLA TERRA IN CAMMINO
    189. FILASTROCCA DEGLI ANNI SENZA
    190. FILASTROCCA DEL BEN LITIGARE
    191. FILASTROCCA DI PROTEZIONE DA PERICOLO PICCOLO
    192. FILASTROCCA PER I LIBRAI AL TEMPO DEL VIRUS
    193. FILASTROCCA PER I COMPLEANNI AL TEMPO DEL VIRUS
    194. FILASTROCCA DELLE MANI DEGLI ESSERI UMANI
    195. LITANIA DEI MUTAMENTI
    196. VALZER DELLA RONDINE PRIGIONIERA
    197. EPITAFFIO PER UNA SPOSA
    198. BALLATA DELLA SPIAGGIA RECINTATA
    199. FILASTROCCA DECALOGO DEI MASCHI
    200. FILASTROCCA GIOCARIO DEI GENERI
    201. TIRITERA DEL CORPO SPARPAGLIATO
    202. FILASTROCCA DEI GRANDI LITIGIOSI
    203. FILASTROCCA PER LA LIBRERIA BINARIA
    204. FILASTROCCA FISARMONICA
    205. FILASTROCCA FILASTROCCA PER IL PARCO DEL POLLINO
    206. FILASTROCCA PER LA BAMBINA CASOMAI
    207. LA POESIA LA PIÙ BELLA DEL MONDO
    208. FILASTROCCA PER L'EUROPA
    209. FILASTROCCA DEI MONDINI FUTURI
    210. FILASTROCCA PER MARCO CAVALLO
    211. PULCINELLA DEL CORPO POETA
    212. BIMBO BONSAI
    213. LETTERA IN RIMA DI UNO SCRITTORE AGLI ILLUSTRATORI
    214. SECONDO EPITALAMIO
    215. RIMA RICHIAMO
    216. LASCIATE SPAZI
    217. SECONDA RIMA DELLE CREATURE IN SALITA

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    RIME D'OCCASIONE



    1. SPUDORATO EPINICIO

    Scritta per "Mattina", inserto de "L'Unità", in occasione delle elezioni del 21 aprile 1997

    Hai visto Gigante che non hai ragione?
    Tu parli come una televisione,
    io te lo dico con parole mie:
    non ti è servito dire bugie.
    Volume altissimo, gambine corte:
    non ti è servito gridarle più forte.
    Io te lo dico con un sussurro,
    foglia caduta da un Albero Azzurro:
    ma quella foglia può andare lontano
    più del ruggito di un aereoplano.
    Io te lo dico con una rima
    che lascia tutto com'era prima:
    ma dopo la prima c'è la seconda,
    rima su rima, onda su onda,
    una canzone che balla e si muove,
    parte da qui e va chissà dove.
    Va chi sa dove ma parte da qui,
    da una vocina che dice così:
    Non serve a niente abbracciare un bambino
    ben pettinato in un grande giardino,
    se poi sugli altri dieci milioni
    cacciano giù le tue televisioni
    chili di chili di chili di cacca,
    roba che puzza, roba che attacca.
    Che io la guardo però non la voglio.
    Non parla con me ma col mio portafoglio.
    Non vuole dire, non vuole narrare:
    vuole convincermi a uscire e comprare.
    Ma io so fare tremila altre cose!
    Cose bellissime e cose noiose,
    giorni con sole, notti con luna:
    spendere soldi è soltanto una!
    E non è neanche la più importante.
    Perché delle altre non vedi nessuna?
    Perché mi offendi, Ricco Gigante?
    Ma stamattina non sono più offeso,
    c'è una rivincita che mi son preso.
    Caro Gigante Per Niente Gentile,
    devi sapere che il ventuno aprile
    mamma e papà si son preparati,
    e sono usciti ben pettinati,
    e sono entrati nella mia scuola,
    e senza dire una sola parola
    in una strana cabina speciale,
    clic!
    Hanno cambiato canale.

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    2. LA TERRA STRETTA

    Scritta per il progetto "MOSTRI", Corte Ospitale di Rubiera (RE), 1998
    Pubblicata nel libro RIME RAMINGHE, Salani 2013.
    (Vi prego di citare il libro, nel caso la vogliate usare: l'editore lo esige, e lo merita)


    C'era una volta uno stretto confine
    Che separava due terre vicine
    Una chiamata Paese del Noi
    L'altra chiamata Paese del Voi
    Per mille secoli queste due terre
    Fecero gare, fecero guerre
    Per chi correva più lento o veloce
    Per chi contava le storie più belle
    Per chi cantava con più bella voce
    E per chi aveva più chiara la pelle.
    Ma in mezzo a loro c'eran creature
    Che erano chiare ma erano scure
    Erano buone ma molto cattive
    Sempre ammazzate e sempre più vive
    Non erano qua, non erano là
    Come se stessero sempre a metà
    Non erano Nostri, non erano Vostri
    E li chiamarono Mostri.

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    3. PER LA FIERA DEL LIBRO DI BOLOGNA

    Scritta per "Popotus", inserto de "L'Avvenire", in occasione della Fiera Internazionale del Libro per Ragazzi di Bologna del 1998

    Fiera di libri, libri di fiera
    Io ci son stato e son stato contento
    Io ci son stato e ho visto com'era
    Era una fiera bufera di vento
    Cento milioni di libri diversi
    Scritti di seguito oppure coi versi
    Solo figure e senza parole
    Solo scritture e senza colore
    In italiano cinese spagnolo
    Tutte le razze paesi costumi
    Dieci racconti in un libro solo
    Solo un racconto in dieci volumi
    Ne avevo letto già più di seicento
    Quando ho sentito quel vento...
    Vento segreto dei libri migliori
    Che piano piano sospira fuori
    Vento che dorme nascosto tra i fogli
    E che si sveglia quando li sfogli
    E fa frullare frullare i maghi
    Frrrrrr... frrrrrr... maghi di carta!
    E fa volare volare i draghi
    Frrrrrr... frrrrrr... draghi di carta!
    E fa ballare ballare gli eroi
    Che sono forti, più forti di noi
    E fa crepare crepare i cattivi
    Non si capisce da dove arrivi
    Questa folata di vento burlone
    Frrrrrr... frrrrrr... vento che spoglia!
    Che fa scoppiare una gran confusione
    Frrrrrr... frrrrrr... vento che sfoglia!
    Frulla le pagine una per una
    Le gira tutte, non lascia nessuna
    Frusciano i fogli di tutti i giornali
    Frullano i libri che sembrano ali
    E sette sciami di personaggi
    Come le rondini di sette maggi
    Volano volano via dalla Fiera
    Filano filano via nella sera
    Volano in cielo e non tornano più
    Lasciano tutti
    - Guarda, Lucia! -
    naso all'insù.

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    4. PER LA SCUOLA ANNA FRANK

    Scritta per l'inaugurazione della Scuola Comunale dell'Infanzia "ANNA FRANK" di Reggio Emilia, giugno 1999
    Pubblicata nel libro RIME RAMINGHE, Salani 2013.
    (Vi prego di citare il libro, nel caso la vogliate usare: l'editore lo esige, e lo merita)


    Brava Anna, che hai conservato la speranza
    in bellissimi vasetti di conserva.
    L'hai conservata bene, perché serva,
    ne hai conservata tanta, ed abbastanza
    che ne è arrivata tanta fino a noi.
    E noi ce la spalmiamo nei panini
    in questa scuola fatta di bambini,
    che di nient'altro in fondo hanno bisogno.
    E allora sta' a sentire questo sogno.

    Giocavamo tutti insieme e tu ridevi,
    e io contavo e tu ti nascondevi.
    Ti sei nascosta dentro quell'armadio.
    Sono arrivato a mille, e nella radio
    dicono che la guerra ormai è lontana.
    E allora io ti trovo, e tu fai tana.

    Questo sogno così non si può fare.
    Ma un altro sì, e noi sappiamo come.
    Possiamo fare tana in una scuola,
    e a quella scuola metterle il tuo nome.

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    5. PER UNA TV QUADRA TONDA

    Scritta per il progetto "IL GIOCO DI MIRANDO" dell'Assessorato alle politiche della città delle bambine e dei bambini del Comune di Roma, 2000.
    Pubblicata nel libro RIME RAMINGHE, Salani 2013.
    (Vi prego di citare il libro, nel caso la vogliate usare: l'editore lo esige, e lo merita)


    Mio nonno ciccione si chiama Felice:
    è vero anche se la TV non lo dice.
    In piazza da ieri è arrivata la giostra:
    è vero anche se la TV non la mostra.
    A me piace Chicco ma a lui piace Carla:
    è vero anche se la TV non ne parla.
    A quello che dico mio padre ci crede:
    è vero anche se in TV non lo vede.
    Le cose del mondo son molte di più
    di quelle che entrano nella TV.
    E se lo disegni, è presto spiegato:
    il mondo è rotondo, il video è quadrato.

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    6. PER UN GIORNALE DEI BAMBINI - NUMERO ZERO

    Scritta per il progetto "UNIONE DEI PICCOLI" del quotidiano "L'UNIONE SARDA", Cagliari, 2000 (mai andato in porto).

    Abbiamo fatto questo giornale
    Che se non lo facevamo era uguale
    Non ha gli articoli, non ha le foto
    Non è di oggi ma neanche di mai
    Fuori c'è scritto, ma dentro è vuoto
    Prova ad aprirlo e te ne accorgerai
    Non ha notizie di cose successe
    Nemmeno il calcio coi risultati
    Ha tante pagine, sempre le stesse
    Con tutti i pezzi, però disegnati
    Zero da leggere, zero colori
    Zero di dentro e zero di fuori
    C'è solo il numero che dice il vero:
    numero zero.


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    7. PER UN GIORNALE DEI BAMBINI - NUMERO UNO

    Scritta per il progetto "UNIONE DEI PICCOLI" del quotidiano "L'UNIONE SARDA", Cagliari, 2000 (mai andato in porto).


    Un giornale per bambini
    io lo so come si fa:
    se ne prende uno per grandi,
    se ne butta la metà...
    E quel mezzo che rimane
    per metà è carta di pane
    gocciolato di scritture,
    per metà è acqua di mare
    dove nuotano figure.
    Si fa bene, si fa bello,
    come un libro, come un gioiello,
    con il trucco degli autori,
    dei poeti e illustratori,
    dei Rodari e dei Piumini,
    applicato ad ogni foglio:
    CON LA SCUSA DEI BAMBINI,
    FAR LE COSE MEGLIO.


    All'indice



    8. PER GLI INCENDI DELLA SARDEGNA

    Scritta per il progetto "UNIONE DEI PICCOLI" del quotidiano "L'UNIONE SARDA", Cagliari, 2000 (mai andato in porto).
    Pubblicata nel libro RIME RAMINGHE, Salani 2013.
    (Vi prego di citare il libro, nel caso la vogliate usare: l'editore lo esige, e lo merita)


    Macchia di mirti, corbezzoli, cisti
    Scura dimora di mondi mai visti
    Madre di piccola vita stupenda
    FUOCO LA PRENDA
    Bosco di sughere, castagni, lecci
    Padre di foglie, fatto d'intrecci
    Nero di ombre, fitto di luci
    FUOCO LO BRUCI
    Terra di rocce ruggine e argento
    Madre d'incendi figli del vento
    Non serve a niente che canti e che piangi
    FUOCO LA MANGI
    Mano segreta che spargi quel fuoco
    Bruci il tuo mondo per così poco
    D'ora in avanti prima che accenda
    GIUSTIZIA TI PRENDA

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    9. BABBO ORCO MULTITRADE

    Scritta per un allestimento sulla figura di "Babborcu" realizzato dalla libreria Tuttestorie di Cagliari alla Fiera Internazionale del Libro per Ragazzi di Bologna del 2001.
    Pubblicata nel libro RIME RAMINGHE, Salani 2013.
    (Vi prego di citare il libro, nel caso la vogliate usare: l'editore lo esige, e lo merita)


    Babbo Orco, Brutto muso
    Che mi tieni qui rinchiuso
    A cucire le scarpette
    Gli zainetti, le magliette
    Che ti mangi a spezzatino
    I miei giorni di bambino
    Che ti fanno grasso e ricco
    Senti quello che ti dico
    C'è una fiaba molto antica
    Che anche oggi è verità
    Perché dalla mia fatica
    Tanta cacca ti verrà
    Cacca fatta di scarpette
    Cacca fatta di magliette
    Tanta cacca fatta a mano
    Dalla mano piccolina
    Di un bambino colombiano
    Di una bimba della Cina
    Perché non ci fermeremo
    Perché non ti fermerai
    Finché un giorno, Orco scemo
    Dalla cacca scoppierai

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    10. PER LA FINE DELLE ELEMENTARI

    Scritta per la rappresentazione teatrale "IL QUINTO LUPO", realizzata con la classe quinta elementare di mia figlia per la fine dell'anno scolastico 2000-2001.

    E cinque anni sono passati
    Come una corsa di lupi incantati
    Anni che ci hanno portato fin qui
    Seconda B, terza B, quarta B...
    Che ci han portati così lontani
    Aula per aula, nella Don Milani
    Dalle foreste di Mamma Natura
    Fino alla riga della scrittura
    O in traversata sull'altipiano
    Fino ai giardini dell'italiano
    O in carovana che cerca la via
    Fino ai palazzi della geometria
    C'erano alberi alle finestre
    C'erano Angele come maestre
    C'erano anche caverne e dirupi
    E le maestre parlavano ai lupi
    Lupi di ansie, ritardi, chiusure
    Siedono qui ad imparare con noi
    Che non si cresce senza paure
    E come piangono i piccoli eroi
    Viene l'estate, si muore dal caldo
    Oggi ci parla maestra Mercaldo
    Viene Natale, è l'inverno che inizia
    Oggi ci parla maestra Gulizia...
    Hanno parlato, parlato, parlato
    Avranno quasi finito la voce
    Il tempo è passato, passato, passato
    Un lupo giovane corre veloce
    Le elementari ora sono finite
    Restano solo pochi tramonti
    Ma anche stavolta ci siete riuscite
    Noi siamo pronti

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    11. PER LA BIBLIOTECARIA NINA

    Scritta per la bibliotecaria più piccola della biblioteca più piccola che io abbia mai visto: quella di Irgoli, Nuoro. Gennaio 2002.
    Pubblicata nel libro RIME RAMINGHE, Salani 2013.
    (Vi prego di citare il libro, nel caso la vogliate usare: l'editore lo esige, e lo merita)


    In una piccola bibliotechina
    Bibliotecaria è la piccola Nina
    Che tiene lindo di dentro e di fuori
    E con i libri fa mazzi di fiori
    Nina racconta, Nina consiglia
    Per ogni ospite e per ogni gusto
    Tiene da parte qualche meraviglia
    Sfila dal mazzo il libro più giusto
    Quando è finita la lunga giornata
    Spegne la luce, chiude la porta
    Fa un bel sospiro, è affaticata
    E torna a casa per la via più corta
    Prima di entrare scuote i capelli
    E cade giù come pioggia sui monti
    E vola via come stormo d'uccelli
    La polverina di cento racconti

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    Scritta per il libro "CARI BAMBINE E BAMBINI...", supplemento a "L'Unità" del 20 novembre 2002, Nuova Iniziativa Editoriale, Milano, 2002.

    12. DIRITTO ALLA SALUTE

    Etcì! - Salute!
    Le malattie son brutte
    È meglio stare bene
    La febbre è nelle vene
    Arriva la puntura
    Ma io non ho paura
    Perché ci sono i miei
    Senza come farei
    E poi viene il dottore
    Con il suo strano odore
    E poi c'è l'ospedale
    E poi viene Natale
    E quando starnutisco
    Le cose conosciute
    Mi dicono "Salute!"
    E allora io guarisco



    13. DIRITTO ALLA FAMIGLIA

    Pubblicata nel libro RIME RAMINGHE, Salani 2013.
    (Vi prego di citare il libro, nel caso la vogliate usare: l'editore lo esige, e lo merita)


    Se foste uccelli, amerei le vostre ali
    Se foste cervi coi musi giocherei
    Dite che gli uomini non sono tutti uguali
    È proprio vero, perché voi siete i miei
    E non m'importa se siete dieci o tre
    Se siete ricchi o furbi o neri o strani
    Quello che conta è che siete qui per me
    E che svegliandomi, vi trovo anche domani



    14. DIRITTO ALL'EDUCAZIONE

    Pubblicata nel libro RIME RAMINGHE, Salani 2013.
    (Vi prego di citare il libro, nel caso la vogliate usare: l'editore lo esige, e lo merita)


    Se mi insegni, io lo imparo
    Se mi parli, mi è più chiaro
    Se lo fai, mi entra in testa
    Se con me tu impari, resta



    15. DIRITTO AL GIOCO

    Pubblicata nel libro RIME RAMINGHE, Salani 2013.
    (Vi prego di citare il libro, nel caso la vogliate usare: l'editore lo esige, e lo merita)


    Fammi giocare solo per gioco
    Senza nient'altro, solo per poco
    Senza capire, senza imparare
    Senza bisogno di socializzare
    Solo un bambino con altri bambini
    Senza gli adulti sempre vicini
    Senza progetto, senza giudizio
    Con una fine ma senza l'inizio
    Con una coda ma senza la testa
    Solo per finta, solo per festa
    Solo per fiamma che brucia per fuoco
    Fammi giocare per gioco



    16. DIRITTO A ESSERE CITTADINI D'EUROPA

    C'era una volta un Nuovissimo Regno
    Rima di ferro, rima di legno
    Che si chiamava Governo d'Europa
    Rima di straccio, rima di scopa
    Tutti i regnanti si sono riuniti
    Rima di chiodi, rima di viti
    Per stabilire la Costituzione
    Rima di stati, rima di zone
    Mille bambini sono arrivati
    Rima di fiori, rima di prati
    Perché volevano dire la loro
    Rima di canto, rima di coro
    Visto che siete appena all'inizio
    Rima di ozio, rima di vizio
    Non fate sempre quel solito sbaglio
    Rima di puzza, rima di aglio
    Fate un bel regno che valga per tutti
    Rima di fiori, rima di frutti
    Anche per noi, non teneteci fuori
    Rima di frutti, rima di fiori
    E sarà un regno più degno perché
    Rima con tutti fa rima con me

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    17. PER LA LIBRERIA "TUTTESTORIE"

    Scritta per una festa della libreria "Tuttestorie" di Cagliari, il 5 giugno 2003.

    Cè una tana colore arancione
    Con un cuore di dolce melone
    E semini di libri e di glorie
    Sarà vero o sarà TUTTESTORIE?
    C'è una specie di domu de jana
    Dove tessono a fili di lana
    Fiabe e sogni, visioni e memorie
    Sarà vero o sarà TUTTESTORIE?
    E ci sono tre Fate Madrine
    Che a dispetto di molte mazzine
    Vanno avanti a filare vittorie
    Ed è vero, perché è TUTTESTORIE

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    18. PER UNA SCUOLA CHE ASSOMIGLI AL MONDO

    Scritta per Alberto Melis e la sua scuola "Iqbal Masih" di Quartu Sant'Elena (CA), febbraio 2004.

    Nel mondo ci sono le terre ed i cieli
    Non sono divisi in scaffali
    Nel mondo ci sono le fiabe e le arti
    Non sono divise in reparti
    Nel mondo c'è un nido, che è la tua classe
    Uscendo non trovi le casse
    Nel mondo ci sono maestri un po' maghi
    Ci sono, non solo se paghi
    Nel mondo il sapere che vuoi si conquista
    Nel supermercato si acquista
    E allora rispondi con una parola
    Com'è che la vuoi la tua scuola?

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    19. FILASTROCCA MANGIABAMBINI

    Scritta per l'allestimento "PER MANGIARTI MEGLIO" curato dalla libreria Tuttestorie di Cagliari alla Fiera Internazionela del Libro per l'Infanzia di Bologna, 2004.

    Cuocete piano piano, coscettine di pollo
    Bambine di vaniglia, bambini caramello
    Le mamme fanno i figli con l'acqua e la farina
    Forse viene una pizza, ma forse una bambina
    Il mondo è un pentolone, chi cresce si trasforma
    Crescete piano piano, e cambiate la forma
    Budini con gli occhiali, hamburgher coi capelli
    Le bambine patate, i bambini piselli
    Ma fuori cosa c'è? L'Orco con la forchetta?
    È il Mercato coi denti là fuori che vi aspetta?
    Cuocete piano piano, ma se trovate quello
    Correte forte forte, coscettine di pollo

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    20. PER NON PAGARE I LIBRI IN BIBLIOTECA

    Scritta per l'iniziativa "NO AL PRESTITO A PAGAMENTO IN BIBLIOTECA", Bologna, Sala Borsa, 23 aprile 2004.

    Se vuoi un bel romanzo di sogni e di draghi
    Lo cerchi, lo trovi e lo paghi
    Se vai in biblioteca c'è libero accesso
    Ma il libro lo paghi lo stesso
    C'è un foglio che spiega che cos'è il diritto
    Quel libro qualcuno l'ha scritto
    È giusto così, faccio una passeggiata
    Che bella serata, c'è un'aria incantata
    Ammiro una chiesa, una bella facciata
    E quella chi l'ha disegnata?
    Raccolgo un papavero: e se è brevettato?
    Qualcuno dev'esser pagato?
    Ammiro un paesaggio, mi piace, mi appaga
    Mi volto: dov'è che si paga?
    Ma non c'è nessuno che stacca il biglietto
    Così torno a casa, mi butto sul letto
    Mi viene da piangere, dico: lo accetto
    Son qui, pago io, pago tutto
    Il mondo è in affitto, li pagherò io
    I diritti d'autore di Dio

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    21. FILASTROCCA PER MAMMA CRISTINA

    Scritta per Cristina Gerardo, "ottimizzatrice" della Melevisione, in occasione della nascita del suo primo figlio, 2004

    Cosa vuol dire ottimizzatrice?
    Che fa firmare l'attore e l'attrice?
    Che fa i bucati senza lavatrice?
    Che fa i bambini senza levatrice?
    No, vuole dire tutta altra cosa
    Che è infaticabile, forte, operosa
    Che è insostituibile, esperta, paziente
    Che senza lei non si combina niente
    In lingua magica, più cristallina
    Si dice meglio: Fata Madrina!
    Ora anche Luca, dalla sua culla
    Senza parole lo grida e lo dice
    Che senza lei non si combina nulla
    E allora forza, ottimizzatrice!
    E allora grazie, Fata Madrina!
    E allora un bacio, Mamma Cristina!

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    22. MARCETTA DEI LIBRI STUPIDI

    Brano espunto dal testo teatrale "CHISCIOTTE FENICOTTERO", scritto per la compagnia Cada Die Teatro, Cagliari, giugno 2004.

    I libri sono stupidi
    I libri sono brutti
    I libri sono inutili
    Li bruceremo tutti
    Fanno venire i brufoli
    Fanno venire idee
    Danno prurito e scrupoli
    Dialettica e diarree
    Fanno diventar brutti
    Fanno diventar matti
    I doveri distrutti
    I pensieri distratti
    La mente nelle favole
    Le pezze nelle giacche
    La testa fra le nuvole
    E i piedi nelle cacche

    Perché noi siamo i militi che giocano col fuoco
    Per noi bruciare i libri è un divertente grande gioco
    I libri sono tristi, sono grigi, sono brutti
    Noi siamo forti e sani, spensierati giovanotti
    Noi li bruciamo tutti, non se ne salva uno
    Al calore di Fahrenheit... (insieme) QUATTRO - CINQUE - UNO!

    I libri son vietati
    I libri son proibiti
    E saranno bruciati
    Saranno inceneriti
    Son solo spazzatura
    Fanno andare all'inferno
    Sono contro natura
    Sono contro il governo
    Chi tiene libri addosso
    Finisce nella bara
    E la bara nel fosso
    E vediamo se impara
    Chi brontola e protesta
    Diventa un fuorilegge
    Gli tagliamo la testa
    Vediamo come legge

    Perché noi siamo i militi che giocano col fuoco... (Etc.)

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    23. MARCETTA DEI LIBRI TRAMPOLI

    Brano espunto dal testo teatrale "CHISCIOTTE FENICOTTERO", scritto per la compagnia Cada Die Teatro, Cagliari, giugno 2004.

    I libri sono trampoli
    Da mettere nei piedi
    Il mondo è senza limiti
    E da lassù lo vedi
    I libri sono trampoli
    Per vivere più a fondo
    La testa nelle nuvole
    E i piedi sopra il mondo
    I libri sono trampoli
    Le storie sono tante
    Chi legge salta i limiti
    Con passi da gigante
    I libri sono trampoli
    Chi legge cresce alto
    Per stuzzicare gli angeli
    Gli basta solo un salto
    I libri sono trampoli
    Grandezza degli umani
    E chi li brucia è un piccolo
    Che vuole tutti nani
    I libri sono trampoli
    Se voi gli fate guerra
    Bruciate i vostri piedi
    E cadete culo a terra!

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    24. MARCETTA DI CHISCIOTTE FENICOTTERO

    Brano espunto dal testo teatrale "CHISCIOTTE FENICOTTERO", scritto per la compagnia Cada Die Teatro, Cagliari, giugno 2004.

    Tutto vero! Tutto vero!
    Tutto ciò che leggi, esiste!
    È un romanzo il mondo intero!
    Quelle cose io le ho viste
    Leggi un libro ed alza gli occhi
    Leggi un libro e guarda intorno
    Quelle cose tu le tocchi
    Tu le vedi in pieno giorno
    Mostri, maghi, miti, eroi
    Sono lì davanti a noi
    E se tu volgi lo sguardo
    Sei codardo E sei bugiardo!

    Leggi e cresci, cresci e leggi
    Non fermarti, se ci riesci
    Più tu cresci e più tu leggi
    Più tu leggi e più tu cresci
    All'inizio sembra un gioco
    Ogni libro fai un salto
    Poi ti accorgi poco a poco
    Che ogni volta sei più alto
    Ogni riga cresci un pelo
    Ogni anno cresci un metro
    Sempre più vicino al cielo
    E non puoi tornare indietro

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    25. L'ISOLA DELLE STORIE

    Scritta per l'omonimo festival della Letteratura di Gavoi, Nuoro, luglio 2004.
    Pubblicata nel libro RIME RAMINGHE, Salani 2013.
    (Vi prego di citare il libro, nel caso la vogliate usare: l'editore lo esige, e lo merita)


    C'è un'isola che dorme
    Sandalo in mezzo al mare
    Che confonde le forme
    Contro genti corsare
    C'è un'isola che sogna
    Cantata dalle onde
    Puoi chiamarla Sardegna
    Ma quasi mai risponde
    Stontonata dai venti
    Intronata d'azzurro
    Se stai zitto lo senti
    Che respira un sussurro
    Come un fruscìo di canti
    Di storie senza fine
    Di rime e di racconti
    Senza muri a confine
    Come un coro profondo
    Che tesse le memorie
    Le storie son del mondo
    L'Isola è delle storie

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    26. FILASTROCCA DI PINOCCHIO CORRIDORE

    Dalla scaletta per una puntata di Melevisione mai scritta, 2005.
    Pubblicata nel libro MANIFESTI, Panini 2011.
    (Vi prego di citare il libro, nel caso la vogliate usare)


    Cresci senza fermarti
    Corri e cambierai forma
    Torna, ma poi riparti
    Parti, ma poi ritorna

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    27. FILASTROCCA DEL VERBO ESSERCI. Presente indicativo

    Scritta per la rivista di letteratura per ragazzi "Fuorilegge", febbraio 2006.
    Pubblicata nel libro RIME RAMINGHE, Salani 2013.
    (Vi prego di citare il libro, nel caso la vogliate usare: l'editore lo esige, e lo merita)


    Eccomi, Eccoti, Eccolo
    Eccoci, Eccovi, Eccoli
    Strano e gratuito come ogni dono
    Eccomi qui: io ci sono
    Solo da solo io non ci sarei
    Eccoti qui: tu ci sei
    Si apre lo spazio che c'è fra me e te
    Eccolo, eccola: c'è
    Altri che vengono, se io li chiamo
    Eccoci: ora ci siamo
    Nodi diversi di una sola rete
    Eccovi tutti, ci siete
    Ma l'orizzonte è sempre più in fondo
    Eccoli, eccole: il mondo


    28. FILASTROCCA DEL VERBO ESSERCI. Futuro remoto

    Scritta per la rivista di letteratura per ragazzi "Fuorilegge", febbraio 2006.
    Pubblicata nel libro RIME RAMINGHE, Salani 2013.
    (Vi prego di citare il libro, nel caso la vogliate usare: l'editore lo esige, e lo merita)


    Eccomi
    Eccoti
    Eccolo
    Eccoci
    Eccovi
    Eccoli
    Il verbo esserci conta sei voci
    Fiume degli uomini con le sue foci
    Ma c'è un segreto che molto promette:
    Tutte le cose più vere son sette...

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    29. FILASTROCCA DEL MOSTRO NELLO SPECCHIO

    Scritta per la rivista di letteratura per ragazzi "Fuorilegge", febbraio 2006.
    Pubblicata nel libro RIME RAMINGHE, Salani 2013.
    (Vi prego di citare il libro, nel caso la vogliate usare: l'editore lo esige, e lo merita)


    Ora di uscire, una mattina di febbraio
    Ultimo sguardo nello specchio in corridoio
    Le squame nere sotto panni di bucato
    Le zanne bianche ripiegate sul palato
    Gli occhi scarlatti ben nascosti dagli occhiali
    Avvoltolate nello zaino le due ali
    Le cicatrici ricoperte da due sciarpe
    Le zampe unghiute di cinghiale nelle scarpe
    Sono a posto, irraggiungibile agli sguardi
    "Ciao mamma, vado a scuola. A più tardi!"

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    30. FILASTROCCA DEI FOSSI

    Scritta per la rivista di letteratura per ragazzi "Fuorilegge", marzo 2006.
    Pubblicata nel libro RIME RAMINGHE, Salani 2013.
    (Vi prego di citare il libro, nel caso la vogliate usare: l'editore lo esige, e lo merita)


    Se fossi alto, se fossi alta
    Se fossi d'aria come il gatto quando salta
    Se sapessi questa pena quando passa
    Se fossi magro, se fossi meno grassa
    Se non avessi questi orribili capelli
    Se fossi il vento che rimescola gli uccelli
    Se fossi nei tuoi orecchi col suo fischio
    Se fossi femmina, se fossi maschio
    Se fossi un poco meno bestia di così
    Se sapessi come mai mi trovo qui
    Se fossi io, se fossi Dio
    Se fossi te cosa faresti al posto mio
    Se fossi, se fossi, che cosa vuoi che fossi...
    Se fossi un fuoristrada con due specchietti rossi
    Tirerei dritto sopra tutti questi fossi
    Ma sono un passero
    Povero me
    E allora volo dritto dritto in braccio a te

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    31. MANTRA DEL CAVALIERE

    Scritta per la rivista di letteratura per ragazzi "Fuorilegge", agosto 2006.
    Pubblicata nel libro RIME RAMINGHE, Salani 2013.
    (Vi prego di citare il libro, nel caso la vogliate usare: l'editore lo esige, e lo merita)


    E cavalca Cavaliere
    Le tue fiabe sono vere
    Le tue piaghe sono finte
    Le tue guerre sono vinte
    Le tue stelle sono terse
    Le tue strade sono perse

    Ma anche...


    E cavalca Cavaliere
    Le tue piaghe sono vere
    Le tue fiabe sono finte
    Le tue guerre sono vinte
    Le tue strade sono terse
    Le tue stelle sono perse

    E ancora...


    E cavalca Cavaliere
    Le tue piaghe sono vere
    Le tue fiabe sono finte
    Le tue stelle sono vinte
    Le tue strade sono terse
    Le tue guerre sono perse

    E così via...


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    32. FILASTROCCA DEI MOSTRI: LA CHIMERA

    Scritta per la rivista di letteratura per ragazzi "Fuorilegge", ottobre 2006.
    Pubblicata nel libro RIME RAMINGHE, Salani 2013.
    (Vi prego di citare il libro, nel caso la vogliate usare: l'editore lo esige, e lo merita)


    Io sono impossibile! Io sono impensabile!
    Canta la Chimera il suo pianto inconsolabile
    Chimera non è vera, Chimera non esiste
    Ma io sono Chimera, sono qui, e sono triste
    Testa di leone, coda di serpente
    Capra nella schiena che non c'entra proprio niente
    Io sono impossibile, appaio, sparisco
    Però non lo capisco: chi è più rintronato
    Il Mostro che è impensabile o tu che l'hai pensato?

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    33. FILASTROCCA DEI MOSTRI: LA SFINGE

    Scritta per la rivista di letteratura per ragazzi "Fuorilegge", ottobre 2006.

    Scrive la Sfinge con magici inchiostri
    L'indovinello segreto dei Mostri:
    "Poveri incubi della natura
    Mostri terribili, fanno paura
    La mente si perde, il cuore si spacca
    Ma prova a cambiare la effe con acca"
    Se non indovini, io vivo e tu gridi
    Se tu indovini, ridi e mi uccidi

    All'indice


    32. EPITALAMIO

    Scritta per le nozze dell'amica Manuela Fiori, giugno 2006.
    Pubblicata nel libro RIME RAMINGHE, Salani 2013.
    (Vi prego di citare il libro, nel caso la vogliate usare: l'editore lo esige, e lo merita)


    Io vi dichiaro moglie e marito
    Io vi dichiaro mattino fiorito
    Giorno con notte, ramo con foglie
    Io vi dichiaro marito con moglie
    Mano per mano, dono per dote
    Con mani libere, non mani vuote
    Perché l'amore si semini intorno
    E il focolare sia fiamma di faro
    Perché bisogna sposarsi ogni giorno
    Sposi nel tempo io vi dichiaro
    Patto di vite, nodo di rete
    Io vi dichiaro ciò che già siete
    Sposi compagni nella luce chiara
    Questa poesia vi dichiara

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    35. FILASTROCCA DELLE MILLE DOMANDE

    Scritta per l'evento finale del Festival Tuttestorie, Cagliari, ottobre 2006.


    Spariti i palloncini, è già arrivata l'ora
    E "quante son le fragole che crescono nel mare"
    Qui sta finendo il festival e io non lo so ancora.
    Ma io so che quest'isola domani è un po' più grande
    Perché ci sono piccoli che fanno le domande
    Perché c'è una vocina piccolina che si ostina
    Che continua a domandare:
    Quante fragole, vongole, spigole, tegole, nuvole, crescono in mare?

    E perché la domanda sia compresa e condivisa
    Questa è la traduzione in lingua sarda paradisa...

    (al sonoro a questo punto si sentivano vocalizzi di neonato)


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    36. FILASTROCCA DEL BAMBINO FUTURO

    Scritta per la giornata nazionale dei diritti dell'infanzia e dell'adolescenza, promossa dalla Commissione parlamentare per l'infanzia. Roma, 20 novembre 2006, Sala Zuccari di Palazzo Giustiniani.
    Pubblicata nel libro RIME RAMINGHE, Salani 2013.
    (Vi prego di citare il libro, nel caso la vogliate usare: l'editore lo esige, e lo merita)


    Sono un bambino, sono il tuo dono
    Prima non c'ero e adesso ci sono
    Sono il domani, dalle tue mani
    Devi difendermi con le tue mani
    Sono il futuro, sono arrivato
    E sono qui perché tu mi hai chiamato
    Come sarà l'orizzonte che tracci
    Dipende da come mi abbracci

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    37. FILASTROCCA DELLA MERAVIGLIA

    Come prefazione del libro "I Meravigliati. Tre racconti di Antonio Catalano", dicembre 2006.
    Pubblicata nel libro RIME RAMINGHE, Salani 2013.
    (Vi prego di citare il libro, nel caso la vogliate usare: l'editore lo esige, e lo merita)


    La meraviglia è un dono rotondo
    Che va e ritorna fra gli occhi ed il mondo
    Gli occhi la spargono su fiori e prati
    E poi li guardano meravigliati
    Gli occhi la spalmano sopra le cose
    E poi le trovano meravigliose
    La meraviglia sta in quello che guardi?
    Oppure sta nei tuoi sguardi?
    Sta nelle cose che vedi e che tocchi?
    O nelle mani e negli occhi?

    La meraviglia è vicino e lontano
    è a metà strada fra il fiore e la mano
    è nella prosa, è nella rima
    è nella rosa che viene prima
    è nel silenzio che viene dopo
    Nelle parole che non hanno scopo
    Nella dolcezza dopo aver pianto
    Nel fiato preso prima di un canto
    Nel passo indietro prima del salto
    Nell'uomo basso che guarda in alto
    Nell'uomo alto che guarda altrove
    Negli orizzonti del non si sa dove
    Nel crac aprendo un guscio di noce
    Nel buio vivido dopo la luce
    è la vigilia di tutte le cose
    è la vendemmia di tutte le rose
    è questo mondo quando ci assomiglia
    La meraviglia

    Il Magopovero ne ha in abbondanza
    La dona tutta e non resta mai senza
    Perché conosce un antico mistero
    Semplice e vero
    Quando i bambini sono noiosi
    Sono annoiati
    Quando gli artisti son meravigliosi
    Son meravigliati

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    38. FILASTROCCA DI SALUTO AI LADRI

    Scritta per il furto di cose e attrezzature subito dalla casa editrice Orecchio Acerbo, aprile 2007.

    Ladro che hai preso le mie poche cose
    Piccole e povere, per me preziose
    Nella mia casa tu sei venuto
    E allora io ti saluto
    A me servivano e ora le ho perse
    A te non servono e le hai rubate
    Le nostre mani son molto diverse
    Le hai mai guardate?
    Tu usi le mani per togliere cose
    Prendere al mondo ricchezza
    Io uso le mie per aggiungere rose
    Mettere al mondo bellezza
    Io son contento delle mie mani
    Quello che trovano lanciano al vento
    Quello che perdono torna domani
    Tu delle tue sei contento?

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    39. FILASTROCCA DEI QUATTRO MAGHI DEL MONDO

    Scritta per il Catalogo della Valigia Illustrata realizzata dalla Biblioteca Comunale di Casalecchio, settembre 2007.

    Viaggio bel viaggio, io giramondo
    Giro la Terra nel giro rotondo
    Parto da qui, verso una meta
    Strade che girano tutto il pianeta
    Parto da qui verso un punto d'arrivo
    Cammino e guardo, cammino e scrivo
    Scrivo le cose sul diario di viaggio
    Giro la pagina e cambia il paesaggio
    Nuove pianure, nuove colline
    Terre lontane ora siete vicine
    Terre straniere, mondo diverso
    Gira la testa perché mi son perso
    Giro la testa, giro lo sguardo
    Prendo la carta geografica e guardo
    Ecco la strada, c'è un puntolino
    Ora si muove, son io che cammino
    Io che mi perdo, io che mi trovo
    Giro al carta e mi oriento di nuovo
    Giro la curva e c'è un'altra strada
    Vado per quella, dovunque vada
    Strada maestra che cosa mi insegni
    Strada scolara con cento compagni
    Viaggiano insieme i compagni di via
    Su questa strada che ci porta via
    Valli con fiumi, mari con monti
    Piccoli alberghi e grandi orizzonti
    Fari di macchine, cieli di stelle
    Giro le carte, giro le spalle
    Volto le curve di bianche stradine
    Fino a un cartello con su scritto FINE
    Fine del viaggio, inizio del giorno
    Scendo dal letto e mi guardo intorno
    Forse era sogno, forse era vero
    Forse ho viaggiato per il mondo intero
    Forse ho girato per tutto il mio letto
    Avevo un libro e forse l'ho letto
    Ma quattro amici ora sono con me
    Son Quattro Maghi, son Quattro Re
    Che resteranno per sempre al mio fianco
    Per consolarmi quando son stanco
    Per consolarmi quando son triste
    Coi loro nomi di cose mai viste
    Coi loro nomi di mari e colline
    Con le iniziali ma senza la fine
    Con le partenze ma senza gli arrivi
    Che si allontanano mentre li scrivi
    Che si avvicinano dovunque guardi
    Nomi che incantano i piedi e gli sguardi
    Nomi che parlano di cose nuove
    Nomi che partono e il mondo si muove
    Nomi che portano in Ogni Dove:
    NORD, SUD, EST, OVEST...
    NORD, SUD, EST, OVEST...

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    40. FILASTROCCA DELLA BELLA "LIBRETÀ"

    Scritta per l'evento finale del Festival Tuttestorie, Cagliari, ottobre 2007.

    I libri sono mappe, sono carte di mare
    I libri sono navi di carta per andare
    Le feste sono andate, il festival finisce
    E nave dopo nave si diventa, si cresce
    Diventa più difficile, però sempre più forte
    I libri sono lunghi, le feste sono corte
    Un uomo non è un'isola, ma la Sardegna sì
    E allora questo festival vi saluta così
    Vento di maestrale, vento di Levante
    Porta a questa gente un'arietta trasparente
    Vento di coscienza, di disobbedienza
    Porta a questi bimbi sette chili di pazienza
    Crescere è difficile, gliene servirà
    Portagli un bel sole, ma non basterà
    Portagli fortuna, chissà se durerà
    Portagli un bel libro che gli porta Libretà
    E questo è il mio saluto, che finisce qui
    Ora viene un altro che vi dice così...

    (al sonoro a questo punto si sentivano vocalizzi di neonato)


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    41. FILASTROCCA DEI FIGLI DEL MONDO

    Scritta per il libro-bibliografia sulla famiglia "Dipende da come mi abbracci", Libreria Tuttestorie e Assessorato alle Politiche Giovanili del Comune di Cagliari, novembre 2007.
    Pubblicata nel libro RIME RAMINGHE, Salani 2013.
    (Vi prego di citare il libro, nel caso la vogliate usare: l'editore lo esige, e lo merita)


    Tu figlio di chi sei? Son figlio di due stelle
    Nel cielo ce n'è tante ma le mie son le più belle
    Tu figlio di chi sei? Del sole e della luna
    Non splendono mai insieme: cala l'altro e sorge una
    Tu figlio di chi sei? Son figlio del villaggio
    Dieci madri, venti padri, cento cuori di coraggio
    Tu figlio di chi sei? Di un grande albero solo
    Ma così alto e forte che da lui io spicco il volo
    Tu figlio di chi sei? Di un amore, di un viale
    Di un bue e di un asinello, di un dio, di un ospedale
    Il nostro nome è uomini, siamo figli e figliastri
    Di altri figli degli uomini, della terra e degli astri

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    42. FILASTROCCA DEI BAMBINI IN SALITA

    Scritta per il libro-bibliografia sulla famiglia "Dipende da come mi abbracci", Libreria Tuttestorie e Assessorato alle Politiche Giovanili del Comune di Cagliari, novembre 2007.
    Pubblicata nel libro RIME RAMINGHE, Salani 2013.
    (Vi prego di citare il libro, nel caso la vogliate usare: l'editore lo esige, e lo merita)


    Ci son bambini burattini stanchi
    Che vivono una faticosa vita
    Per strada, nelle camere, fra i banchi
    Sono sempre in salita
    Ogni frase da dire è una montagna
    Da scalare fra picchi e scogli sparsi
    Ogni passo con pena si guadagna
    Per loro camminare è arrampicarsi
    Fatica per vedere, fatica per sentire
    Pesa un quintale un foglio preso in mano
    Durissimo studiare, difficile capire
    Il mondo è ripido, scosceso e strano
    Ma la salita fa gambe muscolose
    Loro non se ne sono mai accorti
    Ma i burattini dalle vite faticose
    Nascosti dentro hanno bambini forti
    E tutti noi che siamo un po' il contrario
    E il burattino è dentro, ben nascosto
    Con loro abbiamo un modo straordinario
    Per fargli prender aria, anche per poco
    Facciamo qualche gioco
    Che ci scambi di posto

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    43. FILASTROCCA CONTRO TUTTE LE PAURE

    Scritta per il libro-bibliografia sulla famiglia "Dipende da come mi abbracci", Libreria Tuttestorie e Assessorato alle Politiche Giovanili del Comune di Cagliari, novembre 2007.
    Pubblicata nel libro RIME RAMINGHE, Salani 2013.
    (Vi prego di citare il libro, nel caso la vogliate usare: l'editore lo esige, e lo merita)


    Drago vago, serpe di mago
    Figlio e nipote di pesce di lago
    Dura, scura, nera paura
    Brutto fantasma di brutta figura
    Cose che strisciano e strillano e stridono
    Cose che gracchiano e graffiano e gridano
    Cose che tagliano e toccano e tirano
    Cose che pungono e piangono e ridono
    Cose malvagie, cose selvagge
    Tornate indietro nelle vostre spiagge
    Cose malate, cose maligne
    Tornate indietro nelle vostre vigne
    Non me ne importa che paure siete
    Di buio, di mostro, di morte, di male
    Non me ne importa che nomi avete
    Compagni, castighi, sgridate, ospedale
    Questo scongiuro che ora sentite
    Suona le rime che vi vincerà
    Non me ne importa da dove venite
    Tornate là!

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    44. FILASTROCCA PER LUISA

    Scritta per l'amica e collega Luisa Mattia.

    O Luisa con la spada calma
    Con la voce che spiega e che spalma
    Con lo sguardo che sogna e sopporta
    Con la mente che pesa e che porta
    Porta il peso di cose pesanti
    Che da anni si trova davanti
    E lei capra ostinata le spinge
    Non si vede se ride o se piange
    Lei le spinge con spinta serena
    Con i piedi di pane e di pena
    Con le scarpe dei suoi sacrifici
    Sulla via di ospedali ed uffici
    Dove gira annoiata ed assorta
    Dove spinge ancora una porta
    Dove dice ancora una volta
    Con stanchezza e con cortesia
    È permesso? Son Luisa Mattia

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    45. FILASTROTTOLA

    Scritta per una Mostra di Trottole nel Castello dei ragazzi di Carpi, febbraio 2008.
    Pubblicata nel libro RIME RAMINGHE, Salani 2013.
    (Vi prego di citare il libro, nel caso la vogliate usare: l'editore lo esige, e lo merita)


    Gira la Trottola
    Pianeta piccolo
    Intorno al sole giocattolo
    La Terra bambola
    Balla nell'orbita
    Con la sua luna girandola
    Bambini astrologhi
    Sopra le nuvole
    Hanno lo spago che arrotola
    Ridono e girano
    Nascono e tirano
    La Terra cigola e vortica
    E via che rotola
    La nostra vita
    Fila la favola
    Con le sue dita
    Finché la carica
    Non è finita
    La Filastrottola
    Del girotondo
    Rotola fino alla fine del mondo

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    46. VIGNETTA DEL MINISTRO BIOMETRA

    Scritta per un appello sottoscritto dagli scrittori per bambini contro il disegno di legge del Ministero degli Interni che prevedeva il censimento dei bambini nei campi rom con impronte digitali, luglio 2008.

    Ecco il ministro biòmetra
    Che per salvarci la vita
    Rileva i dati biometrici ai piccoli
    E gli misura le dita
    Viene nel campo di zingari
    Quello vicino alla scuola
    Cerca bambini per fare timbrini
    Con gli indici, ma è una parola!
    Ci trova mille scolari
    Giunti da tutto il paese
    Con dita tinte di colori vari
    E con le mani già tese
    Noi siamo tutti interetnici, cantano
    Noi siamo tutti fratelli
    Facciamo timbri di tutti i colori
    Non solo coi polpastrelli
    Calano giù le braghine
    E con unanime gesto
    Mostrano mille culetti dipinti
    "Prendi l'impronta di questo!"

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    47. FILASTROCCA MANINE MANETTE

    Scritta per un appello sottoscritto dagli scrittori per bambini contro il disegno di legge del Ministero degli Interni che prevedeva il censimento dei bambini nei campi rom con impronte digitali, luglio 2008.

    Il Ministro dell'Ordine
    Ed i piccoli zingari
    Con le impronte degli indici
    Giocano a pari o dispari
    Prima del gioco dicono
    Ciascuno cosa mette
    – Io metto le manine
    – Io metto le manette

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    48. FILASTROCCA PER LA RAI

    Scritta per una richiesta dell'Ufficio Relazioni Esterne della RAI, agosto 2008. INUTILIZZATA

    Conta uno, Rai Uno
    Perché tu sei solo tu
    Ti conosco da bambino
    Conta due, Rai Due
    Perché intorno a te c'è il mondo
    Vi conosco tutti e due
    Conta tre, Rai Tre
    Perché insieme a questo mondo
    Ci son gli altri intorno a te
    Rai quattro, cinque, sei
    Noi ci siamo e tu ci sei
    Rai cinque, sei, sette
    I satelliti e la rete
    Rai sette, otto, nove
    Storie nostre e strade nuove
    Conta i giorni, conta gli anni
    Conta i film ed i programmi
    Conta i mesi e le stagioni
    Le notizie ed i cartoni
    Se li conti lo saprai
    Se li conti capirai
    Se ci conti troverai
    Casa Rai

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    49. BALLATA DEL TERZO GIARDINO

    Scritta per il libro-bibliografia-antologia "IL GIARDINO SEGRETO", edito da Equilibri, agosto 2008.

    Allora ascoltatemi, ho una storia da dire
    Che parla di Giardini Segreti dietro i muri
    Mettetevi qui, state tutti a sentire
    Racconti veri di Rifugi Oscuri
    Giardini che fioriscono, Giardini che appassiscono
    Marciscono, spariscono, e altri rifioriscono
    Giardini Nascosti dietro i muri del tuo mondo
    Che li trovi e ci abiti e diventano il tuo mondo
    Con un Giardino in fondo, nascosto dietro i muri
    E non si sa la storia quanto duri
    La storia coi suoi giri, la storia che ho da dire
    E allora ecco, statela a sentire

    Passavano in fila i miei giorni prudenti
    In quel mondo tranquillo, tirati con i denti
    In quel mondo rotondo monotono e lieto
    Io cercavo – dillo! – un Giardino Segreto
    Perché mi dicevo: fratello, guarda bene
    Non è possibile che sia tutto qui
    Non distrarti, guarda tutto, ti conviene
    Non è possibile che il mondo sia così
    Guarda bene nella strada, guarda intorno
    Guarda infondo ad ogni angolo del giorno
    Guarda dentro ad ogni attimo che viene
    Guarda bene – mi dicevo – guarda bene!

    Ed è così che è andata, alla fine, veramente
    Non dico balle stupide – credetemi, gente!
    A forza di guardare dappertutto – testa dura
    Alla fine l'ho vista – la spaccatura
    Davvero, il ragazzo guarda e guarda la trovò
    Alla fine – the break in the wall!


    Il mio Giardino Magico è un cielo rovesciato
    Dove va per contare chi non ha mai contato
    Si contano le stelle, son poche e sono molte
    Perché quelle più belle si contano due volte
    Ci son due equilibristi, angeli danzatori
    Con l'anima son dentro ma coi corpi sono fuori
    Ogni salto una stella, ogni stella due baci
    Lui dice "tu sei bella", lei dice "tu mi piaci"
    Danzano nella notte, intorno è tutto nero
    Stelle cadenti a frotte che cadono davvero
    Cadono nella rete, la rete è il loro pianto
    Sfrecciano le comete e sparisce tutto quanto
    Rimangono da soli, due soli senza fiato
    In quel Giardino Magico di cielo rovesciato

    Ahi! Maledetto Giardino Segreto!
    E chi l'avrebbe detto! – Traditore!
    Colava come lacrime il dannato splendore
    Sono passati i giorni, sono passati i mesi
    I fili degli acrobati son sempre meno tesi
    Sono giorni grigi le notti senza fine
    Le stelle rovesciate sono led e lampadine
    E dilla tutta: non te ne sei accorto
    Il bel Giardino Magico è diventato un orto
    Tornano – in fila – i tuoi giorni prudenti
    Nel loro modo solito, tirati con i denti
    Nel tuo mondo tranquillo, monotono e lieto
    L'acrobata reumatico, fanatico, lunatico
    Si rimetteva in cerca – dillo!
    ... di un Giardino Segreto

    E via che mi dicevo: fratello, guarda bene
    Non può essere di nuovo tutto qui
    Non disperarti, guarda ancora, ti conviene
    Non è possibile che sia sempre così
    Guarda ancora, nella strada, guarda intorno
    Guarda infondo ad ogni angolo del giorno
    Fruga bene nelle tasche di ogni ora
    Guarda ancora – mi dicevo – guarda ancora!

    Ed è così che è andata, di nuovo, veramente
    A forza di guardare dappertutto – testa dura
    L'ho vista nuovamente – la spaccatura
    Davvero, credetemi, quel tizio la trovò
    Di nuovo – another break in the wall!
    Il mio Giardino Magico è un mare rovesciato
    Dove va per nuotare chi non ha mai volato
    Si contano le onde, son poche e sono molte
    E quelle più profonde si contano due volte
    Ci son due marinai, angeli nuotatori
    Le ali sono dentro ma le pinne sono fuori
    Lei angelo delfino, lui angelo balena
    Lei sole che tramonta, lui bianca luna piena
    Un coro di annegati con le bocche di mare
    Gli canta una canzone che è impossibile cantare
    Abissi della notte, intorno è tutto nero
    Stelle marine a frotte scintillano davvero
    Brillano solo gli occhi, di fosforo e di pianto
    Si sciolgono i ginocchi e sparisce tutto quanto
    Rimangono da soli, due pesci senza fiato
    In quel Giardino Magico di mare rovesciato

    Ahi canzoniere! Dannato bugiardo!
    Poeta giardiniere, mentitore bastardo!
    Anche quel Giardino di mare rovesciato
    Nel giro di un'estate s'era bell'e prosciugato
    Restavano mattini di sonno e di rabbia
    Bacini, messaggini e conchigliette nella sabbia
    Giardini Segretissimi, fatati, incantati
    Gira la carta – sono supermercati
    I cieli capovolti, gli oceani di coscienza
    Prova a capovolgerli – c'è la scadenza
    E ora cosa faccio? Dove vado da qui?
    Allora veramente forse il mondo è così?
    Mi giro e guardo
    Giro intorno lo sguardo
    Che cosa cerco ancora nel paesaggio bugiardo?
    Ed eccola – già subito – profonda e scura
    Nel fondo della stanza ancora un'altra spaccatura
    Mi fa paura, amico, so cosa c'è là dentro
    E sai cosa ti dico? – Io non ci entro
    Non me ne vado, resto
    Perché ho capito questo
    Ci dev'essere un altro Giardino
    Lo so e lo sento
    In un tempo lontano e vicino
    Laggiù in fondo al vento
    Nel buio del cuore del mondo
    In cima a un sentiero
    Un Giardino Segreto davvero
    Spaccatura futura e lucente
    Che stavolta non spacca più niente
    Ma accompagna e protegge e guarisce
    Perché non finisce
    E oramai non mi porta più via
    Perché è casa mia
    Troverò questo vero Giardino Segreto e Profondo
    E avrà dentro un Passaggio Segreto
    Che porta nel mondo

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    50. FILASTROCCA SENZA FINE

    Scritta per Carmela, che ha perduto il suo bambino. Dicembre 2008.
    Pubblicata nel libro RIME RAMINGHE, Salani 2013.
    (Vi prego di citare il libro, nel caso la vogliate usare: l'editore lo esige, e lo merita)


    C'è un bambino che è fatto di scomparsa
    Grido di scimmia e gemito di orsa
    Nomi del mondo che non vogliono più dire
    Chiami e non smette mai di scomparire
    Allora siediti con i tuoi nomi accanto
    Insieme voi comincerete un canto

    E se quel canto a te non dà conforto
    C'è un bambino che è fatto di sconforto
    Pensiero di palude e d'acqua bassa
    I giorni passano ma lui non passa
    Allora siedi sulla riva dello stagno
    E prendi lo sconforto per compagno

    E se tu da quell'acqua non ritorni
    C'è una bambina con te fatta di giorni
    Come la vita lei cade e si rialza
    Tu non la senti perché cammina scalza
    A bocca chiusa ti fa le sue domande
    Rispondi, prima che diventi grande

    E se ancora chi sia non indovini
    C'è un bambino che è fatto di bambini
    La sua testa è una prima elementare
    Le sue spalle due ragazzine chiare
    Il suo petto un cortile con le voci
    Le sue gambe i due maschi più veloci
    I suoi occhi due neonati senza fretta
    Il suo cuore è il tuo mondo, che ti aspetta

    Vai con loro, coi bambini e le bambine
    Loro lo sanno che il tuo pianto non ha fine

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    51. FILASTROCCA PER ESTER GRANDESSO

    Scritta per Ester Grandesso, direttrice del Centro Servizi Bibliotecari della Provincia di Cagliari, che dopo aver tessuto in trent'anni di lavoro uno dei circuiti bibliotecari più vivaci d'Italia, lascia il suo telaio e va in pensione. Dicembre 2008.

    1.

    Ester Grandesso tesse la rete
    La biblioteca delle biblioteche
    Semina, stimola, fa seminari
    Bibliotecaria di bibliotecari
    Tesse in silenzio, Ester Grandesso
    Non è visibile, non sa far chiasso
    Parla pochissimo, solo se deve
    Il suo tappeto vien su forte e lieve

    Pura passione, dura pazienza
       – Mirto, porchetto, dice il mercato
    Della politica può fare senza
       – Mirto, porchetto, panecarasàto
    Spargere i semi, riempire i vuoti
       – Mirto, porchetto, formaggio, sebàda
    Le biblioteche non portano voti
       – Mirto, porchetto, nessuno ci bada
    Portano premi dall'Oltremare
    Ester Grandesso li va a ritirare
    Il continente fa onori profondi
    E la sua isola le taglia i fondi

    Tesse la tela Ester Grandesso
       – Mirto, porchetto, girò, culurgionis
    E senza i fondi la tesse lo stesso
       – Mirto, porchetto, non sente ragioni
    Tesse il tappeto della cultura
    Fili di libri di tutto il mondo
    Che vanno dentro la terra più dura
    Con una rete che arriva più in fondo
    Perché altrimenti davanti allo sguardo
    Se si promuove solo ciò che è sardo
    Qui fra di noi sarà il sardo perfetto
    Di là dal mare
       – Mirto e porchetto

    2.

    Ester Grandesso adesso ha finito
    Non tesse più
    Resta a guardare se ciò che ha tessuto
    Rimane su
    Saranno brave le sue biblioteche
    A mantenere tessuta la rete?
    Sarà il tappeto che tesse se stesso
    Se non c'è Ester Grandesso?

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    52. TIRITERA ELETTORALE SARDA

    Una tiritera (in sardo "duruduru") scritta in occasione delle elezioni regionali in Sardegna, febbraio 2009.

    Noi siamo piccoli, noi siamo sardi
    Piccoli uomini che fanno lunghi sguardi
    Passano i secoli, con piccoli passi
    Noi siamo piccoli però non siamo bassi
    Non siamo bassi perché in cuore siamo scalzi
    Non ci mettiamo né tacchi né rialzi
    Noi stiamo zitti
    Guardiamo il mare
    Secoli fitti che si vedono arrivare


    Arrivano dal mare
    I soliti Baroni
    Arrivano dal mare i Presidenti ed i Padroni
    I sardi sono piccoli
    I grandi sono fessi
    I nomi son diversi ma i Baroni son gli stessi
    Arriva da lontano per dirci chi votare
    È un Barone
    Non si riesce a moderare
    I sardi sono arcaici
    Con sopracciglia folte
    Per farcelo capire lui ritorna nove volte
    Cannoni di sorrisi
    Granate di parole
    Se siamo piccoli, però, perché ci vuole?
    Se siamo piccoli, però, di che ha paura?

    Ha paura
    Del mulo pelle scura
    Ha paura
    Dell'asino nascosto
    Del cuore di quest'isola che sta in un altro posto
    Di qualche spaccatura
    Che sta nascendo altrove
    Di qualche mulo che si sveglia e che si muove
    Di qualche cosa che lo faccia moderare
    Gli sappia fare guerra
    Lo metta a piede in terra
    Qualcosa che è lontana, che a Roma non si sente
    Però quest'isola
    È un altro continente…
    Noi siamo piccoli
    Col pepe nelle vene
    Noi siamo piccoli però guardiamo bene
    Si va a votare
    Da chi farci comandare
    Però c'è un modo strano di rispondere ai comandi
    Noi siamo piccoli
    Ma abbiamo gli occhi grandi
    Guardate bene, sardi
    Io guardo e miro
    Guardate bene, sardi
    Io guardo e spero

    Se si può fare
    Un presidente nero
    Si può fare anche un presidente vero


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    53. FILASTROCCA PER ALTRONDO

    Scritta per una tana di piccoli lettori fondata dalle Cercasentieri di Libri Carla e Gisella in una libreria consenziente di Roma, marzo 2009. INUTILIZZATA

    Ma dovunque tu vada
    Non hai mai visto il mondo
    Finché non sbagli strada
    E finisci in Altrondo

    È un circo delle sere
    Quando racconta Carla
    E comete e pantere
    Saltano dentro il cuore mentre parla
    È un teatro dei monti
    Quando legge Gisella
    E su tutte le fronti
    Pulsa piano il diamante di una stella

    Altrondo ti circonda
    Come una patria antica
    È la tana profonda
    Che parla in una vecchia lingua amica

    Libro della foresta
    Non ripartire, resta
    Libro, fiaba, leggenda
    Pianta qui la tua tenda
    Libro di vento e fiori
    Stai dentro e guarda fuori
    Libro di fiumi e fonti
    Perché siamo paesani dei racconti

    Libro di nostalgia
    Quando poi viene l'ora di andar via
    Ma anche se te ne vai
    I giorni conterai
    Finché non tornerai
    Perché ora tu lo sai…

    Che dovunque tu vada
    Non hai mai visto il mondo
    Finché non sbagli strada
    E finisci in Altrondo

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    54. FILASTROCCA DELLA TERRA CHE BALLA

    Scritta in occasione del terremoto in Abbruzzo, maggio 2009.
    Pubblicata nel libro RIME RAMINGHE, Salani 2013.
    (Vi prego di citare il libro, nel caso la vogliate usare: l'editore lo esige, e lo merita)


    Oggi non piove
    La terra non si muove
    Vola farfalla
    La terra oggi non balla
    Ieri pioveva
    La terra si muoveva
    Sabbia di mare
    Casa mia non sa ballare
    Resta ferma e cade giù
    Casa mia non ce l'ho più
    Ma oggi non piove
    Facciamo case nuove
    Case farfalla
    Gentili le vorrei
    Che se la terra balla
    Loro ballano con lei

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    55. FILASTROCCA DEI LIBRAI SCATENATI

    Scritta per un'iniziativa estiva dei librai indipendenti di Cagliari contro gli sconti delle librerie di catena, luglio 2009.
    Pubblicata nel libro RIME RAMINGHE, Salani 2013.
    (Vi prego di citare il libro, nel caso la vogliate usare: l'editore lo esige, e lo merita)


    Un chilo di libri. Quant'è?
    Da noi non si vendono a chilo
    E allora come li vendete?
    I libri si vendono a filo
    A filo di seta dei libri amati
    A filo di spada dei libri ardenti
    Perché qui da noi, dai Librai Scatenati
    Ci sono lettori, non solo clienti

    Un metro di libri. Quant'è?
    Se ne prendo sei, pago tre?
    Dipende da quanti ne vuoi
    Dipende da quali nel cuore son tuoi
    E come si sa? E come si vede?
    È semplice, si entra e si chiede
    I Librai Incatenati ti fanno lo sconto
    I Librai Scatenati ti fanno il racconto

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    56. PIGNABRINDISI PER LA MELEVISIONE

    Scritta per la cena di fine anno di Melevisione, luglio 2009. INUTILIZZATA.

    Un pignabrindisi per pignatutti
    Attori belli e Registi brutti
    Attori brutti e Registi belli
    Ai sette Nani Autori fratelli
    Ai Pignatecnici e al Pignatrucco
    Al Pignavalter e al Pignaparrucco
    Ai Costruttori di gnomo Zecchino
    Ai Musicanti col loro organino
    Agli Occhigrandi Cameranani
    Che fanno belli fiabeschi ed umani
    Ai Macchinisti creatori di fumi
    Alle Sartine dei pignacostumi
    Alle Fatine della redazione
    Alle Madrine della produzione
    Al Capitano Cristina sul ponte
    Pignammiraglia che doma le onde
    A Nostra Strega Suprezia Mussi
    Che fa streganze di ascolti e di flussi
    Bevete tutti, bevete bene
    Tiramisuper, Fruzziante e Blumele
    Mangiate pigne, bevete tanto
    Per festeggiare l'incontro e l'incanto
    Per festeggiare il Melefuturo
    Per onorare il Melepassato
    Con pignapane di grano maturo
    E pignaciucche di buon Pignolato

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    57. POESIA PER GIANNI RODARI

    Scritta per il progetto di Antonio Catalano "La Giostra delle Meraviglie – Omaggio a Gianni Rodari", gennaio 2010.
    Pubblicata nel libro RIME RAMINGHE, Salani 2013.
    (Vi prego di citare il libro, nel caso la vogliate usare: l'editore lo esige, e lo merita)


    Mia figlia si svegliava con le tue rime in musica
    A tua figlia dicevi fiabe ad alta voce
    Anch'io a mia figlia leggevo ad alta voce
    Ho studiato con tua figlia all'università
    Il mio mestiere è diventato il tuo

    C'è un fiume di padri e di figli, di rime e di fogli
    C'è un giro di grandi stagioni, di madri e di mogli
    C'è il rosso coraggio delle primavere
    Le figlie son vere, le fiabe son finte
    Ma tu non temere, le guerre che hai perso son vinte
    C'è il rosso di foglie che cadono, qui nell'autunno
    Nel tempo del sonno e del danno
    Le foglie son vere, le figlie son molte
    Le rime che lasci cadere
    Son state raccolte
    E ormai dureranno le estati della filastrocca
    La gente ora sa che sapevi suonare
    Suonare ci tocca
    Ti abbiamo seguito, abbiamo accordato la rima
    Le fiabe son vere, c'è un nuovo mestiere
    Che non c'era prima
    I poeti per bambini intagliano teatrini del mondo
    I poeti per bambini costruiscono giocattoli dell'anima
    I poeti per bambini son Piccoli Zii per i figli di tutti

    Contro i Grandi Fratelli ignoranti, meschini e corrotti
    Tutti noi stamburanti di rima
    Tutti noi musicanti di Brema
    Noi poeti un po' gatti, un po' galli, un po' cani e somari
    Camminiamo sulle strade aperte
    Da Gianni Rodari

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    58. FILASTROCCA DEL BUIO AL SOLE

    Scritta per il Festival Tuttestorie 2010, aprile 2010.

    Le storie sono sogni senza sonno
    Che spargono all'intorno
    Con stelle di parole
    Angolini di notte in mezzo al giorno
    Pezzi di buio al sole

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    59. COLONNINO DEL LUPO VESTITO DA NONNA

    Scritta per "L'Unità", numero del 26 aprile 2010.

    Lupo pagliaccio, non hai ragione
    Parli con bocca di televisione
    Io te lo dico con parole mie
    Non basta più che ci dici bugie
    Naso lunghissimo, gambine corte
    Non basta più che le dici più forte
    Son canzonette logore e vecchie
    Non ci si infilano più nelle orecchie

    Invece che "della Liberazione"
    Tu dici "festa della Libertà"
    Sono puzzette di televisione
    Sono trucchetti di pubblicità
    Neanche i bambini che fanno la nanna
    Credono al Lupo vestito da Nonna
    Perché lo sanno che al loro risveglio
    Finisce sempre "per mangiarti meglio"

    Nasino finto, parole ladre
    Ecco il padrone dipinto da padre
    Apri sipario, chiudi sipario
    Col fazzoletto da partigiano
    Apri sipario, chiudi sipario
    Con il braccetto in saluto romano
    Apri sipario, chiudi sipario
    Verde padano federalista
    Apri sipario, chiudi sipario
    Palazzo romano supercentralista

    Prima padrone ricco e potente
    Poi padre saggio costituente
    Siamo bambini, è vero: cucù!
    Ma lo sappiamo che sei sempre tu
    Con bocca grande di televisione
    Con naso lungo e lingua che inganna
    Apri sipario, chiudi sipario
    Lupo vestito da Nonna!

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    60. FILASTROCCA DI CASA E DI SCUOLA

    Scritta per la rivista "Scuola dell'infanzia", Giunti, maggio 2010 (numero di settembre).
    Pubblicata nel libro RIME RAMINGHE, Salani 2013.
    (Vi prego di citare il libro, nel caso la vogliate usare: l'editore lo esige, e lo merita)


    A casa io gioco
    A scuola io faccio
    A casa è il mio fuoco
    A scuola è il mio abbraccio
    A casa c'è Mamma
    A scuola Maestra
    A casa TV
    A scuola finestra
    A casa io sono
    A scuola divento
    A casa c'è sole
    A scuola c'è vento
    A casa io chiedo
    A scuola rispondo
    A casa c'è il nido
    A scuola c'è il mondo

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    61. POESIA PER IL COMPLEANNO DELLA SORELLA

    Scritta per i sessant'anni di mia sorella Maria Donata, 12 maggio 2010.

    Trenta, sessanta
    La vita si alza e canta
    Entrando nell'argento
    Sorella, tuo fratello rende onore
    A questo lieve amore
    Leggero, ma che non disperde il vento
    Che non flette, non langue
    Perché ha radici nello stesso sangue
    È immune alle vittorie e alle sconfitte
    Se io scrivo con l'inchiostro di quel sangue
    Le poesie che io ho scritto tu le hai scritte
    Le tue mani e le mie mani son sorelle
    Lontane hanno cresciuto cose buie e cose belle
    Mentre gli anni hanno girato matte giostre
    Di fredde piogge e di tramonti d'oro
    Le rime sono nostre
    Le date sono loro
    Le rughe sono vie da camminare
    Abbiamo avuto l'onore di invecchiare
    Abbiamo meritato questa età
    Le sue mute domeniche, il suo mite splendore
    Adesso rimbocchiamoci le maniche
    E rendiamole onore

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    62. POESIA PER I POETI MORTI

    Scritta per la morte di Edoardo Sanguineti, e per l'Unità, maggio 2010.

    Politica, attualità, pubblicità
    Dibattiti, atrocità, pubblicità
    Sondaggi, brutalità, pubblicità
    Ho ricusato i pater ave gloria
    Per ritrovarmi rintontito il cuore
    Di un'altra giaculatoria
    Di gran lunga peggiore
    Dove sei andato Giovanni Raboni?
    Dove siete, Turoldo, Sanguineti?
    Parlateci, padri poeti
    Ditelo ancora, bianco su nero
    Che non è vero
    Non è vero che tutto è uguale a tutto
    Non è vero che tutto è prodotto
    Che tutto è mercato
    Confutatelo questo rosario oscuro
    Questa cupa noiosa litania
    Con l'ostinato irriducibile scongiuro
    Della chiara poesia

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    63. QUARTINA DELL'ARGENTIERA

    Scritta per la T-shirt del Piccolo Festival di Mezza Estate "SULLA TERRA LEGGERI", Argentiera (SS), luglio 2010.
    Pubblicata nel libro RIME RAMINGHE, Salani 2013.
    (Vi prego di citare il libro, nel caso la vogliate usare: l'editore lo esige, e lo merita)


    Minatori che scavano nel vento
    Troveranno risposte, prima o poi
    Ora che l'Argentiera non dà argento
    Ora che la miniera siamo noi

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    64. FILASTROCCA DEL GIALLO

    Scritta per la rivista per i più piccoli LA GIOSTRA, luglio 2010.
    Da un suggerimento dei bambini di una scuola primaria di Samassi e della loro maestra Teresa.
    Pubblicata nel libro CANTA IL GIALLO ALLA MATTINA, a cura di Gabriele Clima, illustrazioni di Simona Mulazzani, La Coccinella 2012.


    Canta il Giallo alla mattina
    E fa l'uovo la Giallina
    Fa un ovone giallo e tondo
    Che dal cielo scalda il mondo
    Picchia in testa l'Ovo Sole
    Fa sbagliare le parole
    Forse è il gallo che cantava
    La gallina che covava
    Ma a noi piace più così
    Coccodè e chicchirichi
    Perché nella gialla estate
    A occhi chiusi lo sentite
    Che nei cieli più celesti
    Tutti i nomi sono giusti
    E i colori son millanta
    Ma soltanto il Gallo Giallo Sole canta

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    65. FILASTROCCA DELLA VOCE DELLE MAMME

    Scritta per l'ambulatorio di Ostetricia dell'Ospedale di Carpi, settembre 2010.
    Ecco la locandina dell'iniziativa, con l'illustrazione di Antonella Abbatiello che con la poesia è stata riprodotta a tutta parete nell'ambulatorio.
    Ed ecco la lettera di ringraziamento del Dottor Paolo Accorsi, Direttore dell'Unità Operativa di Ostetricia e Ginecologia dell'Ospedale di Carpi.

    La poesia è pubblicata nel libro RIME RAMINGHE, Salani 2013.
    (Vi prego di citare il libro, nel caso la vogliate usare: l'editore lo esige, e lo merita)


    Io dico per te luna, io dico per te sole
    Io chiamo per te il mondo con le mie poche parole
    Con la voce più chiara, nella notte più cupa
    La mia voce di mamma, di femmina, di lupa
    Voce che bene dice, voce che solo ama
    E tu sei già venuto ma lei ancora ti chiama
    E quando sarai partito, nelle mie sere sole
    Io dirò per te luna, io dirò per te sole

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    66. RIMETTA SLOGAN DELLA FARFALLA IN PEDIATRIA

    Scritta per il progetto "Una farfalla si è posata in pediatria" dell'Ospedale Brotzu e del Liceo Artistico di Cagliari, ottobre 2010.

    Mano farfalla
    Sole che balla
    Cuore sicuro
    Mare sul muro

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    67. FILASTROCCA DEI NATI PER LEGGERE

    Scritta per il sito e per la pagina ufficiale su Facebook del progetto NATI PER LEGGERE, ottobre 2010.
    Pubblicata nel libro RIME RAMINGHE, Salani 2013.
    (Vi prego di citare il libro, nel caso la vogliate usare: l'editore lo esige, e lo merita)


    Leggimi subito, leggimi forte
    Dimmi ogni nome che apre le porte
    Chiama ogni cosa, così il mondo viene
    Leggimi tutto, leggimi bene
    Dimmi la rosa, dammi la rima
    Leggimi in prosa, leggimi prima

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    68. RIMETTA UMILE E UTILE PER I LIBRAI PER BAMBINI

    Scritta per La Libreria Tuttestorie di Cagliari, e molti altri librai per bambini, novembre 2010.
    Pubblicata nel libro RIME RAMINGHE, Salani 2013.
    (Vi prego di citare il libro, nel caso la vogliate usare: l'editore lo esige, e lo merita)


    P O V E R O  L I B R O !
    C h e   s f o r t u n a t o !
    Se TU sfogliandolo qui l'hai sciupato
    Poi nessun altro lo comprerà più
    Sarà tagliato e poi macinato!
    Allora salvalo: compralo TU

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    69. FILASTROCCA PER UN PROFESSORE

    Scritta per due professori universitari che andavano in pensione, Lecce, gennaio 2011.
    Una variante dedicata ai docenti delle scuole medie è pubblicata nel libro RIME RAMINGHE, Salani 2013.
    (Vi prego di citare il libro, nel caso la vogliate usare: l'editore lo esige, e lo merita)


    Gli anni con gli anni marciano, rondini e tartarughe
    Luce di belle estati, pomeriggi d'inverno
    I figli e i libri crescono, con le righe e le rughe
    Nei passi di ricerca, didattica e governo
    E nei visi dei giovani, di ragazzi e ragazze
    Che vengono per chiedere e che alla fine danno
    La scuola delle scuole, la vita nelle piazze
    La pazienza che occorre per cominciare un anno
    Gli anni sono passati, questo devono fare
    È, loro magistero, compito di sviluppo
    E alla fine arriva un pranzo in riva al mare
    Dove ti rende onore la tua gente, il tuo gruppo
    La pensione comincia, la fatica è finita
    Ma non si va in pensione dal senso di una vita
    Non si dismette un compito portato con onore
    Non si va in pensione da un nome:
    Professore

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    70. FILASTROCCA SLOGAN SUL GIOCO

    Scritta per l'Associazione Lunamoonda, animatrici del gioco di Cagliari, febbraio 2011.

    A volte il mondo io non lo comprendo
    Però se giochiamo lo prendo

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    71. GRIDO DELLA TORRE COSTIERA

    Scritta per il quotidiano l'Unità, 29 marzo 2011.
    Pubblicata nel libro RIME RAMINGHE, Salani 2013.
    (Vi prego di citare il libro, nel caso la vogliate usare: l'editore lo esige, e lo merita)


    Arrivano dal mare!
    I mori saracini!
    Ci prendono le donne e ci spaventano i bambini!
    Arrivano dal mare!
    I saracini mori!
    Ci prendono le case e ci contendono i lavori!
    Arrivano, arrivano!
    Avete visto quanti?
    Voi non ci credevate e ora sono qui davanti!
    Oh mamma mia, il moro!
    Aiuto, arriva il moro!
    Le nostre belle strade che diventano le loro!
    Il saracino atroce!
    Che arriva da lontano!
    Per toglierci la Croce e per metterci il Corano!
    Arrivano! Sorridono!
    Hanno rotto le sbarre!
    Sotto le felpe nostre hanno le loro scimitarre!
    Arrivano e sorridono!
    Ghigni fino agli orecchi!
    Perché son tutti giovani mentre noi siamo vecchi!
    Oh mamma mia, il moro!
    Aiuto, arriva il moro!
    Adesso lo capite? Il problema sono loro!
    Son tanti, contenti!
    E puzzolenti e brutti!
    (Regista, allarga – Falli vedere tutti)

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    72. LUNAMONDA CAMBIAGIOCO

    Scritta per la campagna elettorale di Massimo Zedda come sindaco di Cagliari, 4 aprile 2011.

    Lunamonda del cammino
    Tu mi salti perché io mi chino
    Ma il cammino non va avanti
    Tu non ti chini perché io ti salti
    Lunamonda fiori e frutti
    Il gioco va avanti se giocano tutti
    Lunamonda due buoi
    Ora ti chini perché tocca a noi
    Lunamonda tre re
    Vogliamo un sindaco schilellè!

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    73. ANNINNÌA DELL'ASTENSIONE

    Scritta per la campagna elettorale di Massimo Zedda come sindaco di Cagliari, 4 aprile 2011.

    Ninna nanna a cantare
    Accallona questo mare
    La domenica confonde
    Tutti lì a contare onde
    Sette, otto, mille, cento
    Il mio voto lo do al vento
    Tanto è sempre tutto uguale
    O è levante o è maestrale
    Elezioni, culungioni
    Vince cambara o maccioni
    Vince o perde è su matessi
    Perché son sempre gli stessi
    Dunque dormi, canta e sogna
    Capitale di Sardegna
    Forza Cagliari e anninìa
    Dormi e sogna e così sia
    Tanto in fondo alla canzone
    C'è il futuro che prepara il gavettone

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    74. GIROTONDO MANGIAMONDO

    Scritta per la rivista "Miele amaro" n. 4, CUEC, Cagliari, maggio 2011.
    Pubblicata nel libro RIME RAMINGHE, Salani 2013.
    (Vi prego di citare il libro, nel caso la vogliate usare: l'editore lo esige, e lo merita)


    Io mangio la radice, il germoglio tagliato
    E qualcosa in fondo a me diventa prato
    Mangio carne del bue, mangio l'agnello arrosto
    E la mia gamba ha uno zoccolo nascosto
    Mangio il miele fiorito, inondato sul pane
    E non sono più solo, sono sciame
    E bevo latte bianco, bianchi formaggi e panne
    Ed ecco, le mie mani son due mamme
    Io mangio il pesce rapido, l'ostrica, il calamaro
    E nel mio sangue si scioglie mare amaro
    E mangio i fichi floridi, le susine spaccate
    E i miei capelli diventano l'estate
    Io sono un uomo
    Mangio tutto ciò che c'è
    E poi quando finisce il girotondo
    La terra mangia me
    E io divento il mondo

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    75. FILASTROCCA BABBALLOTTA

    Scritta per i ballottaggi delle elezioni amministrative di Cagliari il 29 e 30 maggio 2011.
    Pubblicata nel libro RIME RAMINGHE, Salani 2013.
    (Vi prego di citare il libro, nel caso la vogliate usare: l'editore lo esige, e lo merita)


    Filastrocca babballotta
    Per chi pappa e per chi lotta
    Perché dai muretti rotti
    Sono usciti i babballotti
    Dai murrungi dei delusi
    Dove stavano rinchiusi
    Sono usciti nelle strade
    Perché questa volta accade
    Perché si avvicina il giorno
    Babballotti tutto intorno
    Perché basta con il lutto
    Babballotti dappertutto
    Freschi come fiori a maggio
    Pronti? Via!
    BABBALLOTTAGGIO!

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    76. SLOGAN ELETTORALE

    Scritta per i ballottaggi delle elezioni amministrative di Cagliari il 29 e 30 maggio 2011.

    Che cosa fai domenica?
    Non stare lì a vedere
    La tua città ti merita
    FALLO ACCADERE!

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    77. FILASTROCCA DI ADDIO ALLA SCUOLA

    Variante della FILASTROCCA PER UN PROFESSORE (universitario), adattata per un pranzo d'addio alla scuola di un gruppo di insegnanti di scuola media, maggio 2011.
    Pubblicata nel libro RIME RAMINGHE, Salani 2013.
    (Vi prego di citare il libro, nel caso la vogliate usare: l'editore lo esige, e lo merita)


    Gli anni con gli anni marciano, rondini e tartarughe
    Luce di belle estati, pomeriggi di tedio
    I figli e i fogli crescono, con le righe e le rughe
    Nei passi di progetti, di lezioni e di studio
    Nei visi di bambini, poi ragazzi e ragazze
    Che vengono per chiedere, e che alla fine danno
    La scuola nelle scuole, la spesa nelle piazze
    La pazienza che occorre per cominciare un anno
    Gli anni sono passati, questo devono fare
    Onde di tanti giovani in una vita sola
    E alla fine arriva l'ora di salutare
    Di restituire il compito di una vita di scuola
    La pensione comincia, la fatica è finita
    Ma non si va in pensione dal senso di una vita
    Non si dismette un compito portato con onore
    Non si va in pensione da un nome:
    Professore

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    78. MARCETTA DEGLI GNOMI AL VOTO

    Scritta per i referendum del 12 e 13 giugno 2011.
    Pubblicata nel libro RIME RAMINGHE, Salani 2013.
    (Vi prego di citare il libro, nel caso la vogliate usare: l'editore lo esige, e lo merita)


    Io sono uno
    Ma sono tanti
    Sono qualcuno che ti troverai davanti
    Quando arriverà il momento
    Tutti in fila
    Io sono uno, qualcuno e centomila
    E io ci conto
    Perché io conto
    Se c'è da farsi contare, sono pronto
    Qui dove abito
    Come mi chiamo
    Son solo un numero, però numero primo
    Perché ora è il tempo
    Arrivano gli gnomi
    Saremo tutti in fila ma saremo tutti primi
    Gli gnomi del risveglio
    Nel tuo giardino vuoto
    Io vado e voglio
    Io vado e voto

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    79. FILASTROCCA DELLE STELLE

    Scritta per un intervento-spettacolo sul cielo di Andrea Valente, agosto 2011.
    Pubblicata nel libro RIME RAMINGHE, Salani 2013.
    (Vi prego di citare il libro, nel caso la vogliate usare: l'editore lo esige, e lo merita)


    Dietro le stelle sai cosa c'è?
    Altre stelle
    E dietro quelle
    Ancora nuove stelle
    E dietro ancora quelle
    Ancora stelle
    E dopo, ancora su, ancora avanti
    Ci sono regni strani
    Dove sono pianeti le tue mani
    Lune i tuoi denti
    Capelli spettinati ogni atmosfera
    Il cielo buio è la tua carne nera
    E le infinite stelle
    Son tutti i nei della tua vera pelle

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    80. PRIMO PROCLAMA DELLA BOCCACCIA DELLA VERITÀ

    Scritta per gli eventi spettacolari del Festival Tuttestorie, Cagliari, ottobre 2011.

    Io sono la Boccaccia
    Che dice i tuoi segreti
    Che te li legge in faccia
    Anche se li tieni stretti
    I tuoi segreti fragili
    I tuoi segreti brutti
    Tu credi siano tuoi e invece no
    Sono di tutti!
    Segreti come semi
    Che cadono dai rami
    Così lo sanno tutti cosa fai e come ti chiami
    Segreti, segreti!
    Vecchissimi amuleti
    Che stanno sulle bocche dei maligni e dei poeti
    E tu ne sei avaro
    Anche se è tutto vero
    Ma io li libero e li lascio andare in giro
    In giro, intorno
    A fecondare il giorno
    A colorare il cielo con un pizzico d'inferno
    Per questo sono qui
    Con questa filastrocca
    Il mondo parla
    E io sono la sua Bocca
    Boccaccia mia stai zitta!
    Boccaccia maladitta!
    Boccaccia di poeti, di profeti, di indiscreti
    Svela segreti! Dài!
    Svela segreti!

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    81. SECONDO PROCLAMA DELLA BOCCACCIA DELLA VERITÀ

    Scritta per gli eventi spettacolari del Festival Tuttestorie, Cagliari, ottobre 2011.

    Io sono la Boccaccia
    Che dice i tuoi segreti
    Che te li legge in faccia
    Anche se li tieni stretti
    I segreti si dicono
    I segreti si sanno
    Ma appena tu li dici altri segreti nasceranno
    Perché si riproducono
    Non finiscono mai
    Se tu scopri un segreto, il segreto è che lo sai
    Perché sempre rispuntano
    Sono un bosco perfetto
    Se tu dici un segreto, il segreto è che l'hai detto
    Segreti che frondeggiano
    Che fanno bosco
    Mentre il tuo vero segreto sta nascosto
    Che ti distraggono
    E non capisci più
    Che l'unico segreto qui… SEI TU!

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    82. FILASTROCCA DEI CRÀSTULI

    Scritta per gli eventi spettacolari del Festival Tuttestorie, Cagliari, ottobre 2011.

    Noi siamo i Cràstuli, siamo i Passanti!
    Noi siamo quelli che ti passano davanti!
    Siamo ragazzi, siamo donne, siamo vecchi!
    Quelli che passano e allungano gli orecchi!
    Per sentire cosa dici, per capire cosa fai
    Noi siamo quelli che SI FANNO I FATTI TUOI!

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    83. FILASTROCCA DEGLI GLI UCCELLINI DEI SEGRETI

    Scritta per gli eventi spettacolari del Festival Tuttestorie, Cagliari, ottobre 2011.

    Gli Uccellini dei Segreti
    Volano zitti, curiosi e discreti
    Vedono tutto, sentono tutto
    Ciò che nascondi di bello e di brutto
    Quelle cosine che solo tu sai
    Che non diresti né ora né mai
    Perle di gioia, pietre di danno
    Loro le sanno!

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    84. FILASTROCCA DEL FINALE

    Scritta per gli eventi spettacolari del Festival Tuttestorie, Cagliari, ottobre 2011.

    E ora volate, Uccellini dei Segreti
    Dai libri di scrittori e di poeti
    Volate su dalle figure, dai racconti
    Uccellini dei Segreti Scintillanti
    Portate in cielo i libri e le figure
    I versi e le avventure
    I sogni le memorie
    Perché è finito il Festival...
    ... di Tuttestorie!

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    85. FILASTROCCA DELLA SALA BORSA

    Scritta per i dieci anni della Biblioteca Sala Borsa Ragazzi di Bologna, ottobre 2011.
    (Eccola nel sito di Sala Borsa e nel segnalibro del compleanno)
    Pubblicata nel libro RIME RAMINGHE, Salani 2013.
    (Vi prego di citare il libro, nel caso la vogliate usare: l'editore lo esige, e lo merita)


    La Sala Borsa è una Nonna Ragazza
    Sta in una piazza che sta in una piazza
    Cuore nel cuore di Mamma Bologna
    La Sala Borsa è un motore che sogna
    Sogna bambini che diventeranno
    Tutte le cose che sono e che sanno
    Ma adesso leggono, non disturbate
    Perché leggendo le storie fatate
    Stanno scrivendo le cose future
    In una Sala di libri e figure
    In una Borsa di storie sibille
    Che come loro ha dieci anni più mille
    E allora batti, cuore di piazza
    Sogna per noi, Sala Borsa Ragazza
    Pompa segreta dei nostri futuri
    Dieci più mille AUGURI!

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    86. FILASTROCCA PER DUE BRAVE CONTASTORIE

    Scritta per due amiche esperte di libri per ragazzi, dai buffi cognomi, novembre 2011.
    Pubblicata nel libro RIME RAMINGHE, Salani 2013.
    (Vi prego di citare il libro, nel caso la vogliate usare: l'editore lo esige, e lo merita)


    Giusi Gallina e Teresa Porcella
    Le contastorie della fattoria
    In una notte di luna padella
    Dissero in coro questa poesia
    Pio pio, bei pulcinetti!
    Tutti vicini, sedetevi stretti!
    La merla vola, la rana salta
    E noi leggiamo per voi a voce alta!
    Ma i pulcinetti avevano fame
    La paperetta era andata a Saronno
    Il porcellino faceva il salame
    Le tartarughe avevano sonno
    Il vitellino voleva la vacca
    Il coniglietto aveva paura
    Il cagnolino era a fare la cacca
    La somarella era ubriaca dura
    Venne soltanto un'oca giuliva
    E dopo un minuto dormiva
    Uffa! Basta! Noi andiamo via!
    Dice Porcella e ripete Gallina
    Noi ci cerchiamo un'altra fattoria!
    E via per strada, cammina cammina
    Finché trovarono buona fortuna
    Così la smetto di dire scemenze
    Giusi Gallina a Montebelluna
    Teresa Porcella a Firenze

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    87. FILASTROCCA PER LA SEMINA DEI SOGNI

    Scritta per una maestra di Genova che ha deciso di aggiungere ai Diritti dei Bambini il Diritto al Sogno, marzo 2012.
    Pubblicata nel libro RIME RAMINGHE, Salani 2013.
    (Vi prego di citare il libro, nel caso la vogliate usare: l'editore lo esige, e lo merita)


    Seminate e innaffiate i vostri sogni
    Contadini piantatori di miraggi
    Spalate nuvole
    Lasciate segni
    Frecce di favole per tutti i vostri viaggi
    I sogni più sinceri e più sbruffoni
    Si fanno oracoli
    Se bene detti
    Se le visuali diventano visioni
    Le profezie diventano progetti
    Se non si avverano
    È solo un sogno scemo
    Ma se si avverano
    Allora brinderemo

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    88. FILASTROCCA PER GLI OTTANT'ANNI DI TULLIO DE MAURO

    Scritta per il compleanno del linguista, celebrato al Convegno Nazionale GISCEL, Gruppo di Intervento e Studio nel Campo dell'Educazione Linguistica, a Reggio Emilia il 12 aprile 2012.
    Pubblicata nel libro RIME RAMINGHE, Salani 2013.
    (Vi prego di citare il libro, nel caso la vogliate usare: l'editore lo esige, e lo merita)


    Gnomo Grammatico, pastore di parole
    Che hai vegliato sulle loro transumanze
    Nelle steppe delle strade e delle scuole
    Negli intrichi di radici e desinenze
    Nel corrompersi, nel crescere stupendo
    Ora ascolta: qualcosa sta cambiando
    La lingua madre ormai è lingua moglie
    I suoi nomi sono pani sulle mense
    Un italiano delle pietre e delle foglie
    Le sue parole si fanno poche e immense
    Sanno come si chiamano le cose
    Perché vengano, che s'erano smarrite
    Perché vadano e ritornino preziose
    E allora grazie per averle custodite
    Contale ancora, fino all'ultima che arriva
    Le bocche muoiono
    La lingua è viva

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    89. FILASTROCCA DELL'INFINITA MAESTRIA

    Scritta per una classe che ha perso la maestra, maggio 2012.
    Pubblicata nel libro RIME RAMINGHE, Salani 2013.
    (Vi prego di citare il libro, nel caso la vogliate usare: l'editore lo esige, e lo merita)


    Le maestre non muoiono
    I bambini lo sanno
    Ogni tanto spariscono
    Però non se ne vanno

    Guardano dalle O
    Ridono nelle U
    Vivono in tutto ciò
    Che ora sai fare tu

    Le maestre non muoiono
    Finché c'è da imparare
    Il cielo è un grande circolo
    La scuola è un grande mare

    Gli alberi sono pronti
    Per quadrimestri eterni
    Gli angeli dei tramonti
    Preparano i quaderni

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    90. FILASTROCCA DEI TAGLIATORI DI SOGNI

    Scritta per la manifestazione "Difendiamo i nostri granai", in difesa di biblioteche pubbliche, musei e siti archeologici della Sardegna, giugno 2012.
    Pubblicata nel libro RIME RAMINGHE, Salani 2013.
    (Vi prego di citare il libro, nel caso la vogliate usare: l'editore lo esige, e lo merita)


    E voi tagliate
    Togliete biblioteche
    Per fare più patate
    Potate tutti i fiori
    Per far posto alle banche
    Le torri dei guadagni
    In queste terre stanche
    State tirando giù i fari dei sogni

    Ma è una pazzia
    La vostra economia
    Per essere salvata
    Dev'essere un'economia sognata
    E gli unici
    Magici
    Medici
    Che dagli errori tragici
    Ci tireranno fuori
    Sono futuri economisti sognatori

    Ma niente
    Voi tagliate
    Togliete a muso duro
    I sogni sotto i piedi
    E i piedi del futuro

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    91. FILASTROCCA DELLE BUONE RAGIONI

    Scritta per un bambino che aveva la mamma molto malata, e me l'ha chiesta. È una poesia oscura, forse oracolare, quasi di certo sbagliata. Ma più sbagliato sarebbe stato non scriverla. Giugno 2012.
    Pubblicata nel libro RIME RAMINGHE, Salani 2013.
    (Vi prego di citare il libro, nel caso la vogliate usare: l'editore lo esige, e lo merita)


    (Qui un racconto della faticosa scrittura di questa poesia)

    Alberi, acqua, api, giochi
    Amore, arrivederci
    Bandiere, biciclette, fuochi
    Balene, treni merci
    Compagni, casa, lontananza
    Coraggio, cioccolato
    Domani, draghi, pizza, danza
    Dire, dare, gelato
    Eclissi, erba, elfi, pioggia
    Elefanti, emozione
    Fragole, fidanzate, spiaggia
    Fiume, fiabe, pallone
    Gente, sorgente, giallo, grotte
    Girandole, ghepardi
    Hotel, giocattoli, Harry Potter
    Hobby, halloween, sguardi
    Insieme, inutile, infinito
    Idiota, verità
    Limoni, lingue, latte, mito
    Luglio, lana, città
    Mandorle, muri, fiori, mamma
    Mari, magari, mai
    Nuvole, nomi, notti, fiamma
    Nel mondo, troverai
    Perdite, paste, posti, pace
    Pazienza, ribellioni
    Quando, quiete, querce, brace
    Quante buone ragioni
    Rane, risate, sogni, regni
    Rompicapi, risposte
    Soldi, silenzio, ragni, segni
    Solitudine, soste
    Torri, torroni, tuffi, volo
    Tutto, termine, blu
    Uomini, uova, uno, solo
    Unico, amore, tu
    In viaggio, adesso, in volo, in vita
    Nel vento, lo vedrai
    Zampilla, la tua via, guarita
    Zitto poeta, bambino vai!

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    92. FILASTROCCA DELLE GUARIGIONI

    Scritta per il bambino della poesia precedente, che aveva la mamma molto malata. Una seconda poesia, scritta nel dubbio che la prima da sola non gli basti, non gli serva, o semplicemente non gli parli. Giugno 2012.
    Pubblicata nel libro RIME RAMINGHE, Salani 2013.
    (Vi prego di citare il libro, nel caso la vogliate usare: l'editore lo esige, e lo merita)


    (Qui un racconto della faticosa scrittura di questa poesia)

    La mamma è ammalata, il bambino lo vede
    Conosce un poeta e gli chiede
    "Poeta, rispondimi in una poesia
    Guarisce questa malattia?"
    Poeta ci prova, si gira e si volta
    Poeta non trova la rima stavolta
    E guarda lontano, e cerca vicino
    Cosa scrivo per questo bambino?
    Chiede al giorno: risponde non so
    Chiede al mondo: risponde non so
    Chiede al cuore: risponde non so
    Non lo so, non lo so, non lo so!
    Passò una vecchina, guardò impietosita
    Il suo nome era Mamma la Vita
    Guardò quel Poeta, guardò quel bambino
    Sorrise e sedette vicino
    I due domandarono: "Sai la risposta?"
    Lei disse: "Metà, perché l'altra è nascosta
    La mamma non so, non è compito mio
    Il bambino lo guarirò io"

    Poeta comprese, sorrise, annuì
    Poi prese la penna, e scrisse così

    Alberi, acqua, api, giochi
    Amore, arrivederci...




    Illustrazione realizzata e donata da ANDREA ALEMANNO a questa poesia e al suo destinatario.


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    93. FILASTROCCA DELLA TERRA SCEMA

    Scritta per il libro di molti autori promosso dall'UNICEF e regalato ai bambini del terremoto emiliano, giugno 2012.


    Terra scema
    Terra che trema
    Terra balena
    Ci porta sulla schiena
    Ha fatto due starnuti
    E noi siamo caduti
    Però io mi rialzo
    Faccio un balzo
    Poi ne faccio un altro
    Guarda come salto
    Tonto d'un mondo
    Salto più di te
    Giro giro tondo
    Tu sei come me
    Peggio d'un bambino
    Sta' fermo un pochettino
    Siediti, calmati
    Sulle spalle portami
    Tienimi più stretto
    Guarda, c'è un libretto
    Terra che trema
    L'hanno scritto per te
    Quindi non far la scema
    Ferma e leggilo con me

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    94. DEDICA PER UN LIBRETTO ALLA TERRA CHE TREMA

    Scritta per il libro di molti autori promosso dall'UNICEF e regalato ai bambini del terremoto emiliano, giugno 2012.


    D'accordo, case e scuole
    Non si aggiustano a parole
    Ma il cuore della gente
    È fatto di mattoni
    Un po' diversi
    E fortunatamente
    Si aggiusta con le storie
    E con i versi

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    95. NENIA DELLE PARTENZE

    Scritta per uno spettacolo di danza-teatro ideato da Donatella Martina Cabras per il Festival dell'Argentiera 2012, luglio 2012.


    Il Principe cambiò e divenne rospo
    Il rospo fece un tuffo nello stagno
    La sua terra cambiò e divenne sogno
    Il sogno è faticoso da abitare
    E lo stagno cambiò e divenne mare
    Il mare cominciò con la sua nenia
    Portami via, portami via, Tirrenia
    La nave lo portò in terre lontane
    E il suo sogno cambiò e divenne pane
    Pane di cartamusica e poesia
    Fortuna, non portarglielo mai via
    La via non si decide con la mente
    La sua terra cambiò, fu continente
    Il continente è un'isola più grande
    Le risposte divennero domande
    Le domande fanno buona poesia
    La miseria diventò filosofia
    Ma a noi non fa nessuna meraviglia
    Il rospo si girò e fece una figlia
    Fece una piccola continentale
    Nella vita mai abbia nessun male
    Cresca galàna come principessa
    In sedia d'oro la portino a messa
    Sposi un sennori riccu 'e Samatzai
    Che tenga terre e che tenga dinài
    Le terre non si tengono, si fanno
    La giornata cambiò e divenne anno
    La speranza non càpita, s'inventa
    E quell'anno cambiò e divenne trenta
    Figlia continentale che cresceva
    Un bel giorno cambiò e divenne nuova
    Divenne rospa, ch'era principessa
    E la sorte cambiò, e fu la stessa
    La rospa fece un tuffo nello stagno
    La sua terra cambiò e divenne sogno
    Il sogno è una stronzissima vigilia
    La rospetta partì, addio Italia
    Ciao Tanzania, Lituania, Lusitania
    Il destino cambiò e divenne nenia
    La fiaba non finisce, questo è l'indice
    Perché il rospo cambiò e divenne principe
    Il sole tramontò in un altro posto
    Il principe cambiò e divenne rospo

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    96. FILASTROCCA DELLE MANI IN TERRA

    Scritta per i cinquant'anni di Andrea Serra, amico, maestro elementare presso l'oncologia pediatrica di Cagliari, e vicedirettore dell'Ufficio Poetico del Festival Tuttestorie, maggio 2013.
    Pubblicata nel libro RIME RAMINGHE, Salani 2013.
    (Vi prego di citare il libro, nel caso la vogliate usare: l'editore lo esige, e lo merita)


    Zingaro duca, spacciatore di speranza
    Che non è mai abbastanza

       LUNAMONDA!1

    Perché la porta via subito l'onda
    Bisogna darla con la faccia seria
    Mentre ridono zitti solo gli occhi
    Solo un po' d'aria
    Nelle vite che tu tocchi
    Non è cosa di santi né di eroi
    Non è niente di speciale

       DUE BUOI!

    Normale, tu fai solo ciò puoi
    Fai il tuo lavoro
    Tiri il tuo carro
    Però ci vuole cuore di gaurro2
    E sguardo azzurro di cielo, lento e forte
    Per giocare a tzacca e poni con la morte 3
    Ed abituarsi a prenderle

       TRE RE!

    Ce ne fossero molti come te
    E forse ce ne sono, chi lo sa
    Almeno dieci per ogni città

       QUATTRO SPAZZINI CON LE MANI IN TERRA!

    Tre sono re caduti piccolini
    Il quarto è un grande che ha scelto la sua guerra
    Il suo lavoro, i suoi doni ed i suoi danni
    Andrea Serra
    Maestro, cinquant'anni


    NOTE:
    1 "Lunamonda" è il gioco noto mente col nome di "Salta cavallina": un bambino si china con le mani sulle ginocchia, gli altri lo scavalcano battendo con le mani sulla sua schiena. A Cagliari ogni salto era accompagnato da una figura, gesto o postura che si eseguiva nell'atterrare, e da una formula verbale che la presentava: "Due buoi", "Tre re", Quattro spazzini con le mani in terra", "Cinque e una granata"; "Sei mosse", etc.
    2 "Gaurro", nel gergo dialettale cagliaritano "rozzo, insolente, volgare".
    3 "Tzacca e poni" (picchia e metti): nel gergo dialettale cagliaritano, il gioco "Lo schiaffo del soldato".


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    97. FILASTROCCA PER LEGGERE PIÙ FORTE

    Scritta per i dieci anni del centro di lettura "Leggimi forte" di Pomigliano, maggio 2013.
    Pubblicata nel libro RIME RAMINGHE, Salani 2013.
    (Vi prego di citare il libro, nel caso la vogliate usare: l'editore lo esige, e lo merita)


    Forte
    Forte come il sole
    Come le parole
    Forte come l'odio nella terra dell'amore
    Come una priezza 1
    Faccia di ragazza
    Come una pistola che ti spara nella piazza
    Come una mattina
    Come una bambina
    Come un uomo buono che combatte la rovina
    Come la Montagna 2
    Come la vergogna
    Come la tua gente che non legge però sogna
    Ma se tutto è forte
    Tu leggi più forte
    Forte come i libri che ti cambiano la sorte
    Forte come un dono
    Forte più del danno
    Tu leggi più forte che vedrai
    Sentiranno

    NOTE:
    1 "Priezza", in napoletano "guizzo di gioia".
    2 "Montagna", con l'iniziale maiuscola, il Vesuvio.


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    98. FILASTROCCA DELLE COSE DELLE CASE

    Scritta per l'evento di arte relazionale "DING PARAPAT!", creato da Elisa Fontana e Takla Improvising Group per l'ottava edizione del Festival Tuttestorie di Cagliari, giugno 2013


    Da casa nasce cosa
    Da cosa nasce storia
    Con voce silenziosa
    Con parole fatte d'aria
    Una storia conchiglia
    Che si mette all'orecchio
    E senti che bisbiglia
    Come un vento molto vecchio
    Le storie delle case
    Le cantano le cose
    Se tu sai ascoltare
    Quelle voci misteriose

    E allora tutti quanti
    Ding! Parapàt!
    Cittadini, abitanti
    Ding! Parapàt!
    Portateci le cose
    Ding! Parapàt!
    Che stanno nelle case
    Ding! Parapàt!
    Quelle voci segrete
    Le metteremo in coro
    E allora sentirete
    Come canteranno loro!

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    99. FILASTROCCA EXTRATERRESTRE

    Scritta nel gennaio 2014 per la rivista "G Baby", Periodici San Paolo, e mai presentata perché "fuori fascia d'età". Nel 2019 inserita nel libro "Rime Rimedio" (Salani).

    Se usate questa filastrocca, per favore, oltre all'autore citate il titolo del libro e l'editore.

    Io sono un vero extraterrestre!
    Vengo da molto molto lontano
    Provate a chiedere alle mie maestre
    Non sono umano!

    Dalla galassia di non si sa dove
    Sulle onde gelide dei raggi gamma
    Sono arrivato con l'astronave
    Pancia di Mamma

    Ora ci sono, prima non c'ero
    E allora dico: vi siete mai chiesti
    Prima di essere qui dove ero
    Sciocchi terrestri?

    Ero nel prima, ero nel poi
    Ero in uno smisurato settembre
    Ero in un mondo senza di voi
    Ero nel sempre

    Tu guardi solo ad altezza di adulti
    Tu non ci pensi, tu non ci credi
    Gli extraterresti invece son molti
    E tu non li vedi!

    Guarda più in basso, siamo vicini
    Non ti diciamo né dove né quando
    Grande, preparati, siamo i bambini
    Stiamo arrivando!

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    100. FILASTROCCA CAPITANA DEI BAMBINI

    Scritta per i quarant'anni della Biblioteca dei Ragazzi della Biblioteca Provinciale "La Magna Capitana" di Foggia, marzo 2014


    La Biblioteca Capitana dei Bambini
    È una tana di domande e di destini
    È una fontana di leggende e di passioni
    È una collana che lega le stagioni

    Lei attende, ormai da quarant'anni
    Aspetta i suoi bambini negli autunni
    E passano gli inverni, loro vengono
    Passano primavere, loro leggono

    Passano grandi estati, loro crescono
    Poi non passano più, loro spariscono
    Vanno nel mondo, fanno figli, fanno figlie
    Fanno lavori, sbagli e meraviglie

    Un giorno dicono ai figli: esiste un posto
    Che è un palazzo, però assomiglia a un bosco
    È una collana che lega le stagioni
    È una fontana di leggende e di passioni

    È una tana di domande e di destini
    Li portano alla loro Capitana dei Bambini
    Lei li guarda, sorride, dice: bravo!
    È il tuo bambino? Venite, vi aspettavo

    All'indice



    101. FILASTROCCA DELLA GIOIA NASCOSTA

    Scritta per Francesca, la ragazza di Petrol, che con lui ha cantato per me, marzo 2014


    Per ogni figlio, perché compia i suoi anni
    Perché nei doni e nei danni lui lo sappia
    Perché nel riso che gli scoppia lui lo sa
    Che sotto i giorni c'è una gioia che perdona
    Che nelle cose c'è una buffa forza buona
    Che in fondo al viaggio che lui ha cominciato
    C'è un dio che ride, e ride come un matto

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    102. FILASTROCCA DELL'ORNITORINCO

    Scritta per l'inaugurazione dello studio Ornitorinco Atelier di Fabrizio Silei, maggio 2014


    Uno due tre
    Il papa non è re
    Il becco non è bocca
    Il topo non è oca
    Gli schemi non son scemi
    Le uova non son figli
    E tu come ti chiami?
    A cosa t'assomigli?

    Io sono papa e re
    Io sono oca e topo
    Io sono quella e
    Che unisce prima e dopo
    Io faccio figli e uova
    Son fossile vivente
    Sono la buona nuova
    Non assomiglio a niente
    Sono fuori modello
    Son sempre quello a fianco
    Sono il Muso d'Uccello
    L'ORNITORINCO!

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    103. FILASTROCCA DEL VENTO DEI DIARI

    Scritta per i 30 anni dell'Archivio Diaristico Nazionale di Pieve Santo Stefano, settembre 2014


    I diari sono atlanti
    Sono rose nei venti
    Son brezze silenziose
    Di cose cose cose
    Bianche, lavate
    In vento trasformate
    Un vento fatto d'anime
    Disciolte nello scrivere
    Oramai senza traccia
    Di colori, di essenze
    Che carezza la faccia
    Con le pure esistenze
    Un vento trasparente
    Di ore, di sere
    Passate inutilmente
    Meravigliosamente
    In pagine leggere
    Scritte, trafitte
    Spianate in righe dritte
    Di calendari vivi
    Giovanna, cosa scrivi?
    Ho scritto per lavare
    Ho scritto per schiarire
    Per fare, disfare
    Il passato a venire
    Per dire le mattine
    Per capire perché
    Tu mondo senza fine
    Ricordati di me
    Voi scrittori del vento
    O cugini, o fratelli
    O perdute da tanto
    Adorate sorelle
    Quei diari sono un dono
    Un perdono di eroi
    Perché io so chi sono
    Perchéio sono noi

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    104. FILASTROCCA DI CIÒ CHE NON SEI

    Scritta per la mamma di un bambino con sindrome di Down, settembre 2014


    Tu non sei abile
    Però sei nobile
    Tu non sei abile
    Però sei buono

    E tutti gli abili
    Che sono simili
    Neanche lo sanno
    Cosa non sono

    Tu non sei abile
    Tu non sei simile
    Però sei unico
    E sai perché

    Pperché anche gli abili
    Pperché anche i simili
    Pperché anche i fulmini
    Non sono te

    Tu sei mio figlio
    Con doppio nodo
    Mai con nessuno
    Ti scambierei

    Perché ti voglio
    Allo stesso modo
    Per ciò che sei
    E ciò che non sei

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    105. FILASTROCCA DELLA MAESTRA GHIRIBIZZA

    Scritta per un'intervista a VITA SCOLASTICA ONLINE, sito di Giunti Scuola, ottobre 2014


    Ogni albero ha un frutto
    E il frutto ha dentro un seme
    E il seme ha dentro l'albero
    Che poi diventerà

    Io che sono un bambino
    Porto anch'io, come un seme
    Nascosto dentro, il grande
    Che un giorno arriverà

    Ma allora la maestra
    Che grande è diventata
    Dentro avrà la bambina
    Che da piccola era

    La ragazzina pazza
    Nella donna posata
    Maestrina ghiribizza
    Che insegue una chimera

    La mia maestra è donna
    Ma è anche un po' fatina
    Quando serve capisce
    Quando serve indovina

    La mia maestra è grande
    Ma ha dentro una scolara
    Con la grande lei insegna
    Con la piccola impara

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    106. FILASTROCCA DEI LIBRI DI PRATO

    Scritta per "Un Prato di libri", Festa della lettura per bambini e ragazzi, Prato, novembre 2014


    Fiori di prato, fiori di serra
    Petali in cielo e radici per terra
    Fiori di libri, libri di fiori
    Fiaba rinchiusa che scoppia di fuori
    Fuori di scuola, fuori di festa
    Piedi per terra ma nuvole in testa
    La città intera è un giardino sognato
    Un Prato di Libri di prato

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    107. FILASTROCCA PER MARISA DEL RIO

    Scritta in memoria di una bibliotecaria e lettrice di fiabe, che molto ha fatto per la letteratura per l'infanzia a Cagliari e in Sardegna. Dicembre 2014
    RITENUTA INADATTA DAL COMMITTENTE E NON UTILIZZATA


    Ora zitta, riposa, Marisa
    Oramai che i bambini ti hanno presa
    E con tutte le fiabe che hai letto
    Là nel buio hanno fatto un cestinetto
    Di destini intrecciati fra loro
    Un telaietto d'oro
    Che tu hai trovato pronto
    Per riposare nel tuo stesso racconto

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    108. FILASTROCCA DEI GENITORI SEPARATI

    Scritta per Mattia, che attraversa la tempesta, dicembre 2014


    Accade veramente
    Si sono separati
    Tu non puoi farci niente
    Se gli adulti sono matti

    Più matto di un cavallo
    Più cieca di una talpa
    Non è per niente bello
    Ma non hai per niente colpa

    Se insieme non li vedi
    Come la notte e il giorno
    Saranno come i piedi
    Che si fanno andare a turno

    Se i muri son crollati
    Lì parte un altro pezzo
    Se sono separati
    Tu ci puoi passare in mezzo

    In mezzo c'è una strada
    Che porta verso il mondo
    E che dovunque vada
    Non sta lì a girare in tondo

    E mentre gli anni girano
    Ti accorgerai che è vero
    I grandi si dividono
    Ma tu rimani intero

    Intero fra i ricatti
    Fra le ragioni e i torti
    I grandi sono matti
    Ma i bambini sono forti

    Cavalca queste onde
    Cresci con uno scatto
    Che poi forse da grande
    Anche tu sarai un po' matto

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    109. FILASTROCCA PER TIZIANA NANNI

    Scritta per l'addio al lavoro della responsabile di Biblioteca Salaborsa, valorosa bibliotecaria, febbraio 2015. Poi inserita, col titolo "Rima per la bibliotecaria in pensione", nel libro "Rime Rimedio", Salani 2019.

    Se usate questa filastrocca, per favore, oltre all'autore citate il titolo del libro e l'editore.

    Un libro trova un posto
    Proprio su quel ripiano
    E un bimbo un giorno se ne andrà lontano

    Un altro libro giusto
    Colorato e vicino
    E una bambina aspetterà un bambino

    Quattro scaffali nuovi
    Nella seconda sala
    E un temporale scoppierà in Bengala

    Ultimi nuovi arrivi
    Con qualche libro vecchio
    E una farfalla batte le ali a Casalecchio

    Giorni matti di corsa
    Anni messi di costa
    Tiziana lascia la sua Salaborsa

    Stringe le spalle, sbuffa
    Dice che è il suo lavoro
    È buffa con quella corona d'oro

    Regina funzionaria
    Che combina destini
    Fata bibliotecaria dei bambini

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    110. MACININO DELLE FILASTROCCHE

    Scritta per il progetto "Nati per Leggere. Libri d'artista" della Biblioteca di Grignasco, aprile 2015
    Poi inserita nel volume "Rime Rimedio", Salani 2019.

    Se usate questa filastrocca, per favore, oltre all'autore citate il titolo del libro e l'editore.

    Nella cascata di tutti i regali
    Trova il poeta quattro vocali
    Le lega insieme con due consonanti
    Una nel mezzo e una davanti
    Formano la paroletta poesia
    Sola soletta che aspetta che sia
    Poeta chiama parole sorelle
    Tutte già pronte, tutte già belle
    Hanno viaggiato, hanno riso, hanno corso
    Ora si fermano e formano un verso
    Poeta chiama altri tredici versi
    Suonano simili e sono diversi
    Insieme formano questa poesia
    Il vento soffia, lei vola via

    Poesia parola che vola da sola
    Via dalla penna, via dalla gola
    Va dai bambini e nel gioco diventa
    Un battimani, una ninna, una conta
    Va dal pittore e diventa figura
    Dallo scultore diventa scultura
    Dal musicista diventa canzone
    Va dall'attore e diventa emozione
    Dallo scrittore ritorna parola
    Dal copywriter diventa uno slogan
    Va nella chiesa e diventa preghiera
    Va nello stadio e si perde nei cori
    Non si ricorda più quello che era
    Cambia da dentro, cambia da fuori
    Di bocca in bocca vola e si sbriciola
    Di mano in mano vola e si sgretola
    Esplode in mille perline vocali
    Nella cascata di tutti i regali
    La fiaba è vecchia, la rima è nuova
    Passa il poeta e trova...

    Nella cascata di tutti i regali
    Trova il poeta quattro vocali...

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    111. BALLATA DEI CINQUE DONI

    Per la pubblicazione "Ambinoi" n. 1, edita da Mantova Ambiente, giugno 2015. Poi inserita nel libro "Rime Rimedio", Salani 2019.

    Se usate questa filastrocca, per favore, oltre all'autore citate il titolo del libro e l'editore.

    Nel tempo giusto delle fiabe vere
    Ogni giorno un Bambino Cavaliere
    Incontra il proprio Drago sulla via
    E oggi è un Verme di atroce porcheria
    Di sporco, carta, vetro e putridume
    Di plastica e metallo, di pattume
    Gigantesco, malvagio, velenoso
    Che fissa quel bambino valoroso
    E gli grida con fiato puzzolente

    Tu piccolo incosciente! Tu mi sfidi?
    Vieni avanti e sorridi? Ebbene sia!
    Si dia inizio alla pugna, ma sian fatti
    Anzi la pugna, della pugna i patti!

    Se tu mi vinci
    Io accetto che cominci
    Del mio corpo la gran trasformazione
    Dal mondezzaio alla benedizione
    E che abbia inizio
    Il dono delle mie parti al tuo servizio

    Che la mia plastica
    Sia la tua carne multipla e fantastica
    Il mio metallo
    Diventi le tue ossa di cristallo
    Che la mia carta
    Sia la tua lingua che lontano porta
    E che il mio vetro
    Sia l'occhio tuo che vede ciò che è dietro
    E la mia carne
    Sia tutto ciò che il tempo saprà farne

    Ma se tu perdi
    Tu non vedrai mai più i tuoi boschi verdi
    Perché sarà il mio fiato di drago
    Fatto di fumo e feci e rogna e rogo
    A trasformare te e la tua natura
    In fantasmi di morta spazzatura

    Ecco, umano bambino, questi i patti
    Li accetti tu? Combatti?

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    112. FILASTROCCA CICLACARTA

    Per la pubblicazione "Ambinoi" n. 1, edita da Mantova Ambiente, giugno 2015. Poi inserita nel libro "Rime Rimedio", Salani 2019.

    Se usate questa filastrocca, per favore, oltre all'autore citate il titolo del libro e l'editore.

    Carta a quadretti dei quaderni della scuola
    Cicla la carta e c'è una pagina che vola
    Vola nel vento un grande foglio di giornale
    Cicla la carta e c'è una carta di Natale
    Scarta il regalo ma non buttarla via
    Cicla la carta e c'è un libro di poesia
    Nella poesia c'è la memoria e c'è il coraggio
    Cicla la carta e c'è un cartone da imballaggio
    Su quel cartone c'è una mappa del tesoro
    Cicla il cartone e rimettilo al lavoro
    In quel lavoro c'è scritto il tuo segreto
    Cicla la carta e c'è un lunghissimo alfabeto
    Cartamoneta, cartastraccia, cartapesta
    Quello che cicla sarà quello che resta
    Quello che dice il tuo tesoro più sicuro
    Gira la carta e c'è scritto il tuo futuro

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    113. FILASTROCCA CICLAVETRO

    Per la pubblicazione "Ambinoi" n. 1, edita da Mantova Ambiente, giugno 2015. Poi inserita nel libro "Rime Rimedio", Salani 2019.

    Se usate questa filastrocca, per favore, oltre all'autore citate il titolo del libro e l'editore.

    Pensare che ero sabbia
    M'hai trasformato in vetro
    Per far vedere al mondo
    Il mondo che c'è dietro
    La luce sorprendente
    La vita che c'è fuori
    Vetrina trasparente
    Vetrata di colori
    Finestra
    Bottiglia
    Gli occhiali
    La biglia
    Tutta la meraviglia
    Che si vede attraverso
    Io ero sabbia e guarda come son diverso
    E mi fa rabbia che tu mi butti via
    È la tua ennesima malefica follia
    Perché io sono il vetro
    Sono liquido duro
    Io vedo ciò che è dietro
    Io vedo il tuo futuro
    Se tu continui a fare
    E rifare inutilmente
    Lo sai che cosa vedo dietro te?
    Niente

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    114. FILASTROCCA CICLACIBO

    Per la pubblicazione "Ambinoi" n. 1, edita da Mantova Ambiente, giugno 2015. Poi inserita nel libro "Rime Rimedio", Salani 2019.

    Se usate questa filastrocca, per favore, oltre all'autore citate il titolo del libro e l'editore.

    Mangio l'arancia, butto la buccia
    Dentro il Sacchetto per la Campagna
    Dove coi raggi il sole la schiaccia
    Dove con l'acqua la pioggia la bagna

    Sopra ci cadono bucce di frutta
    Gusci di uova, ossicini e caffè
    Quello che nelle cucine si butta
    Lische di pesci e bustine di tè

    Vengono a pranzo vermi ed insetti
    Vengono al pascolo microbi e funghi
    Mangiano e tritano avidi e ghiotti
    Passano i giorni, umidi e lunghi

    Passano i mesi su quella montagna
    Fatta di scarti, rifiuti e robaccia
    Pioggia del cielo la gonfia e la bagna
    Caldo del sole l'asciuga e la schiaccia

    Fa l'incantesimo Fata Natura
    Cambia il colore, l'odore passa
    Quella che era per noi spazzatura
    Diventa terra umida e grassa

    Terra pulita dove cresce bene
    Fragola nespola cachi ed arancia
    Frutta e verdura, fichi e banane
    Tutto buon cibo nella mia pancia

    Non proprio tutto: butto la buccia
    Dentro il Sacchetto per la Campagna
    Dove coi raggi il sole la schiaccia
    Dove con l'acqua la pioggia la bagna

    L'uomo è la bocca, la terra è la pancia
    E la poesia ricomincia...

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    115. FILASTROCCA CICLAPLASTICA

    Per la pubblicazione "Ambinoi" n. 1, edita da Mantova Ambiente, giugno 2015. Poi inserita nel libro "Rime Rimedio", Salani 2019.

    Se usate questa filastrocca, per favore, oltre all'autore citate il titolo del libro e l'editore.

    Plic ploc plastica
    Gocciola dal cielo
    Nuvola fantastica
    Di polistirolo
    Piovono bottiglie
    Crescono bottoni
    Muoiono conchiglie
    Nascono flaconi
    Niente più bambine
    Basta coi bambini
    Solo bamboline
    Solo soldatini
    Niente più lattughe
    Solo vassoietti
    Solo tartarughe
    Che divorano sacchetti

    Ma che brutto sogno
    Meglio che mi sveglio
    Meglio che decido
    Dove vado e cosa voglio
    Io voglio giocare
    Io voglio giocattoli
    Ma non voglio un mare
    Di bottiglie e di barattoli
    Io voglio giocare
    Con le mie cose care
    Magari anche di plastica
    Però da riciclare
    Da riciclare in plastica
    Ma subito perché
    Dopo sarà la plastica
    A riciclare me

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    116. FILASTROCCA CICLAFERRO

    Per la pubblicazione "Ambinoi" n. 1, edita da Mantova Ambiente, giugno 2015. Poi inserita nel libro "Rime Rimedio", Salani 2019.

    Se usate questa filastrocca, per favore, oltre all'autore citate il titolo del libro e l'editore.

    Filo di ferro, filo di rame!
    Passa il carretto del ferrovecchio
    Passa un omino con dita di lame
    Che grida forte con voce di secchio

    Latta e lattine, ferro e ferraglia!
    Donne e bambini, venite fuori!
    Il mio asinello che ride e che raglia
    Mangia metallo e fa cacca di fiori

    Fiori di ferro, fiori di rame!
    Dateci forbici e vecchi barattoli!
    Volete salvo il vostro reame?
    Dateci pentole e vecchi giocattoli!

    Li trasformiamo in fiori futuri
    In erba verde e terra pulita
    Nel ferrovecchio che tirate fuori
    C'è il ferro nuovo della vostra vita

    Giovani stupidi, uomini lenti
    Date ragione all'omino che passa
    Prima che tutta la terra diventi
    Campi di ruggine rossa

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    117. EPITAFFIO PER UNA LETTRICE DI STORIE

    Scritto in memoria di Vera Sighinolfi, in occasione del Festival "Libraria", Albinea, agosto 2015
    Riadattato da una precedente versione scritta in memoria di Marisa Del Rio, bibliotecaria e lettrice di storie a sua volta: versione ritenuta inadatta dal committente e non utilizzata


    Ora zitta, riposati, Vera
    Sorridi nella Lunga Nanna Nera
    Perché con tutte le fiabe che gli hai letto
    I tuoi bambini hanno fatto un cestinetto
    Di destini intrecciati fra loro
    Un telaietto d'oro
    Che tu hai trovato pronto
    Per riposare nel tuo stesso racconto

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    118. FILASTROCCA PER LA VALLATA DEI LIBRI BAMBINI

    Per il nascente Festival "La Vallata dei Libri Bambini", Valle Seriana, Bergamo, gennaio 2016


    Se i libri son bambini
    Un giorno cresceranno
    Mentre i libri dei grandi son già grandi e non lo fanno
    Se i libri son farfalle
    Voi dategli una valle
    E vi faranno crescere le ali sulle spalle
    Se i libri fanno arte
    Preparate le torte
    Perché le cose buone fanno leggere più forte
    Se i libri fanno festival
    Segnate il calendario
    Perché sarà una festa un po' per gioco ma sul Serio
    Segnatevi la data
    Lo dice Tognolini
    Se il Serio è una Vallata allora i Libri son Bambini

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    119. FILASTROCCA DELLE PERIFERIE

    Scritta nel corpo di un racconto per il libro collettaneo “Antologia di periferia”, promosso dal Centro Leggimi Forte di Pomigliano d'Arco, gennaio 2016. Poi inserita nel libro "Rime Rimedio", Salani 2019.

    Se usate questa filastrocca, per favore, oltre all'autore citate il titolo del libro e l'editore.

    C'è sempre un posto al Centro
    Della Periferia
    C'è sempre un posto nella
    Periferia del Centro

    Tutti i mosconi dicono
    Io voglio andare via
    Tutte le mosche ronzano
    Non voglio starci dentro

    E tutti i grilli partono
    E le farfalle vanno
    Solo le api restano
    Perché loro lo sanno

    Periferia e Centro
    Si scambiano di posto
    Si mescolano dentro
    Un luogo più nascosto

    Paese delle favole
    Devi trovargli un nome
    Cadere dalle nuvole
    Devi scoprire come

    È andare
    Tornare
    Attraversare il mare
    È fare
    Salvare
    Portare all'Alveare

    Curandolo
    Crescendolo
    Cambiandolo così
    Un posto in mezzo al mondo
    Che puoi chiamare Qui

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    120. FILASTROCCA DEI RITORNI

    Per consolare i bimbi stranieri di prima primaria di un'amica maestra di Brescia, che hanno paura quando i grandi vanno via. Marzo 2016


    Ve ne siete andati in volo
    Dentro il mondo che vi abbraccia
    E io son rimasto solo
    Come il naso nella faccia

    Passeranno lente lente
    Lumachine le giornate
    Finché il naso sente sente
    Che alla fine ritornate

    E staremo tutti bene
    Ci saranno giorni e giochi
    Resteremo sempre insieme
    Come gli occhi

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    121. FILASTROCCA DELL'AMOROSA MAESTRIA

    Per una maestra che me l'ha chiesta, e per tutte le altre che non ho sentito chiedere ma ho visto essere e fare, aprile 2016. Poi inserita nel libro "Rime Rimedio", Salani 2019.

    Se usate questa filastrocca, per favore, oltre all'autore citate il titolo del libro e l'editore.

    Canzone dei mattini
    Poesia dei miei alunni
    Canta come correvano
    I piedini degli anni

    Come frutti sugli alberi
    Come pane nei forni
    Facevamo la classe
    Con le mani dei giorni

    Quei giorni come rondini
    Quegli anni come buoi
    Vi vedevo cambiare
    E diventare voi

    Nelle mattine gelide
    Nei pomeriggi d'oro
    L'amore sbriciolava
    La pietra del lavoro

    Le briciole doravano
    Ogni nostra parola
    I bambini sbocciavano
    Nel cuore della scuola

    Cantavano un segreto
    Che alla fine ho compreso
    Che più di ciò che ho dato
    È ciò che mi hanno reso

    L'onore pedagogico
    E il sole alla finestra
    Crescere i miei bambini
    Essere una maestra

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    122. PROLOGO PER I "CANTI DI TUTTESTORIE"

    Prologo in versi per lo spettacolo CANTI DI TUTTESTORIE, tratto dalle edizioni 2013, 2014 e 2015 del Festival Tuttestorie di Letteratura per l'Infanzia, a opera della compagnia Teatro Dallarmadio di Cagliari. Agosto 2016


    Gentile pubblico, cortese a vario
    Nani e giganti, bambine e bambini
    Vi salutiamo, aprendo il sipario
    Con lo scrittore Bruno Tognolini
    Abbiamo fatto, per non darci arie
    Di baccalanzia e balenzia e baldanzia
    Più di tre Festival di Tuttestorie
    Libri e racconti e figure d'infanzia
    E poiché stretta è la foglia e la via
    E dura l'arte a poeti e istrioni
    Nulla del porco si butta mai via
    E figurarsi battute e canzoni
    E allora eccovi uno Zibaldone
    Di quei tre festival di quei tre anni
    Che raccontavano le cose umane
    Ai piccolini, agli adulti ed ai nonni

    CASA!
    Coi Lumacoidi Lumacò e Lumacheta
    Raccontavamo delle CASE del pianeta
    Come gli uomini le abitano
    Dalle stalle alle stelle
    Come cambiano e come sono sempre quelle

    SORPRESA!
    Con gli Angeli Pescatori Urra e Uffa
    Lei che le piace tutto, lui che tutto lo stufa
    Raccontavamo la SORPRESA della vita
    Per chi non c'è mai stata
    E per chi non è mai finita

    EXTRA!
    Con Dimitri e con Petrushka, artisti delle piazze
    Raccontavamo cose straordinarie e pazze
    Tutto l'EXTRA che va oltre
    Tutto ciò che è sempre più
    Perché tu sei qualche cosa più di tu

    E così alfine andiamo a cominciare
    Perché rimangano buone memorie
    Buone parole da ridire e ricantare
    Per voi i... CANTI DI TUTTESTORIE!

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    123. EPILOGO PER I "CANTI DI TUTTESTORIE"

    Epilogo in versi per lo spettacolo CANTI DI TUTTESTORIE, di cui sopra. Settembre 2016


    Gentile pubblico, pregiato e vario
    Signori adulti e messeri bambini
    Qui vi saluta il Teatro Dallarmadio
    Col suo poeta Bruno Tognolini
    Se i nostri Canti non vi son piaciuti
    Siate gentili, non fate fischi
    Se i nostri Canti vi sono piaciuti
    Siate magnifici, comprate i dischi
    Noi Lumacoidi, angeli, eroi
    Fra qualche giorno saremo lontani
    Ma i nostri Canti staranno con voi
    Fino a domani e domani e domani

    Gentile pubblico! Io qui finisco!
    Amore all'arte! Comprate un disco!

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    124. NINNA DELLE DUE GEMELLE

    Per due gemelle, e per la loro madre che quasi ha perso la vita nel darla a loro. Settembre 2016
    MAI SPEDITA perché non ritenuta dal suo autore all'altezza del compito


    Tu madre luna
    Chiamavi una
    Noi siamo due
    Noi siamo tue

    Uno è il tuo viso
    Siamo due mani
    Uno il tuo naso
    Siamo due braccia
    Tu madre luna
    Quando ci tocchi
    Siamo due occhi
    Nella tua faccia

    Siamo sorelle
    Belle nel vento
    Siamo due stelle
    Siamo duecento
    O madre Luna
    È così tardi
    Noi siamo belle
    Quando ci guardi

    Apriti favola
    Luna guarisci
    Sciogliti nuvola
    Madre capisci
    Che è una fortuna
    Guarda quaggiù
    Non sei più una
    Nemmeno tu

    Tu madre luna
    Chiamavi una
    Noi siamo due
    Noi siamo tue

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    125. SALUTO AL SANTO PERSONAGGIO

    Per l'evento finale del Festival Tuttestorie di Letteratura per Ragazzi. Cagliari, ottobre 2016


    Voga Santo Personaggio
    Vai nel mare, parti in viaggio
    Porta indietro il mio coraggio
    Di accettare
    Ciò che viene da oltremare
    E non è Mostro
    E mandare in oltremare
    Ciò che è Nostro
    Ciò che viene dal domani
    E che temiamo
    Dal domani viene quello che noi stessi…
    CI MANDIAMO!

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    126. INVETTIVA IN DIFESA DEI TEATRANTI

    In occasione dell'annientamento brutale della Città del Teatro di Cascina, Pisa, a opera della giunta neoeletta, novembre 2016. Poi inserita nel libro "Rime Rimedio", Salani 2019.

    Se usate questa filastrocca, per favore, oltre all'autore citate il titolo del libro e l'editore.

    Non hanno poeti! Non hanno poeti! Non hanno poeti!
    Nel vento dell'odio son corsi fin qui e non sanno che dire
    Sono il nuovo padrone, hanno loro il bastone e ne sono profeti
    Hanno rotto le favole di una città che non sanno capire
    Il sipario civile dei maghi e dei re ora è pieno di squarci
    Han picchiato gli attori, hanno preso il teatro, e non sanno che farci
    Ma il teatro del mondo è una trappola antica, ha una forza lontana
    E i padroni predoni che invadono il palco si trovano in scena
    Lo spettacolo vero diventano loro, meschini, sguarniti
    E non hanno poeti! Non hanno poeti! Non hanno poeti!

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    127. FILASTROCCA DEL PICCOLO BENE

    Per i cinquant'anni di Valentina Sanjust, e le altre maestre seminatrici come lei. Novembre 2016


    Valentina, tu compi questi anni che sono anche nostri
    Chissà quanti domani diranno che non li dimostri
    Tu dimostrali, invece, ché il mondo è un alunno un po' scemo
    E ora va blaterando di nuovo di Bene Supremo
    E bisogna aiutarlo a capire, ci vuole pazienza
    Serviranno maestre mature di grande esperienza
    Per gettare scintille dorate nell'ombra che viene
    Inflessibili seminatrici di Piccolo Bene

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    128. STORIELLA CANZONETTA

    Per una "storia in 600 battute" richiesta dall'inserto "La lettura" del Corriere della sera, e scartata da me stesso in favore di un'altra. Marzo 2017


    C'era una volta una storiella canzonetta
    Che faceva fare tutto in fretta in fretta
    La suonavano in macchina i tassisti
    La mettevano in salone i parrucchieri
    Faceva fare in fretta tanti acquisti
    Faceva fare a tutti sogni veri
    La stampavano sui fogli dei giornali
    La scrivevano i messaggi cellulari
    Proprio una bella storiella canzonetta
    Che faceva proprio correre la vita
    Liscia liscia, dritta dritta, stretta stretta
    Che non finisce mai, però è finita
    E il signor Giorgio, arrivato sulla porta
    È allibito: "Non ci credo! Troppo corta!"
    Colpa di quella storiella canzonetta
    Che faceva fare tutto in fretta in fretta

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    129. FILASTROCCA DELLA NONNA IN ALTALENA

    Per la manifestazione "Alzheimer Fest" e l'inserto "La Lettura" del Corriere della Sera, agosto 2017. Poi inserita nel libro "Rime Rimedio", Salani 2019.

    Se usate questa filastrocca, per favore, oltre all'autore citate il titolo del libro e l'editore.

    Cara nonna in altalena, mi hanno detto
    Che tu voli fra il presente ed il passato
    Io lo so cos'è il presente, siamo noi
    Non m'importa se sei prima o se sei poi
    Se ti svegli di mattina
    E mi vedi sorellina
    Poi sei mamma a mezzogiorno
    Con i tuoi bambini intorno
    Poi sei nonna nella sera
    E io nipotina vera
    E di notte cosa sei
    Quando è chiusa quella porta
    Se sei prima o se sei poi non m'importa
    Tu non sai cos'è il presente, ma io sì
    Il presente siamo noi e siamo qui
    Una mano vecchia tiene una manina
    È tua figlia, è tua nipote
    "Ma chi è questa bambina?"
    Nonna persa in una fiaba di orologi e di altalene
    Non mi importa quando sei
    Ma che stai bene

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    130. FILASTROCCA CIAO MONDO

    Per una raccolta di poesie tratte da vari miei libri, associata all'edizione 2018 del Sussidiario dei Linguaggi, Fabbri Editori. Ottobre 2017


    Ciao Mondo! Come stai? Sono io
    Sono arrivato, e tu sei il posto mio
    Mi guardo intorno, seduto in mezzo al giorno
    C'è luce su ogni cosa. Sono a casa

    Ciao Cielo! Son qui sotto! Tu mi vedi?
    Non sono alto, ma sto in punta di piedi
    Per salutarti da lontano, con la mano
    E farti feste, per come sei celeste

    Ciao Tempo! Ti cercavo e tu sei qui
    Incoronato di primavere e giovedì
    Comincia il gioco che si chiama vita mia
    C'è un bel vento. Allora andiamo? Pronti, via!

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    131. POESIA DI POESIA

    Per una raccolta di poesie tratte da vari miei libri, associata all'edizione 2018 del Sussidiario dei Linguaggi, Fabbri Editori. Ottobre 2017


    È un bastone invisibile
    Per toccare le stelle
    È un cagnone invincibile
    Che ti salva la pelle

    «Ma che cosa vuol dire?»
    «Niente, stiamo a sentire»

    È la combinazione
    Del tuo scrigno più vero
    È la manutenzione
    Delle nuvole in cielo

    «Non ci capisco nulla»
    «Nemmeno io, ma è bella»

    È una vecchia poltrona
    Imbottita di sogno
    È un'immensa balena
    Nascosta nel tuo bagno

    «Di cosa sta parlando?»
    «Di una cosa del mondo»

    È una giostra dipinta
    Con papere e pantere
    È una tua mamma finta
    Che fa carezze vere

    «Sono parole strane»
    «Sono parole umane»

    È il bambino stupendo
    Che sarai tu da vecchio
    È l'altro mezzo mondo
    Che vedi nello specchio

    «Ma c'è un posto così?»
    «Sì, io vengo da lì»

    È un richiamo profondo
    È un fischio degli eroi
    Per convincere il mondo
    A far rima con noi

    «Basta, mi son stufato
    Andiamo via, va bene?
    Vieni con me anche tu?
    E poi giochiamo insieme?
    Glielo chiedi tu al mondo
    Se fa rima con me?
    E quando mi confondo
    Mi terrai lì con te?
    Stringeremo legami?
    Sarai amica mia?
    Come vuoi che ti chiami?»

    «Poesia»

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    132. FILASTROCCA MAGLIONCINO DELLA VITA

    Filastrocca indice e mappa per una raccolta di poesie tratte da vari miei libri, associata all'edizione 2018 del Sussidiario dei Linguaggi, Fabbri Editori. Ottobre 2017


    Filo di mondo che c'è tutt'intorno
    Cosa gli dico? Digli buongiorno
    Filo di fiume che fruscia di sogni
    Dove mi porta? Nei sette regni
    Fili animali fratelli diversi
    Come gli parlo? Fa' i loro versi
    Filo di uccelli perduti nel cielo
    E se c'è nebbia? Bucano il velo
    Filo di vento che scuote le cose
    Filo di terra che scrolla le case
    Filo di ghianda che è la quercia nuova
    Nel labirinto il filo si trova
    Nel cambiamento il filo si perde
    Filo del nonno che è vivo nel verde
    Filo del Drago che sfido per gioco
    Filo per crescere, fermati un poco
    Filo del capo, che non sono io
    Filo di un padre più bello del mio
    Rabbia del filo che non ha ragione
    Filo spezzato, compagno di banco
    Rabbia del filo che fa indignazione
    Filo maestra che vola al mio fianco
    Filo di casa che va fino a scuola
    Filo pesante di chi va in salita
    Filo confine, una lettera sola
    Filo di un gesto che cambia la vita
    Figli del mondo son fili di tutti
    Fili di quelli diversi da noi
    Figli di fiori e figlie di frutti
    Fili di prima e fili di poi
    Fata che fila con fili di rocca
    Rima che gira nella filastrocca
    Tessili tu questi fili dispersi
    Ferri di maglia con fili di versi
    Tienili insieme in un solo disegno
    Tessimi un sogno, cucimi un segno
    E adesso guarda: la rima è finita
    È un maglioncino che si chiama Vita

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    133. FILASTROCCA DEL GUARDIANO DI STORIE

    Per Pino Grossi, già a lungo guardino dello zoo e ora bibliotecario, narratore e attore nella Biblioteca Centrale Ragazzi di Roma. Novembre 2017.


    Auguri a Pino che l'arte non spreca
    E dallo zoo se ne va in biblioteca
    E ora guardiano di storie ed attore
    Dà da mangiare alle bestie del cuore

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    134. PROLOGO DELLA NOIA SUL SOFÀ

    Prima versione scartata della filastrocca prologo per la traduzione in versi del libro “The Twelve Days of Christmas”, William Morris wallpapers and fabrics with illustrations of Liz Catchpole, gennaio 2018.


    Sul sofà di zia Sofia
    - Le quattro e cinque, le quattro e dieci
    Il pomeriggio scivola via
    - Le quattro e un quarto, le quattro e venti
    I grandi parlano e bevono il tè
    - Le quattro e ventuno, le quattro e ventotto
    Non c'è nessuno che gioca con te
    - E noia di sopra e noia di sotto

    Noia dipinta sul grande divano
    Tutto coperto di un velluto strano
    Pieno di cose, di foglie e di fiori
    Pieno di forme ma senza colori
    Tutte in rilevo, dice il bambino
    Le guarda bene, vicino vicino
    Tocca col dito, pensa e s'incanta
    - Le quattro e trenta, le quattro e quaranta

    Ci sono uccelli nascosti fra i rami
    Forse rispondono se tu li chiami
    Forse si staccano ed escono fuori
    Forse li vedi con altri colori
    Che cosa immagini che ci sia
    Su quel sofà della zia Sofia
    Dodici uccelli che volano via
    Strofa di stoffa
    Stufa poesia!

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    135. PROLOGO DEI DODICI SOFÀ

    Filastrocca prologo per la traduzione in versi del libro “The Twelve Days of Christmas”, William Morris wallpapers and fabrics with illustrations of Liz Catchpole, gennaio 2018.


    Sul divano damascato
    Passa il tempo innamorato
    Il tuo amore arriverà
    Mille doni ti porterà
    La vita è accesa, il cuore è in gioia
    Ma nell'attesa si muore di noia
    Noia dipinta sul vecchio damasco
    Tutto disegni di fronde di bosco
    Fitto di uccelli, di foglie e di fiori
    Folto di forme senza colori
    Guardale e sognale, una per una
    Cerca il sofà che ti porta fortuna
    Chiedi ai disegni di tutti i sofà
    Quando il tuo amore arriverà
    E quali doni ti porterà
    E chi sarà?

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    136. EPILOGO DEI DODICI SOFÀ

    Filastrocca epilogo per la traduzione in versi del libro "The Twelve Days of Christmas", William Morris wallpapers and fabrics with illustrations of Liz Catchpole, gennaio 2018.


    Il mio amore alla fine poi è arrivato
    Mi ha baciato e ce ne siamo andati insieme
    Sul divano per ricordo ti ho lasciato
    Queste dodici stupende rime sceme

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    137. FILASTROCCA DELLA CRESCITA PROFONDA

    Per lo spettacolo teatrale "Oltremare", di Sergio Beercock, liberamente tratto dal mio libro "Doppio blu", marzo 2018. Poi inserita nel libro "Rime Rimedio", Salani 2019.

    Se usate questa filastrocca, per favore, oltre all'autore citate il titolo del libro e l'editore.

    Quando diventerò piccolo
    Io voglio fare il bambino
    Cuore minuscolo e mondo grandissimo
    Che mi cammina vicino

    Quando diventerò piccolo
    Voglio dormire nell'uovo
    E poi bucare col naso le nuvole
    E poi giocare di nuovo

    Voglio tramonti lunghissimi
    Di compleanni lontani
    Con cinquemila gelati che aspettano
    Zitti nei bravi domani

    Piangere, ridere, correre
    Crescere con un sussurro
    Quando da grande diventerò piccolo
    Dentro l'azzurro

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    138. FILASTROCCA DELL'ERRORE SBAGLIATO

    Per l'esclusione del Festival Tuttestorie dal bando dei finanziamenti del comune di Cagliari a seguito di un errore di distrazione nella nominazione di un file, aprile 2018. Poi inserita nel libro "Rime Rimedio", Salani 2019.

    Se usate questa filastrocca, per favore, oltre all'autore citate il titolo del libro e l'editore.


    Signora maestra, mi sono sbagliato
    Ho scritto gelone e volevo un gelato
    Volevo una lima e ho scritto limone
    Volevo una calza e ho scritto calzone
    Signora maestra, mi sono confuso
    E tu mi hai bocciato, punito, escluso

    È vero, maestra, ci sono le leggi
    Però se io sbaglio, allora correggi
    Però se io sbaglio, non lasciarmi fuori
    Perché così raddoppiamo gli errori
    E il mondo è tutto un pasticcio perché
    La mia maestra sbaglia più di me

    Ero distratto, ma tu non mi credi
    Tu sei maestra, però non mi vedi
    Tu sei la legge, ma non hai ragione
    Forse son matto e ho scritto mattone
    Forse son canna e ho scritto cannone
    Ma sono preda, non sono predone

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    139. FILASTROCCA PER I BAMBINI FERITI DAL MONDO

    Per due bambini che hanno visto accadere cose brutte, e per tutti gli altri che il mondo ha ferito in altri modi, aprile 2018. Poi inserita nel libro "Rime Rimedio", Salani 2019.

    Se usate questa filastrocca, per favore, oltre all'autore citate il titolo del libro e l'editore.

    Bambino ferito per sbaglio da ciò che succede
    Nel cuore fiorito c'è un taglio, però non si vede
    Si è rotto un pezzetto di cielo da quella mattina
    Bambino ferito si sveglia, si veste e cammina
    Ma ascolta: la vita che passa è una mamma natura
    Se vede quel taglio lo spalma di giorni e lo cura
    Ci sono vacanze, gelati, ci sono altalene
    Ci sono persone che vogliono che tu stai bene
    Poi vengono belle stagioni, ti portano al mare
    Tu vacci, fai finta di niente, tu lasciale fare
    Le piante, le spiagge, le mani, le nonne, le arti
    Le cose del mondo ci stanno provando a curarti

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    140. RIMA RIMEDIO

    Scritta, senza alcuna richiesta, per il libro "Rime Rimedio", Salani 2019.

    Se usate questa filastrocca, per favore, oltre all'autore citate il titolo del libro e l'editore.

    Ehi dillo, rima dillo, rima rana scema!
    Rima tu, frulla giù, dillo con la rima!
    Filastrocca, filastrega, rima che rimedia!
    Filastrana, nenia nana, sali sulla sedia!

    Da lassù dille giù, sante rime buone!
    Vecchia vera tiritera della guarigione!
    Bomba dillo, ritmo bello, bum bum verso!
    Batte cuore, passo duole, io mi sono perso!

    Ma tu batti, bel tamburo, buio cuore scuro!
    Piede e passo, batti basso, viene giù il futuro!
    Batti canti, piede avanti, cielo disperato!
    Lui fa tum, lui fa bum, io son già passato!

    Dunque dillo, rima dillo, non vuol dire nulla!
    Ma quel nulla, bella bolla, vedi come culla!
    Balla cuore, piede vuole, vado avanti solo!
    Ma se cado tu ridillo
    Tu ricantami, riprendimi, riportami nel volo...

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    141. RIMA DEGLI ATTI GENTILI

    "Una poesia che rimedi al diffondersi delle parole e dei gesti ostili". Una delle 500 richieste di filastrocche arrivate sui social media per il libro "Rime Rimedio", Salani 2019.

    Se usate questa filastrocca, per favore, oltre all'autore citate il titolo del libro e l'editore.

    Siate gentili, tornate umani
    Parlate piano, ridete molto
    Accarezzate con le stesse mani
    L'anima e il volto

    Siate le rondini, volate alto
    E se da terra vi lanciano il sasso
    Siate gentili, giù con un salto
    Volate basso

    Siate il guerriero che veste corazza
    Fatta di pura carezza di drago
    E che sa infliggere con gentilezza
    Anche il castigo

    Siate la pianta che non colpisce
    Ma cerca il sole per crescere forte
    E se le tolgono il sole fiorisce
    Dall'altra parte

    Volgete l'anima a chi vi chiama
    E rispondetegli con il suo nome
    Siate gentili con chi non vi ama
    Scoprite come

    Crescete floridi come balene
    Spargete il miele che avete raccolto
    Siate gentili, vivete bene
    Vivete molto

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    142. RIMA DEI BAMBINI CHE NON MANGIANO

    "Per una bimba birichina che non vuol mangiare tutto ciò che la sua mamma disperata le prepara e che finisce immancabilmente nella scodella del suo cagnolino". Una delle 500 richieste di filastrocche arrivate sui social media per il libro "Rime Rimedio", Salani 2019.

    Se usate questa filastrocca, per favore, oltre all'autore citate il titolo del libro e l'editore.


    "Mangia, che cresci"
    "Non mi piacciono i pesci"
    "Di questa puoi mangiarne"
    "Non mi piace la carne"
    "Ma è poco, non ti basta"
    "Non mi piace la pasta"
    "Dài, su, mangiala tutta"
    "Non mi piace la frutta"

    Non voglio pastasciutta
    Piadina, ricotta
    Non voglio minestrina plastilina troppo cotta
    Stecche con bistecche
    Polpo con polpette
    Merlo con merluzzo ritagliato a fette strette
    Forma con formaggio
    Forza con coraggio
    Coni con conigli con cartoni da imballaggio
    Occhi di finocchi
    Spine di spinaci
    Sale di salame e di saluti con i baci
    Verde di verdura
    Latte di lattuga
    Acciuga di beluga e tartaruga senza guscio
    (Che se n'è andata e non ha neanche chiuso l'uscio)
    Tranci d'aranci, mandarini e mandaranci
    Chicchi di cocco, cocomero e albicocco
    Elmi e pompelmi
    Lampi e lamponi
    Sette schiaccianoci e due spaccalimoni

    "D'accordo, arrangiati! Son stufa! Io esco!"
    "Dài, su, mangio domani
    E dopodomani cresco"

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    143. RIMA DEI SENTIMENTI NERI

    "Una filastrocca sui sentimenti neri, quelli che ognuno vorrebbe non provare". Una delle 500 richieste di filastrocche arrivate sui social media per il libro "Rime Rimedio", Salani 2019.

    Se usate questa filastrocca, per favore, oltre all'autore citate il titolo del libro e l'editore.

    Ecco i sentimenti neri
    Nuvoloni
    Che mi schiacciano i pensieri
    Mascalzoni
    Vanno avanti piano piano
    Elefanti all'orizzonte
    Io li guardo con la mano
    Sulla fronte

    Sono un branco grande e grosso
    Sono folla
    Io li aspetto, non ci posso
    Fare nulla
    Tanto so che nei pensieri
    Vive uno scemetto rosso
    Che nei sentimenti neri
    Balla e balla

    Ma com'è che arriveranno?
    Con il vento
    E com'è che se ne vanno?
    Con il vento

    Lo scemetto rosso balla
    Lui non ne capisce nulla
    Dentro i sentimenti neri
    Piccolino
    Come in mezzo ai dromedari
    Moscerino

    Balla, piccolo contento
    Vola, strepita, fiorisci
    Non fermarti, vento
    Cuore mio, guarisci

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    144. RIMA DEL BAMBINO TRASPARENTE

    "Una rima per chi da bambino si è sempre sentito 'trasparente', insignificante, come se fosse indifferente la sua presenza o esistenza per i genitori o per gli amici". Una delle 500 richieste di filastrocche arrivate sui social media per il libro "Rime Rimedio", Salani 2019.

    Se usate questa filastrocca, per favore, oltre all'autore citate il titolo del libro e l'editore.

    Sono un bambino cielo, trasparente
    Papà mi guarda ma non vede niente
    Mamma mi guarda poco, poi sospira
    La maestra mi guarda, poi si gira

    Non spacco tavoli, non vinco premi
    Non do spettacoli, non do problemi
    Sono un bambino d'aria marmellata
    Fatto di molta gente mescolata

    Ma da qui, dalla mia bolla di cielo
    Se voi non mi vedete, io vi vedo
    Vi vedo pallidi, patetici, distratti
    Vivete senza cielo, siete matti

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    145. RIMA DELLE COSE ROTTE

    "Per il voler e il saper aggiustare le cose quando si rompono". Una delle 500 richieste di filastrocche arrivate sui social media per il libro "Rime Rimedio", Salani 2019.

    Se usate questa filastrocca, per favore, oltre all'autore citate il titolo del libro e l'editore.

    Lo gnomo angelo Marcellino
    Nelle ore buie della tua notte
    Viene nell'anima col martellino
    Per aggiustare le tue cose rotte

    Ciò che è schiodato batte e ribatte
    Ciò che è smollato stringe e restringe
    Cose mal dette, cose mal fatte
    Cose sbiadite ritinge e dipinge

    Toglie la ruggine alle cose belle
    Sega e smeriglia, lima e riavvita
    Lava la luna, striglia le stelle
    Stringe le viti della tua la vita

    E se non basta il suo martellino
    Quando le cose rotte son tante
    Lo gnomo angelo Marcellino
    Porta uno gnomo poeta aiutante

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    146. RIMA DEI SOGNI NEL CASSETTO

    "Rime per il sogno che parla in prima persona e chiede di uscire dal cassetto". Una delle 500 richieste di filastrocche arrivate sui social media per il libro "Rime Rimedio", Salani 2019.

    Se usate questa filastrocca, per favore, oltre all'autore citate il titolo del libro e l'editore.

    Siamo i tuoi sogni nel cassetto, facci uscire!
    Siamo rinchiusi da un annetto, qui c'è puzza!
    Le calze vanno e vengono
    Noi stiamo qui a marcire
    Vogliamo uscire nella gioia pazza

    Tu dici sempre che là fuori c'è pericolo
    E che qui dentro invece ci proteggerai
    Che i sogni sono fragili
    Che nel sole si bruciano
    Ma stando qui non lo sapremo mai!

    Lasciane nel cassetto cinque o sei
    Quelli più fragili, difficili, prudenti
    E gli altri tutti liberi
    E gli altri tutti noi
    Fuori nel sole altissimi volanti

    Se il sole poi ci brucia le ali d'oro
    E cade giù una cenere di legno
    La metti nel cassetto
    La chiudi in un tesoro
    Vedrai che nasce qualche nuovo sogno

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    147. RIMA DELLE PAROLE NON DETTE

    "Per i lutti improvvisi, per le persone a cui non si è fatto in tempo a dire addio. Per le parole non dette". Una delle 500 richieste di filastrocche arrivate sui social media per il libro "Rime Rimedio", Salani 2019.

    Se usate questa filastrocca, per favore, oltre all'autore citate il titolo del libro e l'editore.

    Quello che non ti ho mai detto
    Non serve dirtelo adesso
    Anche se forse non te l'ho mai detto
    Tu l'hai sentito lo stesso

    Forse l'ho detto, ma piano
    In un dialetto dei ragni
    Delle lumache nascoste nel grano
    Solo coi verbi dei sogni

    Forse l'ho detto da solo
    In un parcheggio deserto
    A una renault, a una nuvola, a un palo
    Che non se n'è mai accorto

    Quello che non ti ho mai detto
    Provo a ridirlo stavolta
    Sarà di nuovo silenzio perfetto
    Ma tu capisci: ascolta...

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    148. RIMA DELLA VOCE SPARITA

    "Per quando manca il fiato e la voce non arriva". Una delle 500 richieste di filastrocche arrivate sui social media per il libro "Rime Rimedio", Salani 2019.

    Se usate questa filastrocca, per favore, oltre all'autore citate il titolo del libro e l'editore.

    Stupida voce, perché non parla?
    Eppure so quello che voglio dire
    Apro la bocca, provo a chiamarla
    Stupida voce non vuole venire

    Il fiato c'è, ma non suona vocali
    La lingua c'è ma non fa consonanti
    Contro le labbra si spezza le ali
    Sbatte la faccia nei denti davanti

    Ma come fanno là fuori quegli altri?
    Pensano e dicono tutto d'un fiato
    Sono più bravi, più forti, più scaltri?
    O sono io che son nato sbagliato?

    Eppure sappilo, voce gelosa
    Mentre le frasi stanno chiuse dentro
    Posso pensare e sognare ogni cosa
    Perché non volano via con il vento

    E le parole impossibili e zitte
    Pietre pesanti di un buio lavoro
    Quando alla fine son dette o son scritte
    Diventano rondini d'oro

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    149. RIMA DI CIÒ CHE NON SI PUÒ DISFARE

    Dalla richiesta di una maestra i cui alunni di prima primaria, di loro testa, nel cortile della scuola avevano raccolto le foglie cadute da un albero e le riappendevano al tronco infilandole nelle fessure della corteccia. Poi pubblicata su "Rime Rimedio", Salani 2019.

    Se usate questa filastrocca, per favore, oltre all'autore citate il titolo del libro e l'editore.

    Le foglie di quell'albero
    Sono tutte cadute
    E guarda, adesso piangono
    Per terra, dispiaciute
    è colpa dell'autunno
    Le riattacchiamo, nonno?
    Mettiamo a posto ogni foglietta gialla?
    Torniamo con la scala e con la colla?

    No, Nina, non si fa
    Perché se lo facciamo
    Quando marzo verrà, il prossimo anno
    Le foglioline nuove troveranno
    Tutti i posti occupati
    E non potranno uscire
    E noi lì preoccupati
    Ci troveremo a dire
    Guardando nella sera
    Quest'anno non arriva Primavera

    Mentre se le lasciamo dove sono
    Per terra addormentate
    Le foglie sono un dono
    Vengono trasformate
    E diventano rosse, poi marrone
    E diventano buone
    E la terra le mangia, ed è più grassa
    E nutre l'albero, che fa le foglioline
    Così la vita passa
    Senza fine

    Ciò che fa la stagione
    Tu non lo puoi disfare
    Però ha ragione lei: lasciala fare

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    150. RIMA DELLA NOSTALGIA

    "Una rima per riuscire ad accettare la nostalgia. Ne farei buon uso". Una delle 500 richieste di filastrocche arrivate sui social media per il libro "Rime Rimedio", Salani 2019.

    Se usate questa filastrocca, per favore, oltre all'autore citate il titolo del libro e l'editore.

    Ieri ero piccolo, oggi son grande
    Cos'era peggio, cos'era meglio
    Non so rispondere a queste domande
    Che cosa spero e cosa sbaglio

    Ieri sospiro, oggi respiro
    Ieri radici, oggi son rami
    Davanti il mondo, mi volto e mi giro
    Dietro i ricordi, che fanno richiami

    La nostalgia è un miraggio che attira
    Sembrano floridi i giorni più brutti
    Ma coi sospiri non si respira
    E le radici non portano frutti

    Resta con me nostalgia, ma nel fondo
    Terra segreta dei giorni presenti
    Lega coi fili di ieri il mio mondo
    I miei oggi, bandiere nei venti

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    151. RIMA ZERO-SEI

    Per il Nido di infanzia di Vico d'Elsa (FI) e il suo bel lavoro amoroso, di concerto con le famiglie, sulla "continuità 0-6", ottobre 2018. Poi pubblicata su "Rime Rimedio", Salani 2019.

    Se usate questa filastrocca, per favore, oltre all'autore citate il titolo del libro e l'editore.

    Arriva un giorno nuovo, il sole sorge
    Un bimbo cresce, ma non se ne accorge
    Arriva un nuovo mese, un nuovo anno
    Lui non lo sa perché cresce nel sonno

    Si alza, prende le scarpe, se le mette
    Ed ecco, fanno male, sono strette
    Poi passa un altro anno, un merlo vola
    Ed ecco, ora è stretta anche la scuola

    Aiuto aiuto, devo cambiare scuola
    Dice il bambino piangendo nell'aiuola
    Dice la scuola, piangendo nel giardino
    Aiuto aiuto, devo cambiar bambino

    Poi non piangono più, fanno merenda
    Ridono, si consolano a vicenda
    «Io son cresciuto, ma sono sempre io»
    «Lo so, rimango sempre scuola anch'io»

    E allora cosa cambia? Niente? Tutto?
    Sarà più bello, chissà, sarà più brutto?
    Il tempo vola, nel frutto cresce il seme
    Bambino e scuola cresceranno insieme

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    152. RIMA DEL DIRITTO A NON FARCELA

    "Sul diritto di non farcela in qualche occasione, sul diritto a sbagliare e a fallire". Una delle 500 richieste di filastrocche arrivate sui social media per il libro "Rime Rimedio", Salani 2019.

    Se usate questa filastrocca, per favore, oltre all'autore citate il titolo del libro e l'editore.

    Non ce l'ho fatta, neanche stavolta
    Di nuovo buca, di nuovo sconfitto
    La mente sgrida, il cuore ascolta
    Il braccio debole dondola zitto

    Perdere è triste, fallire è brutto
    Però pensavo: il motivo qual è?
    Non sono io sempre causa di tutto
    Ci sono cose più grandi di me

    Non ce l'ho fatta, però pensavo
    Forse non è così debole il braccio
    Perché a non farcela in fondo son bravo
    Perché a non farcela io ce la faccio

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    153. RIMA DEI BAMBINI FANTASTICI VOLANTI

    "Rima per quei bambini che partono per mondi fantastici come palloncini e richiamarli a terra è da impazzire". Una delle 500 richieste di filastrocche arrivate sui social media per il libro "Rime Rimedio", Salani 2019.

    Se usate questa filastrocca, per favore, oltre all'autore citate il titolo del libro e l'editore.

    Arrivano i bambini fantastici volanti!
    Gli uccellini fanatici! I pazzi saltellanti!
    Scappate! Fuggite! In salvo tutti quanti
    Le uscite di emergenza son due dietro e due davanti!

    Quando li chiami arrivano
    Correndo così forte
    Che per frenare devono
    Acchiapparsi alle porte

    A tavola sparpagliano
    Il cibo nei paraggi
    Così con loro mangiano
    Ciabatte e scarafaggi

    A scuola si dimenano
    Come cagnetti pazzi
    Si alzano e scorrazzano
    Seguendo ghiribizzi

    A casa sghiribizzano
    Di più, sempre di più
    Finché alla fine corrono
    Sui muri a testa in giù

    Perché sono i bambini fantastici volanti
    Gli uccellini fanatici, i pazzi saltellanti
    Quando li fermeremo sarà calma d'inverno
    E ci riposeremo in un bel silenzio eterno
    Quando li domeremo - oh, finalmente!
    Staremo nella calma di un bel niente

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    154. PREGHIERINA DI PICCOLA LUCE

    Scritta per la settima edizione del reading-concerto di beneficenza "Cara Santa Lucia... - Serata di luce e di doni tra musica e poesia", realizzato a Bergamo il 16 dicembre 2018. Poi pubblicata su "Rime Rimedio", Salani 2019.

    Se usate questa filastrocca, per favore, oltre all'autore citate il titolo del libro e l'editore.

    Piccola luce, briciola brace
    Tu scintillina di piccola pace
    Resta con me, candelina nel vento
    Viene qualcosa che mette spavento

    Scende la tenebra, torna la notte
    Piccola luce, rimani con noi
    Le cose buone sembrano rotte
    Siamo confusi col prima e col poi
    Portaci in salvo dall'altra parte
    Sono confuse le mappe e le carte
    Cose passate ritornano vive
    Chiamano buone le cose cattive
    Fanno nemico chi è solo straniero
    Tienici umani in questa nottata
    Fanno setaccio del bianco dal nero
    Dacci le mani finché è passata

    Piccola luce, pane di pace
    Tienimi accesa una piccola brace
    Così domani, quando torna il giorno
    Soffierò sopra, farà scintille
    Saremo umani guardandoci intorno
    E le scintille farfalle faville
    Daranno fuoco a un nuovo falò
    E ciò che credo, e ciò che so
    Ciò che ho salvato, ciò che ho atteso
    Sarà di nuovo un gran sole acceso

    Allora sai che cosa farò?
    Io dirò grazie, piccola luce
    Ora ho capito, ora lo so
    Tirerò fuori una piccola brace
    La chiuderò in uno scrigno braciere

    Verranno altre notti nere

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    155. RIMA DI BENVENUTO E DI SPERANZA

    "Per dare il benvenuto ai bambini che devono nascere e dire loro che possono cambiare il Mondo. Una filastrocca di benvenuto e speranza". Una delle 500 richieste di filastrocche arrivate sui social media per il libro "Rime Rimedio", Salani 2019.

    Se usate questa filastrocca, per favore, oltre all'autore citate il titolo del libro e l'editore.

    Benvenuto tu che arrivi
    Da una mamma o da un deserto
    E ora sei con noi e vivi
    A cielo aperto

    Troverai una gente ostile
    Che ti odia e non ti vuole
    Troverai gente civile
    A parole

    Troverai brave persone
    Per le quali sei importante
    Troverai le cose buone
    Poche o tante

    Ma fra tutto ciò che trovi
    C'è anche tutto ciò che fai
    I tuoi giorni sono nuovi
    Cambierai

    Cambierai le cose buone
    Cambierai le cose amare
    E sarà buona ragione
    Per cambiare

    è tuo compito e destino
    Perché vieni da lontano
    Sei migrante, sei bambino
    Sei l'umano

    Quindi fai quello che puoi
    Sei il futuro e ti saluto
    Cambia tu, cambia noi
    Benvenuto

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    156. RIMA DEL FASTIDIO

    "Per levarsi di torno un fastidio". Una delle 500 richieste di filastrocche arrivate sui social media per il libro "Rime Rimedio", Salani 2019.

    Se usate questa filastrocca, per favore, oltre all'autore citate il titolo del libro e l'editore.

    Che fastidio quel moscone intorno!
    Che disturbo quella luce in faccia!
    Che noiosa la scuola ogni giorno!
    Che tormento quel tizio che abbraccia!
    E chi rompe, chi assilla, chi scoccia
    Tutto il mondo qui a dare fastidio
    E se cerco qualcosa che scaccia
    Che fastidio le Rime Rimedio!

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    157. FILASTROCCA DELLE BEATITUDINI

    Scritta per il libro "Rime Rimedio", Salani 2019.

    Se usate questa filastrocca, per favore, oltre all'autore citate il titolo del libro e l'editore.

    Beate le case
    Beate le cose
    Beate le vecchie rugose
    Che dormono al sole

    Beate le api
    Beate le rupi
    Beate le code dei lupi
    Che danzano al sole

    Beati i paesaggi
    Beati i miraggi
    Beate le mete dei viaggi
    Che attendono al sole

    Beate parole
    Beato il silenzio
    Beate le cose create
    Che danno l'annunzio

    Le voci nel mondo
    Che lanciano il bando
    Che dice che tutte le cose
    Ci stanno provando!

    E allora beate le mani
    Beata la testa
    Beata la vita per ogni domani
    Che resta

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    158. RIMA DEL PIANGERSI ADDOSSO

    Da una richiesta sui social. "Per smettere di piangersi addosso, per smettere di guardare a tutto ciò che non va". Scritta per il libro RIME RIMEDIO (Salani) e SCARTATA.


    Adesso basta piangersi addosso
    Maledicendo ciò che non va
    Se devi piangere a più non posso
    Tu fai una cosa: piangi più in là

    Piangi su qualche terreno bruciato
    Così lo innaffi ed ecco un bel fiore
    Piangi su qualche orsacchiotto infangato
    Così lo lavi e riprende colore
    Piangi su un pozzo nel secco deserto
    Così una donna magrissima beve
    Piangi una nuvola nel cielo aperto
    Viene giù pioggia e viene giù neve

    Sono liquori preziosi alla vita
    Lacrime pallide e sangue rosso
    Spreco di sangue dalla ferita
    Spreco di lacrime piangersi addosso

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    159. RIMA DELLE BAMBINE CALCIATRICI

    Da una richiesta sui social. “Per le bambine che vogliono giocare a calcio o pilotare un aereo o fare le vigilesse del fuoco...”. Scritta per il libro RIME RIMEDIO (Salani) e SCARTATA.


    "Da grande voglio far la calciatrice"
    "Ma tu sei una bambina!"
    "E ne sono felice! E poi che te ne importa?"
    "Sei pure piccolina, non vai bene neanche in porta"
    "Tu non ti preoccupare, e pensa a Maradona"
    "Non era mica femmina!"
    "Però era un po' bassotto
    I grandi sgomitavano, lui ci passava sotto"
    "Ma il calcio non perdona!
    È una cosa da maschi!
    È fatto di potenza, di colpi, di rischi
    Di urla, di fischi, di insulti e di sudore!"
    "Ascoltami, bambino
    E stappati le orecchie
    Sei ancora piccolino e le tue idee sono già vecchie
    Il calcio è anche furbizia, è grazia, è cuore
    Ho detto calciatrice, non ho detto calciatore"


    160. PRIMA FILASTROCCA DEI MAGARI

    Scritta per il XIII Festival Tuttestorie della Letteratura per Ragazzi, ottobre 2018. Ora in corso di pubblicazione nell'albo "Magari!", Panini (Natale 2019 o marzo 2020).


    Magari io desiderassi ogni giorno
    I bei desideri che brillano intorno
    A tutti i miei simili e tutti miei cari
    E con loro dicessi...
    ... MAGARI!

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    161. SECONDA FILASTROCCA DEI MAGARI

    Scritta per il XIII Festival Tuttestorie della Letteratura per Ragazzi, ottobre 2018. Ora in corso di pubblicazione nell'albo "Magari!", Panini (Natale 2019 o marzo 2020).


    Magari venisse con un aeroplano
    Un nostro ricchissimo zio americano
    Con sette bauli di soldi denari
    E ce li donasse...
    ... MAGARI!

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    162. TERZA FILASTROCCA DEI MAGARI

    Scritta per il XIII Festival Tuttestorie della Letteratura per Ragazzi, ottobre 2018. Ora in corso di pubblicazione nell'albo "Magari!", Panini (Natale 2019 o marzo 2020).


    Magari spiegasse la nostra maestra
    Non sulla lavagna ma dalla finestra
    Il cielo che attende noialtri scolari
    E noi lo impariamo...
    ... MAGARI!

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    163. QUARTA FILASTROCCA DEI MAGARI

    Scritta per il XIII Festival Tuttestorie della Letteratura per Ragazzi, ottobre 2018. Ora in corso di pubblicazione nell'albo "Magari!", Panini (Natale 2019 o marzo 2020).


    Magari domani va meglio di oggi
    Domani ti aiuto, domani ti appoggi
    Se ora non riesci domani lo impari
    Vedrai che ti alzi...
    ... MAGARI!

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    164. QUINTA FILASTROCCA DEI MAGARI

    Scritta per il XIII Festival Tuttestorie della Letteratura per Ragazzi, ottobre 2018. Ora in corso di pubblicazione nell'albo "Magari!", Panini (Natale 2019 o marzo 2020).


    Magari ci fosse nel mio condominio
    Un grande giardino di fiori carminio
    Con alberi alti e volatili rari
    E senza parcheggi...
    ... MAGARI!

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    165. SESTA FILASTROCCA DEI MAGARI

    Scritta per il XIII Festival Tuttestorie della Letteratura per Ragazzi, ottobre 2018. Ora in corso di pubblicazione nell'albo "Magari!", Panini (Natale 2019 o marzo 2020).


    Magari scoppiasse nella Palestina
    Fra quei pazzi adulti una pace bambina
    Che bagna le bombe, che spegne gli spari
    E grida in due lingue...
    ... MAGARI!

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    166. SETTIMA FILASTROCCA DEI MAGARI

    Scritta per il XIII Festival Tuttestorie della Letteratura per Ragazzi, ottobre 2018. Ora in corso di pubblicazione nell'albo "Magari!", Panini (Natale 2019 o marzo 2020).


    Magari gli eroi dei libri e dei film
    Non fossero finti, venissero qui
    E con cavalieri, regine e corsari
    Ci andassimo a pranzo...
    ... MAGARI!

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    167. OTTAVA FILASTROCCA DEI MAGARI

    Scritta per il XIII Festival Tuttestorie della Letteratura per Ragazzi, ottobre 2018. Ora in corso di pubblicazione nell'albo "Magari!", Panini (Natale 2019 o marzo 2020).


    Magari potessi lavarti la testa
    Dai brutti pensieri di nera tempesta
    E i tuoi giorni scuri tornassero chiari
    E tu sorridessi...
    ... MAGARI!

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    168. NONA FILASTROCCA DEI MAGARI

    Scritta per il XIII Festival Tuttestorie della Letteratura per Ragazzi, ottobre 2018. Ora in corso di pubblicazione nell'albo "Magari!", Panini (Natale 2019 o marzo 2020).


    Magari nel prossimo mio compleanno
    Quei certi parenti, coi soldi che hanno
    Almeno stavolta non fossero avari
    Capito zietto?
    ... MAGARI!

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    169. DECIMA FILASTROCCA DEI MAGARI

    Scritta per il XIII Festival Tuttestorie della Letteratura per Ragazzi, ottobre 2018. Ora in corso di pubblicazione nell'albo "Magari!", Panini (Natale 2019 o marzo 2020).


    Magari con tutti i compagni che ho a fianco
    Figli di stranieri nello stesso banco
    Crescendo restassimo simili e pari
    Come siamo adesso...
    ... MAGARI!

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    170. UNDICESIMA FILASTROCCA DEI MAGARI

    Scritta per il XIII Festival Tuttestorie della Letteratura per Ragazzi, ottobre 2018. Ora in corso di pubblicazione nell'albo "Magari!", Panini (Natale 2019 o marzo 2020).


    Magari pensate il domani da oggi
    Così ci lasciate guariti i paesaggi
    Le case coi nidi, le coste coi fari
    I giorni puliti...
    ... MAGARI!

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    171. DODICESIMA FILASTROCCA DEI MAGARI

    Scritta per il XIII Festival Tuttestorie della Letteratura per Ragazzi, ottobre 2018. Ora in corso di pubblicazione nell'albo "Magari!", Panini (Natale 2019 o marzo 2020).


    Magari mi spieghi perché mi hai lasciato
    Magari mi vedi col cuore spezzato
    E te lo riporto, e tu lo ripari
    E torniamo insieme...
    ... MAGARI!

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    172. TREDICESIMA FILASTROCCA DEI MAGARI

    Scritta per il XIII Festival Tuttestorie della Letteratura per Ragazzi, ottobre 2018. Ora in corso di pubblicazione nell'albo "Magari!", Panini (Natale 2019 o marzo 2020).


    Magari finisce il governo d'Europa
    A forza di prenderlo a colpi di scopa
    E poi siamo noi gli extracomunitari
    Così lo capiamo...
    ... MAGARI!

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    173. QUATTORDICESIMA FILASTROCCA DEI MAGARI

    Scritta per il XIII Festival Tuttestorie della Letteratura per Ragazzi, ottobre 2018. Ora in corso di pubblicazione nell'albo "Magari!", Panini (Natale 2019 o marzo 2020).


    Magari domani verrà zio Silvano
    E in rosticceria prenderà un lavamano
    Di fritto di gamberi e di calamari
    E ce li mangiamo...
    ... MAGARI!

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    174. QUINDICESIMA FILASTROCCA DEI MAGARI

    Scritta per il XIII Festival Tuttestorie della Letteratura per Ragazzi, ottobre 2018. Ora in corso di pubblicazione nell'albo "Magari!", Panini (Natale 2019 o marzo 2020).


    Magari su Google trovassi un tesoro
    Per il mio papà che non trova lavoro
    E se ne sta a casa coi pensieri amari
    E con me non gioca...
    ... MAGARI!

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    175. SEDICESIMA FILASTROCCA DEI MAGARI

    Scritta per il XIII Festival Tuttestorie della Letteratura per Ragazzi, ottobre 2018. Ora in corso di pubblicazione nell'albo "Magari!", Panini (Natale 2019 o marzo 2020).


    Magari domani alla scuola di danza
    Invece che in quella bruttissima stanza
    Facciamo un bel saggio fra luci e sipari
    E io son la più brava...
    ... MAGARI!

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    176. DICIASSETTESIMA FILASTROCCA DEI MAGARI

    Scritta per il XIII Festival Tuttestorie della Letteratura per Ragazzi, ottobre 2018. Ora in corso di pubblicazione nell'albo "Magari!", Panini (Natale 2019 o marzo 2020).


    Magari alla scuola di calcio domani
    Il coach mi fa entrare nei supplementari
    E batto un rigore, e tu non lo pari
    E io sono il più bravo...
    ... MAGARI!

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    177. DICIOTTESIMA FILASTROCCA DEI MAGARI

    Scritta per il XIII Festival Tuttestorie della Letteratura per Ragazzi, ottobre 2018. Ora in corso di pubblicazione nell'albo "Magari!", Panini (Natale 2019 o marzo 2020).


    Magari coloro che chiudono i porti
    Perché i nostri occhi non vedano i morti
    Scendessero nei camposanti dei mari
    E tornassero umani...
    ... MAGARI!

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    178. DICIANNOVESIMA FILASTROCCA DEI MAGARI

    Scritta per il XIII Festival Tuttestorie della Letteratura per Ragazzi, ottobre 2018. Ora in corso di pubblicazione nell'albo "Magari!", Panini (Natale 2019 o marzo 2020).


    Magari le cose cambiassero bene
    In giorni mai visti e in nuove altalene
    Ma i cuori nascosti battessero uguali
    L'amore del mondo...
    ... MAGARI!

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    179. VENTESIMA FILASTROCCA DEI MAGARI

    Scritta per il XIII Festival Tuttestorie della Letteratura per Ragazzi, ottobre 2018. Ora in corso di pubblicazione nell'albo "Magari!", Panini (Natale 2019 o marzo 2020).


    Magari scendesse un Magari Costante
    Sedesse lucente sulla nostra fronte
    Per essere pronti nei mattini chiari
    A dire alla vita...
    ... MAGARI!

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    180. ULTIMA FILASTROCCA DEI MAGARI

    Scritta per il XIII Festival Tuttestorie della Letteratura per Ragazzi.


    Magari facessero i festival festa
    Ma festa di cuori, non solo di testa
    Granai di bellezze, non solo di premi
    Facce di carezze, non foto da scemi
    Gazebi di libri, di voci e colori
    Casine di viaggi per tutti gli autori
    E laboratori che son focolari
    E abbracci di incontri di vecchi compari
    E questi bivacchi non fossero rari
    Ma tanti dispersi diversi ripari
    Dove custodire le braci solari
    Che tengono accesi lampioncini chiari
    Per qualunque buio che ormai si prepari
    Non è un bel programma?
    Magari?

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    181. PREGHIERINA DI PICCOLA LUCE

    Per la festa di beneficenza "Cara Santa Lucia", organizzata a Bergamo da associazioni cattoliche ogni 10 dicembre, ottobre 2018.


    Piccola luce, briciola brace
    Tu scintillina di piccola pace
    Resta con me, candelina nel vento
    Viene qualcosa che mette spavento

    Scende la tenebra, torna la notte
    Piccola luce, rimani con noi
    Le cose buone sembrano rotte
    Siamo confusi col prima e col poi
    Portaci in salvo dall'altra parte
    Sono confuse le mappe e le carte
    Cose passate ritornano vive
    Chiamano buone le cose cattive
    Fanno nemico chi è solo straniero
    Tienici umani in questa nottata
    Fanno setaccio del bianco dal nero
    Dacci le mani finché è passata

    Piccola luce, pane di pace
    Tienimi accesa una piccola brace
    Così domani, quando torna il giorno
    Soffierò sopra, farà scintille
    Saremo umani guardandoci intorno
    E le scintille farfalle faville
    Daranno fuoco a un grande falò
    E ciò che credo, e ciò so
    Ciò che ho salvato, ciò che ho atteso
    Sarà di nuovo un gran sole acceso

    Allora sai che cosa farò?
    Io dirò “Grazie, piccola luce”
    Ora ho capito, ora lo so
    Tirerò fuori una piccola brace
    La chiuderò in uno scrigno braciere

    Verranno altre notti nere

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    182. FILASTROCCA ZEROSEI

    Per la festa di beneficenza "Cara Santa Lucia", celebrata a Bergamo ogni 10 dicembre, ottobre 2018.


    Arriva un giorno nuovo, il sole sorge
    Un bimbo cresce, ma non se ne accorge
    Arriva un nuovo mese, un nuovo anno
    Lui non lo sa perché cresce nel sonno

    Si alza, prende le scarpe, se le mette
    Ed ecco, fanno male, sono strette
    Poi passa un altro anno, un merlo vola
    Ed ecco, ora è stretta anche la scuola

    Aiuto aiuto, devo cambiare scuola
    Dice il bambino piangendo nell'aiuola
    Dice la scuola, piangendo nel giardino
    Aiuto aiuto, devo cambiar bambino

    Poi non piangono più, fanno merenda
    Ridono, si consolano a vicenda
    Io son cresciuto, ma sono sempre io
    Lo so, rimango sempre scuola anch'io

    E allora cosa cambia? Niente! Tutto!
    Sarà più bello, chissà, sarà più brutto?
    Il tempo vola, nel frutto cresce il seme
    Bambino e scuola cresceranno insieme

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    183. FILASTRINA DELLE DOMANDE

    Per ricordare e ripensare due belle giornate nella Fraternità di Romena (AR), novembre 2018.


    Il cammino non lo sai
    L'orizzonte tu lo vedi
    La risposta è dove vai
    Le domande sono i piedi

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    184. FILASTROCCA PER UN COMPAGNO DI SCUOLA PERDUTO

    Per aiutare una maestra a parlare ai suoi bambini della scomparse del loro compagno William, morto di leucemia, gennaio 2019.


    Come spiegare una cosa inspiegabile?
    Cosa puoi dire con una poesia?
    Ma la poesia vede l'invisibile
    Dove sparisce, dovunque sia
    Dove è sparito quel vostro amico?
    Io sono questa poesia e ve lo dico

    Il vostro amico è andato nel sempre
    E invece noi siamo qui nell'adesso
    Nel mese lento del dodicembre
    Nel sole spento che sorge lo stesso
    È dentro il legno del vostro banco
    È nella terra del vostro giardino
    È nel compagno che avete lì a fianco
    È in ogni mamma che aspetta un bambino
    È dentro il vento che porta notizie
    È nel sapore di una banana
    Nel nero nero delle liquirizie
    Nell'acqua chiara di una fontana

    E quando passa un pensiero distratto
    Quando vi sembra di sentire un canto
    Quando parlate col cane o col gatto
    Quando ridete dopo aver pianto
    Quando sentite un brivido strano
    Quando toccate qualche meraviglia
    Quando la vita vi prende la mano
    Voi sorridete, e dite "Ciao William"

    Lui è nel mondo che non finisce
    È nelle cose che fate e che siete
    È in tutto quello che non si capisce
    E ora piangete

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    185. FILASTROCCA DELL'EDUCAZIONE STRADALE

    Per il progetto "Io sono LIFE 2.0 - Insieme per tutte le vittime della strada" di Associazione Segnal'etica Onlus.


    La città è una foresta
    I SUV sono il leone
    Devi usare la testa
    Devi fare attenzione

    La strada è una savana
    Le auto sono iene
    Se vuoi tornare a tana
    Devi guardare bene

    La piazza è una radura
    I bus sono elefanti
    Col rosso avrai paura
    Col verde vai avanti

    Nella foresta fitta
    I camion son gorilla
    Nello stagno ti aspetta
    La moto coccodrilla

    Ma se la città è giungla
    Tu sei un vero Masai
    Se vuoi che non ti punga
    Il segreto lo sai

    Ascolta lo stregone
    Aguzza l'attenzione
    Tieni concentrazione
    Visione e previsione

    In conclusione è questa
    La prima scuola umana
    Educazione alla Foresta Urbana

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    186. FILASTROCCA DEI PONTI SUL DOLORE

    A una giovane amica, per un grave danno che ha colpito il suo amore, maggio 2019.


    Il male macina il tuo amore accanto
    Vostre le lacrime, ma suo è il pianto
    Il danno è frusta sulla vostra pena
    Vostre le grida ma tua sia la schiena
    Il fiume è piena dal fragile monte
    Tu non sei flutto ma fragile ponte
    Offri la fronte al suo grido nudo
    Di baci docile scudo

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    187. HAKA PER PESTARE I PIEDI IN TERRA

    Scritto per l'evento coreografico collettivo "Terra Tamburo batti!", 14° Festival Tuttestorie di Letteratura per Ragazzi, giugno 2019.


    Terra Tamburo
    Terra Tamburo
    Terra Tamburo
    Batti!

    Batti sul muro
    Porta futuro
    Ciò di cui siamo
    Fatti!

    Mettere mani
    Fare domani
    Contro gli umani
    Matti!

    Terra Tamburo
    Terra Tamburo
    Terra Tamburo
    Batti!

    *

    Terra Tamburo
    Terra Tamburo
    Terra Tamburo
    Basta!

    Mondo non vede
    Gente non crede
    Il nostro piede
    Pesta!

    Terra ferita
    Passa le dita
    Tocca la vita
    Guasta!

    Terra Tamburo
    Terra Tamburo
    Terra Tamburo
    Basta!

    *

    Terra Tamburo
    Terra Tamburo
    Terra Tamburo
    Sveglia!

    Chi era presente
    Chi era la gente
    Chi era innocente
    Sbaglia!

    Piede che pesta
    Cresce foresta
    Nel cuore resta
    Foglia!

    Terra Tamburo
    Terra Tamburo
    Terra Tamburo
    Sveglia!

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    188. FILASTROCCA DELLA TERRA IN CAMMINO

    Scritto per l'evento finale "Terra di Tutti", 14° Festival Tuttestorie di Letteratura per Ragazzi, agosto 2019.


    Tonda la terra, piatta la forma
    L'uomo cammina e la terra sta ferma
    Gira la notte, viene mattina
    L'uomo sta fermo e la terra cammina

    Terra cammina, terra farina
    Terra lontana che viene vicina
    Terra di tutti, di tutti i dove
    L'uomo sta fermo e la terra si muove

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    189. FILASTROCCA DEGLI ANNI SENZA

    Penultimo passo della poesia collettiva "Di amore non sono vecchio", scritta da quindici poeti e poetesse per la terza edizione dell'Alzheimer Fest, agosto 2019, pubblicata sull'inserto "La lettura" del Corriere della Sera. Riscritta nel dicembre 2024.


    Vita bambina, via rimbambina
    Sere d'inverno che sembra mattina
    Corrono i giorni, ferme le ere
    Sempre d'amore ma senza sapere
    Fiorisce il prima, sparisce il poi
    Sempre più tu, ma senza più noi
    Sempre più qui, ma senza più dove
    Tutto sta fermo, il cuore si muove
    Senza più senso, senza più senza
    E senza

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    190. FILASTROCCA DEL BEN LITIGARE

    Scritta per il trentennale del Centro Psicopedagogico per l'educazione e la gestione dei conflitti, dicembre 2019.


    Io, io, io, io!
    Litigando sono io!
    Dentro il cuore ho un pigolìo
    Che fa io, io, io!
    Chi è più io, tu o io?
    Sono io, fino in fondo!
    Sempre io, tutto mio
    Tutto il mondo!

    Tu, tu, tu, tu!
    Litigando ci sei tu!
    Tutto il resto non c'è più!
    Perché tu sei troppo tu!
    E se non ti butto giù
    Qui davanti mi nascondi
    Con quel tu, tu, tu
    Tutti i mondi!

    Però poi, poi, poi
    Quando litighiamo tutto
    Siamo noi, noi, noi
    E non è poi tanto brutto
    Quando la tempesta passa
    Quando torna l'acqua bassa
    Nel tuo cuore, guarda giù
    C'è una briciola di io
    E nel mio, mio, mio
    C'è una briciola di tu

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    191. FILASTROCCA DI PROTEZIONE DA PERICOLO PICCOLO

    Chiesta da Simonetta Fiori, per sentire parole di speranza nello smarrimento dell'epidemia da coronavirus, marzo 2020.


    Con le mani, con le ali
    Con le tane, gli ospedali
    Con le braccia, coi maglioni
    Con i baci, coi tamponi

    Nel pericolo
    Che è piccolo. Piccolo

    Con le belle mascherine
    Con le brutte medicine
    Con le case piccoline
    Con i libri e le amuchine

    Tu sei grande
    Io son piccolo. Piccolo

    Con le fiabe, con le cene
    Con le fiale nelle vene
    Con le cose fatte bene
    Con le lunghe quarantene

    Qui nel nido
    Così piccolo. Piccolo

    Con le zampe, con le zie
    Con le scienze e le bugie
    Con le storie e le magie
    Dalle streghe Epidemìe

    Io mi fido
    Ma tu dimmelo. Dimmelo

    Con la tua forza di grande
    Contro un male che si spande
    Con l'amore e con le leggi
    Mi proteggi

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    192. FILASTROCCA PER I LIBRAI AL TEMPO DEL VIRUS

    Chiesta da Rocco Pinto, libraio di Torino, nei mesi del coronavirus, marzo 2020.


    Le epidemie accadono
    I libri le raccontano
    I lettori che leggono
    Sanno cosa accadrà

    Le epidemie poi passano
    I libri che le narrano
    Rimangono e maturano
    E si vendono qua

    E da qua i libri partono
    I sapienti li imparano
    I governanti parlano
    E la gente li ascolta

    Nei libri sono accolti
    Questi tempi sconvolti
    Dunque venite in molti
    Magari uno alla volta

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    193. FILASTROCCA PER I COMPLEANNI AL TEMPO DEL VIRUS

    Chiesta da una mamma per i compleanni strani senza amici e senza nonni in tempi di quarantena, marzo 2020.


    Le brutte cose accadono
    Accadono anche adesso
    Le feste non lo sanno
    E arrivano lo stesso

    Così il tuo compleanno
    Stavolta sarà strano
    I tuoi amici non vengono
    Fanno ciao da lontano

    E gli auguri al telefono
    Ti sembreranno pochi
    Le candeline deboli
    Terranno accesi i fuochi

    E correrà via il tempo
    E porterà via il danno
    E con le nuove rondini
    Tornerà il compleanno

    I bambini lo sperano
    E gli adulti lo sanno
    Le brutte cose passano
    Le belle torneranno

    I poeti lo giurano
    Ritornerà la festa
    Le brutte cose passano
    Ciò che tu ami resta

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    194. FILASTROCCA DELLE MANI DEGLI ESSERI UMANI

    Chiesta da Francesca Amat per la sua iniziativa social "La mia mano salva il mondo", in occasione dell'epidemia di coronavirus, marzo 2020.


    Sono le mani
    Degli Esseri Umani
    Che li fanno
    Essere umani

    Perché con le mani
    Maneggiano
    Manomettono
    E manovrano
    E mantengono

    E rifanno a mano il mondo
    Fatto a stelle dall'universo
    E lo rifanno sempre più diverso

    In peggio?
    In meglio?
    Risposte qui nei pugni
    Quale scegli?

    Se viene fuori il peggio
    Dovremo aver coraggio
    Se viene fuori il meglio
    Domani al tuo risveglio
    Dovrai rimboccarti le mani
    E rifare il mondo in modo
    Da essere umani

    E se a forza di Essere Umano
    Diventerai matto
    Tu chiedi una mano alla scimmia
    Che mani ne ha quattro

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    195 (53 bis). LITANIA DEI MUTAMENTI

    Scritta come testo di scena per gli eventi spettacolari del Festival Tuttestorie della letteratura per ragazzi, ottobre 2009.
    (in questa sequenza cronologica dovrebbe essere inserita in posizione 53 bis o 54)


    Il principe cambiò e divenne rospo
    Il rospo fece un tuffo nello stagno
    La serata cambiò e divenne sogno
    Il sogno dette fuoco a sei domande
    E un bambino cambiò e divenne grande
    Il grande fece bene il suo lavoro
    E la pietra cambiò e divenne oro
    L'oro brillò nel dito della sposa
    Ed il cielo cambiò e divenne rosa
    La luce rosa risvegliò Tonino
    La sua uva cambiò e divenne vino
    Il vino per il vecchio è troppo forte
    La sua vita cambiò e divenne morte
    La morte lasciò il letto di un malato
    E il malato guarì e fu soldato
    Il soldato partì e lanciò la bomba
    E un villaggio cambiò e divenne tomba
    La tomba si riempì di cento erbe
    Ed una valle cambiò e divenne verde
    Col verde giunsero genti lontane
    E la fame cambiò e divenne pane
    Il pane lasciò cadere le sue briciole
    E il povero cambiò e divenne principe
    Il sole se ne andò in un altro posto
    Il principe cambiò e divenne rospo...

    (Qui una versione della Litania recitata da mia madre per l'occasione di quel Festival Tuttestorie)

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    196. VALZER DELLA RONDINE PRIGIONIERA

    Scritto sulla musica di Antonello Murgia per la Reclusione del coronavirus, poi adottato dal Festival Tuttestorie della letteratura per ragazzi, 2020, aprile 2020.


    Nella soffitta
    Di un'osteria
    Entra una rondine nera
    Della sconfitta
    Fa una poesia
    E vive lì prigioniera

    Passano i giorni
    Passano gli anni
    Lei si affeziona a quei muri
    Senza ritorni
    Senza più affanni
    Forse non volerà più

       Le pareti sono per lei
       Bianche cascate di nuvole
       Il soffitto sopra di lei
       Notti stellate di favole
       Ma lei lo sa...

    Viene il futuro
    Cambia stagione
    La sua soffitta è in rovina
    Cade giù il muro
    Della prigione
    Scoppia un'immensa mattina

    Rotto quel velo
    Rondine trema
    Forse non sa più volare
    L'orlo del cielo
    Sfolgora e chiama
    E lei precipita in su

       Cade cade, senza sapere
       Buca montagne di nuvole
       Sale sale, senza cadere
       Dentro muraglie di favole
       Ma lei lo sa...

    Se come l'aria
    Fu la sua tana
    Mura di carezze buone
    Ora quell'aria
    Strana e lontana
    È la sua nuova prigione

    Chiusa nel cielo
    Tana infinita
    Fra quelle nuvole mura
    Rondine in volo
    Trova la rotta
    Ora non si perderà

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    197. EPITAFFIO PER UNA SPOSA

    Per Angela, sposa di Antonio, l'antiquario mio dirimpettaio, aprile 2020.


    Angela, mamma, sposa
    Ora riposa nel nostro dolore con amore
    Perché passerà questo pianto
    E tu come i fiori del campo
    Rifiorirai per sempre in fondo a noi
    Col tuo sposo, il bambino e le bambine
    In quella primavera che non ha fine

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    198. BALLATA DELLA SPIAGGIA RECINTATA

    Per la battaglia della scrittrice Emanuela Salvi contro la cancellazione delle spiagge libere dal litorale di Gaeta, luglio 2020.


    Un giorno in una spiaggia
    Chiusero il litorale
    Con la rete spinata
    Qui dentro non si viaggia!
    Recitava un segnale
    Balneazione vietata!
    Si entra a pagamento
    Eccetto il mare e il vento

    Il mare e il vento lessero
    Si misero a pensare
    Si guardarono in faccia
    Non è giusto, si dissero
    Noi vogliamo pagare
    Gli piaccia o non gli piaccia
    E il nostro pagamento
    Sarà di mare e vento

    E dopo un solo istante
    Corsero i cavalloni
    Scoppiò la mareggiata
    Con forza devastante
    La truppa di ombrelloni
    Fu rotta e smantellata
    Rimase solo in piedi
    Quello che ancora vedi

    Il vento ha aggrovigliato
    Quella rete spinata
    In forma di bambino
    Che al cartello spezzato
    Con l'aria soddisfatta
    Solleva il suo ditino
    Però, rima rimedio
    Quel ditino era il medio

    Al quel lido distrutto
    Mare e vento scultori
    Fanno un discorso duro
    Puoi recintare tutto
    Ma non chiuderai fuori
    Il vento del futuro
    Se tu allunghi le mani
    Stai attento al domani

    Se il vento corre libero
    Vortica e sfoga e smette
    Se il vento trova ostacolo
    Lì si impunta ed abbatte
    Le barriere che appoggi
    Sono ostacoli vani
    Non l'hai capito oggi?
    Vedrai domani!

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    199. FILASTROCCA DECALOGO DEI MASCHI

    Scritta, su richiesta della curatrice Vichi De Marchi, per l'ATLANTE DELL'INFANZIA A RISCHIO 2020 di Save the Children Italia, agosto 2020.


    Tu sei un maschio
    Sei l'uomo, sei Adamo
    Accetta le sue leggi e rispetta il suo richiamo
    Non credere alle donne, non cedere a nessuna
    Non piangere, non perdere
    Non parlare alla luna
    Non guardare col cuore le vite dei vicini
    Non amare un colore, non stare coi bambini
    Non ridere alle nascite, non piangere alle morti
    Disprezza i maschi deboli, rispetta i maschi forti
    Non sprecare il tuo tempo con chi non ne sia degno
    Non distrarti, non fidarti del sogno
    Non toccare mai un maschio con carezze
    Non lasciarti trascinare in tenerezze
    Tu sei maschio, come il cielo, come il mare
    E sei a rischio, non farti fuorviare
    Da questi tempi nuovi
    Che fanno il mondo a mischio
    Tu non farti mischiare
    Sei un maschio

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    200. FILASTROCCA GIOCARIO DEI GENERI

    Scritta, su richiesta della curatrice Vichi De Marchi, per l'ATLANTE DELL'INFANZIA A RISCHIO 2020 di Save the Children Italia, agosto 2020.


    C'era un paese di grandi originali
    In cui femmine e maschi
    Per non correre rischi
    Dovevano per forza essere uguali
    Le bambine nel cortile col pallone
    E i maschi in aula con le bamboline
    Cento ore di gioco, come fosse una lezione
    Con il voto da uno a cento alla fine
    I bambini con le bamboline in mano
    Si affacciavano tristi alla finestra
    Le bambine facevano ciao da lontano
    Alle barbie, di nascosto alla maestra

    Ma un bel giorno arrivò, da un bel posto lì intorno
    Il Presidente Giovannino Perdigiorno
    E disse: «Questa cosa qui finisce!
    Ognuno deve scegliere quello che preferisce!»
    E così fu: le bambine soddisfatte
    Afferrarono le barbie: ma non tutte
    E come un volo di rondini i maschietti
    Si buttarono al calcio: ma non tutti
    «Ecco fatto!» disse allora Perdigiorno
    «Perché volete imprigionare tutto?
    Ognuno deve scegliere il suo gioco nel mondo
    E se gli piace è bello, se non gli piace è brutto»

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    201. TIRITERA DEL CORPO SPARPAGLIATO

    Scritta per il XV Festival Tuttestorie della Letteratura per Ragazzi, ottobre 2020.


    O testa mappamonda, cosa ci fai lassù?
    Testarda luna tonda nel profondo cielo blu
    Non darti dante arie
    Le idee più luminarie
    Di tutti i cinque sensi
    Non sono necessarie, sai perché?
    Qualunque cosa pensi
    Tu sei mia e tu sei me

    O bocca bella sciocca, dove ti sei cacciata?
    Dove sei andata a fare filastrocca spensierata
    A dare aria ai denti
    Le frasi inconcludenti
    Le favole felici
    Non sono sufficienti, sai perché?
    Qualunque cosa dici
    Tu sei mia e tu sei me

    O petto parapetto, dove ti sei piantato?
    Caduto giù dal letto nel paesetto più spaesato
    Stai lì tutto impettito
    Col mio cuore intristito
    Che ti batte nel centro
    Ma tu non hai capito, sai perché?
    Con tutto ciò che hai dentro
    Tu sei mio e tu sei me

    O pancia pomarancia, dove sei rotolata?
    Un razzo che ti lancia in una Francia immaginata
    E ora stai digiuna
    Sola sotto la luna
    E gorgogliando piangi
    Ma non avrai fortuna, sai perché?
    Perché per ciò che mangi
    Tu sei mia e tu sei me

    O braccia brancicanti, che cosa brancicate?
    Che senza mani e corpo non prendete e non mollate
    Come due rami futili
    Come due folli rettili
    Invano vi sbracciate
    Siete due cose inutili, perché
    Perché quando abbracciate
    Siete mie e siete me

    O mani manovelle, che cosa manovrate?
    Che perse fra le stelle non tenete e non toccate
    Con gli indici indicate
    Coi medi meditate
    Ma nulla vi rimane
    Di tutto ciò che fate, sai perché
    Voi siete mani umane
    Siete mie e se siete me

    O gambe zampe matte, tronchetti di foresta
    Ma dove ve ne andate senza piedi e senza testa?
    Non potete sgambare
    Non potete saltare
    In questa storia stramba
    Non c'è niente da fare, sai perché?
    Anche se siete in gamba
    Siete mie e se siete me

    O piedi piedipiatti, dove li fate i passi?
    Che diventate matti solo soli in mezzo ai sassi
    La fine forse è questa
    La terra che si pesta
    La strada che ci resta
    La vita che fa festa, sai perché?
    Io dai piedi alla testa
    Sono mio e sono me

    Io dai piedi alla testa
    Sono mio e sono me

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    202. FILASTROCCA DEI GRANDI LITIGIOSI

    Per una bambina che mi ha chiesto una filastrocca "per non far più litigare suo padre e suo zio", gennaio 2021.


    Per me tu sei il grande, tu mi raccomandi
    Di essere buona e paziente ma poi
    A volte tu litighi con gli altri grandi
    E io sono lì fra di voi

    Per me tu sei il grande, tu vedi dall'alto
    E quando tu litighi non guardi in basso
    E io sono lì fra di voi che vi ascolto
    E il cuore diventa di sasso

    Per me tu sei il grande, vuoi avere ragione
    E a volte mi usi come un argomento
    Colpisci, però io non sono un bastone
    Tu non vedi il male che sento

    Ma dopo quel male mi faccio domande
    Capisco un po' il mondo più in fondo perché
    Per me tu sei grande, ma forse non tanto
    Sei piccolo un po' come me

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    203. FILASTROCCA PER LA LIBRERIA BINARIA

    Per la valorosa libreria torinese, già Torre di Abele, per i suoi cinque anni di vita, gennaio 2021.


    Aria, scenaria, mattina luminaria
    Che splende in mezzo ai libri nella sua gloria bonaria
    La libreria Binaria con il sole nei granai
    Nel maggio della merce che non marcisce mai
    Coraggio delle scelte per il bene di tutti
    Ci sono libri belli ma ci sono libri brutti
    Ci son libri che soffiano una brezza mattutina
    Altri libri che soffiano prezzi di copertina
    Ci son libri che dicono qualcosa di te stesso
    Altri libri non dicono ma parlano lo stesso
    Ci son mattini splendidi di gioia dei lettori
    Ci sono pomeriggi grigi dentro e grigi fuori
    Poi vengono maestre, le mamme, i nonni
    Le onde dei bambini son cresciute cinque anni
    Auguri libreria, sei ancora piccolina
    Lascia le porte aperte a questo sole di mattina
    Cammina con il miele della vita straordinaria
    Nipotina di Abele - la Libreria Binaria

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    204. FILASTROCCA FISARMONICA

    Per il sito, un libro e uno spettacolo dell'Associazione Fisarmonicistica Italiana, maggio 2021.


    La fisarmonica
    È un canto colorato di domenica
    È il vento quando suona la sua armonica
    Nascosto dentro

    Nel grande mantice
    Soffia un suono caldissimo ma semplice
    Di figurine fatte con il pollice
    Nell'aria d'oro

    E tutti danzano
    Gli uomini che ridono e si alzano
    I piedi che volteggiano e rimbalzano
    Nell'innocenza

    Delle sue note
    Le favolose gonne fanno ruote
    Zampillano le dita innamorate
    Sulla tastiera

    E lei risplende
    Si apre ed è una fiamma che si accende
    Si chiude ed è una favola che attende
    E il tempo gira

    Nel vento che la prende
    Nel braccio che la tira
    È l'unico strumento che respira

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    205. FILASTROCCA PER IL PARCO DEL POLLINO

    Per un manifesto di protezione e difesa del parco del Pollino realizzato dall'editore Coccole Books, dicembre 2021.


    Gli uomini discutono nell'aula consigliare
    Di tutti questi alberi cosa dobbiamo fare?
    Gli alberi sussurrano sotto le lune chiare
    Di tutti questi uomini cosa dobbiamo fare?

    E gli uomini decidono, proclamano una legge
    Gli alberi proteggono, se l'uomo li protegge
    E il mare di fogliame sarà un solo giardino
    Grande come un reame è il parco del Pollino

    Dove gli alberi parlano le lingue dei millenni
    Sotto il sole frondeggiano mute rime solenni
    Perché c'erano prima, e ci saranno poi
    E ridono di notte, sorridono di noi

    Versione alternativa per altra impaginazione

    Gli uomini discutono
    Nell'aula consigliare
    Di tutti questi alberi
    Cosa dobbiamo fare?

    Gli alberi sussurrano
    Sotto le lune chiare
    Di tutti questi uomini
    Cosa dobbiamo fare?

    E gli uomini decidono
    Proclamano una legge
    Gli alberi proteggono
    Se l'uomo li protegge

    E il mare di fogliame
    Sarà un solo giardino
    Grande come un reame
    È il parco del Pollino

    Dove gli alberi parlano
    Le lingue dei millenni
    Sotto il sole frondeggiano
    Mute rime solenni

    Perché c'erano prima
    E ci saranno poi
    E ridono di notte
    Sorridono di noi

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    206. FILASTROCCA PER LA BAMBINA CASOMAI

    Per la mamma di una bambina mai stata, che mi chiede una ninnananna per cullarla lo stesso, dicembre 2021.


    La mia bambina ha nome Casomai
    Il babbo è Caso ma la mamma è Mai
    Lei è venuta ma non è arrivata
    E ora sta qui dove non è mai stata

    Io le ho cucito un alito di lana
    Se Casomai dovesse andar lontana
    Ho cucinato un'aria semolina
    Se Casomai venisse qui in cucina

    La vita è giorno ma la notte è scura
    Ma Casomai è il sonno che la cura
    La mano è calda ma non trova nulla
    Ma Casomai è il sogno che la culla

    Lei è la mia bambina trasparente
    La mamma non la vede ma la sente
    Perché passando le ha lasciato il dono
    Di cose che non sono però sono

    E allora vai ma sempre stai vicina
    E dormi Casomai in una piantina
    E giochi Casomai nella mattina
    Con Budda Bimbo e con Gesù Bambina

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    207. LA POESIA LA PIÙ BELLA DEL MONDO

    Per il festival "Un Ponte di storie", Ponte di Valtellina, agosto 2022 (e per ogni altra occasione che mi chiede di indicare "la mia poesia preferita").


    La poesia la più bella del mondo
    La Vincente, la Numero Uno
    Finché il mondo rimane rotante rotondo
    Quella lì non la scrive nessuno

    Perché quando qualcuno la scrive
    Nonno mondo fa un giro di rima
    E ne tornano vecchie, ne arrivano nuove
    E così siamo al punto di prima

    Non l'han scritta le penne supreme
    Figurarsi se la scrivo io
    Le poesie sono qui, sono mie tutte insieme
    Sono un unico gran Mormorio

    Sono quella che è appena passata
    Son la prossima ancora per via
    La poesia la più bella, la prima del mondo
    È una sola Gigante Poesia

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    208. FILASTROCCA PER L'EUROPA

    Per la giornalista Ilaria Potenza, che me l'ha chiesta, settembre 2022.


    Ogni persona è unica
    Ma ha un'aria di famiglia
    Il pianeta ci ospita
    L'Europa ci assomiglia

    Nei vini sulle tavole
    Nei ritorni dai viaggi
    Nei visi e nelle favole
    Nei libri e nei formaggi

    Nelle guerre assassine
    Che abbiamo consumato
    Nelle lingue cugine
    Che abbiamo mescolato

    Nelle paci impensabili
    Che poi abbiamo pensato
    Nei futuri indicibili
    Che abbiamo progettato

    Nelle ali degli angeli
    Dipinti nelle chiese
    Nei diritti degli uomini
    Trasformati in paese

    Di italiani che votano
    Col cielo azzurro sopra
    Cittadini del mondo
    Paesani dell'Europa

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    209. FILASTROCCA DEI MONDINI FUTURI

    Per il decennale della morte di Gianfranco Zavalloni, ottobre 2022.


    Se noi che siamo grandi
    Abbiamo i nostri mondi
    Allora anche i bambini
    Hanno i loro mondini

    E se i bambini crescono
    E diventano grandi
    Anche i mondini crescono
    E diventano mondi

    E che mondi saranno
    Lo sanno solo loro
    Son loro che li fanno
    Sono il loro lavoro

    Che ci possiamo fare
    Il tempo non si insegna
    Si può solo sognare
    Dài, Gianfranco, disegna

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    210. FILASTROCCA PER MARCO CAVALLO

    Chiesta dall'associazione "Inclusione Graffio e Parola", che portava i bambini in visita con Marco Cavallo al manicomio di Volterra, dicembre 2022.


    C'era un bambino matto
    Si chiamava Giuliano
    Passa un Grande Cavallo Blu
    E lo porta lontano

    C'era una donna pazza
    Si chiamava Cristina
    Passa un Grande Cavallo Blu
    Lei ride e s'incammina

    C'era un ragazzo matto
    Che si chiamava Pietro
    Passa un grande Cavallo Blu
    E lui gli corre dietro

    La pazzia era molestia
    Fantastica e bizzarra
    Finché arrivò una Grande Bestia
    Con la sua calma azzurra

    Sono Marco Cavallo
    E voi siete colori
    Diceva zitto il Grande Blu
    Andate tutti fuori

    Ciò che vedrete intorno
    È la vostra città
    Ciò che è accaduto un giorno
    Altri giorni accadrà

    Le parole cavalle
    Cantavano segrete
    Se siete andati fuori un giorno
    Un altro giorno andrete

    Cavalcava il Cavallo
    Mischiando il dono e il danno
    E sempre lui cavalcherà
    E mai lo prenderanno

    C'era un signore sporco
    Sdraiato in un'aiuola
    Coraggio, disse il Grande Blu
    Verrà un Asino Viola

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    211. PULCINELLA DEL CORPO POETA

    Scritta dopo lo spettacolo di Valerio Apice, Pulcinella in Marsciano, Perugia, gennaio 2023.


    Se la poesia è sparire per spuntare di fianco
    Quando il pensiero ride e il nero sfuma in bianco
    Quando imparare è perdere, e giocare è davvero
    E piangere nel candido e ridere nel nero
    Pulcinella è anatroccolo, gli stracci sono piume
    E il naso nero gocciola nel bianco del costume
    E le spalle ragionano, e le maniche sanno
    E le gambe discutono, e le natiche fanno
    Se i gesti si interrompono continua la canzone
    Se i pensieri si rompono, è il corpo che ha ragione
    Pulcinella è poetico di distici diversi
    I gesti sono sillabe e gli atti sono versi
    Poemi del protendersi, ricredersi, ritrarsi
    E volgersi, distogliersi, rivolgersi, distrarsi
    Con le mani che porgono, poi tolgono, poi fanno
    E le braccia che pregano, poi negano, poi danno
    E tutto dura un attimo, un gesto caccia l'altro
    Insolente poi umile, implorante poi scaltro
    Vento bianco che passa, servo tonto e profeta
    La sua bocca è vaiassa, il suo corpo è poeta
    La sua poesia è pernacchia, Pulcinella non c'è
    Rimane un'eco bianca, che gracchia
    Perepè

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    212. BIMBO BONSAI

    Scritta nel 2022 per chissà che nuova raccolta, poi mai cresciuta.


    Bimbo Bonsai
    Che non cresce mai
    Nel suo passeggino
    Fino a sette anni
    Passa Paperino
    Senza fare danni
    Con il ciuccio in bocca
    Guai a chi lo tocca
    Ciuccio cellulare
    Per non disturbare
    Lui non corre, lui non piange
    Bimbo fermo, grande spinge
    Ma lui zitto, sorridendo
    Con il suo sguardo tremendo
    Dice: io comunque cresco
    E quel giorno che ne esco
    Dal vasetto di Bonsai
    Te ne accorgerai

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    213. LETTERA IN RIMA DI UNO SCRITTORE AGLI ILLUSTRATORI

    Fratelli di sogno, chiesta da nessuno, aprile 2023.


    Illustratore, fammi un disegno
    Fammi un chiarore di sogno e di legno
    Su una pianura che sfuma lontano
    Scrivono gli occhi se legge la mano
    C'era una casa, c'era un bambino
    Non era scritto perché era in giardino
    C'era un terrore di nuvole scure
    Tingi colore, fingi figure
    C'era una papera nella fontana
    Non era scritta perché era lontana
    Rondini in cielo, uomini in piedi
    Vedi se leggi e leggi se vedi
    Alberi, angeli, asini, gatti
    Erano scritti ma ora son fatti
    Oro nel mare, corvi nel sole
    Fiori che spuntano nelle parole
    Illustratore, fammi il disegno
    Sogna il mio sogno sotto il tuo segno
    E quando i sogni sfumano via
    Resta una scia di colore e di inchiostro
    E quando sfuma anche questa poesia
    Ora c'è un libro, ed è il nostro

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    214. SECONDO EPITALAMIO

    Chiesto da diverse coppie dello stesso sesso, che lo volevano per sposarsi, aprile 2023.

    NOTA. Un primo tentativo aveva sfornato una cosa secca e morta: non una poesia, un proclama ideologico ficcato in versi a viva forza bruta. Mentre invece era già lì: la poesia per gli sposi ce l'avevo, l'Epitalamio, che da diciotto anni andava in giro per le nozze d'Italia. Cambiando due sole parole, scattate subito con precisione nell'incastro di rima e metro, ho raddoppiato quello. Per fortuna - come qui meglio si argomenta - le poesie sanno cose che i poeti non sanno.
    Ecco quindi il Secondo Epitalamio, quasi identico al Primo.
    Io vi dichiaro marito e marito
    Io vi dichiaro mattino fiorito
    Giorno con notte, ramo con foglie
    Io vi dichiaro moglie con moglie
    Mano per mano, dono per dote
    Con mani libere, non mani vuote
    Perché l'amore si semini intorno
    E il focolare sia fiamma di faro
    Perché bisogna sposarsi ogni giorno
    Sposi (spose) nel tempo io vi dichiaro
    Patto di vite, nodo di rete
    Io vi dichiaro ciò che già siete
    Sposi compagni (compagne) nella luce chiara
    Questa poesia vi dichiara

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    215. RIMA RICHIAMO

    Per il mio nipotino Almo che a giorni nascerà, settembre 2023 (è nato tre giorni dopo).


    Scendi!
    Ci sono cieli gloriosi e stupendi
    Ci sono cose gioiose da fare
    Rondini, secoli, alberi, mare
    Mille antenati, due genitori
    Dicono dài, vieni giù, vieni fuori
    Tutti i tuoi giorni futuri in colonna
    Sono bambini scappati alla nonna
    Guardano su nelle nuvole chiare
    Ridono e gridano scendi a giocare!
    Giù nonna Terra, su babbo Cielo
    Sotto una mela che pende dal melo
    Sopra una stella che aspetta a cadere
    Gelidi giorni, tiepide sere
    Sette universi ti stanno aspettando
    Qui tutti quanti si chiedono quando
    Qui sta suonando la tua campanella
    La vita è molta, la casa è bella
    I monti pronti, i giorni tanti
    Tu sei vicino, che cosa attendi?
    Avanti bambino
    Scendi!

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    216. LASCIATE SPAZI

    Scritta per la conclusione del mio intervento al convegno della regione Toscana "Conoscere e riconoscere l'infanzia", novembre 2023.



    Lasciate spazi, disegnate vuoti
    Dentro i vostri progetti, educatori
    Ariette, aiuole
    Porte che danno fuori
    Disegni non finiti, angoli al sole
    Perché ci corra il cuore corridore
    Dei pinocchietti veri
    E fioriscano i pensieri e le parole
    Come stupefacenti animaletti
    Fate vuoti, precisi, protetti
    E saranno più: belli e leggeri
    Anche i vostri progetti

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    216. SECONDA RIMA DELLE CREATURE IN SALITA

    "Remake", scritto nel dicembre 2014, della prima versione scartata (troppo lunga) della FILASTROCCA DEI BAMBINI IN SALITA, scritta per "Dipende da come mi abbracci", bibliografia sulla famiglia, Tuttestorie, settembre 2007, poi pubblicata in "Rime Raminghe" Salani.


    Ci son bambini fragili, di faticosa vita
    Che per caso e sventura
    Fanno sempre in salita
    Le stesse cose che tu fai in pianura

    Per tutti camminare
    Un piede avanti all'altro
    È la cosa più stupida da farsi
    Per loro no, è diverso
    La strada è sempre ripida
    Per loro camminare è arrampicarsi

    Parlare è una montagna
    Di sassi e di crepacci
    Di vuoti all'improvviso silenziosi
    Dove ci si guadagna
    Ogni parola in cocci
    Le sillabe con passi faticosi

    In salita è vedere
    In salita sentire
    Pesa un quintale un foglio preso in mano
    Difficile sapere
    Inutile capire
    Il mondo è pasticciato, immenso e strano

    E se li vedi intorno
    Creature di salita
    Scalatori del giorno
    Piccoli montanari della vita
    Se a te, che sei creatura
    Di fortuna e pianura
    Accade di sederti accanto a loro
    Di stare dove stanno
    Nella terra del danno
    Dove non vivi tu
    Guarda, ascolta, sta' attento
    Vedrai che umanità alta di vento
    Soffia strana
    Lassù

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    LA POESIA PIÙ DIFFICILE

    Quella scritta per un bambino che ha la mamma molto malata, e me l'ha chiesta.



    Nel giugno del 2012, in uno dei miei incontri, fronteggiavo tre terze elementari, bambini svegli e generosi d'attenzione. Fra le cento altre cose, ho parlato delle Rime d'Occasione, di quanto stiano crescendo nel mio lavoro, delle persone che me le chiedono e di come sono orgoglioso di scriverle, perché a loro servono.
    Ne ho detta una delle ultime, una poesia triste, chiesta da una maestra per una sua collega che da poco era morta, e lei non sapeva come dirlo ai bambini (la Filastrocca dell'infinita maestria). Ho recitato a memoria questa poesia, che avevo scritto tempo prima con facile fervore, in poco tempo, sicuro di ciò che scrivevo.
    Tutto bene, una o due maestre stillano una lacrima, è ciò che deve accadere.

    Poi un bambino alza la mano e mi chiede, serio e sommesso ma non incerto: "Me ne fai una per la mia mamma, che è malata?"
    Intuisco qualcosa dagli sguardi delle maestre, dico va bene, ne parliamo dopo.
    Alla fine dell'incontro le maestre mi dicono che la mamma di quel bambino, a sua volta una giovane maestra, ha la leucemia e non si sa quanto vivrà. Si dicono stupite che lui abbia trovato il coraggio di esporsi con quella richiesta davanti ai suoi compagni e a quelli di altre due classi. Tutti concludiamo che quella poesia deve essere scritta.
    Più tardi una maestra mi dirà che lui, alla fine dell'incontro, si è presentato portando un suo quaderno, che voleva lasciare perché io scrivessi lì, a tambur battente, la poesia.

    Tornato a casa, ho capito subito che invece il tamburo avrebbe fatto una gran fatica a battere, stavolta. Era un compito difficile, il più difficile che mi sia mai stato assegnato.
    Mi sono ostinato. Ma non sapevo cosa scrivere, che dire. Le mie solite strategie di avvicinamento, logiche e misteriche, cognitive e divinatorie, si bloccavano tutte davanti agli stessi muri: cosa dire di sensato e onesto a un bambino che teme, e a buona ragione, di perdere la mamma?
    Che non morirà? Una poesia di speranza? E se muore?
    Che morirà e la ritroverà... dove? In cielo? Nel suo cuore? Ma davvero può servire una cosa così?
    E se non muore?
    Scoprivo che non era possibile scrivere una poesia "giusta", o non per me. Ma mi dicevo che era meglio scrivere una poesia sbagliata, piuttosto che deludere l'attesa di un bambino che supera chissà che ostacoli e me la chiede.

    E allora bene, avrei scritto una poesia sbagliata.
    Ma niente, neanche questa strategia di resa scioglieva lo stallo. Non ho mai incontrato un tale muro di silenzio, di indicibilità. Un cimento che al tempo stesso mi frustrava e mi spronava, mi rivelava nuovi limiti e confini del mio lavoro di poeta, e al di là di quelli nuovi regni, forse giusti e santi, di ammutolimento.
    Ma ancora mi sono ostinato, ho continuato a provarci, con intervalli dovuti ad altri impegni, ma più ancora forse a manovre di elusione, e col continuo pensiero incombente di un compito da svolgere. Ho continuato a provarci, per molti giorni.
    Troppi: il bambino aspettava.

    Alla fine, soccorso dalla "tecnica", seguendo una trama di suono (quella della poesia "The ballad of Beautiful words", di John T. McCutcheon, una dei miei "mantra giaculatorie"), limandola e perfezionandola per più d'una settimana, ne ho scritta una. Intitolandola (e mai come stavolta il titolo è parte intima della poesia) FILASTROCCA DELLE BUONE RAGIONI.

    Ma rileggendola mi pareva reticente, elusiva, forse ermetica, nel migliore dei casi oracolare. Diceva tante cose, tutte le cose, quindi forse nessuna cosa, niente. Forse niente. Ma era la cosa più onesta e vera che potessi scrivere. E però era... appunto "sbagliata". Immaginavo il viso di quel bambino, perplesso, interrogativo nel leggerla: cosa vuol dire? O forse: cosa non vuol dire?

    Ho sentito il bisogno di scriverne un'altra, che introducesse, incorniciasse, desse il quadro di senso per meglio comprendere, forse, la prima (che diventava ora seconda nella sequenza di lettura). E anche questo è un segno di sofferenza del processo: come un tronco che per malattia emetta galle, escrescenze. Ho intitolato questa specie di meta-filastrocca, questa poesia che spiega una poesia, FILASTROCCA DELLE GUARIGIONI.

    Quindi due poesie: che neanche insieme come buoi aggiogati facevano per bene, ai miei occhi, il loro lavoro.
    All'una di notte del 22 giugno 2012, appena finito il lavorio di lima fine su questi due testi, ho scritto una mail a Manuela Trinci, un'amica psicoterapeuta infantile che stimo. Le ho raccontato tutta la storia, con parole simili a queste. Le ho inviato le due poesie, chiedendole: cosa devo fare? Spedisco?
    L'indomani alle otto mi ha risposto: spedisci subito.
    Ho spedito alle maestre di quel bambino le due poesie.
    L'indomani mi hanno risposto così:

    Grazie! Non avremo mai abbastanza parole per dirlo. Ora siamo in preda a troppe emozioni, tra alcuni giorni risponderemo ampiamente. Pensiamo di consegnare subito a (...) la "Filastrocca delle buone ragioni"; aspetteremo il momento propizio per dargli l'altra. Ti metteremo al corrente dei sentimenti di (...) e della sua famiglia.
    Benché io stesso avessi fino all'ultimo, e abbia ancora, il dubbio se tenere separate queste due poesie o intenderle come un unico componimento indivisibile (sono aggiogate da un distico di "ponte"), ho risposto con convinzione che nessuno sa meglio delle sue maestre, e della sua mamma con cui sono in contatto (sempre che abbia tempo e mente per pensarci), cosa è meglio per quel bambino, cosa può accogliere e quando. Se hanno deciso per ora di dargli solo quella filastrocca, per quanto a me da sola paia oscura e incompleta, sanno quello che fanno.

    In una lettera successiva le maestre mi hanno scritto che il bambino ha accolto con molta emozione la "Filastrocca delle buone ragioni", sedendosi in un angolo per leggersela con calma da solo (e che faccia avrà fatto? perplessa? delusa?). Non mi hanno riferito i suoi commenti, perché son passate a dirmi della madre, che peggiorava, del padre che mi ringraziava ma non aveva testa per dire di più.

    Un anno dopo, nel luglio del 2014, il padre di Nicolò mi scrisse. Ringraziava della poesia, "anche a nome di Niky". Diceva: "ogni volta che la leggo ripenso al fatto che mi sentivo anch'io in quel periodo come 'il poeta' che non sapeva cosa rispondere alle domande". E aggiungeva: "volevo farle sapere che sia Niky che la sorella Eugenia, di 15 anni, sembra stiano bene".
    Gli ho risposto con una lunga lettera che non è più necessario qui riportare o riassumere. Dirò solo che lo ringraziavo molto a mia volta delle notizie su Nicolò e Eugenia.

    L'illustrazione di Andrea Alemanno

    Sul finire del giugno 2012, pochi giorni prima di spedire le due poesie, condussi un seminario all'interno del corso di illustrazione artistica ARS IN FABULA, all'Accademia di Belle Arti di Macerata. Raccontai il caso di quel bambino e lessi le due poesie. Paola Parazzoli, amica editor Rizzoli che assisteva al corso, intervenne e propose agli illustratori che ascoltavano di realizzare un'illustrazione per queste poesie. Dopo una settimana fui informato che ANDREA ALEMANNO s'era offerto di farlo.

    A fine luglio mi è arrivata questa immagine. Fra le due Andrea aveva scelto la FILASTROCCA DELLE GUARIGIONI. Eccola in calce alla poesia, unica figura delle mie Rime d'Occasione.

    Personalmente la trovo bellissima. È la perfetta "illustrazione" di quella poesia. Guardate il mantello di Nonna la Vita: continua fuori dai bordi della figura. Rispecchia cioè con visionaria esattezza il sequitur che chiude la poesia, riaprendola alla successiva (o precedente, come detto): "Alberi, acqua, api, giochi / Amore, arrivederci...".
    La parte che non vediamo di quel mantello è l'illustrazione di quell'altra poesia, la FILASTROCCA DELLE BUONE RAGIONI. Un'altra figura invisibile, che Andrea non ha disegnato, o non in forme visibili a noi, ma che possiamo immaginare accanto a questa.

    Che anche da sola del resto basta e avanza: basta al compito di illustrare questa poesia e lo eccede illustrandole potenzialmente tutte. Le tre figure che vediamo in scena sono la triade primaria della poesia: il Lettore, in questo caso un bambino ma può avere ogni età, che attende; Nonna la Vita, l'antica e unica Fonte del discorso, che sussurra e tace e detta; e il Poeta, che l'ascolta e scrive. Il Poeta è in ombra, perché mentre nella finzione del mondo è stella e pavone, nella verità della poesia è solo oscuro tramite, officiante, maestro passacarte. Colui che riesce in qualche modo a sbirciare quel mantello che continua infinito oltre il bordo del quadro, dell'occhio, dell'oggi.

    L'illustrazione è stata spedita alle maestre di quel bambino, perché gliela donino, se la situazione - ho scritto loro - lo consente.
    Mi hanno risposto che per ora non lo consente: la sua mamma è morta.
    La figura di Nonna la Vita è sua, gli spetta. Quella vecchia non ha problemi: aspetterà.

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    LE POESIE CHE NON RIUSCIRÒ A SCRIVERE


    Finora tre poesie mi son state chieste, e non ho scritto: per le nozze d'argento di Mariapina, per il primo compleanno di Marta, per il battesimo di Emma, la cui venuta al mondo è stata ardua, e probabilmente arduo sarà il resto del suo cammino.
    Io stesso, che ho lanciato il proclama, e il cuore avanti, crescendo il numero delle richieste non riuscirò a tener fede a quel proclama.
    Riproduco qui sotto, allora, la lettera che ho scritto alla mamma di Emma, per tentare di spiegarle perché non avrei scritto la poesia "solo sua" che mi chiedeva. Non vale per tutte le altre occasioni, lo so: ma qualcosa forse aiuterà a capire.


    Ti scrivo, Bruno, perché ti chiedo sfacciatamente un dono. Dopo questa lunga odissea vorrei regalare alla mia bambina per il suo battesimo una poesia che fosse solo sua, di nessun altro. E vorrei che fossi tu a scriverla, perché le tue parole mi hanno aperto la mente mentre imparavo ad essere una maestra, ed hanno placato il mio cuore mentre muovevo i primi passi come madre.

    "Solo sua"...
    Mi chiedi una poesia per la tua bambina.
    Non una delle 1193 che ho messo in colonna in un file intitolato TUTTE LE RIME, che raccoglie il lavoro di più di vent'anni: proprio una che sia "solo sua".
    Aiuto, Francesca, io sono un po' spaventato, come farò?
    Già con le lettere, le decine di mail e messaggi su FB che ricevo, sto facendo una bella fatica nell'ostinarmi a rispondere a tutti. E ad alcuni, come vedi, con lettere prolisse e faticose come questa.

    Conoscerai la battuta di Troisi-lettore, che si scoraggiava di non poter leggere tutti i libri: "Non li raggiungo mai, hai capito? Pecche io sono uno a leggere, loro sono milioni a scrivere!"
    Anche voi siete tanti, e ognuno di voi è unico, e mi chiede un rapporto che per lui è unico, un filo solo e teso fra lui e me. Ma se mi arrivano cento, mille lettere, io dovrei avere mille rapporti unici? È una contraddizione in termini, un assurdo logico, no? Unici per chi mi scrive, che parla solo a me, ma per me, che parlo a cento? Cento fili, cento steli? Come farò a nutrirli tutti?

    E se poi mi si chiede una poesia unica, "solo sua"?
    Tu mi hai sentito forse citare (o ne hai letto) una canzone di De Andrè, che ho messo alla base del mio lavoro di poeta, e che dice: "se la gente sa, e la gente lo sa che sai suonare, suonare ti tocca per tutta la vita, e ti piace lasciarti ascoltare...".
    Bene, ce n'è un'altra, sempre da "Non al denaro, né all'amore, né al cielo", intitolata "IL MEDICO". La conosci? Se vuoi leggere il testo, eccolo qui.
    Temo a questo punto che purtroppo dovrò smettere di dire in giro nei miei incontri che scrivo poesia per chi me le chiede, o meglio per chiunque me le chieda, altrimenti o scontento e deludo tanti, o finisco come il Medico di quella canzone.

    Ma tornando alla poesia per la tua bambina.
    Quanto tempo, ma soprattutto quanto senso ci vuole per scrivere una poesia VERA E FORTE, come quella che, con la tua lettera splendente e febbrile, mi chiedi?

    No, a fronte di quella lettera non posso rispondere - come ad altre persone che mi hanno chiesto "poesie uniche", o altri testi, o corrispondenze - che è una questione di tempo. Addirittura di economia. Anche se quelle questioni - direbbe il Medico di De Andrè - son pure presenti e pressanti. Come te, che fai un bel mestiere ma non potresti farlo gratis, o non troppo a lungo, io non posso scrivere per chiunque mi chieda, o come farò a pagare a mia figlia l'università scintillante che spera e merita?

    No: qui, come dicevo, più che di tempo è un problema di senso.
    E di sangue: sangue di senso.
    La poesia che mi chiedi non è di quelle d'ordinaria amministrazione, ammesso che in poesia esista; non è di quelle che scrivo, per fare un esempio, per GBaby, che pure sono onesti manufatti del mestiere, fra cui scappano a volte vere perline.
    Qui devo versare un po' di sangue. Ancora un po'. Forse un bel po'. O non nascerà niente di buono, di vivo.
    E c'è un timore, un'incertezza che mi sta piovendo addosso negli ultimi mesi. Non ho paura di dissanguarmi, ma piuttosto, in questo momento, di... Bene, sembra sgradevole, brutale, ciò che dirò, ma intendimi, non lo è: ho paura di imbrattare il tavolo.
    Ho appena scritto due o tre poesie di sangue: guarda qui.
    Ora, come i donatori dell'AVIS, devo lasciar passare un po' di tempo. Bere acqua, scrivere filastrocche lievi, belle spremute d'arancia, limonate dopo tutto quel sangue, o il posto, il posto della mia poesia, si farà forse un po' appiccicoso.
    Io non voglio diventare un poeta appiccicoso, che scrive solo col sangue, suo e d'altri, suo per gli altri.
    Devo diluire, forse aspettare un po'...

    Perdonami, Francesca, mi sono dilungato, e forse ho usato termini forti: che riguardano il mio lavoro, attenzione, non certo te e la tua richiesta. Mi son dilungato per dirti quello che è in fin dei contri un semplice "no".
    Ma ho voluto spiegartelo.
    E dalla tua lettera intuisco che, pur delusa, forse lo capirai.

    C'è una (magra) consolazione, che se vuoi ti porgo. Una poesia di tutti, non solo tua.
    Qualche volta chi mi chiede una filastrocca unica, che non posso scrivere, è fortunato, perché avendone scritte tante (appunto 1193), spesso quella che gli serve "ce l'ho". Qualche altra volta "mi manca". Come le figurine.
    E stavolta forse "ce l'ho".
    E' contenuta nel libro RIMA RIMANI (Salani-NordSud).
    Eccola.
    FILASTROCCA PRIMO DONO

    Il primo dono è qualcosa di nuovo
    Per un bambino che prima non c'era
    Era già tuo ch'eri ancora nell'uovo
    La prima alba, la prima sera
    È un doppio dono, che gira in tondo
    E chi lo da non può toglierlo più
    Perché per te questo dono è il mondo
    E per il mondo il dono sei tu

    Spero che ti serva, Francesca, anche se non è "solo sua".
    Ma... il fatto che appartenga, sia appartenuta, sia stata dedicata, cantata e cullata ad altri bambini nati, da altre mamme che, pure in situazioni diverse, non hanno scintillato meno di te; tutto questo, il fatto che sia di molti, davvero la fa meno bella, meno potente? Davvero?
    Un abbraccio a tutti e tre.
    E buona estate.


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    IL SUONATORE JONES

    Che sintesi perfette riesce a fare la poesia: "suonare ti tocca", "ti piace lasciarti ascoltare". Ti tocca e ti piace. È la versione più potente che si possa dare del destino del musicista "popolare". Il suo gruppo, la sua famiglia, il suo paese, la sua cricca d'amici: la sua comunità (la sua "community", si direbbe oggi?) sa che lui sa suonare. E quando è il momento, quando occorre, gli chiede di farlo. Ha accettato e accolto, a volte a costi di noie e sopportazioni, di avere in seno un estroso, un artista, un musicista: ha il diritto di chiedergli di suonare. E lui ha il diritto ("ti piace") e il dovere ("ti tocca") di farlo. Lo fa "per loro". Suona per loro. Suona Per.





    Questa pagina è stata creata il3 settembre 1999, e aggiornata l'ultima volta il 18 dicembre 2024

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